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SARDEGNA
La Sardegna è un'isola del Mediterraneo occidentale (la più importante, dopo la Sicilia, di tutto il Mediterraneo, per estensione e popolazione), situata tra 38° 51' 52'' e 41° 15' 42'' lat. N. e fra 8° 8' e 9° 50' long. E. Superficie: 24.090 km², comprese le isole minori adiacenti di Sant'Antioco, San Pietro, Asinara, La Maddalena, Caprera, ecc. (256,83 km²). Popolazione: 1.675.375 (1994), 1.645.192 ab. al censimento del 1991 (68 ab. per km²) (Sardi). Costituisce una regione autonoma a statuto speciale della Repubblica Italiana (regione sarda) ed è amministrativamente divisa in quattro province (Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano), con 374 comuni. Capol. Cagliari, sede del governo regionale.
L'isola, bagnata dal mar Tirreno a est e a sud, dal mar di Sardegna a ovest, è separata dalla Corsica dalle Bocche di Bonifacio. La superficie è prevalentemente montuosa, nonostante la lieve altitudine media del rilievo (364 m); le direttrici del rilievo culminano, al centro, nel massiccio del Gennargentu (punta La Marmora, 1.834 m, massima elevazione dell'isola). La costa, che ha uno sviluppo di 1.896,8 km (comprese le isole minori), è quasi rettilinea sul versante tirrenico; molto frastagliata nella parte settentrionale e nordorientale. Oltre ai golfi di Cagliari e dell'Asinara, insenature notevoli sono, nella costa occidentale, il golfo di Alghero e quelli di Oristano e di Palmas; sulla costa orientale i golfi di Orosei e degli Aranci. Il clima, temperato, è caratterizzato da precipitazioni assai limitate. La vegetazione della S. è quella tipica mediterranea. Diffusa è la macchia costituita da olivastri, oleandri, lauro, corbezzoli, filliree, ginepri, ecc. In alcune zone costiere si trovano le palme nane, utilizzate anche nell'industria.
Le condizioni di isolamento, la lunga persistenza in alcune zone della malaria, un tasso di mortalità a lungo alto sono fra le cause della scarsa popolosità della regione.
Nella produzione agricola, grande importanza rivestono la viticoltura e l'orticoltura; in progresso è la floricoltura in serre. Buone anche le produzioni di riso, avena, patate, barbabietole da zucchero, tabacco, pesche, pere, mandorle e delle varie specie di agrumi. Più di un terzo del patrimonio italiano di ovini appartiene alla regione sarda. Oltre che per gli ovini, la S. è al primo posto tra le regioni italiane anche per i caprini. Il 90% del latte prodotto da ovini e caprini è destinato alla produzione di formaggi, mentre il latte di produzione bovina è per metà trasformato in prodotti lattiero-caseari e per metà destinato al consumo diretto. La produzione regionale di lana sucida è la massima in Italia. Per quanto riguarda le risorse del sottosuolo, la S. è la terza, per importanza, fra le regioni italiane, dopo la Toscana e la Sicilia. Principale regione mineraria è l'Iglesiente, con il Sulcis, dove lo sfruttamento dei giacimenti carboniferi ha determinato la creazione di una vera città mineraria: Carbonia. Altri prodotti minerari sono: piombo, zinco, con l'argento come sottoprodotto, antimonio, minerali di ferro, di nichel e cobalto, manganese e rame. All'industria estrattiva fanno capo quelle metallurgiche, elettrometallurgiche ed elettrochimiche. I maggiori porti petroliferi sono Porto Foxi, presso Sarroch, e Porto Torres. Veloci e costanti sono ormai le comunicazioni marittime. La rete stradale ha superato la lunghezza di 12.000 km. In fase di potenziamento è la rete ferroviaria, mentre si sono moltiplicati i voli aerei delle società nazionali.
Tracce sicure dell'insediamento umano in S. risalgono ai tempi neolitici. Dal II millennio a C. fiorì infine una serie di culture raggruppate nella civiltà nuragica.
Occupata dai Fenici a partire dal IX sec. a.C., la S. passò quindi, intorno al 500 a.C., sotto il dominio di Cartagine; nel 238 a.C., la S. fu ceduta ai Romani. Nel 456 l'isola fu tolta all'Impero romano dai Vandali di Genserico che la tennero fino al 534 allorché venne riconquistata dai Bizantini. Verso la fine del VII sec. un Gialeto di Cagliari avrebbe cacciato i Bizantini e, assunto il titolo di re, avrebbe poi diviso il potere con i suoi fratelli Nicola, Imerio e Torcotore creando i giudicati di Cagliari, Torres (Logudoro), Gallura e Arborea. Queste formazioni politiche si sarebbero mantenute indipendenti fino alla metà dell'XI sec. circa, e in qualche caso fino al XII sec., quando l'investitura dei giudicati divenne prerogativa di Pisa insediatasi nell'isola. I Pisani ne confermarono la suddivisione politica nei quattro giudicati di Cagliari, Torres, Gallura e Arborea al cui consolidamento contribuì, peraltro, in notevole misura la Chiesa. La guerra del Vespro introduceva un altro contendente interessato al possesso dell'isola: il regno d'Aragona. Alfonso V il Magnanimo nel 1420 riuscì a sottomettere stabilmente tutta la S. Passata all'Austria con la guerra di Successione spagnola (1713), dopo un ulteriore tentativo di riconquista da parte della Spagna operato dall'Alberoni (1717), venne restituita all'Austria (trattato di Cockpit [Londra], agosto 1718) e da questa, secondo gli accordi presi con Francia e Gran Bretagna, ceduta con l'annesso titolo regio a Vittorio Amedeo II di Savoia in cambio della Sicilia. Vittorio Amedeo II prese materialmente possesso dell'isola il 2 settembre 1720. Ebbe così inizio il regno di S. Con l'unificazione italiana venne ulteriormente favorita l'opera di industrializzazione, iniziata, dopo l'emanazione dello statuto albertino (1848), con la creazione delle prime società per lo sfruttamento delle risorse minerarie.
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