S. ROSSORE
Con una superficie di 4800 ettari, la
Tenuta di S. Rossore costituisce il cuore del Parco Regionale , non solo per la
sua posizione geografica, ma anche per la ricchezza degli habitat e per la
suggestione dei paesaggi. E' delimitata a Nord dal fiume Serchio, a Est dalla
fossa Cuccia, a Sud dall'Arno e a Ovest dal mar Tirreno. Il nome, modificatosi
nel tempo fino alla dizione attuale proviene da San Lussorio, martire cristiano
ucciso in Sardegna sotto l'impero di Diocleziano, i cui resti sono conservati
nelle vicinanze. Furono i Medici nel Cinquecento, a organizzare in una tenuta
il territorio del quale erano venuti in possesso, destinandola a pascolo brado
e a riserva di caccia. Nel Settecento venne iniziata un'azione di
riforestazione attraverso l'impianto di querce e olmi nelle zone più umide e
pini e lecci sulle dune e in alcune zone destinate a pascolo. Nel 1862 la
tenuta passò ai Savoia che ne
modificarono profondamente l'architettura degli edifici. Dal 1957 è stata
assegnata alla Presidenza della Repubblica e dal dicembre 1995 la gestione
viene curata dalla Regione Toscana.
L'ambiente naturale della tenuta può
essere suddiviso in tre zone: la spiaggia, le lame e i boschi. La spiaggia ha
caratteri di spiccata naturalità con specie botaniche tipiche delle coste
italiane come l'ammofila che concorre alla formazione delle alte dune costiere.
Le lame si trovano nella parte meridionale della tenuta in un'area di 400
ettari con copertura vegetale esclusivamente erbacea e arbustiva soggetta ad
allagamenti stagionali che le rendono attraenti per numerose specie di uccelli
acquatici. I boschi hanno caratteristiche diverse a seconda dell'umidità del
terreno: gli alberi tipici delle zone umide sono farnia, pioppo, frassino e
ontano, spesso radicanti direttamente nell'acqua; sulle dune troviamo
prevalentemente leccio e pino domestico massicciamente reintrodotto dall'uomo.
PARCO DELLA MAREMMA
Il territorio del parco appare come una
serie di colline fortemente vegetate e punteggiate di torri di guardia : sono i
Monti dell'Uccellina. In basso il forteto (macchia) lascia il posto alle
coltivazioni e spuntoni calcarei nella pianura alluvionale con i meandri
dell'Ombrone. Le Torri sono fortificazioni medicee del Cinquecento, costruite
per difendersi dalle invasioni dei mori ottomani. Flora e vegetazione sono
quelle tipiche della macchia mediterranea e dei litorali sabbioso-limosi, sono
presenti piantagioni di pino domestico e marittimo, verso la foce dell'Ombrone
la pineta si fa più rada e alternata da sughere e si apre su quelle che erano
le saline senesi di S.Paolo. Sono inoltre presenti essenze erbacee e
arbustive. Le dune sabbiose sono coperte
dai ciuffi dell'ammofila ma non manca la presenza, nelle zone salmastre, di
macchia a cedrolicio e lentisco. Il cinghiale è il simbolo del parco ma si
trovano anche capriolo, daino, volpe, tasso e istrice; vi sono inoltre recinti
di cavalli maremmani e bovini maremmani eredi diretti del bue primigenio.
ORBETELLO-ARGENTARIO
L'Argentario è un
cospicuo promontorio del litorale tirrenico, sporgente per 12 chilometri dalla
costa derivato da un isola montuosa saldata al continente, in tempi
geologicamente recenti, da due basse dighe sabbiose: il Tombolo di Giannella a
nord e quello di Feniglia a sud che racchiudono la laguna di Orbetello. Una
diga artificiale di 1,5 km congiunge l'Argentario alla cittadina di Orbetello
dividendo così la laguna in due parti ineguali. Il giro del Monte Argentario si
compie percorrendo per circa 26 km una strada panoramica che corre in vicinanza
di una costa scoscesa, ricca di anfratti, terrazzata di vigneti in alto,
ricoperta in basso di macchie. Il Parco Nazionale dell'Argentario comprende il
promontorio del monte Argentario, e la laguna di Orbetello: la principale
ricchezza del parco è l'avifauna con rari esemplari di fenicottero rosa e di
spatola che popolano i canneti della laguna ma di grande fascino sono anche la
sua pineta e i declivi del monte ricoperti da una folta macchia mediterranea.