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Le caste
L' induismo tradizionale ha costruito una società originale, equilibrata, che fa vivere insieme uomini estremamente diversi, nella libertà e nella tolleranza. In primo piano troviamo la casta, ma diciamo piuttosto la jati, usando il termine originale che evita la coloritura peggiorativa della parola «casta» con cui I' abbiamo tradotto.
Si pensa che le jati esistessero, basate su tabù molto primitivi, già prima delle invasioni ariane. A queste quattro jati si è aggiunta in seguito, al gradino più basso della scala, la categoria dei fuori-casta, che siamo abituati a chiamare i paria. Gandhi ha soppresso questa distinzione e li ha chiamati figli di Dio. Troviamo dunque, nell' ordine:
gli shudra: artigiani e servi delle altre caste; i vaishya: commercianti e agricoltori; gli kshatriya: guerrieri e politici;
i brahmani: dediti allo studio, all' insegnamento e ai sacrifici. Bisogna notare che questa gerarchia corrisponde al cammino delle reincarnazioni che 1' uomo deve percorrere, e che la condizione di brahmano comporta a sua volta delle tappe, in base alle quali si è invitati a passare dalla situazione di studente a quella della vita di famiglia, poi al monachesimo e infine all' eremitismo.
Perfettamente adeguato alla civiltà contadina, il sistema delle jati realizza 1' equilibrio di una società in cui ciascuno ha il suo posto in una comunità che vincola e sostiene nello stesso tempo. In un villaggio si trovano due o tre jati di contadini, e delle jati di artigiani che corrispondono a tutti i mestieri di cui il villaggio ha bisogno. Ci si sposa all' interno della propria casta, e se il gruppo ètroppo esiguo, come avviene per i sarti o per i fabbri, si va a cercare la sposa in un altro villaggio. Il viaggiatore che arriva in un villaggio trova sempre qualcuno della sua casta pronto ad accoglierlo e a servirlo.
Ancora, da un punto di vista sociologico, si potrebbe dire che 1' India è una coesistenza di minoranze che vivono affiancate in modo coerente e immerse in un reale pluralismo. Ognuno dei grandi stati dell' India è un insieme armonico di caste, in cui tutti parlano la stessa lingua. Il sistema ammette poi una via d' uscita, che è come una valvola di sicurezza: in tutte le caste possono sorgere delle vocazioni ascetiche, chiunque può sentirsi spontaneamente chiamato agli ultimi due stadi della scala della perfezione, cioè alla vita monastica o alla vita eremitica. Sono i sadhu (~santi») e i sannyasin (~asceti») che si vedono percorrere le strade dell' India, vestiti di un abito color zafferano, mendicando il loro cibo. Tutto questo almeno in via teorica, perché nella pratica alcuni di questi asceti sono molto lontani dall' ideale del loro stato. Ma non potrò mai
dimenticare 1' incontro con uno di questi sannyasin, un giorno dopo il mio arrivo in India: col volto raggiante di luce mi ha raccontato come, dopo essere rimasto vedovo, aveva lasciato una vita in cui non gli mancava nulla per unirsi a una confraternita, rivestire 1' abito degli asceti e percorrere 1' India per ripetere a tutti che una cosa sola è importante: pensare a Dio e pregarlo
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