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LA SITUAZIONE NEGLI USA
Pur essendo uno degli stati più evoluti del mondo e avendo un teoricamente efficiente sistema legislativo, negli USA ci sono molte discriminazioni verso alcuni gruppi di persone.
MALATI
DI MENTE
Molte persone affette da ritardi o malattie mentali sono attualmente ospitate
nei bracci della morte. Amnesty International ha documentato i casi di oltre 50
detenuti affetti da gravi problemi mentali giustiziati a partire dal 1982, in
contrasto con la risoluzione 1989/64 del Consiglio Economico e Sociale dell'ONU
nella quale si raccomanda l'eliminazione della pena capitale per coloro che
sono affetti malattie mentali o che hanno capacità mentali estremamente
limitate.
In diversi stati la soglia di capacità mentale fissata al di sotto della quale
non si può giustiziare una persona è estremamente bassa, e solo nove stati
proibiscono l'inflizione di una condanna a morte quando l'imputato è
mentalmente ritardato. La soglia di ritardo mentale è un QI di 70.
Johnny Frank Garrett: nel febbraio 1992 fu giustiziato per
lo stupro e l'omicidio di un'anziana suora nel 1981, quando aveva solo 17 anni.
Psicotico cronico, aveva subito danni al cervello e da bambino aveva subito
violenze fisiche e sessuali (la giuria non fu messa al corrente di quest'ultima
circostanza). Molti ordini di suore e il Papa chiesero la grazia, che non fu
concessa.
Nollie Martin: giustiziato in Florida nel maggio 1992,
aveva QI 59. Soffriva inoltre delle conseguenze di gravi ferite alla testa
riportate quand'era bambino, e anch'egli aveva subito violenze fisiche e
sessuali. Fu condannato a morte nel 1978 per l'omicidio di una donna bianca;
Martin trascorse oltre 13 anni nel braccio della morte rotolandosi sul
pavimento della cella. Aveva continuo bisogno di cure mediche a causa delle
allucinazioni di cui soffriva; sbatteva la testa e i pugni contro la parete
della cella e tentava di mutilarsi, a quanto pare a causa del rimorso per il
crimine commesso.
NERI
Più del 40% dei condannati a morte negli USA sono neri, sebbene essi costituiscano
soltanto il 12% della popolazione totale. Circa l'80% dei condannati a morte
sono riconosciuti colpevoli di omicidi di bianchi, nonostante neri e bianchi
siano vittime di omicidi in misura simile. Solo nel 1986 la Corte Suprema
stabilì che i procuratori non potevano escludere potenziali giurati solamente
in base alla razza (caso Batson vs. Kentucky).
Combinazione
razziale |
(a) |
(b) |
(c)=(b)/(a) |
Florida |
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Nero uccide bianco |
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Bianco uccide bianco |
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Nero uccide nero |
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Bianco uccide nero |
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Georgia |
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Nero uccide bianco |
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Bianco uccide bianco |
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Nero uccide nero |
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Bianco uccide nero |
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Texas |
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Nero uccide bianco |
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Bianco uccide bianco |
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Nero uccide nero |
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Bianco uccide nero |
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Ohio |
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Nero uccide bianco |
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Bianco uccide bianco |
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Nero uccide nero |
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Bianco uccide nero |
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|
Inoltre,
negli USA e in pochi altri stati (negli ultimi anni Nigeria, Pakistan, Iran,
Iraq, Rwanda, Bangladesh, Barbados, Arabia Saudita) può essere condannato a
morte e giustiziato anche chi era minorenne al momento del reato. In alcuni
processi, la giovane età non è neppure introdotta nel dibattimento in quanto
circostanza attenuante. Otto condannati minorenni su nove sono neri o ispanici;
la maggioranza proviene da ambienti estremamente degradati e aveva subito
violenze sessuali e fisiche da bambini, aveva un basso QI, soffriva di malattie
mentali o aveva subito danni al cervello.
In Indiana e Vermont il limite d'età per il quale è prevista la pena di morte è
10 anni.
Charles Rumbaugh: il primo criminale minorenne giustiziato
negli USA dal 1964 (11 settembre 1985). Fu condannato a morte nel 1980 per un
omicidio commesso nel corso di una rapina effettuata all'età di 17 anni.
La
pena di morte è l'attuazione del principio etico-giuridico in base al quale lo
Stato può decidere legittimamente di togliere la vita ad una persona. Ma di
fronte agli elenchi di alcolizzati, malati di mente, emarginati di ogni tipo
mandati a morte si ha l'impressione di essere davanti ad un potere che
disinfesta, un 'potere giardiniere', che si incarica di estirpare le
erbacce. Ad essere giustiziati non sono soltanto gli omicidi, ma anche i
responsabili di reati economici, talvolta molto lievi.
Spesso i processi non sono equi e regolari. In Iran negli anni scorsi sono
stati celebrati processi della durata di pochi minuti, davanti ad un giudice
non indipendente (un'autorità politico-religiosa), e si sono conclusi con una
sentenza di morte, inappellabile, eseguita quasi immediatamente. Negli USA, in
un sistema giudiziario assai evoluto, un errore commesso da un avvocato
d'ufficio inesperto (come, ad esempio, un leggero ritardo nella presentazione
di elementi a discarico) può comportare la fine di ogni speranza per l'imputato.
Si
viene giudicati in base alla Shari'a,
la legge sacra; nel mese sacro del Ramadan viene osservata una tradizionale
moratoria delle esecuzioni. La pena di morte viene comminata per reati
sessuali, di droga, sabotaggio, corruzione, stregoneria, masticazione di qat,
produzione/distribuzione/assunzione di alcol. Le esecuzioni hanno normalmente
luogo al termine di processi iniqui, nell'ambito dei quali mancano le più
elementari garanzie. Gli imputati possono non essere rappresentati da avvocati
difensori e le confessioni, anche se ottenute mediante tortura, sono accettate
come prove valide dalle corti e possono addirittura costituire l'unica prova a
fondamento della condanna a morte. I metodi usati sono la decapitazione con una
spada affilata per gli uomini e il plotone di esecuzione per le donne; le donne
sposate riconosciute colpevoli di adulterio possono anche essere lapidate.
Le esecuzioni hanno luogo nei principali centri del Regno, di solito in
occasione delle preghiere del venerdì pomeriggio, in una piazza davani al
palazzo del governatore provinciale; un medico è presente ed ha il compito di
certificare il decesso del condannato. Il metodo della decapitazione è
particolarmente violento sia per la vittima che per coloro che vi assistono: la
morte inflitta con questo sistema viene comunemente ritenuta veloce e pietosa,
in realtà in diversi casi sono stati necessari più colpi prima che la vittima
venisse dichiarata morta dopo essere stata sottoposta ad una sofferenza
indicibile.
La
Cina è il paese dove si contano il maggior numero di condannati a morte, anche
se mancano statistiche ufficiali in materia. Tra i circa 65 reati vi sono l'omicidio,
il traffico di droga, alcuni reati economici, politici, d'opinione, il
commercio di pornografia, l'uccisione di alcuni animali sacri.
Vengono spesso organizzate manifestazioni di massa per la lettura della
sentenza di morte, e l'esecuzione viene compiuta subito dopo: i condannati
vengono mostrati al pubblico con la testa reclinata, le mani legate dietro la
schiena ed un cartello con il nome e l'indicazione dei crimini commessi legato
al collo. Vi è una violazione dei diritti fondamentali: molti trascorrono il
periodo che va dalla condanna a morte all'esecuzione ammanettati e coi ferri
alle caviglie; inoltre vengono quasi sempre espiantati gli organi del
condannato, ma senza chiedere il consenso alla famiglia.
In Italia, tutti gli stati preunitari ad eccezione della Toscana prevedevano la pena di morte, che nel 1889 fu tuttavia abolita dall'ordinamento del Regno d'Italia con il codice Zanardelli. Reintrodotta dal fascismo per i più gravi delitti politici nel 1926, e per quelli comuni nel 1930, fu definitivamente sostituita con un decreto legislativo dell'agosto 1944, dopo la caduta del fascismo, dall'ergastolo. La Costituzione italiana, ribadendone all'articolo 27 il divieto e riaffermando il principio secondo il quale le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso dell'umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato, ha lasciato in vigore la pena di morte solo per i casi previsti dalle leggi militari di guerra; anche questi casi sono però definitivamente caduti nel 1994.
Il
29 giugno 1998 a Lussemburgo i 15 ministri degli Esteri dei Paesi dell'Unione
Europea si sono schierati compatti per l'abolizione universale della pena
capitale, per una battaglia che diventa un elemento intrinseco della politica
UE in materia di diritti umani; l'UE infatti pone tra le condizioni per
l'adesione la non applicazione della pena di morte. Questa crociata è sostenuta
inoltre da un forte movimento di opinione pubblica.
Durante la riunione dei ministri dell'UE, si è ricordato un dato importante:
l'84% delle esecuzioni mondiali avviene in quattro paesi; nel 1997, in Cina
sono state eseguite 1644 condanne a morte, in Iran 143, in Arabia Saudita (dove
viene praticata la decapitazione) 122, negli USA 74. E tutto ciò senza riuscire
a debellare la criminalità, come si prefiggevano i sostenitori della pena
capitale. Inoltre, in alcuni Paesi (fra cui gli USA) vengono giustiziati anche
minori, mentre in Cina i soldati dei plotoni di esecuzione puntano solo contro
certe parti del corpo dei condannati per preservarne altre che vengono
destinate agli espianti e quindi al commercio d'organi.
L'Italia è in prima linea in questa battaglia, infatti fu l'Italia che a Ginevra presentò la mozione contro la pena di morte alla commissione per i diritti umani dell'ONU.
PAESI CHE HANNO ABOLITO LA PENA DI MORTE AL 31 MARZO 1998 (fonte Amnesty International)
Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita per ogni crimine
Paese |
Data di abolizione per ogni crimine |
Data di abolizione per i crimini ordinari |
Data dell'ultima esecuzione |
ANDORRA |
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ANGOLA |
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AUSTRALIA |
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AUSTRIA |
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AZERBAIJAN |
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BELGIO |
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CAMBOGIA |
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CAPO VERDE |
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CECA, REPUBBLICA |
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COLOMBIA |
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COSTA RICA |
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CROAZIA |
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DANIMARCA |
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DOMINICANA, REPUBBLICA |
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ECUADOR |
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ESTONIA |
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|
FINLANDIA |
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FRANCIA |
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GEORGIA |
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1994 (K) |
GERMANIA |
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GRECIA |
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GUINEA-BISSAU |
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1986 (K) |
HAITI |
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1972 (K) |
HONDURAS |
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ISLANDA |
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|
IRLANDA |
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ITALIA |
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KIRIBATI |
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(I) |
LIECHTENSTEIN |
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|
LUSSEMBURGO |
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MACEDONIA |
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|
MARSHALL, ISOLE |
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|
(I) |
MAURITIUS |
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|
MICRONESIA |
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|
(I) |
MOLDAVIA |
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|
MONACO |
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|
|
MOZAMBICO |
|
|
|
NAMIBIA |
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1988 (K) |
NEPAL |
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|
NUOVA ZELANDA |
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|
NICARAGUA |
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|
NORVEGIA |
|
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|
PAESI BASSI |
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|
PALAU |
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|
|
PANAMA |
|
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1903 (K) |
PARAGUAY |
|
|
|
POLONIA |
|
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|
PORTOGALLO |
|
|
1849 (K) |
ROMANIA |
|
|
|
SALOMONE, ISOLE |
|
|
(I) |
SAN MARINO |
|
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1468 (K) |
SAO TOMÉ E PRINCIPE |
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(I) |
SLOVACCHIA |
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|
SLOVENIA |
|
|
|
SPAGNA |
|
|
|
SVEZIA |
|
|
|
SVIZZERA |
|
|
|
TUVALU |
|
|
(I) |
UNGHERIA |
|
|
|
URUGUAY |
|
|
|
VANUATU |
|
|
(I) |
VATICANO, CITTÀ DEL |
|
|
|
VENEZUELA |
|
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|
TOTALE:
63 Paesi
(K) = Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
Torna all'inizio
Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita solo per i crimini ordinari
Paese |
Data di abolizione per i crimini ordinari |
Data dell'ultima esecuzione |
ARGENTINA |
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BOLIVIA |
|
|
BOSNIA-ERZEGOVINA |
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|
BRASILE |
|
|
CANADA |
|
|
CIPRO |
|
|
COOK, ISOLE |
|
|
EL SALVADOR |
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1973 (K) |
FIJI |
|
|
ISRAELE |
|
|
MALTA |
|
|
MESSICO |
|
|
PERÙ |
|
|
REGNO UNITO |
|
|
SEYCHELLES |
|
(I) |
SUD AFRICA |
|
|
TOTALE: 16 Paesi
(K) =
Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
Torna all'inizio
Paesi nei quali la pena di morte è stata abolita di fatto
Paese |
Data dell'ultima esecuzione |
ALBANIA |
|
BERMUDA |
|
BHUTAN |
1964 (K) |
BRUNEI DARUSSALAM |
1957 (K) |
CENTRAFRICANA, REPUBBLICA |
|
CONGO |
|
COSTA D'AVORIO |
|
FILIPPINE |
|
GAMBIA |
|
GIBUTI |
(I) |
GRENADA |
|
MADAGASCAR |
1958 (K) |
MALDIVE |
1952 (K) |
MALI |
|
NAURU |
(I) |
NIGER |
1976 (K) |
PAPUA NUOVA GUINEA |
|
RUANDA |
|
SAMOA OCCIDENTALE |
(I) |
SENEGAL |
|
SRI LANKA |
|
SURINAME |
|
TOGO |
|
TONGA |
|
TURCHIA |
|
TOTALE: 25 Paesi e territori
(K) =
Data dell'ultima esecuzione nota
(I) = Nessuna esecuzione dall'indipendenza
Torna all'inizio
PAESI IN CUI LA PENA DI MORTE È ATTUALMENTE IN VIGORE
AFGHANISTAN
ALGERIA
ANTIGUA E BARBUDA
ARABIA SAUDITA
ARMENIA
BAHAMAS
BAHRAIN
BANGLADESH
BARBADOS
BELIZE
BENIN
BIELORUSSIA
BIRMANIA
BOTSWANA
BULGARIA
BURKINA FASO
BURUNDI
CAMERUN
CILE
CINA
CIAD
COMORE
CONGO
COREA DEL NORD
COREA DEL SUD
CUBA
DOMINICA
EGITTO
EMIRATI ARABI UNITI
ERITREA
ETIOPIA
GABON
GHANA
GIAMAICA
GIAPPONE
GIORDANIA
GUATEMALA
GUINEA
GUINEA EQUATORIALE
GUYANA
INDIA
INDONESIA
IRAN
IRAQ
KAZAKSTAN
KENYA
KUWAIT
KIRGHIZISTAN
LAOS
LESOTHO
LETTONIA
LIBANO
LIBERIA
LIBIA
LITUANIA
MALAWI
MALAYSIA
MAROCCO
MAURITANIA
MONGOLIA
NIGERIA
OMAN
PAKISTAN
PALESTINA
QATAR
RUSSIA
SAINT CHRISTOPHER E NEVIS
SAINT LUCIA
SAINT VINCENT E GRENADINES
SIERRA LEONE
SINGAPORE
SIRIA
SOMALIA
STATI UNITI D'AMERICA
SUDAN
SWAZILAND
TAILANDIA
TAIWAN
TAJIKISTAN
TANZANIA
TRINIDAD E TOBAGO
TUNISIA
TURKMENISTAN
UCRAINA
UGANDA
UZBEKISTAN
VIET NAM
YEMEN
YUGOSLAVIA
ZAMBIA
ZIMBABWE
TOTALE: 91 Paesi e territori
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