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La Popolazione Dinamiche Demografiche
Rispetto alla preistoria, l'ecumene o l'insieme delle terre abitate si è ampliato. Questo cambiamento è dovuto ad alcuni fattori che vengono classificati in due gruppi principali: fattori naturali e umani.
I fattori naturali riguardano tutti i condizionamenti naturali che l'uomo subisce nel corso dei secoli. Ad esempio il clima ha sempre e sempre condizionerà il modo di vivere umano, come anche l'ambiente fisico e le risorse. Per quanto riguarda il clima, perché l'uomo viene condizionato? Nelle aree dell'emisfero settentrionale come la Groenlandia o l'Alaska, l'insediamento umano stabile è stato ostacolato dalle temperature rigide che rende difficile l'esistenza delle più elementari forme di vita vegetativa (ogni tipo di agricoltura per esempio, risulta impraticabile).
Per poi non parlare del clima arido che impedisce fortemente il popolamento dei vari continenti come steppe, deserti e savane.
Nettamente opposta è la situazione che si registra nelle fasce del mediterraneo, dove negli ultimi 30 anni da un totale di 213 milioni di abitanti è passata a 360 milioni. Questo per il clima favorevole ed un territorio abitabile.
I fattori umani interessano soprattutto la cultura, lo sviluppo economico e le tecnologie esistenti in quel territorio.
Territori economicamente e tecnologicamente ben sviluppati presentano una densità superiore a differenza dei paesi del Terzo mondo.
Nel 1997 la popolazione mondiale ha superato i 5,8 miliardi di persone. Continenti quali l'Asia e l'Europa hanno il più alto tasso di densità di insediamento umano. Meno elevati risultano i valori relativi all'Africa e America (17 ab/km²).
C'è da fare una precisazione, ovvero la densità abitativa dev'essere associata al concetto di capacità di popolamento, che si definisce non solo per le risorse che un territorio offre ma anche della possibilità di sfruttarle e dei consumi che vi si attuano. Quando tale capacità ha raggiunto un livello massimo, inizia un esodo di popolazione verso terre più favorevoli. Ne consegue che si può avere una situazione di sovrappopolamento anche in aree a bassa densità abitativa.
Popolazione attiva e crisi mondiale dell'occupazione
L'analisi della distribuzione umana sul pianeta deve essere integrata dallo studio del rapporto esistente tra la popolazione e le attività lavorative che ne assicurano il sostenimento.
Innanzi tutto c'è da definire la popolazione attiva, l'insieme di tutte le forze lavoro occupate e in cerca di occupazione, in età compresa fra i 14 e i 65 anni. All'interno della popolazione attiva è necessario individuare la percentuale di disoccupati e secondo le stime più accreditate il tasso di popolazione attiva è del 48% del totale.
Per quanto concerne la divisione del lavoro nei tre settori di attività, dobbiamo rilevare che nei paesi sviluppati l'agricoltura assorbe ormai una percentuale minima di occupazione del 5%.
Mentre il settore secondario oscilla tra il 25 e il 40% e per ultimo il terziario, che è tuttora in espansione, trova occupazione più del 50% della forza lavoro.
In relazione al fenomeno della disoccupazione è opportuno distinguere tra nord e sud del mondo. Nel passato i paesi industrializzati hanno ritenuto possibile raggiungere la piena occupazione intensificando lo sviluppo, come le industrie che hanno eliminato la manodopera per far posto all'automazione dei processi produttivi creando nuovi posti di lavoro per il terziario. Tuttavia a partire dagli anni 70 con la crisi economica la percentuale di disoccupati è pressoché raddoppiata. Infine nei paesi in via di sviluppo il panorama della disoccupazione risulta più accentuato visto che chi ha trovato un'occupazione spesso quest'ultima non è riconosciuta dallo stato o è illegale.
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Fattori Naturali e Socioeconomici che incidono sulle dinamiche demografiche |
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I cambiamenti demografici sono dovuti essenzialmente a due fattori principali:
Fattori naturali
Fattori antropici
I Fattori naturali riguardano tutti quei cambiamenti a livello biologico e geo-climatico. Sotto l'aspetto biologico vi sono alla base due elementi decisivi: il nascere e il morire. I Fattori biologici determinano per esempio la durata potenziale della vita, le condizioni di salute, la percentuale di persone sterili ecc.
Mentre i fattori geo-climatici riguardano tutte le variazioni climatiche e meteorologiche, e si possono determinare cambiamenti radicali se si presentano cambiamenti climatici evidenti, gravi e se questi vengono associati ad eventi ambientali come terremoti, inondazioni, eruzioni vulcaniche.
I Fattori antropici riguardano tutti quei fattori economici, politici e culturali che causano dei cambiamenti a livello demografico. Il sistema economico studia soprattutto il rapporto esistente tra domanda di lavoro e popolazione e questo rapporto può sia scoraggiare che stimolare la crescita demografica.
Sviluppo e istruzione frenano le nascite!
Oltre ai fattori naturali e antropici, esistono degli elementi che determinano l'aumento della popolazione : Lo sviluppo e l'istruzione.
Lo sviluppo è un elemento essenziale. Quando parliamo di sviluppo, parliamo anche di un indicatore che incide grandemente sui comportamenti demografici (Reddito pro-capite) e il PIL (Prodotto Interno Lordo) e in linea di massima le disparità fra reddito e la sua distribuzione gravano soprattutto su quei paesi che vivono nell'indigenza.
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