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GEOGRAFIA
Il territorio è costituito da un vasto altopiano, diviso in due parti dalla Fossa Galla, che fa parte della grande frattura estafricana. Si distingue l'Acrocoro Etiopico, a nord-ovest, dall'altopiano somalo, a sud-est. Il primo (altezza media 2300 m) è caratterizzato dalla presenza di aspri massicci isolati, con le cime appiattite (ambe) e i fianchi incisi dai corsi d'acqua (fiumi Abbai, Omo, Auasc): culmina a 4620 m nel Ras Dascian. Il secondo digrada uniformemente verso la regione somala, alla quale manda il Giuba e l'Uebi Scebeli. Nella parte centrosettentrionale del Paese si estende il bassopiano desertico della Dancalia. Il clima è caldo nei bassopiani, temperato sull'Acrocoro e fresco nelle zone più alte. La popolazione comprende: per un terzo Amhara e Tigrini, un altro terzo Galla, il resto Somali, Dancali, Sidama. Le maggiori città del Paese, Addis Abeba e Asmara, sorgono sull'Acrocoro. Principale fonte di reddito è l'agricoltura: tra le colture primeggia il caffè; scarsa importanza hanno cotone, canna da zucchero, cereali e legumi. Diffuso è l'allevamento. Scarsamente sviluppate le industrie alimentari, tessili, conciarie, del cemento, del tabacco.
STORIA
Sede dei regni di Napata e Meroe (secc. VIII-IV a. C.), nei primi secoli dell'era cristiana assistette all'affermarsi del regno abissino di Aksum, durante il quale il cristianesimo monofisita si diffuse nel Paese. Dal VII sec. fu soggetta alla penetrazione dei musulmani che, stabilitisi nel Sud, si scontrarono nei secoli successivi con lo Stato cristiano etiopico, ricostituitosi nel 1270; un nuovo tentativo di espansione venne respinto nel 1541-1542 con l'aiuto dei Portoghesi. Dal XVI al XVIII sec. il Paese subì l'invasione dei Galla, che ebbe come conseguenza il frazionamento del territorio in piccoli Stati feudali; l'usurpatore Kasa (Teodoro II, 1855-1868) iniziò la restaurazione dell'autorità monarchica e dell'unità del Paese. Giovanni IV (1871-1889) ne continuò l'opera combattendo contro Menelik dello Scioa, gli Egiziani (1875-1876), gli Italiani (Dogali, 1887), i Mahdisti (1889); il successore Menelik, salito al trono nel 1889 grazie all'appoggio dell'Italia sancito con l'accordo di Uccialli, si oppose al regime di protettorato che gli Italiani tentavano di estendere sul Paese, e con la pace di Addis Abeba (1896) concluse il conflitto italo-abissino dopo i fatti di Adua, ottenendo successivamente il riconoscimento anglo-franco-italiano dei confini settentrionali e meridionali (laghi Rodolfo, Uebi) del Paese. Occupata dall'Italia (1935-1936) sotto il regno del negus Hailè Selassiè, nel 1941 le truppe britanniche le ridavano l'indipendenza, riportando Selassiè sul trono; nel 1955 l'imperatore accordò una nuova Costituzione che introduceva il suffragio universale: in campo internazionale mantenne una politica di equilibrio fra i blocchi e annetté l'Eritrea nel 1962, mentre all'interno il regime autocratico e dittatoriale diede luogo a sempre più frequenti ribellioni, che sfociarono, nel 1974, nell'abbattimento del regime, nell'arresto dell'imperatore e, alla sua morte (1975), nella proclamazione della repubblica, di indirizzo progressista. Nel 1977 venne nominato capo dello Stato il colonnello Hailè Mariam Menghistu, che instaurò un regime autoritario di indirizzo socialista sostenuto dall'URSS, impegnato a tenere sotto controllo i ribelli eritrei e somali ai confini del Paese; nel 1987 venne istituita una Repubblica popolare a partito unico. Nel 1991, dopo anni di guerriglia, i movimenti nazionalisti -- eritreo (EPLF), tigrino (EPRDF) e oromo (FLO) --, conquistata Addis Abeba, hanno costretto il dittatore Menghistu, indebolito dal disimpegno sovietico, a lasciare il potere e a rifugiarsi all'estero. Meles Zenawi e Tamrat Layne, entrambi leader dell'EPRDF, hanno assunto la carica rispettivamente di capo dello Stato e di capo del governo ad interim. Il Partito dei lavoratori è stato sciolto. Dopo la secessione dell'Eritrea (1993), altri contrasti etnici hanno minacciato l'unità del Paese. Nel 1994 è stata eletta un'Assemblea costituente (484 seggi su 547 sono andati all'EPRDF) allo scopo di creare uno Stato federale, ma le elezioni sono state boicottate e contestate dai partiti d'opposizione. Nonostante questo il 22 agosto 1995 l'Etiopia è divenuta Repubblica federale popolare, mentre in maggio si erano svolte le prime elezioni multipartitiche e libere, che avevano visto la vittoria del Fronte democretico rivoluzionario popolare etiope. Capo dello stato è stato eletto N. Gidada, mentre M. Zelawi è divenuto primo ministro. In politica estera al temporaneo miglioramento dei rapporti con l'Eritrea ha fatto seguito il peggioramento di quelli con il Sudan. Nel giugno 1998 l'invasione eritrea del Tigrai ha generato un nuovo conflitto tra i due Paesi.
LINGUE
L'antica lingua letteraria, il ge'ez, appartiene con l'amharico (ora lingua ufficiale) e altri idiomi regionali al gruppo semitico; il somalo al gruppo cuscitico.
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