Etiopia
Repubblica dell'Africa orientale.
Superficie: 1.130.139 km². Popolazione: 44.266.000 ab. Capitale: Addis Abeba.
Lingua: ufficiale l'amharico. Religione: predominante il cristianesimo copto
monofisita; rilevante il numero dei musulmani e degli animisti. Unità
monetaria: birr. Confini: confina a nord e a ovest con il Sudan, a sud con il
Kenya, a sud-est con la Somalia, a est con Gibuti ed è bagnata a nord-est dal
Mar Rosso. Ordinamento: il regime di Repubblica democratica popolare è crollato
nel 1991 e l'Etiopia nel 1995 è diventata Repubblica Federale Popolare.
GEOGRAFIA
Il territorio è
costituito da un vasto altopiano, diviso in due parti dalla Fossa Galla, che fa
parte della grande frattura estafricana. Si distingue l'Acrocoro Etiopico, a
nord-ovest, dall'altopiano somalo, a sud-est. Il primo (altezza media 2300 m) è
caratterizzato dalla presenza di aspri massicci isolati, con le cime appiattite
(ambe) e i fianchi incisi dai corsi d'acqua (fiumi Abbai, Omo, Auasc): culmina
a 4620 m nel Ras Dascian. Il secondo digrada uniformemente verso la regione
somala, alla quale manda il Giuba e l'Uebi Scebeli. Nella parte
centrosettentrionale del Paese si estende il bassopiano desertico della
Dancalia. Il clima è caldo nei bassopiani, temperato sull'Acrocoro e fresco
nelle zone più alte. La popolazione comprende: per un terzo Amhara e Tigrini,
un altro terzo Galla, il resto Somali, Dancali, Sidama. Le maggiori città del
Paese, Addis Abeba e Asmara, sorgono sull'Acrocoro. Principale fonte di reddito
è l'agricoltura: tra le colture primeggia il caffè; scarsa importanza hanno
cotone, canna da zucchero, cereali e legumi. Diffuso è l'allevamento. Scarsamente
sviluppate le industrie alimentari, tessili, conciarie, del cemento, del
tabacco.
STORIA
Sede dei regni di
Napata e Meroe (secc. VIII-IV a. C.), nei primi secoli dell'era cristiana
assistette all'affermarsi del regno abissino di Aksum, durante il quale il
cristianesimo monofisita si diffuse nel Paese. Dal VII sec. fu soggetta alla
penetrazione dei musulmani che, stabilitisi nel Sud, si scontrarono nei secoli
successivi con lo Stato cristiano etiopico, ricostituitosi nel 1270; un nuovo
tentativo di espansione venne respinto nel 1541-1542 con l'aiuto dei
Portoghesi. Dal XVI al XVIII sec. il Paese subì l'invasione dei Galla, che ebbe
come conseguenza il frazionamento del territorio in piccoli Stati feudali;
l'usurpatore Kasa (Teodoro II, 1855-1868) iniziò la restaurazione dell'autorità
monarchica e dell'unità del Paese. Giovanni IV (1871-1889) ne continuò l'opera
combattendo contro Menelik dello Scioa, gli Egiziani (1875-1876), gli Italiani
(Dogali, 1887), i Mahdisti (1889); il successore Menelik, salito al trono nel
1889 grazie all'appoggio dell'Italia sancito con l'accordo di Uccialli, si
oppose al regime di protettorato che gli Italiani tentavano di estendere sul
Paese, e con la pace di Addis Abeba (1896) concluse il conflitto italo-abissino
dopo i fatti di Adua, ottenendo successivamente il riconoscimento
anglo-franco-italiano dei confini settentrionali e meridionali (laghi Rodolfo,
Uebi) del Paese. Occupata dall'Italia (1935-1936) sotto il regno del negus
Hailè Selassiè, nel 1941 le truppe britanniche le ridavano l'indipendenza,
riportando Selassiè sul trono; nel 1955 l'imperatore accordò una nuova
Costituzione che introduceva il suffragio universale: in campo internazionale
mantenne una politica di equilibrio fra i blocchi e annetté l'Eritrea nel 1962,
mentre all'interno il regime autocratico e dittatoriale diede luogo a sempre
più frequenti ribellioni, che sfociarono, nel 1974, nell'abbattimento del
regime, nell'arresto dell'imperatore e, alla sua morte (1975), nella
proclamazione della repubblica, di indirizzo progressista. Nel 1977 venne
nominato capo dello Stato il colonnello Hailè Mariam Menghistu, che instaurò un
regime autoritario di indirizzo socialista sostenuto dall'URSS, impegnato a
tenere sotto controllo i ribelli eritrei e somali ai confini del Paese; nel
1987 venne istituita una Repubblica popolare a partito unico. Nel 1991, dopo
anni di guerriglia, i movimenti nazionalisti -- eritreo (EPLF), tigrino (EPRDF)
e oromo (FLO) --, conquistata Addis Abeba, hanno costretto il dittatore
Menghistu, indebolito dal disimpegno sovietico, a lasciare il potere e a
rifugiarsi all'estero. Meles Zenawi e Tamrat Layne, entrambi leader dell'EPRDF,
hanno assunto la carica rispettivamente di capo dello Stato e di capo del
governo ad interim. Il Partito dei lavoratori è stato sciolto. Dopo la
secessione dell'Eritrea (1993), altri contrasti etnici hanno minacciato l'unità
del Paese. Nel 1994 è stata eletta un'Assemblea costituente (484 seggi su 547
sono andati all'EPRDF) allo scopo di creare uno Stato federale, ma le elezioni
sono state boicottate e contestate dai partiti d'opposizione. Nonostante questo
il 22 agosto 1995 l'Etiopia è divenuta Repubblica federale popolare, mentre in
maggio si erano svolte le prime elezioni multipartitiche e libere, che avevano
visto la vittoria del Fronte democretico rivoluzionario popolare etiope. Capo
dello stato è stato eletto N. Gidada, mentre M. Zelawi è divenuto primo
ministro. In politica estera al temporaneo miglioramento dei rapporti con
l'Eritrea ha fatto seguito il peggioramento di quelli con il Sudan. Nel giugno
1998 l'invasione eritrea del Tigrai ha generato un nuovo conflitto tra i due
Paesi.
LINGUE
L'antica lingua
letteraria, il ge'ez, appartiene con l'amharico (ora lingua ufficiale) e altri
idiomi regionali al gruppo semitico; il somalo al gruppo cuscitico.