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Il territorio giapponese, completamente insulare, si sviluppa su una superficie complessiva di circa 373.000 km², quindi non molto superiore a quella dell'Italia. In totale è formato da più di 3.000 isole, che sono però quasi tutte di piccole o piccolissime dimensioni, con l'eccezione delle 4 principali, che formano il 97% dei territorio: si tratta
di Hokkaido, Honshu, Shikoku, Kyushu. L'isola principale è quella di Honshu, che ha un'estensione di quasi 230.000 km², quindi circa il 60% dei territorio nazionale.
Sul piano morfologico, prevalgono nettamente le colline e le montagne, mentre le pianure occupano solo 1/5 del territorio, estendendosi solo in vicinanza delle coste. Hanno origine alluvionale; la maggiore di esse è quella del Kanto, dove si trova Tokyo. I rilievi si estendono su quasi l'80% del territorio, presentando un andamento piuttosto complesso, con circa 1/4 che è di origine vulcanica. I vulcani ancora attivi sono una cinquantina, alcuni dei quali sono stati caratterizzati da catastrofiche eruzioni. Simbolo paesaggistico del Giappone è il Fujiama, che è anche la vetta più alta, con quasi 3.800m. I fenomeni vulcanici possono comunque avere anche effetti benefici, in particolare per l'accresciuta fertilità dei suoli e per la presenza di importanti sorgenti termali, che vengono utilizzati soprattutto nelle zone meridionali.
L'instabilità geologica dei Giappone è testimoniata anche dal frequenti e violenti terremoti, spesso accompagnati da Zunami, che sono provocati dallo spostamento verso ovest delle zolle dei Pacifico e delle Filippine, i cui bordi scivolano al di sotto della zolla Eurasiatica, provocando il fenomeno detto Subduzione.
Anche in questo secolo il Giappone è stato colpito da drammatici terremoti, tra cui quelli del 1923 nella zona di Tokyo, di 8,2° della scala Richter, che provocò più di 100.000 morti e quello della zona di Kobe del 1995 che nonostante la tecnologia antisismica ha provocato circa 5.000 vittime.
L'idrografia è caratterizzata da fiumi brevi, come il Tone, che non superano i 400 km, anche se sono relativamente ricchi d'acqua e si prestano allo sfruttamento per la produzione di energia.
I laghi sono numerosi e prevalentemente di origine vulcanica, ma in genere di piccole dimensioni, con qualche eccezione, come quella di Biwa (Biua) nell'isola di Honshu, che è di origine tettonica.
Le condizioni climatiche sono nel complesso positive, ma comunque molto variabili, soprattutto in relazione alla latitudine, dato il grande sviluppo, circa 2.000 km dei territorio da nord a sud. L'isola settentrionale di Hokkaido è caratterizzata da temperature basse, inverni freddi e nevosi mentre, spostandosi dalla fascia centrale in quella del sud, le condizioni diventano temperate e anche subtropicali, con vegetazione che cambia in relazione alle temperature.
Le piogge sono quasi ovunque abbondanti e ciò ha costituito un rilevante vantaggio economico, anche se il territorio può essere interessato anche da pericolosi tifoni.
Le coste estremamente frastagliate e ricchissime di insenature, si sviluppano su ben 28.000 km: l'importanza dei mari è sottolineata dal notevole significato della pesca, con grande abbondanza ittica soprattutto dove si incontrano correnti calde e fredde e dai molti scambi commerciali, sia di prodotti esportati che di materie prime importate, che avvengono tramite uno dei sistemi portuali meglio organizzati e più efficienti a livello mondiale.
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