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La sottotitolazione: prospettive future all'interno del panorama audiovisivo
In base a quanto osservato nei paragrafi precedenti, è possibile affermare che l'approccio alla sottotitolazione sta subendo indubbiamente un cambiamento a livello europeo e italiano. Questa forma di traduzione audiovisiva, inoltre, non è più considerata scadente e di minor prestigio rispetto al doppiaggio, la pratica traduttiva verso cui, ad esempio, è da sempre orientata l'Italia per ragioni storiche, linguistiche e culturali
Sembra che oggi l'Europa non sia più divisa in modo dicotomico nei due blocchi che, fin dai tempi della nascita del cinema, hanno rappresentato l'uno la sottotitolazione, l'altro il doppiaggio. I progressi tecnici degli ultimi anni hanno reso la pratica della sottotitolazione una modalità di traduzione estremamente moderna, flessibile, adatta all'evolversi dei tempi e alle esigenze di una grande varietà di utenti: siano questi audiolesi (adulti o bambini), normodotati, immigrati, apprendenti di una lingua straniera, appassionati di videogiochi, cineamatori desiderosi di godersi un film nel suo sapore originale e così via.
Inoltre, la diffusione di DVD con versioni sia doppiate che sottotitolate, il dilagare in rete dei fansubs, la nascita di nuove forme di sottotitolazione, come il respeaking, e la creazione di software sofisticati, nonché economici, per la realizzazione di sottotitoli hanno permesso di far avvicinare sempre più l'Italia a questa pratica di traduzione.
La sottotitolazione, dunque, non è più solo la scelta traduttiva adottata da quei paesi, come Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Finlandia, Galles, Grecia, Irlanda, Islanda, Norvegia, Portogallo e così via, che, per ragioni storico-culturali ed economiche, preferirono questo metodo di trasferimento linguistico al doppiaggio, pratica dai costi di produzione relativamente alti.
Questa recente apertura verso forme alternative di traduzione (anche Francia e Spagna, ultimamente, hanno affiancato la sottotitolazione al doppiaggio) sembra suggerire che sia possibile far apprezzare agli spettatori metodi traduttivi cui non sono abituati, così da poter usufruire sia di una sia di un'altra pratica senza avvertire sforzi nell affrontare quella meno diffusa nel proprio paese
In merito ai sottotitoli, è stato dimostrato che, a differenza di quello che si credeva fino a qualche anno fa, essi non costituiscono una fonte di distrazione per lo spettatore; al contrario, sembrano aiutarlo nella memorizzazione di contenuti generali, parole specifiche e immagini
Inoltre, data la maggior competenza nelle lingue straniere di quei paesi che prediligono da sempre la sottotitolazione, se si incoraggia l'uso di prodotti sottotitolati, da affiancare a quelli doppiati, si potrebbero far migliorare le conoscenze linguistiche degli spettatori abituati al solo doppiaggio. La lingua che potrebbe così essere potenziata sarebbe principalmente l'inglese, "the supreme (foreign) language" , la lingua della comunicazione internazionale nella quale sono prodotti la maggior parte di film/telefilm e spot pubblicitari destinati al doppiaggio e alla sottotitolazione in Europa e in Italia.
È da precisare che negli ultimi tempi l'Italia si sta volgendo in questa direzione: alcune piattaforme televisive a pagamento, come Sky Tv e Sky Cinema, offrono una grande varietà di prodotti filmici che possono essere visualizzati sia nella loro versione doppiata in italiano, sia nella versione sonora originale con sottotitoli intra o interlinguistici attivabili a discrezione dello spettatore. Inoltre, è da segnalare che anche le pubblicità di prodotti e marche internazionali tendono ad essere presentate nella loro versione originale soprattutto in inglese, ma anche in francese, specialmente per alcuni
profumi e cosmetici) con sottotitoli interlinguistici
Per concludere, possiamo affermare che oggi si è sempre più consapevoli del fatto che non esiste una metodologia traduttiva superiore alle altre, e che sia doppiaggio che sottotitolazione, le due pratiche più diffuse, hanno entrambe qualcosa di valido da offrire, anche se in modi diversi. Se la sottotitolazione risulta il metodo indispensabile per tutti gli utenti portatori di qualche deficit uditivo, o la modalità preferita da apprendenti di lingue straniere e appassionati di film telefilm che, ad esempio, non accettano adattamenti cinematografici o il ripiego alla ristretta cerchia di voci dei doppiatori, il doppiaggio sembrerebbe essere la procedura traduttiva più vantaggiosa per i bambini che non sanno ancora leggere oppure per i semianalfabeti, ai quali si garantisce accesso ai contenuti attraverso la lingua parlata77.
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