Sensibilizzazione e diffusione di
un'etica economica equa e solidale
Il movimento equo non si
limita alla commercializzazione dei prodotti, ma pone tra i suoi obiettivi
anche quello di svolgere un'intensa attività di sensibilizzazione nei paesi del
Nord. Il fine ultimo del commercio equo, infatti, è quello di influenzare le
strutture del mercato tradizionale, stimolandole il più possibile ad aprirsi ad
istanze di tipo etico. Da questo punto di vista risulta fondamentale il ruolo
dell'opinione pubblica e dei consumatori; già diverse aziende a carattere
transnazionale si
sono viste costrette a adottare, almeno sulla carta, codici di comportamento
eticamente orientati, sull'onda di proteste e boicottaggi nei confronti dei
loro prodotti. Parallelamente alcune catene commerciali della grande
distribuzione hanno avviato e stabilito contatti con i marchi di garanzia del fair trade per inaugurare le proprie
linee di caffè, tè o cacao equo. Questo fatto riveste un significato
fondamentale per il movimento, poiché testimonia che l'idea in esso contenuta
ha riscosso un successo tale da indurre gli attori del mercato convenzionale ad
inserirla nel proprio circuito commerciale.
Le attività di
"coscientizzazione" avvengono a diversi livelli: sul piano
politico-istituzionale agiscono da stimolo, in ambito sia nazionale che
internazionale, verso scelte economiche e commerciali a difesa dei piccoli
produttori, della stabilità economica e della tutela ambientale. A livello
dell'opinione pubblica le organizzazioni di commercio equo promuovono attività
di informazione, volte ad incoraggiare atteggiamenti critici nei confronti di
comportamenti consumistici, e favoriscono l'incontro "virtuale" fra consumatori
"critici" e produttori dei paesi in via di sviluppo.
Il primo strumento utilizzato
per veicolare l'informazione sui meccanismi economici di sfruttamento è la
vendita stessa dei prodotti, legata alla conoscenza della storia contenuta in
ognuno di essi. E' questo il motivo per cui le Botteghe del Mondo non si
limitano ad una normale funzione di negozio, ma ricoprono anche il ruolo di
spazio informativo. I frequentatori delle botteghe possono, infatti, conoscere
luoghi, persone, modi di vita e di produzione, meccanismi di formazione dei
prezzi (attraverso le schede del "prezzo trasparente"), restituendo in tal modo
la dignità di "prodotto" a quella che viene ormai abitualmente considerata
"merce". Ciò significa porre l'accento sul valore "immateriale" che ogni
prodotto contiene (e che lo rende "prodotto-progetto"), rendendo il consumatore
consapevole dell'importanza del valore simbolico dell'acquisto e delle
conseguenze che può comportare per i produttori.
Anche da questo punto di
vista, dunque, il commercio equo recupera gli aspetti umani dello scambio
commerciale, riducendo le distanze tra produttore e acquirente.
Un altro strumento utilizzato
per la diffusione dei principi è dato dalle campagne di sensibilizzazione e di
pressione politica, dall'organizzazione di convegni, incontri e giornate
dedicate al commercio equo.