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Risoluzione 198/98/CE del Parlamento sul Commercio Equo e Solidale
(approvata dal Parlamento Europeo il 2 luglio 1998)
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione dell'8 ottobre 1991 su un sostegno attivo ai piccoli coltivatori di caffè del Terzo mondo mediante una politica mirata di approvvigionamento e di introduzione di tale prodotto nelle istituzioni comunitarie,
- vista la sua risoluzione del 19 gennaio 1994 sulla promozione del commercio equo e solidale fra Nord e Sud,
- visto il parere del Comitato economico e sociale in merito al movimento 'European Fair Trade marking',
- visti la proposta di regolamento (CE) del Consiglio che applica speciali disposizioni di incentivo in materia di diritti del lavoro e tutela ambientale previsti agli articoli 7 e 8 dei regolamenti (CE) del Consiglio nn. 3281/94 e 1256/96 che applicano il regime di preferenze tariffarie generalizzate per quanto riguarda alcuni prodotti agricoli e industriali provenienti dai paesi in via di sviluppo e i suoi pareri del 16 dicembre 1997 in materia,
- vista la sua risoluzione del 15 maggio 1997 sull'etichettatura sociale,
- visto il sondaggio Eurobarometro 1997 'Atteggiamenti dei consumatori UE nei confronti delle banane Fair Trade',
- vista la sua risoluzione del 2 ottobre 1997 sul Libro Verde della Commissione sulle relazioni tra l'Unione europea e i paesi ACP all'alba del XXI secolo - Sfide e opzioni per un nuovo partenariato,
- vista la sua risoluzione del 1° aprile 1998 sulla comunicazione della Commissione concernente gli orientamenti per il negoziato di nuovi accordi di cooperazione con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP),
- visto l'articolo 148 del suo regolamento,
- visti la relazione della commissione per lo sviluppo e la cooperazione e il parere della commissione per le relazioni economiche esterne,
A. considerando che il commercio equo e solidale (c.e.s.) si è rivelato uno dei modi più efficaci per promuovere lo sviluppo,
B. considerando l'importanza dell'esperienza del c.e.s. come strumento per favorire lo sviluppo dell'uomo e promuovere regole internazionali in materia economica e commerciale ispirate a maggiore giustizia ed equità tra Nord e Sud,
C. considerando che le attuali strutture commerciali internazionali continuano ad essere profondamente ingiuste, perché consentono ai paesi in via di sviluppo di esportare in ampia misura prodotti primari per la trasformazione nei paesi industrializzati dove viene apportato gran parte del valore aggiunto,
D. considerando che le condizioni sociali ed ambientali costituiscono importanti fattori che determinano la qualità della vita e fattori indispensabili di sviluppo,
E. considerando che il Parlamento europeo ha ripetutamente chiesto che negli accordi internazionali e nelle norme OMC siano inserite clausole sociali ed ambientali,
F. considerando che il c.e.s. dovrebbe essere promosso a livello istituzionale: nella politica di sviluppo globale dell'UE, attraverso il futuro accordo con i paesi ACP che subentrerà all'attuale Convenzione di Lomé e attraverso il regolamento ALA,
G. considerando che, per agevolare in modo coerente il c.e.s., non è possibile limitarsi ad applicare misure nel quadro della politica di sviluppo, ma occorre tenerne conto tra l'altro anche nel contesto della politica commerciale e della politica agricola,
H. considerando che il principale obiettivo del c.e.s., a breve termine, è fornire maggiori opportunità ai piccoli produttori e ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo e, in tal modo, apportare un contributo alla promozione di uno sviluppo sociale ed economico durevole per le loro popolazioni,
I. considerando che, a più lungo termine, il c.e.s. mira a orientare il sistema commerciale internazionale in un senso più equo, istituendo un esempio ed esercitando pressioni su governi, organizzazioni internazionali e imprese affinché ne riconoscano e adottino le componenti principali,
J. considerando che è opportuno nel quadro del c.e.s. tener conto del ruolo attivo delle donne che sono i principali soggetti economici di uno sviluppo sostenibile,
K. considerando che il c.e.s. opera in senso positivo sulla sensibilizzazione globale in merito alle relazioni Nord-Sud, soprattutto attraverso il rafforzamento della cooperazione da cittadino a cittadino,
L. considerando che, visto il successo del c.e.s. come forma di cooperazione, sussiste il rischio di un abuso di tale concetto,
M. considerando che deve essere salvaguardato il particolare significato del c.e.s. e contrastato qualsiasi processo di degrado del c.e.s. in forme di commercio che nulla hanno a che fare con la promozione di nuove e più eque regole per le relazioni Nord-Sud,
N. considerando che non sono stati stabiliti in ambito c.e.s. criteri autenticamente comuni in merito a quanto costituisca 'commercio equo e solidale',
O. considerando che è opportuno stabilire certi criteri minimi per il c.e.s.,
P. considerando che il sostegno UE al c.e.s. deve basarsi sugli stessi criteri,
Q. considerando che la Commissione dovrebbe valutare se tali criteri siano rispettati nel valutare le domande di progetti,
R. considerando quindi che è molto importante che il settore del c.e.s. pervenga ad una definizione comune del concetto di 'commercio equo e solidale' così che il settore stesso possa essere chiaramente delimitato rispetto ad altre forme di commercio e al tempo stesso resti spazio per lo sviluppo di nuovi prodotti e mercati,
S. considerando che una tale definizione può offrire il quadro per gli aiuti UE alle attività di c.e.s.,
T. considerando che la fiducia del consumatore nei prodotti del c.e.s. trarrà vantaggio dall'applicazione trasparente di criteri e meccanismi di controllo autonomi altrettanto trasparenti,
U. considerando che sarebbe opportuno incoraggiare misure che conferiscano maggiore credibilità agli organismi di certificazione c.e.s.,
V. considerando che la certificazione c.e.s. deve essere distinta dal commercio di prodotti c.e.s.,
W. considerando che esiste un costante bisogno di sostenere organizzazioni partner nei paesi in via di sviluppo per quanto riguarda il design di prodotti, il controllo di qualità, la conoscenza dei mercati europei, metodi di produzione sostenibili ecc.,
X. preoccupato per il fatto che non esiste in seno alla Commissione alcuna politica chiara per quanto riguarda il c.e.s. e non è in atto alcun coordinamento strutturato fra le varie Direzioni generali,
Y. considerando che l'aiuto e il sostegno attualmente forniti alle organizzazioni che promuovono il c.e.s. è limitato e frammentato,
Z. considerando che gran parte del sostegno comunitario al settore c.e.s. è stato quindi finora utilizzato per promuovere l'opera di sensibilizzazione all'interno dell'Europa,
AA. considerando che la recente indagine effettuata da Eurobarometro rivela chiaramente una maggiore sensibilizzazione nei confronti del concetto di c.e.s.; che, tuttavia, tale sensibilizzazione è sostanzialmente diversa tra i paesi UE,
AB. sottolineando la complementarità del c.e.s., nel senso stretto del termine, e dei vari codici di condotta e accogliendo con grande soddisfazione le recenti iniziative concernenti codici di condotta quali la Clean Clothes Campaign e la Ethical Trading Initiative,
AC. considerando il valore simbolico e l'effetto promozionale derivante dall'impiego da parte di tutte le istituzioni comunitarie di prodotti c.e.s. nei loro servizi interni, come già richiesto dal Parlamento europeo,
AD. considerando che le attuali politiche di accesso ai mercati possono provocare difficoltà alle società che commercializzano prodotti c.e.s.,
AE. considerando che il Direttore generale dell'OMC ha comunicato alla commissione per lo sviluppo e la cooperazione che esistono strumenti compatibili con l'OMC grazie ai quali i governi possono sostenere il c.e.s., purché non creino discriminazioni tra i paesi in via di sviluppo,
AF. considerando che l'OMC prevede speciali misure aggiuntive da adottare a sostegno dei paesi in via di sviluppo e che fra breve inizierà una nuova tornata negoziale dell'OMC,
1. chiede alla Commissione di fare in modo che il sostegno al c.e.s. diventi elemento integrante della politica estera, di cooperazione allo sviluppo e commerciale dell'UE, compreso lo sviluppo di codici di condotta per le società multinazionali operanti nei paesi in via di sviluppo e, in particolare, di garantire un adeguato coordinamento tra le direzioni e i servizi competenti nonché di istituire le necessarie strutture amministrative per metterlo in pratica;
2. chiede che la promozione del c.e.s. sia inserita come strumento di sviluppo nella conclusione di un nuovo accordo con i paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP); chiede inoltre che sia incluso negli accordi di cooperazione con i paesi contemplati dal regolamento ALA;
3. sollecita la Commissione a presentare al più presto una comunicazione sul c.e.s.;
4. invita la Commissione a realizzare uno studio globale sulle possibilità di fornire ulteriore sostegno al c.e.s.;
5. invita la Commissione a migliorare il coordinamento delle sua attività nel settore del c.e.s. tra le varie DG responsabili per lo sviluppo, gli scambi, gli affari sociali e le questioni attinenti ai consumatori, ai diritti dei lavoratori, alle piccole e medie imprese;
6. raccomanda la creazione di una distinta linea di bilancio per il c.e.s.;
7. invita la Commissione ad utilizzare le risorse dedicate al c.e.s.:
- nei paesi in via di sviluppo, comprese le misure per aprire nuovi progetti c.e.s., fornire assistenza tecnica, compresa adeguata assistenza tecnica e formazione in materia di previsione del mercato e sviluppo di programmi economici, e stabilire regimi di credito rotativo ad interessi agevolati, incoraggiare il passaggio alla fabbricazione (valore aggiunto) di prodotti e assicurare la capacità di rispettare i criteri sanitari e di sicurezza europei,
- in ambito UE, per sostenere la promozione degli scambi e l'accesso ai mercati di prodotti c.e.s. provenienti da comunità svantaggiate;
8. invita la Commissione, per quanto riguarda il cofinanziamento dei progetti c.e.s. in Europa:
- ad ammettere progetti che uniscano l'aiuto allo sviluppo nei paesi terzi con azioni di educazione allo sviluppo nell'Unione europea,
- a studiare le modalità di sostegno a progetti c.e.s. presentati da organizzazioni, associazioni e altri organismi diversi dalle ONG per lo sviluppo (le quali già hanno accesso alla linea del cofinanziamento ONG);
9. si rallegra dell'inserimento di specifiche clausole sociali ed ambientali nel SPG come primo tentativo di introdurre criteri sociali ed ecologici nel sistema commerciale internazionale che, in quanto tale, costituisce un importante precedente; deplora tuttavia che, allo stato attuale, la proposta non sia sufficientemente generosa da segnare un'autentica svolta per i singoli produttori c.e.s.;
10. ritiene che il c.e.s., per non dare adito ad abusi, dovrebbe perlomeno rispettare i seguenti criteri:
- acquisti diretti: società europee che importano direttamente da organizzazioni di produttori locali senza intermediari, diverse dalle organizzazioni di esportazione costituitesi a vantaggio di tali prodotti, fatta eccezione per le organizzazioni che, in ragione della loro situazione particolare, non possono esportare senza intermediari,
- un prezzo equo formato dal prezzo corrente di mercato, laddove esista, più un premio c.e.s., fermo restando che tale prezzo non può scendere al di sotto di una certa soglia,
- pagamento parziale anticipato, se richiesto dal produttore,
- mancanza di monopoli di importazione o vendita, per garantire libero accesso ai prodotti c.e.s. a organismi commerciali e punti vendita,
- trasparenza dei prezzi, informando il consumatore sul prezzo effettivo ottenuto dal produttore,
- relazioni stabili e di lunga durata con i produttori,
- condizioni di produzione che rispettino le convenzioni OIL in caso di impiego di salariati,
- nessuna discriminazione tra uomini e donne e nessun ricorso al lavoro infantile,
- rispetto dell'ambiente, protezione dei diritti dell'uomo e, in particolare, dei diritti delle donne e dei bambini nonché rispetto dei metodi di produzione tradizionali che favoriscono lo sviluppo economico e sociale;
- rispetto dello sviluppo endogeno e sostegno all'autonomia delle popolazioni locali;
11. invita la Commissione a sostenere solo i progetti che rispettano pienamente tutti questi criteri, sempre che i prodotti oggetto di tali progetti si conformino ai criteri in materia sanitaria, di sicurezza e igiene applicabili nell'Unione europea; esorta comunque la Commissione a tener conto anche degli sforzi compiuti per soddisfare tali criteri e a considerare nel quadro di tale sostegno i motivi addotti a giustificazione del mancato rispetto;
12. invita la Commissione a includere fra le sue priorità i progetti realizzati da donne;
13. ritiene che le delegazioni della Commissione nei paesi terzi debbano partecipare all'individuazione di nuovi progetti c.e.s. che rientrano nei criteri citati e che sono ammissibili ad un sostegno finanziario dell'UE;
14. sollecita i principali operatori del settore c.e.s. (organizzazioni di certificazione, importatori, punti vendita) ad operare in linea con i criteri di cui al paragrafo 10 al fine di salvaguardare la credibilità del movimento c.e.s.;
15. incoraggia la creazione di un marchio comune c.e.s.; invita la Commissione a fornire assistenza in materia e, in generale, a operare con le organizzazioni di certificazione per rafforzare la credibilità e la notorietà nonché impedire l'uso illecito del termine c.e.s. che potrebbe confondere i consumatori;
16. sottolinea l'indispensabilità che tutte le organizzazioni di certificazione, compresi i registri di prodotti costituiti, operino indipendentemente dalle organizzazioni impegnate nell'importazione o nella vendita dei prodotti;
17. raccomanda che le organizzazioni di certificazione c.e.s. ottengano lo standard EN 45011 per quanto riguarda le norme delle agenzie di certificazione;
18. raccomanda la creazione di un organo di coordinamento di tutti gli importatori europei di prodotti c.e.s. che rispettino i criteri, al fine di ottimizzare l'utilizzo di strutture e dell'informazione nonché creare un unico interlocutore con le istituzioni europee;
19. invita la Commissione a dedicare particolare attenzione ai programmi che promuovono la trasformazione dei prodotti nei paesi in via di sviluppo (valore aggiunto), specialmente nel campo dei prodotti alimentari, che comporta non solo prezzi più competitivi, ma anche il trasferimento di tecnologie e competenze;
20. invita gli Stati membri a promuovere l'opera di sensibilizzazione in merito al c.e.s. in ambito scolastico;
21. invita parimenti gli Stati membri a promuovere l'opera di sensibilizzazione dei consumatori affinché possano disporre di tutte le informazioni necessarie alla loro scelta;
22. sollecita la Commissione a tener conto delle iniziative c.e.s. all'atto della formulazione della politica commerciale;
23. invita la Commissione a istituire meccanismi compatibili con l'OMC per sostenere le iniziative c.e.s. in modo non discriminatorio;
24. invita la Commissione ad incoraggiare, nel quadro degli accordi commerciali internazionali, una riduzione dei dazi doganali per i prodotti trasformati;
25. invita al riguardo la Commissione e il Consiglio a concedere ulteriori preferenze ai prodotti che siano certificati come prodotti ottenuti in base alle norme riconosciute di c.e.s., come ad esempio aliquote IVA e fiscali nonché dazi doganali preferenziali;
26. invita il Consiglio e la Commissione a chiedere che siano inclusi nei prossimi negoziati OMC sostegni a favore del c.e.s. e a fornire specifici incentivi commerciali destinati a promuovere migliori condizioni sociali e ambientali nei paesi in via di sviluppo;
27. invita la Commissione a potenziare l'entità del sostegno e ad armonizzare le procedure interne affinché sia disponibile un sostegno coerente;
28. ribadisce la raccomandazione all'insieme delle istituzioni europee di utilizzare prodotti c.e.s. nei loro servizi interni,
29. invita la Commissione, consultato il settore del c.e.s., a presentare al Parlamento una valutazione esaustiva dei vantaggi e degli svantaggi connessi ad una linea specifica di bilancio per il c.e.s. e a predisporre le necessarie misure per facilitare l'accesso ai fondi disponibili per il c.e.s. a tutte le parti impegnate nel settore, nel rispetto dei criteri di cui al paragrafo 10;
30. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione e al Consiglio.
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