Schelling
Si distacca dall'Idealismo di Fichte in quanto
intende comprendere nell'Idealismo tutto ciò che sfugge alla sfera della
coscienza, cioè la natura. Essa non è semplicemente un non-io: in sé contiene
il principio della sua vita e del suo svolgimento. La natura rappresenta ciò
che è inconscio, oggettivo, esistente di per sé. Ha una sua autonomia ed un suo
valore rispetto all'Io: è un Io oggettivo. Essa è un grado di sviluppo e di
realizzazione dello spirito (compito della filosofia è quello di descrivere il
graduale farsi coscienza della natura).
La natura organica ha un principio d'ordine; non
sono le parti che spiegano il tutto (come sosteneva il meccanicismo) ma il
tutto che spiega le parti (concezione finalistica della natura). Schelling
respinge sia il materialismo, che riduce la realtà organica a quella
inorganica, sia il dualismo materia/spirito. Ogni piano di realtà è come un
momento dell'infinito processo di realizzazione della natura, regolato dalle
forze fondamentali dell'attrazione e della repulsione. La natura è un processo
infinito dello spirito che vi agisce, procedendo dall'oggetto al soggetto (alla
coscienza); la vita dello spirito che opera nel soggetto procede in senso
opposto, verso la natura. La Natura e lo Spirito possono armonizzarsi al
livello dell'Assoluto, che è identità di Spirito e Natura, soggettivo e
oggettivo. Non la filosofia, ma l'arte
ci permette di cogliere l'assoluto, in quanto solo nel genio artistico si
saldano la creazione cosciente e quella inconscia. L'arte è "organo generale
della filosofia".