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GLI ORTAGGI
Per milioni di anni l'uomo ha ricavato da frutti, foglie, tuberi o semi gli alimenti necessari alla propria sopravvivenza.
Legumi e cereali hanno rivelato fin dai primi tempi le loro interessanti peculiarità, per esempio il senso di sazietà che procuravano, l'alto valore energetico e la lunga conservazione.
La parola legume deriva dal verbo latino "legere", che significa "raccogliere";
sotto questo nome vennero raggruppati tutti i semi racchiusi in un bacello, che potevano essere schiacciati e ridotti a purea.
I primi legumi a entrare nella dieta furono le lenticchie, le fave, le vecce, seguite dai piselli.
Successivamente questo termine, in cucina ma soprattutto nella ristorazione, assumerà un significato più ampio e finirà per indicare tutta la verdura cotta servita come contorno.
L'importanza delle verdure nell'alimentazione è testimoniata in diversi scritti, il più interessante dei quali è il De re coquinaria di Apicio, scritto nel I° secolo d.C. Il celebre gastronomo romano dedica spazio a ricette a base di bietole, cipolle, aglio, zucche, asparagi, malva, porri, carote, rape, erbe rustiche del campo, ortiche, cicorie, lattughe e cardi, mostrando un'ampia panoramica dei prodotti dell'orto utilizzati nell'antica Roma.
Nel Medioevo legumi e verdure venivano consumati in abbondanza sia dalle classi abbienti sia da quelle povere; nel corso del Cinquecento sono numerosi gli scritti che ne testimoniano l'utilizzo nei grandi banchetti.
In queste occasioni le preparazioni erano arricchite da spezie profumate (per esempio noce moscata, cannella, chiodi di garofano e pepe), che venivano importate dalla Cina e dall'India ed erano considerate un vero e proprio lusso, alla portata di pochi privilegiati.
Nel tentativo di tracciare una nuova rotta per il commercio delle spezie, gli Europei approdarono sulle coste dell'America: qui, invece delle spezie, trovarono il mais, la patata, la patata dolce, il peperone (piccante e dolce), il pomodoro e il fagiolo, destinati a cambiare in modo radicale le coltivazioni e l'alimentazione del Vecchio Continente.
I fagioli ebbero un successo immediato, forse perché molto simili ai piselli, mentre il pomodoro venne introdotto come pianta ornamentale e fece il suo ingresso in cucina solo verso la metà del XVIII secolo.
Anche la patata, nonostante fosse semplice da coltivare, non ebbe vita facile.
Proveniente dall'America del Sud, già coltivata dagli Aztechi, entrò in Europa grazie agli Spagnoli verso la metà del XVI secolo.
I primi dubbiosi tentativi gastronomici puntarono l'attenzione non sul tubero ma sulle foglie, e le conseguenti intossicazioni (causate dalla solanina in esse contenuta) relegarono la patata in un angolo della cucina.
All'inizio del XVII secolo Inghilterra e Irlanda avviarono le prime coltivazioni e proposero alcune ricette, seguite da altri Paesi dell'Europa centro-settentrionale, che utilizzarono però questo alimento per sfamare gli eserciti e le classi meno abbienti.
In Francia la patata rimase lontana dalle tavole fino al 1780, quando l'agronomo e farmacista Augustin Parmentier, che ne aveva apprezzato le qualità durante la guerra di Prussia, riuscì a convincere Luigi XVI ad assaggiarla: il sovrano ne fu entusiasta e le coltivazioni di questo tubero cominciarono a moltiplicarsi, trasformando la patata in un ingrediente fondamentale per la cucina.
Con il tempo l'offerta di ortaggi è diventata sempre più ampia e, di conseguenza, l'alimentazione più ricca e sana.
Il consumo di questi cibi è fondamentale per una corretta alimentazione: devono quindi essere inclusi nel menù quotidiano; per il benessere dell'organismo le attuali indicazioni consigliano di mangiare, se possibile, cinque porzioni di verdura al giorno.
A questo proposito occorre fare alcune considerazioni.
Oggi abbiamo a disposizione, in qualsiasi momento dell'anno, ortaggi provenienti da tutto il mondo: zucchine fresche a Natale, piselli ad autunno inoltrato, zucche a primavera.
A prima vista potrebbe sembrare un vantaggio, in quanto abbiamo la possibilità di arricchire la tavola con piatti sempre vari, ma bisogna tenere conto di due fattori importanti e strettamente legati: la raccolta e la stagionalità.
Gli ortaggi cominciano a perdere le loro proprietà nutrizionali a partire dal momento della raccolta, ed è facile intuire che i prodotti conservati a lungo in celle frigorifere hanno meno sapore e soprattutto poche sostanze nutrienti. Meglio quindi optare per le verdure fresche e di stagione, che mantengono intatte le loro proprietà nutritive, e aiutarsi con la fantasia per cucinare piatti ricchi e appetitosi.
Per ortaggio si intende il prodotto dell'orto, di specie e sapore diversi che, con la sua ricchezza di vitamine, sali minerali, oli essenziali ed enzimi stimola le funzioni più importanti del nostro organismo. Forniscono principalmente vitamine e sali minerali. Ricchi di cellulosa (sostanza per noi indigeribile) aumentano il volume delle feci stimolando il naturale funzionamento dell'intestino.
Quando è possibile bisognerebbe consumare gli ortaggi ben lavati e crudi perchè vitamine e sali minerali vengono persi facilmente durante la cottura. Ecco alcuni consigli per limitare i danni:
Sono da preferire le pentole di acciaio inossidabile perché durante la cottura gli acidi organici contenuti nei vegetali possono reagire con metalli tipo il rame e l'alluminio dando luogo a odori o sapori sgradevoli.
GLI ORTAGGI NELL'ALIMENTAZIONE.
L'alimentazione umana deve comprendere una notevole quantità di
ortaggi, che contengono tutti i principali componenti alimentari, vitamine e
sali minerali.
Fra gli alimenti vegetali, i legumi, cioè i semi delle leguminose (fagioli,
piselli, lenticchie, ceci, fave, soia) sono i più ricchi di proteine. Ma il
loro valore biologico è inferiore a quello delle proteine del frumento e,
ovviamente, ancor più (del 50% circa) a quello delle proteine animali (fa
eccezione la soia, quasi assente nella nostra alimentazione).
I legumi sono anche ricchi di glicidi, ma poveri di lipidi (eccetto la soia). Fra le vitamine, notevole il contenuto di
B, B e soprattutto PP. Fra le sostanze minerali,
abbondano fosforo, potassio, zolfo, calcio e magnesio; lenticchie e fave sono
particolarmente ricche di ferro. A causa del loro contenuto
relativamente alto di cellulosa, i legumi risultano meno digeribili della carne
magra; l'assimilazione è dell'80% circa per le proteine e del 97% per i
glicidi.
COME SI SUDDIVIDONO.
A seconda della parte della pianta usata nell'alimentazione, gli ortaggi si dividono in:
La
presenza di proteine è scarsa mentre la quantità di fibre è buona (
Dotata di potere antiossidante, la carota contrasta l'azione dei radicali
liberi: sono particolarmente indicate nei fumatori, nei soggetti con elevati valori di colesterolo, nelle persone che
lavorano al computer (migliora la vista in particolare la visione notturna
mediante l'aumento della sintesi di un pigmento visivo: la radopsina) o che
comunque conducono una vita sedentaria. L'elevato contenuto di vitamine e
minerali favorisce le naturali difese dell'organismo rendendo la carota un
ottimo alimento per bambini, anziani e convalescenti. Oltre che
mangiata cruda la carota può essere utilizzata per preparare succhi (si perdono
però le fibre), purea, minestre, zuppe, dolci e sformati; i caroteni sono
resistenti al calore e la cottura non li danneggia. Sceglieremo le carote
lisce, di colore uniforme e senza spaccature. Ad una temperatura di 0° si
conservano anche per qualche mese.
Appunti su: gli ortaggi appunti, conservare il cupettone in frigo, |
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