Georges Cuvier & il catastrofismo (1769-1832)
L'innegabile presenza nelle rocce di fossili
di specie non più esistenti sulla Terra fu spiegata con varie teorie. Tra
queste, vi fu nel 1815 quella del catastrofismo proposto dal naturalista francese, studioso di
anatomia comparata ed esperto di fossili Georges Cuvier. Egli sosteneva la
divisione delle forme di vita in quattro schemi strutturali fondamentali
(vertebrati, articolati, radiati e molluschi). Inoltre riteneva che la
struttura di ogni organo fosse unita alla sua funzione e che le diverse parti
dell'organismo fossero organizzate in modo gerarchico; con le sue teorie entrò
in contrasto con quelle evoluzionistiche di Lamarck e Geoffroy Saint-Hilaire,
continuando anche ad affermare l'immutabilità delle specie e l'efficienza della
struttura di ogni animale come prova della sua stabilità dai tempi della
creazione. Basandosi sulle sue teorie,
riuscì a ricostruire da alcuni frammenti fossili la struttura anatomica di alcune forme di vita ormai
estinte. Tutto questo, a sostenere che gli organismi viventi continuarono a
modificarsi nel tempo e che molti di questi scomparvero dalla terra a seguito
di periodici eventi catastrofici. La teoria della modificazione degli organismi
venne considerata con maggiore attenzione quando s'iniziò a comprendere che
l'età del pianeta doveva essere maggiore di 4-6000 anni; ma a datare la formazione della terra a epoca
assai più remote furono soprattutto gli studi dei geologi scozzesi James Hutton
e Charles Lyell. Quest'ultimo formulò una teoria opposta a quella del
catastrofismo, (diffusa tra gli scienziati del tempo e ritenuta coerente con il
racconto biblico, secondo questa solo gravi catastrofi potevano alterare la
situazione di base della terra), quella dell'uniformismo, secondo la quale i
processi naturali che modificano la terra oggi, hanno operato in passato allo
stesso ritmo graduale. Inizialmente le sue idee contrastavano quelle di Charles
Darwin, ma successivamente divenne un suo gran sostenitore.