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Forme di allevamento a controspalliera con cordoni permanenti
Prevedono strutture di sostegno simili a quelle dei sistemi precedenti e sono caratterizzate dalla presenza di un cordone permanente orizzontale, come prolungamento del tronco, sul quale sono inserite le branche.
E' un sistema di allevamento che sta riscuotendo un notevole successo e presenta un cordone permanente orizzontale posto a 60-100 cm da terra, sul quale sono inserite le branche distanziate tra loro 15-30 cm e su ciascuna, con la potatura di produzione, si lasciano 1-2 cornetti di 1-3 gemme e non di lunghezza maggiore altrimenti diventerebbe difficile contenere l'allungamento delle branche. Può essere utilizzato con vitigni che possiedono una buona fertilità sulle gemme basali dei tralci.
E' preferibile contenere la distanza sulla fila a m 1-1,5 per evitare disparità di sviluppo tra i germogli prossimi al tronco rispetto a quelli distali ed in collina è opportuno rivolgere i cordoni verso valle. I cordoni possono essere anche doppi ma per evitare uno sviluppo disforme è più conveniente piantare due viti appaiate con cordoni orientati in senso opposto, comunque è preferibile la soluzione unilaterale con una pianta per posta. Il vantaggio principale rispetto al Guyot e suoi derivati è rappresentato dalla possibilità di effettuare la potatura, stralciatura e trinciatura dei sarmenti meccanicamente, con sole 4-5 h/ha ed un ripasso manuale per aggiustare i cornetti che richiede 20 - 30h/ha di manodopera, inoltre le legature servono solo per mantenere l'ancoraggio del cordone al filo. Il palizzamento della vegetazione. realizzabile con binari di fili fissi o mobili, richiede circa 20 h/ha di manodopera. E' agevole meccanizzare anche la potatura verde, la spollonatura e la vendemmia per scuotimento laterale. E' adatto per terreni, di media fertilità, tendenzialmente siccitosi dove si richiedono cariche di 40-50.000 gemme/ha, in queste condizioni si ottengono produzioni di qualità. La sua diffusione è in aumento nei territori tradizionali dell'alberello, del Guyot e del Capovolto. Per aumentare la carica di gemme e soprattutto per migliorare l'efficienza fotostatica c'è la tendenza a ridurre la distanza tra le file rispetto ai 3 m tradizionalmente usati.
Dalla pianura veneta si è diffuso in altre zone anche dell'Italia centrale nei terreni più fertili poiché analogamente alla palmetta consente elevate produzioni. La densità di piantagione è in genere bassa e normalmente le distanze variano da 2 a 3 m sulla fila e 3-3,5 m tra le file. Il sistema prevede un cordone permanente al 2° filo e la piegatura e la legatura dei tralci a frutto sul 1°. La piegatura determina una forte basitonia con scarso sviluppo dei germogli nel tratto medio distale dell'archetto e la presenza di numerose gemme cieche nel tratto sub-terminale specialmente con alcuni vitigni (Merlot, Trebbiano toscano, ecc.). La notevole competizione tra i germogli e l'ombreggiamento su quelli posti in basso più deboli determiniamo anche una notevole disformità nella maturazione dei grappoli con conseguenze negative sulla qualità. Il tralcio più vigoroso valido per il rinnovo si sviluppa sulla sommità della curvatura dell'archetto determinando annualmente un consistente allungamento della banca, per cui anche se è non strettamente necessario e opportuno lasciare corti speroni di una gemma, in posizione favorevole, per i tagli di ritorno. Durante l'allevamento è opportuno procedere alla costituzione graduale dei cordoni, 70 - 100 cm l'anno, altrimenti si ridurrebbe troppo la vigoria dei tralci posti nel tratto di cordone prossimo al tronco. Per contrastare l'acrotonia lungo il cordone è opportuno diminuire le distanze sulla fila altrimenti si renderebbero necessarie periodiche potature di ricostituzione mediante grossi tagli di raccorciamento sul cordone permanente, con conseguente contrazione temporanea della produzione e rischi notevoli per il mal dell'esca. In collina con filari a ritocchino è opportuno piantare una vite per posta, a m 1,3 - 1,5 con i cordoni rivolti verso valle. La carica di gemme è elevata, 80 - 100.000/ha; la potatura non è meccanizzabile e molto onerosa poiché oltre a maestranze qualificate ed alla difficoltà della stralciatura, per la piegatura dei tralci a frutto è necessario intervenire in prossimità del pianto, quando diventano più flessibili e quindi meno soggetti a spezzarsi. Nella pianura veneta, i vigneti più giovani, sono stati costituiti con viti accoppiate distanti 3 m e cordoni contrapposti.
L'uso del Silvoz è in netto regresso ed in alcune zone i vigneti sono stati trasformati in capovolto.
Casarsa
Per ovviare agli inconvenienti della disformità dei germogli, per ridurre l'incidenza delle gemme cieche e per ovviare alla piegatura e legatura degli archetti. al sistema Silvoz è stato eliminato il primo filo, lasciando liberi i tralci a frutto che si piegano successivamente al germogliamento per il peso dei grappoli e della vegetazione. Per il palizzamento dei germogli di sostituzione inseriti alla base degli archetti, i fili superiori possono essere sostituiti da coppie di fili distanziati, con mensole, di 15-30 cm.
Cortina semplice o pendente o cordone speronato alto o libero
La struttura di sostegno è notevolmente semplificata per la presenza di un solo filo robusto n° 20 se zincato o da d 2,5 mm, se in acciaio inossidabile. La caratteristica fondamentale è rappresentata dalla vegetazione ricadente che comporta numerose differenze nell'attività vegetativa e nella tecnica colturale. I germogli, dopo uno sviluppo iniziale verso l'alto, ricadono per il proprio peso e rallentano lo sviluppo. per cui quelli meno vigorosi diventano momentaneamente privilegiati finché non si piegano anche essi verso il basso con conseguente riequilibrio dello sviluppo. In zone ventose possono manifestarsi scacchiature, specialmente con vitigni sensibili, (Trebbiano toscano., Chardonnay, ecc.) e si può rimediare aggiungendo due fili sottili portati da mensole collocate a circa 30 cm superiormente al cordone. In questo caso circa il 50% dei germogli vengono intercettati tra i due fili ricadendo più in alto; ciò può essere utile in caso di eccesso di vigore per ridurre l'affastellamento della vegetazione. L'attenuazione del vigore e della tendenza ad emettere femminelle conseguente alla ricaduta dei germogli consente di anticipare la cimatura alla fioritura, con notevoli vantaggi per l'allegagione e senza le conseguenze negative sull'accumulo di zucchero che normalmente si verificano quando la cimatura viene fatta 30-40 giorni dopo la fioritura o successivamente.
La potatura manuale è molto facile e rapida nonché meccanizzabile, la stralciatura e le legature sono quasi
eliminate, inoltre tutte le altre operazioni colturali compresa la spollonatura possono essere meccanizzate
Nella potatura è preferibile scegliere cornetti, in posizione dorsale sul cordone e questi possono essere più lunghi rispetto al cordone speronato classico, fino a 4-5 gemme e quindi sono utilizzabili anche vitigni caratterizzati da una minore fertilità delle gemme basali; in questo caso è opportuno anche lasciare cornetti di una gemma, possibilmente su succhioni per agevolare i tagli di ritorno. Gli interventi sul terreno sono facilitati e specialmente il diserbo può essere ritardato fino alla ricaduta dei germogli per attuare un inerbimento naturalmente temporaneo.
La carica di gemme varia da 40.000 a 80.000 e quindi si adatta a diverse situazioni pedoclimatiche comprese quelle collinari dell'Italia settentrionale.
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