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Il Giebel così sintetizza il suo pensiero sulla specie del terzo gruppo degli scavatori: «I Pangolini sono formichieri coperti di armatura». Questo naturalista, infatti, ed altri con lui considerano i clamidofori come un genere dei vermilingui, mentre vediamo in essi una famiglia propria degli scavatori.

Il corpo dei Pangolini è coperto di scaglie cornee piane, adagiate sul corpo come le tegole sul tetto o come le scaglie di una pigna. Quest'armatura è il carattere fondamentale della famiglia. Il corpo, inoltre, è molto lungo e la coda è lunghissima; le zampe anteriori e quelle posteriori sono corte, i piedi hanno cinque dita fornite di robustissime unghie scavatrici. La testa è piccola e il muso ha la forma di un cono. Sono privi di scaglie solo la gola, la parte inferiore del corpo e l'interno delle zampe. Tutte le scaglie sono di forma romboidale ed hanno un margine confitto nella pelle, mentre quello opposto è affilatissimo. Questa disposizione rende possibile una grande mobilità di queste scaglie in tutte le direzioni, potendo essere spinte in qua o in là, sollevate e abbassate. Quando l'animale si aggomitola, infatti, esse si sollevano, presentando da tutte le parti le punte aguzze e i margini affilati e offrendo, così, un notevole riparo contro gli attacchi di ogni nemico. Anche mentre cammina, il Pangolino può drizzare, per sua difesa, la corazza di scaglie. Fra di esse e nelle parti nude del corpo si trovano sparsi pochi peli che spesso sul ventre sono del tutto logorati dallo sfregamento. Il muso è senza scaglie, ma è ricoperto da una spessa pelle cornea. Anche la struttura interna presenta molte particolarità, sebbene ricordi in parte quella del formichiere. La mandibola è completamente priva di denti. Da 14 a 19 vertebre sostengono le costole, cinque ne sono prive, tre formano l'osso sacro, la coda conta da 24 a 46 vertebre. Le costole sono larghe e negli adulti le cartilagini sono quasi completamente ossificate. Lo sterno è largo, gli zigomi robustissimi, come anche i carpi. Un particolare muscolo che si trova sotto la pelle e si stende lungo la spina dorsale permette all'animale di appallottolarsi. La lingua è lunga e protrattile; le ghiandole salivari sono straordinariamente grosse, scendono giù fino allo sterno e provvedono l'umore necessario alla lingua per la deglutizione del cibo. I Pangolini vivono nell'Africa centrale, nell'Asia meridionale e in alcune isole dell'Arcipelago indiano e scelgono, per dimora, le steppe, le regioni boscose delle montagne e le pianure. Ognuno vive solitario nella propria tana, dormendo di giorno e andando in giro di notte. Questo animale, come gli armadilli e i formichieri, ha l'abitudine di scavarsi, allo spuntare del giorno, una nuova tana, se si trova lontano da quella del giorno avanti. Dormendo, si aggomitola su se stesso con la testa nascosta sotto la coda. Al crepuscolo, si sveglia e se ne va a caccia.

Il Pangolino cammina in maniera del tutto singolare: non poggia mai sulle quattro zampe, ma solo sulle due posteriori, piegando il corpo ad arco, con la testa abbassata verso terra e tenendo le zampe anteriori pendenti in modo che le unghie sfiorino la terra. Si appoggia di dietro, sulla coda. Non si è mai udita la voce del Pangolino; l'unico suono che si è sentito da lui è stato una specie di russare. Non si sa nulla di preciso sulla sua riproduzione; alcuni, tuttavia, affermano che la femmina partorisce un unico figlio lungo circa 30 centimetri e già squamoso fin dalla nascita. Questi animali, con particolari cure, possono vivere a lungo in schiavitù, cibandosi di pane, latte e chicchi di grano, oltre, naturalmente, agli insetti: cibo, fra tutti, il più preferito.



PANGOLINO DALLA LUNGA CODA O PANGOLINO TETRADATTILO (Manis tetradactyla)


E' una delle specie del gruppo dei pangolini. Si tratta di un animale lungo oltre 90 centimetri complessivamente, di cui circa 60 spettano alla coda, l'altezza al garrese è di 14 centimetri. Negli individui giovani la coda misura il doppio della lunghezza del corpo e va accorciandosi con il crescere dell'individuo. L'animale ha un aspetto cilindriforme, moderatamente grosso, allungato, che si va assottigliando con il collo e il capo da una parte e con la coda dall'altra. Il naso è sporgente, la mandibola superiore oltrepassa quella inferiore, la bocca è piccola, gli occhi anch'essi piccini e le orecchie, quasi invisibili, sono formate da una sottile piega cutanea. Le zampe sono grosse e quasi della medesima lunghezza, i piedi sono muniti di dita immobili con unghie scavatrici molto più sviluppate nei piedi anteriori che non in quelli posteriori; le piante dei piedi sono grosse, callose, nude ed inarcate come quelle del gatto cosicché, nel camminare, le unghie toccano a stento il terreno. La coda è lunga, larga, piatta e va affinandosi verso l'estremità. Le scaglie coprono tutto il corpo e la coda; solo la faccia e la gola ne sono prive. Le scaglie sono ben salde e affilate al margine esterno. Formano undici file longitudinali sulla testa e sui fianchi, sulle zampe e sulla regione caudale e lombare e non sono in alcun luogo miste a setole. Sul dorso sono piatte, sui lati della coda e sui fianchi sono imbrigliate come le tegole di un tetto. Due scaglie, molto grosse, si trovano sulle spalle; la fila di mezzo sul dorso è formata da nove scaglie e quella della coda da circa 44 scaglie. Il loro colore è un bruno-nericcio tendente al rossiccio. Ogni scaglia è bruno-nera alla radice e marginata di giallo. Le poche setole che si trovano sulla coda sono nere.

I leopardi sono gli abituali inseguitori del Pangolino dalla lunga coda, ma non riescono mai a sopraffarlo - come del resto avviene per tutti gli altri felini - perché, quando si vede raggiunto, il Pangolino si sdraia in terra e si aggomitola su sé stesso, offrendo all'avversario un ammasso di punte e di scaglie taglienti. I leopardi, generalmente, lo spingono in qua e in là nella speranza di aprire quella specie di riccio, ma si pungono appena lo vogliono stringere e sono, infine, costretti a lasciarlo in pace. I negri lo uccidono a bastonate sulla testa, ne vendono la pelle e ne mangiano la carne, che dicono sia bianchissima e molto saporita.

Nel muso del Pangolino dalla lunga coda - simile al becco di un'anatra - si trova una lingua lunghissima e vischiosa che esso introduce nei formicai e sulla quale le formiche, attratte dall'odore, rimangono invischiate a centinaia. E' un animale calmo e non aggredisce nessuno: è pago di sentirsi sazio e pensa ai fatti suoi.



PANGOLINO DALLA CODA CORTA O PANGOLINO PENTADATTILO (Manis pentadactyla)


E' questo un animale conosciuto e nominato già da Eliano, che dice: «Esiste in India un animale che somiglia al coccodrillo terragnolo». Ha la mole del cane di Malta ed è ricoperto da una corteccia tanto ruvida e forte che può intaccare anche il ferro e il bronzo. Gli indiani lo chiamarono Phattagan e nel Bengala il suo nome è Badjarkit.

Esso si distingue dagli altri pangolini per la sua mole e perché le sue scaglie sono ordinate in undici o tredici file. La coda alla sua radice è grossa quanto il corpo. Un maschio adulto può giungere a una lunghezza totale di 1 metro e 20 centimetri, di cui 52 centimetri soltanto appartengono al corpo. Nel loro margine libero le scaglie sono più larghe del doppio di quanto sono lunghe; sono triangolari e ricurve verso la punta. Fra le file di scaglie, quella di mezzo è formata da 11 scaglie, mentre se ne contano 16 sul dorso e sulla coda. Sappiamo poco del suo modo di vivere. Burt afferma che questo animale si ciba solo di formiche e che ne distrugge molte, ma può anche digiunare per due mesi di seguito e che di notte si aggira ed è molto inquieto. Se lo si aggredisce, si lascia prendere tranquillamente, senza opporre la minima resistenza. Sentiamo ora cosa scrive sul Pangolino dalla coda corta il Tennent: «Una specie degli innumerevoli animali che abitano Ceylon è il Formichiere Corazzato, chiamato dai senegalesi Caballaya e dai malesi Pangolin, nome che esprime la singolarità della bestia che si aggomitola su sé stessa, posa la testa sul petto e fa passare la coda in cerchio intorno al collo e al capo, assicurandosi, così, contro ogni aggressione nemica. Le buche del Caballaya si trovano nel suolo asciutto e sono profonde metri 1,80 e si sa che là esso vive in coppie e partorisce attualmente due o tre piccoli. Di giorno, sono generalmente silenziosi e tranquilli; ma si ammirano al sopraggiungere della notte».



PANGOLINO DI TEMMINCK (Manis temmincki)


Vive nel mezzogiorno dell'Africa. Per la mole e per la forma del corno somiglia al pangolino dell'India. La coda, poco più corta del corpo, si assottiglia verso l'estremità, dove si arrotonda. Il tronco è largo, la testa corta e grossa è coperta di scaglie ovali, larghissime alla base e solcate longitudinalmente, che si presentano lisce all'estremità e che ricoprono anche tutto il dorso in 11 o 13 file, la coda in 5 e dietro in quattro.

La fila di mezzo è formata sul capo da 9 scaglie, sul corpo da 30 e da 6 sulla coda. Il suo colore è un bruno-gialliccio pallido, più chiaro all'estremità e spesso con un margine formato da un filetto giallo. Le parti nude sono di un bruno-scuro. La estremità del muso è nera, gli occhi sono di un colore bruno-rossiccio. Il Pangolino di Temminck, altrimenti noto col nome Abu-schirfa o Padre della scorza, trae il suo nutrimento dall'abbondanza di termiti che vivono nelle steppe dell'Africa.

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