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CLONAZIONE
Il 5 luglio del 1996
si è dato il via al discorso clonazione su larga scala, con la pecora Dolly,
ormai il clone per antonomasia. La sua nascita annunciata dal 'padre'
Ian Wilmut è stata divulgata come evento entusiasmante ed incredibile, ma poi,
passati i primi bollori, l'entusiasmo si è tramutato in paura e si è cominciato
a vedere quell'evento come spaventoso e mostruoso.
Il perché è semplice ma fondato: i ricercatori sostengono che presto potrebbe
arrivare il turno dell'uomo. Ecco perché la clonazione fa paura, 'rompe il
tabù dell'unicità dell'individuo.'
È uno scenario apocalittico che finora si è visto nei film fantascientifici,
dove eroi morti tornano in vita per distruggere il mondo. Nella maggior parte
dei discorsi sulla clonazione umana si accenna al fatto di poter resuscitare i
morti, e altrettanto spesso si fa il nome di Hitler, temendo il ritorno del
nazismo. Ma ecco che gli scienziati unanimemente intervengono insegnando che un
essere clonato non dovrebbe necessariamente intraprendere la stessa strada del
precedente. Il comportamento, la personalità ed alcune caratteristiche fisiche
sono altamente influenzati dall'ambiente in cui vive e da cui trae il proprio
stile di vita. La genetica e l'ambiente sono in continua interazione, così un
nuovo Hitler potrebbe diventare anche ispettore di polizia o un sacerdote.
La clonazione degli
animali oggi è al centro di infinite discussioni e può essere vista come un
progetto da ampliare o come un capitolo da chiudere immediatamente della
scienza. L'ingegneria genetica già prevede gli xenotrapianti (innesto di organi
animali in un organismo diverso), ad esempio utilizzare organi di maiale o di
scimmia nell'uomo. Ma questo può essere considerato bene? A sentire il CSA
(Comitato Scientifico Antivivisezione) no. In un comunicato stampa del giugno
del '99, il CSA 'esprime il massimo dissenso' per decisione di
procedere alla clonazione animale presa dal CNBB (Comitato nazionale per la
Biosicurezza e le Biotecnologie).
Il Consiglio dei Ministri dell'Unione Europea ha vietato l'allevamento in
Europa di animali modificati geneticamente, se non nei laboratori, come
esperimenti; alcuni giorni dopo questa decisione, il CNBB ha dato il via libera
alla clonazione. La clonazione di animali non è del tutto sicura sotto
l'aspetto medico, alcune malattie virali possono essere trasmesse
indipendentemente dal metodo usato. Siamo stati testimoni dell'epidemia della
diossina tra i polli e della 'mucca pazza'. Queste sono solo due
mutazioni alimentari e hanno causato gravissimi danni e hanno fatto ragionare
il mondo su possibili mutazioni genetiche. Alterare i livelli della natura ha
sempre portato gravi conseguenza (come, ad esempio, il buco dell'ozono)e
alterare geneticamente gli esseri che popolano la Terra potrebbe avere
conseguenze che coinvolgerebbero l'intero pianeta.
Ma perché clonare gli
animali?
I motivi sono molti, giusti o sbagliati che siano, e molti di questi non
rispettano totalmente l'etica e la morale. Il più lampante è sicuramente quello
di usare gli animali geneticamente modificati per estirpare la fame nel mondo.
Più precisamente: oltre a portare animali dove ce n'è bisogno, possono essere
'trasformati' e resi più produttivi e inattaccabili dalle malattie,
diventerebbero delle 'macchine' che producono cibo.
Questo sfruttamento può essere allettante se si pensa che può essere alleviata,
forse, la piaga più dolorosa del mondo o che si possono salvare molte specie
dall'estinzione, ma creare animali con l'unico scopo di usarli solo ed
esclusivamente per questo scopo; questi aspetti non ci fanno sentire molto
onesti. Comunque il Consiglio dei Ministri Europeo se n'è reso conto in tempo.
Dato che ancora non si conosce la clonazione in tutte le sue sfumature, questa
la tecnica, gli animali clonati sono usati come cavie nei laboratori per
poterli studiare; e qui le associazioni animaliste combattono dalla mattina
alla sera. La scienza, in ogni modo, promette che grazie alla clonazione tra
non molto potranno esserci organi pronti per il trapianto senza dover aspettarli
in lunghe liste d'attesa.
E non dovranno essere necessariamente organi provenienti da animali, come fino
ad oggi si è detto: molti scienziati stanno lavorando a progetti per la
creazione, tramite la clonazione, a umanoidi privi di encefalo, proficua e
preziosissima banca di organi.
Tra i sostenitori di quest'ipotesi troviamo lo scienziato americano Lee Silver
della Princeton University, che ha dichiarato la clonazione dell'uomo essere
ormai una certezza per il prossimo futuro.
In un'intervista rilasciata al Time nel gennaio del 1998 ha esposto i suoi
discutibili intenti. Ha usato queste parole: 'SAREBBE QUASI CERTAMENTE
POSSIBILE PRODURRE CORPI UMANI PRIVI DI ENCEFALO. QUESTI CORPI UMANI PRIVI DI
QUALSIASI COSCIENZA NON SAREBBERO CONSIDERATI PERSONE, E TENERLI IN VITA COME
FUTURA RISORSA DI ORGANI SAREBBE PERCIÒ PERFETTAMENTE LEGALE'. Ha
aggiunto anche: 'NON VEDO COSA CI POSSA ESSERE DI FILOSOFICAMENTE
ERRATO O RAZIONALMENTE SBAGLIATO IN QUESTO'.
Sono affermazioni molto dure e che fanno pensare leggendole. L'ultima
affermazione non sembra mettere in buona luce la questione; Lee Silver liquida
la discussione in modo troppo superficiale, non può cavarsela semplicemente
facendo sembrare 'normale' e 'naturale' creare essere umani
senza cervello solo per usare i suoi organi.
Allora la scienza se si dichiara disposta ad usare la biotecnologia per creare
esseri anencefali con lo scopo di prelevare solo gli organi, non sembra essere
così riguardevole e rispettosa dell'essere umano e dell'etica annessa. Da
questo discorso di etica e biotecnologia, bisogna dedurre che il fine ultimo
della clonazione animale sia la clonazione umana?
Una risposta certa
arriva dalla Chiesa, anche se alcuni suoi membri non sono totalmente concordi
con il Pontefice. Il Papa si è sempre dichiarato contro le 'moderne
sperimentazioni che calpestano la dignità umana e mancano di rispetto alla
vita'. Non totalmente d'accordo troviamo il Cardinale Tonini, che afferma
che 'i trapianti transgenici sono la via del futuro'.
Comunque la Chiesa non ammette tanti compromessi, è contraria assolutamente al
trapianto transgenico, alla clonazione, e alle alterazioni genetiche,
prerogativa del Creatore.
La clonazione oltre al poter portare problemi nell'applicazione del metodo e alle creature interessate, ne porterebbe anche a chi avrebbe la possibilità di scegliere se usarla o no. Ad esempio, come evitare che una coppia che ha perso un figlio incidentalmente non richieda alla clonazione di rimpiazzarlo con un esemplare uguale? Può sembrare atroce, ma l'amore talvolta può portare a situazioni estreme: una coppia potrebbe decidere di avere un figlio esattamente uguale ad uno di loro. Nel caso siano presenti malattie ereditarie nel corredo genetico di un genitore potrebbero essere corrette con l'intervento della biotecnologia. Sarebbe, inoltre, spaventoso il caso di una persona che avesse bisogno di un trapianto d'organo e che, per tale necessità, si facesse fabbricare una copia esatta di se stesso per non incorrere nel rischio del rigetto immunologico. Sarebbe possibile estrarre un organo da un feto, farlo crescere in vitro fino alle dimensioni richieste per poi sostituirlo a quello danneggiato. I problemi e le questioni da risolvere sono ancora molti.
Tornando al discorso
degli xenotrapianti, sorge una domanda molto ovvia: un organo animale e uno
umano funzionano in modo diverso, hanno dimensioni e resistenza differenti.
Sono totalmente compatibili?
Gianni Tamino, professore di biologia a Padova e membro del CSA, è un po'
perplesso, sottolinea che il maiale, ad esempio, cammina a quattro zampe e noi
no, la postura è diversa, ma con qualche modifica tutto è possibile. Invece
Emanuele Cozzi, ricercatore alla Cambridge University e consulente della
Imutran, società che sviluppa un tipo di animali transgenici con patrimonio
genetico modificato in modo da risultare immunologicamente più vicino all'uomo,
afferma: '.non abbiamo ancora esperienza nell'uomo, dagli studi svolti
finora sui primati ci rendono ottimisti: scimmie con organi di maiale riescono a
vivere per parecchi mesi'. Speriamo che l'ottimismo aumenti. Ma i due
studiosi confidano che esistono anche altre vie di ricerca oltre la clonazione
e, cosa molto importante, che la clonazione non è da prendere come rimedio.
Bisogna ricordare il detto 'Prevenire è meglio che curare', poter
prevenire con tecniche meno incisive, ridurrebbe il bisogno di xenotrapianti.
Ufficialmente l'uomo ancora non è stato clonato, ma ci siamo vicini. Nel dicembre del 1998 su 'la Repubblica' è apparso un articolo dal titolo 'Un embrione umano in fase iniziale - Test di clonazione umana all'Università di Seul'. Avvenne che un'équipe di scienziati sudcoreani annunciò di aver compiuto importanti progressi nella clonazione di cellule umane, finalizzata nella creazione di organi per trapianti. Si sparse la voce anche della creazione di un embrione umano in fase iniziale. Usando la cellula uovo di una donna volontaria e il nucleo di altre cellule della volontaria, gli scienziati riuscirono a farla crescere sino a dividerla in quattro, fase iniziale della creazione della cellula umana. L'esperimento venne diretto dal professor Lee Bo Yeon dell'Università Kyonghee di Seoul, è stato poi interrotto per rispettare l'impegno di non clonare un essere umano, preso nel '93 nella Corea del Sud. Il procedimento usato dall'équipe è detto 'tecnica di Honolulu', nome derivante dall'esperimento eseguito nell'Università delle Hawaii dove sono state create 50 copie identiche di un topo. Se si fosse voluto proseguire nell'esperimento di Lee, le cellule sarebbero dovute essere impiantate nell'utero ospitante per farla sviluppare e diventare una cellula formativa, in altre parole quella da cui si producono tutti gli organi e i tessuti umani. Lee ha affermato che 'la clonazione di embrioni umani dovrebbe essere incoraggiata in modo che la ricerca possa creare cuori e altri organi per aiutare l'umanità'. Ma l'annuncio del suo esperimento suscitò molte proteste a Seul degli attivisti religiosi protestarono davanti all'ospedale universitario di Kynghee; chiesero di interrompere gli esperimenti e di 'chiedere scusa all'umanità'. Ora, letto questo e chiarito un po' le idee, non resta che rispondere alla domanda:
È giusto o sbagliato clonare animali in previsione di clonare gli uomini?
A voi la risposta
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