LO SVILUPPO DELLA SOCIETÀ "MICROSMATICA"
Secondo i filosofi antichi e moderni,
vedere, udire, toccare sono da considerare più affidabili e necessari come
fonti di percezioni reali del mondo. L'olfatto, invece, è considerato a priori
un senso incerto, labile e soprattutto incapace di astrazione. Mentre il tatto
ci trasmette la sensazione di una realtà che può apparirci solida e
indubitabile e l'occhio comporta la sensazione di uno spazio che possiamo
esplorare e misurare restando noi stessi, l'odorato non prefigura che una
realtà transitoria e incerta. In particolare l'odorato è stato molto spesso un
senso disprezzato in quanto primitivo, istintuale, frivolo, contrario alla
libertà (in quanto ci può imporre le sensazioni più penose anche contro la
nostra volontà), evanescente. Inoltre, nella società contemporanea l'olfatto
risulta meno sviluppato rispetto agli altri sensi, per cui si pensa che non
abbia più un'importanza preminente come ce l'aveva per i nostri antenati o per gli
altri animali; tuttavia, la ricchezza dei profumi che ci stanno intorno è molto
importante per la nostra immaginazione, che in loro assenza ne sarebbe
abbastanza ridotta, anche se né l'esperienza, né la nostra cultura ci insegnano
a considerare gli odori necessari alla nostra vita interiore come le immagini
e i suoni.
A
questo proposito, Sigmund Freud nelle note di Il disagio della civiltà parla più volte della "rimozione" dell'odorato, rintracciando il suo declino
nella tendenza che ci impone la civiltà di limitare gli impulsi sessuali. Per
Freud, infatti, la condizione civile inizia quando gli uomini per convivere
sostituiscono al 'principio del piacere' il 'principio di
realtà'; l'uomo reprime i propri istinti, le proprie pulsioni, opera
quindi il differimento dei piaceri e, in sostituzione di questi ultimi, sublima
attraverso tutte quelle attività che sono comunemente considerate 'frutto
della civiltà' (come arte, cultura, lavoro). La società impone quindi una
modifica dell'essenza degli istinti, dirottandoli dalla sfera sessuale a quella
del lavoro. Il problema fondamentale è che, parlando dell'olfatto, " gli uomini civili () sono evidentemente imbarazzati
da qualcosa che ricorda loro troppo da vicino l'origine animale.", per cui le restrizioni, che il
naso impone alla libido, sarebbero una condizione di non-ritorno ad una fase
anteriore dello sviluppo umano, rivolta verso la sfera simbolica e dell'accesso
al linguaggio verbale e alle relazioni sociali di tipo culturale. Se, infatti,
il senso dell'olfatto fosse predominante, questo renderebbe l'uomo legato al
mondo esterno, capace di comunicare ma soltanto attraverso una base
principalmente chimica e non verbale, come accade negli animali. Molti altri
sociologi, storici, come Piero Camporesi o scrittori, come Alain Corbin,
ritengono che oggi l'uomo sia un essere microsmatico, cioè poco influenzato dalle
esperienze olfattive. Questo declino, però, non sarebbe stato causato dalla sua
indifferenza nei confronti degli odori, ma piuttosto dalla sua ipersensibilità
che l'ha portato quasi ad una fobia olfattiva, soprattutto per quanto riguarda
i paesi industrializzati. Si sostiene, infatti, che il processo di
modernizzazione abbia implicato anche un processo di deodorazione. Mentre nei tempi antichi, come anche nella società
medioevale e nelle società moderne fino alla fine del settecento il mondo degli
odori era pieno, ricco e denso, i due ultimi secoli sono stati dedicati
all'eliminazione degli odori dalla vita pubblica, cercando di assicurare una
maggiore pulizia nelle strade e nei luoghi pubblici, e anche dalla sfera
privata, con la diffusione di nuovi prodotti di profumeria che, pur cercando di
ricordare le funzioni magiche, per esempio nei nomi, dei profumi
nell'antichità, contribuiscono a loro volta allo sviluppo della "società
deodorata". Infatti, la diffusione dell'uso di saponi e, soprattutto di profumi,
ha favorito l' eliminazione degli odori naturali tipici di ogni individuo, a
favore di una sorta di omologazione dei profumi e degli odori all'interno della
società, mentre nei secoli scorsi le esalazioni erano uno degli elementi
principali caratterizzanti le diverse classi sociali o anche le diverse
occupazioni.