TRADIZIONI POPOLARI ED
ETNOLOGIA IN ITALIA (Pitré & Loria)
In Italia nel '900 la "cultura antropologica" mostrava già un ritardo
rispetto a quella di altri paesi europei a causa del ritardo nel raggiungere
l'unità politica. Quindi la riflessione etno.antropologica nel nostro Paese si mantenne
per molto tempo entro i confini degli studi di tradizioni popolari cioè entro
la demologia. Dopo una prima fase caratterizzata soprattutto da studi di tipo
geografico-statistico su singole località ebbe inizio un'epoca di
individuazione delle peculiarità regionali. Ci sono in questo periodo
(1826/1839) lavori importanti come quelli di Alberto la Marmora che inviato in Sardegna in quanto ufficiale
piemontese raccolse notizie sulla vita delle popolazioni locali tentando una
comparazione con quelli dell'età classica. Nella seconda metà dell'800 assunze
consistenza un indirizzo che mirava alla ricostruzione storica di diffusione e
di distribuzione delle forme liriche. I maggiori rappresentanti di questo
filone furono Alessandro d'Ancona e Nigra.
Particolarmente importante è il lavoro di Nigra e la sua teoria sul "sostrato
etnico". Nei "Canti popolari piemontesi" egli sviluppo l'idea secondo la
quale l'Italia si divide in 2 aree dal punto di vista della produzione lirica
popolare :una superiore e una inferiore.La prima comprende le regioni
a nord dell'Appennino tosco-emiliano in cui Nigra ricondusse i motivi
prevalenti (a quest'area) all'elemento narrativo storico-romanzesco, la seconda area si trova a sud dell'Appennino
ed è associata all'elemento lirico-amoroso.
Filologo "celtisca" egli cercò di mettere in rapporto le peculiarità dei
contenuti delle liriche delle 2 aree con i dialetti qui parlati e tramite
queste differenze fare una divisione tra un mondo "italico" e uno "celtico"
entrambi nascosti sotto uno strato latino .
Ma l'effettivo iniziatore degli studi demologici fu Giuseppe Pitré che edificò la
monumentale "Biblioteca delle tradizioni siciliane". In questi 25 volumi
ci sono proverbi,favole,credenze ,pratiche magico-mediche,giochi e l'ambito di
questo genere di studi si chiama "demopsicologia".
I suoi studi furono importanti anche perché oltre ad essere uno
studioso egli fu medico così ebbe contatti con i ceti popolari e poté
raccogliere dati utili su alimentazione,salute ecc. La tradizione etnologica
italiana quindi nacque subalterna al settore degli studi demologici come
filiazione della tradizione storico-giuridica orientata verso lo studio del
mondo classico,romano-latino specialmente.Non bisogna dimenticare però che
l'Italia ebbe importanti esploratori etnografi soprattutto africanisti ma
queste ricerche non furono inquadrate, contrariamente a ciò che avveniva in
Gran Bretagna ,Francia e Germania all'interno di un progetto scientifico-sistematico.
La figura più rilevante fu quella di Lamberto
Loria che fu esploratore ma negli
ultimi anni si dedicò all'etnologia italiana e fondò nel 1906 il Museo di Etnografia italiana che poi si
chiamò Museo Nazionale delle Arti e
Tradizioni Popolari a Roma. Fondò successivamente la Società di etnografia Italiana e si fece promotore del 1° Congresso
Nazionale della stessa. Inoltre nel 1911 organizzò una Mostra di Etnografia
Italiana in cui si propose di offrire ai visitatori un'immagine più
possibile autentica della vita dei nostri ceti popolari. Questa mostra presentava
reperti originali che furono manipolati così si mescolavano 2 concetti :quello
di finzione e quello di autenticità. I costumi veri non
esistevano più e quindi bisognava produrne di nuovi : ciò che erano stati
raccolti infatti non erano altro che costumi vecchi e rattoppati e quindi
bisognava pertanto confezionarne di nuovi su modello di quelli vecchi e in
questo modo diventavano "popolari" con l'effetto di sembrare autentici. Ma nel
1911 ci fu anche l'importante Congresso della Società di Etnografia Italiana
che fu importante perché animato da una serie di interventi aperti alle
correnti internazionali. Ma l'iniziale slancio al programma degli studi
etnografici si affievolì dopo la scomparsa di Loria ,dopo lo scoppio della
prima guerra mondiale. Ed è in questi anni infatti che gli studi demologici
prevarranno su quelli etnologici.