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SCULTURA
Inizialmente le correnti scultoree erano tre: la scultura dorica, la scultura attica quella ionica
DORICA: tra gli elementi più caratterizzanti ricordiamo in primo luogo la predilezione per la figura umana (soprattutto maschile),la creazione di forme estremamente semplici e squadrate e l'adozione di proporzioni volutamente massicce. L'effetto che ne deriva è, nel complesso, di solidità e potenza. Le figure non obbediscono ad alcuna legge di somiglianza con la realtà naturale, ma, al contrario, alla volontà di esprimere una severità e una calma quasi soprannaturali.
Esempio di scultura in stile dorico: Kleobi e Bitone di Polimede, a pag. 72.
+ spiegazione
ATTICA: questa corrente scultorea, temporalmente collocabilealla prima metà del VI secolo a.C., si sviluppa principalmente ad Atene e nei territori limitrofi. Rispetto alla scultura dorica quella attica presenta una maggior cura nella rappresentazione e nel proporzionamento dei vari particolari anatomici.
IONICA: essa, infine, è caratterizzata da una maggiore eleganza del modellato e dell'uso di proporzioni più dolci e slanciate. Le figure che ne risultano sono quindi meno rigide e spigolose e anticipano in modo sempre più evidente l'equilibrio formale della statuaria classica.
Esempio di scultura in stile ionico: Kouros di Milo, a pag. 74. + spiegazione
Con il passare del tempo la scultura cambia, nel V secolo a.C. inizia l'età classica.
In essa si passa lentamente dalla posa rigidamente statica, alla creazione di un organismo più complesso, atteggiato in modo che sembri dare vitalità alla statua. Le statue che meglio ricordano questo passaggio sono l'Efebo di Kritios (pag.83) e dal Discobolo di Mirone (pag.84).
In esso il busto si mostra frontale, mentre un grande arco è formato dal braccio sollevato e lanciato all'indietro, dalle spalle, dal braccio sinistro e dalla gamba sinistra arretrata. Una grande forza sembra accumularsi e passare dal piede sinistro lungo la gamba all'incavo del ginocchio e, da questo, lungo la coscia al gluteo e poi lungo la linea dalla leggera arcatura del torace fino all'ascella e lungo il braccio destro per concentrarsi ,infine, in quella mano che stringe il disco: fulcro di tutta la composizione.
La soluzione a tutti i problemi della statuaria greca fu portata da Policleto. Egli capì che bisognava riunire in una sola statua sia il senso del movimento sia quello della stasi. Inoltre scrisse anche un canone nel quale riportava le corrette proporzioni per riprodurre ogni parte del corpo: in particolare la testa doveva essere 1/8 del resto del corpo, il busto 3/8 e le gambe, infine, 4/8.
La statua che meglio rappresenta tutto questo è il Doriforo (pag.86).
L'atleta è rappresentato gravitante sulla gamba destra definita "portante"; la gamba non portante è invece tirata indietro, ciò produce una leggera inclinazione del busto. Il braccio destro scivola lungo il fianco, il braccio sinistro si flette per reggere la lancia. Il capo si volge verso il lato destro e si inclina leggermente. Si può facilmente notare che le parti in tensione e quelle in riposo si corrispondono, questo fenomeno è detto : "chiasmo".
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