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RAFFAELLO
Fu probabilmente allievo del padre Giovanni Santi, e quindi, dopo la sua morte, a Perugia, nello studio del Perugino con il quale operò sino all'inizio del secolo XVI affermandosi subito nonostante la giovane età.
Di questi primi anni, salvo alcune non
sempre accettabili attribuzioni, sono da ricordare il Sogno del cavaliere a
Londra, lo stendardo di città di Castello, la tavola andata perduta con
l'Incoronazione di S. Nicolò da Tolentino,
In queste opere si notano ancora influenze tipicamente umbre della pittura del
Perugino e del Pintoricchio, pur denotandosi già un distacco dai troppo
decorativi motivi chiaroscurali dei maestri per tendere a una maggiore
consistenza plastica nella costruzione delle figure.
Primo esempio grandioso di questa
concezione costruttiva è lo Sposalizio della Vergine di Brera (1504) nel quale
il valore coloristico e compositivo dell'architettura di fondo denota la mano
di un artista già profondamente capace.
La ritmicità delle figure in primo piano ricorda l'opera, forse contemporanea,
le Tre Esperidi di Chanttilly, nella quale si nota anche il perfetto rapporto
tra i personaggi e il paesaggio come del resto avviene anche nella Madonna
Connestabile di Leningrado.
Nel 1505 il giovane pittore si reca per
un breve periodo a Firenze dove esegue il S. Michele e i S. Giorgio del Louvre
e di Washington, poi si trasferisce a Perugia dove dipinge
Dell'epoca successiva, dopo il suo
ritorno a Firenze, sono
La predilezione di Raffaello per le immagini sacre non gli fa tuttavia
trascurare altri soggetti, si ricorda in proposito l'opera di stampo
michelangiolesco Deposizione della Galleria Borghese (1507) la cui predella,
con i monocromi delle Virtù Teologali è alla Vaticana,
Qui gli venne affidato l'incarico di
affrescare alcune pareti della Stanza della Segnatura. Sul soffitto dipinge in
tondi ed in scomparti rettangolari alternati
Al di sotto di queste, intercalate da
scene minori, sono nelle lunette le figure delle Virtù e il Parnaso e, sulle
pareti, gli stupendi affreschi della Disputa del Sacramento e della Scuola di
Atene e le più piccole composizioni con Giustiniano che porge a Triboniano le
Pandette e Gregorio IX che promulga i Decretali.
Dopo queste opere, specialmente vive nei pannelli maggiori, tipiche
nell'armonia raffaellesca che ben si manifesta sia nella forma espressiva, sia
nell'interpretazione compositiva, l'artista realizza nel 1511 altre decorazioni
delle Stanze Vaticane dipingendo nella stanza detta di Eliodoro le scene della
Cacciata di Eliodoro, del Miracolo della Messa di Bolsena, della liberazione di
S. Pietro e quattro episodi del Vecchio Testamento.
E' evidente invece la mano degli aiuti
nel meno interessante Incontro di papa Leone e Attila. Infine, dal 1514 al
1517, esegue
Contemporaneamente a queste opere del periodo romano, in parte da considerarsi
egregia e interessante raccolta di ritratti, sono altre scene sacre e altre
immagini di illustri e ignoti personaggi.
Ricordiamo le Madonne del Diadema
(Louvre), d'Alba (Washington), di Foligno (Vaticana), della Tenda (Monaco), del
Pesce (Prado), di Bindo Altoviti (Washington), di Baldassar Castiglione
(Louvre), della creduta Fornarina (Galleria Borghese), di Leone X (Pitti),
l'affresco di Galatea e le Storie di Psiche nella villa della Farnesina, la
decorazione delle Logge Vaticane,
L'interesse per la grande produzione pittorica raffaellesca non deve far dimenticare l'attività di Raffaello come architetto.
In questo campo richiama inevitabilmente lo stile del Bramante mantenendo anche in architettura quella sovrana armonia compositiva che è presente nella maggior parte delle sue opere pittoriche.
Tra le sue opere architettoniche, interessanti per le pratiche soluzioni di ricerca spaziale, sono da ricordare a Roma la cappella Chigi in S. Maria del Popolo ed a Firenze il palazzo Pandolfini.
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