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Obiettivo : definire "lo español" ossia ciò che è spagnolo




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Obiettivo : definire "lo español" ossia ciò che è spagnolo


Nel libro di Américo Castro "Los españoles : còmo llegaron a serlo" vi è un interessante paragrafo che dovrebbe servire ad identificare gli elementi costituenti la identità e la unità di un popolo. Per fare una nazione infatti è necessario un comune denominatore di coscienza collettiva, cosicché colui che afferma "sono francese" sia certo che molti altri come lui diranno la medesima cosa.

Castro non crede però che si possano definire caratteri continuativi dell'identità e dell'unità del popolo spagnolo e di "lo español" e cioè che non esiste una cultura spagnola immutabile nel tempo, ma che l'evoluzione e la storia di un popolo e di tutto ciò che essa comprende sia una continua evoluzione, non riconducibile a schemi rigidi o ideali.


Menéndez Pidal sostiene che esista un sostrato celtiberico che, insieme a quello romano, costituisce la base fondamentale di "lo español" su cui successivamente hanno agito i superstrati germanico (Goto) e arabo (sebbene nel primo caso la modifica fu accolta con orgoglio e nel secondo con astio). Ciononostante vi sono alcuni tratti quali l'anarchismo e il particolarismo che permangono nel tempo fino dall'epoca romana.


Francisco Ayala , scrisse "La imagen de España" (prodotto delle lezioni presso la New York University , propedeutiche all'inaugurazione della cattedra di Spanish Culture) rivolgendosi ad un pubblico di studenti non spagnoli, proprio nel momento in cui i più grandi cambiamenti  culturali stavano maturando in Spagna. Nella parte iniziale del libretto sottolinea come un qualsiasi conoscitore della Spagna, dovendo definire un carattere comune a tutti gli spagnoli, avrebbe detto "un orgoglio risentito, manifesto, che si esprime in modi diversi, a volte essendo austero altre più ironico e giocoso".Questa è certamente un'immagine molto diffusa.


***


(esempio, A. Castro cita C.R. Aguilera che descrive un uomo di nome Joselito Sastre che abbandonò il suo lavoro per sposare una ragazza di buona famiglia, seppur in gravi condizioni economiche, perché sarebbe stato considerato disonorevole per sua moglie avere un marito con tale mestiere. Cost visse povero ma onorò la moglie, preferì la povertà massima al disonore).

Ma che rapporti ha questa concezione (quella di Sastre) con la Spagna moderna dei transnochadores per eccellenza che al mattino ritornano come nulla sia ai posti di lavoro?


DOMANDA : Qual è il carattere tipico della Spagna? È fisso o cambia? Da dove deriva? È spontanea o costruita?


Secondo il viaggiatore inglese H.V. Morton, l'immagine della Spagna che ancora rimane incollata addosso a questo paese (corride, charanga, flamenco.) deriva da ciò che avevano modo di vedere dagli inglesi che arrivavano per nave a Cadice o Gibilterra. In poche parole l'immagine diffusa era solo un dei molteplici aspetti che compongono "lo español" ma fu estesa a tutto il paese.


Quindi una prima conclusione a cui si può giungere è che certo è difficile negare l'esistenza di tratti comuni che definiscano una etnia, ma è necessario ricordare che sono soggetti all'evoluzione storica, quindi precari ed anche che all'interno dell'unità esistono sempre contraddizioni e differenze.

C'è anche da dire che è facile, una volta affermata un'immagine tipica, che coloro che ne fanno parte siano inclini, in un certo qual modo, a soddisfare questo schema o per lo meno ad accettarlo (F. Ayala). Cioè accogliere il visitatore nel modo in cui egli stesso si aspetta di essere accolto. Allora entra in gioco la pratica del "travestimento" e una comunità Castigliana si trasforma in una Andalusa per offrire l'aspetto più tipico ed esotico. Il "tipico" quindi riesce a modificare sensibilmente il reale.


***


La storia della penisola iberica è costellata di invasioni successiva che si può così schematizzare :


tribù di celti e iberi (celtiberi)

sgominate dalle legioni romane

dal 409 arrivano i barbari che sconfiggono i "provinciales hispánicos"

la salvezza che teoricamente ci si aspettava dal mito romano, ormai invece in decadente, arriva da una popolazione barbara : i visigoti, che stabilirono la propria egemonia sulla penisola per ben due secoli (V e VI), collocando la capitale a Toledo. (per la prima volta l'altopiano si convertiva in centro politico peninsulare).

III concilio toledano, Recaredo, conversione al cattolicesimo dei Goti.

Gli hispanos si ribellano ad un'èlite di 200 famiglie Godas : il paese verrà portato avanti dagli hispanos, grazie ai quali l'ultima tappa del dominio goto in Spagna assume caratteri fortemente unitari , che permarranno in gruppi sparsi, nonostante l'ondata demolitric degli arabi nell'VIII secolo.

QUINDI : dal mito di Roma al mito goto.

711 : Al Tarik sconfigge con il suo esercito berbero il re Rodrigo nella battaglia di Guadalete.

Da questo momento inizia il processo, importantissimo, della RECONQUISTA, che cesserà nel 1492 con l'abbandono di Granata da parte di Boadbill.

L'uniformità romano-germanica si spezza, in vista della nuova Spagna, quella delle tre culture : cristiani, ebrei e arabi. (riconducibile in qualche misura alla società medievale dei "bellatores, oratores e laboratores").

Conseguenze base della Riconquista : regni cristiani del nord => spirito di rivalsa e guerresco ; coesistenza (pacifica a volte e contrastata altre) nel sud arabizzato; formazione di un mudejàr (cultura mista) .


Américo Castro , nei suoi libri "España en su Historia: cristianos, moros y judìos" e "La realidad histórica de España", ribadisce il carattere fondamentale dell'essenza di un popolo e cioè il suo vivere dentro una realtà dinamica, non costante, differenziata in morada e vividura, in dentro de sì e fuera de sì, l'essere in un contesto storico e l'esserne consapevoli.

La morada del caso quind corrisponde ad un complementare "desgarro y convivencia" di tre classi diverse, cristiani, ebrei e  mori appunto.

La forza espansiva degli arabi non teme ostacoli; con l'organizzazione del regime islamico in Spagna da parte del principe Abderrahmán divide la spagna in due parti , quella arabizzata e quella cristiana. Nella parte occupata si forma un'ulteriore divisione : mozárabes , cioè coloro che non si convertono nemmeno di fronte alle prospettive di miglioramento sociale) e muladiés, i convertiti o "rinnegati".

Ovviamente i mozárabes, pur non accettando l'assimilazione e conservando le antiche tradizioni, devono necessariamente convivere coi mori, e quindi essere in qualche misura influenzati dalla cultura araba, che porteranno poi in giro per la penisola viaggiando attraverso di essa.


Le tre caste :


arabi : sono i dominatori, risiedono nella parte fertile della penisola, possiedono i fondi, rivitalizzano l'agricoltura, danno impulso al commercio, fanno rifiorire l'artigianato. E sono indipendenti dai califfati orientali, essendo ormai un "popolo stanziale".

ebrei : nei califfati del mondo islamico, israeliti dotti e filosofi musulmani collaboravano pacificamente; questo primato culturale li porta ad ottenere anche in Spagna importanti cariche pubbliche, introducendo la filosofia greca in occidente. Gli ebrei spagnoli si differenziano da quelli europei per la loro superiorità conquistata con l'attività intellettuale. Detengono il sapere tecnico e acquistano un peso crescente per quanto riguarda l'economia. Per queste ragioni si arriverà alla loro espulsione.

cristiani : rifugiati nei castelli del nord, aspettano il riscatto delle terre. Da comunità disunite si forma un sistema in cui l'imperativo fondamentale è quello di muovere guerra agli arabi per riconquistare le terre perse. (insicurezza verso la promessa di fede.)


Amèrico Castro cade in errore rappresentando la morada degli spagnoli staticamente e negando una continuità storica fra goti e cristiani.

È anche da dire che il "vivir" español dipende anche dalla differente ripartizione dei ruoli storici; ad esempio i cristiani, dediti alla guerra, fondano un sistema che ruota intorno ad essa in cui il lavoro viene considerato disonorevole, lo sforzo eroico viene esaltato e l' "hombre de hierro" era l'immagine del cristiano; si aggiunga poi la difesa dell'ortodossia.


La Riconquista sarà però un vantaggio solo per la nuova nobiltà , quella dei cosiddetti "infanzones", la cui spinta a combattere sarà la distribuzione delle terre riconquistate. Questi nuovi nobili sono proprio quelli che fanno riferimento ai cliché di cui sopra.

Il fattore conflittuale decisivo fu non tanto una lotta contro gli arabi, ma contro gli ebrei, le cui occupazioni finanziarie, scientifiche, culturali e finanziarie venivano considerate disonorevoli (e vennero conseguentemente svalutate in tutto il paese) in una società in cui il fare improduttivo, lo sfarzo e il gesto dimostrativo erano i valori fondamentali.


Alejo Venegas del Busto (teologo spagnolo) scrive nell' "Agonía del tránsito de la muerte" (1537) che esistono 4 vizi propri del popolo spagnolo :

sfarzo nel vestire (che, dato il suo costo, porta a frodi varie)

si considera un disonore il lavoro manuale

nobili prosapie dei lignaggi , è quasi una vergogna avere un'origine recente

gli spagnoli non sanno e non vogliono sapere, cioè non chiedono consigli e si offendono se qualcuno cerca di aiutarli spontaneamente.


Questi saranno motivi che definiranno una sorta di leit motiv sul carattere degli spagnoli.


***


Siamo arrivati al 1492 , l'Annus mirabilis. Il 2 gennaio cade Granata, l'ultima grande piazzaforte araba, sebbene gi´da tempo la riconquista era un fenomeno acquisito. I re cattolici fanno costruire la cittá fortificata di Santa Fe, che verrá spesso imitata nel mondo.

Santa Fe è un ritrovato angolo di Spagna nella pianura arabizzata ed è anche il modello di città spagnola nel Nuovo Mondo.

La realtà culturale spagnola è data dalla pluralitá di suggestioni, dalla difficoltà di trovare una sintesi armonica e dal forte impulso che ne deriva. I re cattolici dal 2 al 7 gennaio fanno da spola fra Santa Fe e Granata, la quale li ha colpiti e ne difendono l'architettura , sebbene si sentano come minacciati da questa città così diversa dai canoni tradizionali.

A Granada avvengono due fatti rilevanti :

all'ingresso trionfale nella città è presente tutta la nobiltà castigliana e viene così sancita l'istanza monarchica sul particolarismo della antica nobiltà del centro.

Le minoranze sono ritenute da eliminare, si favorisce l'emigrazioni dei musulmani e l'immigrazione di nuovi cristiani.


31 marzo . espulsione degli ebrei. Questa fetta di popolazione infatti deteneva posizioni importanti, ed aveva un gran peso nell'economia spagnola. Finanzieri, medici, contabili..tutti mestieri non faticosi per colpa dei quali gli ebrei vennero mal visti e considerati alla stregua di usurai (Andrés Bernáldez)

Gli ebrei quindi devono rassegnarsi all'espulsione o scegliere la più semplice via della conversione, che apre a coloro che la scelgono un gran ventaglio di opportunità, raggiungono infatti lo stesso grado di importanza, grazie alle loro capacità, che detenevano quando ancora non si erano convertiti. Matrimoni misti e mescolanza razziale avevano poi portato il sangue ebraico in tutto il paese, ad eccezione del contado.

Il fenomeno che si crea a causa dell'invidia per le capacità del popolo ebraico è un totale rifiuto, oltre che dei non convertiti, anche dei conversos e nasce il culto per quella limpieza de sangre (purezza di sangue) propria solo di hidalgos e cristianos viejos, senza la quale non si aveva la possibilità di accedere a cariche municipali o conventuali.

(differenza importante fra hidalgos e cristianos viejos : erano entrambi nobili, sebbene maggiormente gli hidalgos; era considerato però un disonore maggiore non essere limpios .Quindi un hidalgo non limpio, sebbene fosse maggiormente nobile rispetto ad un cristiano viejo , era disonorato dalla mancanza di tale virtù e quindi non meritava stima).

Santa Fe : Isabella riceve il grammatico Antonio de Nebrija, il quale scrisse "Gramática de lengua castellana" con l'intento di creare un modello unitario di lingua (prima grammatica in volgare).

Ora che la religione è stata depurata ed i nemici espulsi l'unificazione anche dal punto di vista linguistico rappresenta senza dubbio un passo fondamentale per rafforzare l'unità del regno di Castiglia."La lingua è compagna dell'impero" sostiene Nebrija e dovrà essere imposta a tutti i popoli conquistati.


LE PREMESSE PER LA GRANDE ESPANSIONE SONO :


nobiltà sconfitta dai Re cattolici

interesse bellico ed avventuroso della piccola nobiltà

repressione interna e monitoraggio (inquisizione, policía.)

fondazione dei Consejos, in vista della centralizzazione attuata da Filippo II




Epopea del Nuovo Mondo


Tre anni dopo il viaggio di Colombo (1495) il papa spartisce le terre conquistate in america fra Spagna e Portogallo con i trattati di Tordesillas ponendo come clausola obbligatoria l'evangelizzazione dei popoli conquistati.


Encomienda Istituzione coloniale spagnola, introdotta nell'America centromeridionale sin dal XVI sec., che aveva la struttura organizzativa di un feudo medievale: si trattava infatti di grandi estensioni di terreno sottoposte, assieme alle persone che vi abitavano, al comando di un solo padrone (encomendero). [Regolata inizialmente da leggi ispirate a princìpi umanitari che comprendevano anche l'evangelizzazione degli indigeni che vi lavoravano, sofferse di molti abusi che ne degenerarono il contenuto sino a mutarla in breve tempo in una istituzione di stampo autoritario, nella quale i lavoratori erano ridotti in schiavitù sebbene fossero loro riconosciute, in teoria, alcune libertà. Proprio per questo strapotere degli encomenderos, non fu mai riconosciuto all'encomienda il carattere ereditario.]

Mita : (voce sp. di origine quechua). Lavoro forzato cui erano costretti gli Indios nelle miniere delle colonie spagnole dell'America latina.

L'obbligo  della mita, risalente agli Incas e ripreso da Francisco de Toledo, viceré del Perù nel 1569, prevedeva che la manodopera indigena lavorasse a rotazione un giorno su sette dall'alba al tramonto del sole, con un riposo di due ore. Abolita nel 1821, la mita contribuì a spopolare gli altipiani del Perù per la difficoltà di adattamento fisico e gli infortuni in miniera che spinsero gli indigeni a fuggire verso la pianura.


Significato e conseguenze delle conquiste coloniali :


Con le conquiste coloniali spagnole si crea un vero e proprio mercato mondiale a doppio senso in cui le materie prime vengono importate dalle colonie per incrementare la produzione di beni "finiti" in Europa.

Oltre a ciò la conquista è sinonimo di diffusione della lingua e della cultura spagnole in America.

Cervantes, nel suo "Celoso extremeño", parlando di chi si imbarcava per le americhe, li definisce come "falliti, assassini, disperati". Tutti coloro che non potevano coltivare in Spagna il modello di vita fatto di culto della gerarchia, ozio, sperpero e disprezzo del lavoro partono per le colonie.

In parte coloro che si imbarcano si rifanno anche alla mitologia legata ai codici cavallereschi dove l'unico stile di vita onorevole è quello in cui l'uomo rischia la vita per offrire servigi al sovrano in cambio poi di riconoscimenti simili a quelli che erano spettati agli infanzones ai tempi della Reconquista.

Da qui la costituzione di encomiendas e delle mita già descritte sopra.


Le fasi della conquista :

Grandi Antille , popolazioni primitive, niente eccedente economico, impianto della mita e conseguente distruzione.Importazione schiavi africani e conseguente trasformazione etnica e culturale di quelle porzioni di territorio.

Grandi Imperi (Inca, Aztechi, Maya), eccedente economico, e forme di stato. Gli spagnoli riorientano l'eccedente e si sostituiscono ai vertici della gerarchia.


La Conquista fu fatta da privati, la corona tratteneva per sé un quinto delle ricchezze del nuovo mondo, ma per il resto intervenne solo con marginali finanziamenti. A seguito nasce una ostilità fra "americanos" cioè privati che avevano deciso di affrontare la spedizione nel nuovo Mondo, e gli amministratori della colonia che avevano il compito di controllare che gli interessi statali non venissero violati. Questo porterà alla disobbedienza verso alcune leggi e quindi al contrabbando, a naufragi sospetti.).


***


le due Spagne : quella tipica che emerge dall'analisi dei vizi spagnoli e dai romantici tedeschi, e quella nera, cattolica, dell'inquisizione e dello sfruttamento coloniale.

La Spagna passa, senza intermezzo, da uno stadio di premodernità ad uno di postmodernità ; se per modernità intendiamo infatti il trionfo della ragione illuministica, il progresso, il capitalismo, vediamo come, quando gli altri stati europei potevano dirsi moderni, la Spagna stava invece perdendo le sue ultime colonie (1898) ed era ancora soffocata da una serie di impedimenti (superati solo verso gli anni '60) quali esercito, nazionalismi e chiesa.


Come intendere il termine Postmodernità :


alcuni lo intendono come massimo stadio della modernità.

Altri come un rovesciamento dei suoi valori, già citati. La crisi di tali valori porta a due caratteri fondamentali del mondo contemporaneo : 1) mercato unico che impone solo le sue proprie leggi, quindi quelle della concorrenza; 2) esasperazione della localizzazione, rivalutazione del sentimento comunitario in tutti gli ambiti, da quello religioso a quello sessuale.


La Chiesa. (CARDINE DELL'INDNTIFICAZIONE DEL POPOLO SPAGNOLO)


Durante il regno dei Borboni, che cercano la via della modernità, il suo potere viene notevolmente ridimensionato poiché viene vista come causa di molti mali. Le contromisure sono : diminuzione dei sacerdoti, riduzione ruolo politico della chiesa, imposizione fiscale sui beni ecclesiastici. La chiesa controlla ancora l'istruzione, stringendo un patto con la borghesia contro la classe operaia. Da qui il violento anticlericalismo di questo ceto, che scoppia durante la guerra civile durante la quale la chiesa abbraccia la causa carlista.


L'esercito


Dopo Utrecht  [i trattati di Utrecht misero fine alla guerra di Successione spagnola (1713-1715) e portarono a una serie di trattati bilaterali firmati da Francia e Spagna con i loro avversari Benché personalmente avverso alle concessioni fatte a suo nome da Luigi XIV, Filippo V, riconosciuto infine re di Spagna dagli alleati, dovette accettare di venire a patti con loro a Utrecht. Egli cedette Gibilterra e Minorca all'Inghilterra; la Sicilia al duca di Savoia; concluse la pace con le Province Unite e si riconciliò col Portogallo. I trattati di Utrecht impedirono l'unificazione delle corone di Francia e Spagna e misero fine alla supremazia francese. Tuttavia Filippo V, nipote del Re Sole, raccolse l'essenziale dell'eredità lasciatagli da Carlo II (ovverosia la Spagna e le colonie spagnole d'America)] e la rinuncia ai possedimenti europei i militari rimpatriati diventano un sistema di repressione e controllo intestino. I Borboni propongono la leva obbligatoria, ostacolata da baschi e catalani che organizzano eserciti "a parte". La debolezza della borghesia conferisce peso politico all'esercito, da cui nascono i pronunciamientos [Movimento d'insurrezione militare contro il governo legale o il partito al potere. Il termine designa soprattutto i colpi di Stato militari che hanno caratterizzato la storia della Spagna, a cominciare da quello di Cadice del 1820, e delle repubbliche dell'America latina sin dalla loro fondazione]che andranno avanti fino alla Restaurazione in cui l'esercito tornerà ad essere strumento di repressione del movimento operaio.


Nazionalismi periferici


In tutta la storia di Spagna è presente una tendenza centrifuga. La Spagna conosce un processo di modernizzazione particolare perché ritardato e concentrato. Ma quale ruolo hanno i nazionalismi periferici nella modernizzazione della Spagna?


***


Il primo dopoguerra : repressione , dimenticanza di ciò che è stato , purificazione , voglia di risanare l'economia malsana


1939 / 75 Posguerra , da cosa tale definizione?


Dopo la caduta della monarchia nel 1931 le forze liberali e parte di quelle di sinistra si erano riunite nel tentativo di rinnovare le strutture socioeconomiche del paese , ma erano stati ostacolati dalla destra conservatrice di Gil Robles e dai socialisti rivoluzionari di F.L. Caballero.

Il Fronte Popolare (socialisti, comunisti e radicali) vinse le elezioni parlamentari del 1936 e diede mandato a Manuel Azaña perché attuasse un programma di riforme che affrontasse il problema agrario e quelli delle classi operaia e contadina.

Conservatori e reazionari, preoccupati per la possibile perdita dei loro privilegi, affidarono il compito di ristabilizzare la situazione ai militari che non aspettavano altro che ritornare agli antichi fasti dei pronunciamientos.

La successione di  una serie di avvenimenti politici che favorirono ulteriormente l'apertura democratica del governo, cercando di ridimensionare il potere della destra e di abolire iniziative filofasciste (Falange illegale) contribuì ad inasprire le tensioni che sfociarono nella guerra civile del '36.


La guerra civile.


Comincia dalla ribellione di contingenti africani e conseguentemente di altri stanziati in patria, con l'aiuto di filomonarchici e cattolici reazionari (17 luglio). Il governo repubblicano ordina la mobilitazione popolare. La guerra civile spagnola è una degna anteprima del secondo conflitto mondiale; si ricordi infatti come i due leader Hitler e Mussolini inviarono aiuti concreti (70.000 italiani e la legione Condor tedesca) in aiuto degli insorti mentre le maggiori potenze liberali europee non intervennero affatto.


***


La guerra civile fu giocata soprattutto su basi ideologico-culturali. Il peso crescente della cultura `evidenziato dal minor tasso di analfabetismo, dalla crescita dei mass-media, dal maggior tempo libero (ocio).

Durante il quarantennio (1936 - 76 a Franco succede Suarèz , incaricato da Juan Carlos di curare il processo di transizione dalla dittatura alla democrazia) esisteranno tre tipi di cultura : "oficial, consentida, clandestina".


Alla fine della guerra civile spagnola scoppia la seconda guerra mondiale, la Spagna resta neutrale, sebbene sia fortemente preoccupata da un eventuale coinvolgimento, isolandosi dal resto d'Europa.

Questo porta alla chiusura alle nuove idee, alla cultura che si sviluppa esternamente al paese, vuol dire autarchia, borsa nera, chiusura al commercio internazionale, culto dell'esistenzialismo, fame. Ma la Spagna viene risparmiata delle sofferenze piè dure.


La cultura oficial si esplica in due atteggiamenti principali :


uno comune : la necessità di ricominciare a costruire da dove si era lasciato.

Uno dei vincitori che guardano le glorie del passato ed invitano tutto a farlo per trovare conferme e per rinfrancarsi. Questo porta alla rimozione del presente e dei suoi problemi.


Si riannodano i fili della spezzata vita culturale mediante le tertulias (riunioni di intellettuali alla presenza di un maestro durante le quali si parlava di tutto ciò che riguardava la cultura del tempo). La Musa Musae, riunita presso la biblioteca Nazionale di Madrid propone un modello di intellettuale dilettante, creatore di bellezza; i canoni della nuova estetica sono la purezza formale, la gratuità, la vocazione contemplativa.

C'è un ritorno all'uomo , indipendente però dall'impegno sociale. Rifiuto del nuovo vuol dire poi anche ostilità verso le avanguardie artistiche ritenute complicate e "soviéticas", da qui il totale rifiuto del parlamentarismo e del romanticismo.


La cultura ufficiale del Regime si basa su una visione "sacramentale e nazionalista della cultura". Tutto rimanda all'ufficialità : editoriali dogmatici, i simboli sono "impero, croce e spada".

L'autonomia delle varie regioni è compressa al massimo, così come le culture periferiche.

Ma i programmi imperiali spagnoli declinano rapidamente, anche perché il modello imperialista non era ormai più in sintonia coi valori della società interna.


La cultura consentida :


è un anti-cultura ufficiale, ne riprende i cardini capovolgendoli. Si passa quindi dal rifiuto della realtà all'esaltazione di essa, con le sue bruttezze, sebbene questo tipo di cultura fosse soggetta a numerose pressioni e povera di mezzi rispetto a quella ufficiale.

Opere da citare :

"La famiglia de Pascual Duarte" di Camino José Cela (1942), la tesi consiste nel fatto che un criminale possa in realtà essere una persona onesta, ma , a causa di continue pressioni, finisce per trasformarsi in un delinquente.

"Hijos de la ira" di Dámaso Alonso (1944) che condanna l'esilio e sceglie un destierro interior (esilio interiore) condannando la società statica del tempo

la rivista Espanadaña , nasce in provincia da personaggi sconosciuti nel panorama letterario facenti parte della generazione del '36. La sua poetica è antiformalista (basta classicismo) e si sente l'urgenza di un tono colloquiale, si eliminano gli schemi metrici che incatenano, si caratterizza  tramite una religiosità esasperata e drammatica ed un forte esistenzialismo. Si muove nel segno dei grandi scrittori ispanoamericani come Neruda , si propugna un poeta attento "alle espressioni più umili della vita umana"


Il Cinema


La Spagna si trova ora nel massimo isolamento. Nel febbraio 1945 la Spagna non viene accolta nelle Nazioni Unite ed un anno dopo la Francia chiude le frontiere alla Spagna ed insieme a Usa e Gran Bretagna dichiara di non poter avere rapporti con il paese in quanto Franco era stato aiutato a salire al potere da parte dei fascisti e dei nazisti, avversari delle tre nazioni alleate.

Questi i fatti che diedero il via allo sgretolamento del regime.

I primi sintomi del cedimento sono l'alleggerimento delle misure repressive in materia di libertà di espressione , sebbene il cinema non se ne avvantaggi molto.

Questo mezzo di comunicazione, infatti, veniva considerato più popolare e quindi in grado d influenzare una porzione più ampia di popolazione rispetto alla letteratura od alle altre arti.

Il "cinema sociale" è ancora troppo prematuro (sebbene la "novela social" in letteratura sia uno dei generi rappresentativi della Spagna) e convive con il cinema religioso e quello di evasione.

Il cinema spagnolo cresce molto anche a causa dell'impossibilità di importare film stranieri.

In breve tempo tutto cambia sulla scena politica spagnola.

Nel '53 essa `infatti ammessa a far parte dell'ONU, poi si accorda  militarmente con gli USA, ed infine entra nel '56 a far parte dell'Unione Europea, dopo aver ritrovato la democrazia.

Il Concilio Vaticano riduce il peso della chiesa cattolica in Spagna ed in tutto il mondo.

La Spagna subisce un processo di occidentalizzazione che non si può bloccare, l'editoria ed il cinema si liberalizzano.


20 novembre 1975 : morte di Francisco Franco dopo numerosi interventi chirurgici.

La Spagna è entusiasta della fine del regime mentre si fa aspra la lotta fra Arias Navarro e Juan Carlos con posizioni rispettivamente continuista ed aperturista (taglio al passato).

Ritornano i problemi di quasi un secolo prima, quello della decolonizzazione, con la crisi del Sahara spagnolo e la frustrazione dell'esercito ormai ridotto a spettatore passivo degli eventi.


31 ottobre 1978 nuova Costituzione. Nello stato liberale classico lo stato si astiene dall'intervento in materia economica poiché la società (quindi il mercato) è pensata come razionale e non richiede interventi statali di alcun tipo. Questo postulato viene smentito dalla storia e si comprende che la società lasciata a sé stessa finisce per divenire un sistema irrazionale quindi lo stato interviene trasformando lo stato liberale in stato sociale. Questo processo, che viene sancito dalla Costituzione, è detto "costituzionalizzazione della struttura socioeconomica". La Costituzione non riguarda più solamente la sfera politica ma quella economica per sancire l'eguaglianza non solo formale ma sostanziale fra gli uomini.

Questa teoria verrà anch'essa smentita dal rampantismo degli anni '80 e dall'europeizzazione degli stili di vita.


Lottini : la Spagna conosce due fasi per la sua modernizzazione => 1) ripristino della democrazia , 2) crescita economica e culturale (evento culminante : entrata nella CEE, 1985).


Gli anni '80


In questo periodo si assiste ad un affievolirsi degli entusiasmi perché si assiste ad una crisi economica la quale getta ombre sulla democratizzazione che era apparsa un tempo priva di trabocchetti.

Il 23 febbraio 1981 l'ufficiale della guardia civil Tejero tentò di occupare il Congreso, il tentativo di Golpe fece impressione e fa "tremare la fragile democrazia spagnola" come racconta il deputato Salvador Clotas.

Il fatto che l'avvenimento fu ripreso in diretta televisiva fu di certo uno svantaggio per Tejero .

Clotas dice anche che sentiva che se l'evento fosse fallito la democrazia ne sarebbe uscita rafforzata, poiché "no podía admitir ninguna marcha atrás". Da questa esperienza deriverà il governo socialista ed un grande cambiamento sostanziale nella scena politica spagnola; Román Guben afferma che per attuare la modernizzazione in Spagna sarebbe stato necessario "disattivare" i poteri di Chiesa ed Esercito.

Un fatto da non sottovalutare è la crescita di importanza dell'opinione pubblica europea, quindi anche spagnola, coltivata peraltro dalla stampa.

Nell'articolo di Arcadi Espada "La aportación del periodismo a la política española contempóranea"si osserva che oltre alla televisione, anche la stampa fu uno dei mezzi di comunicazione di massa che contribuì al fallimento del progetto golpista di Tejero.


Sviluppo :

modernizzazione infrastrutture

aumenta il capitale investito nel campo culturale

viene accettata e legittimata la pluralità culturale del paese

cresce il reddito medio pro capite

la Spagna si mostra al mondo tramite i grandi avvenimenti come le Olimpiadi di Barcelona, l'Exposición universal nel 1992 a Siviglia.

scuola dell'obbligo fino a 16 anni

incremento universitari

la vita diurna e notturna si ravviva, inizia la vera movida


Il XIX secolo .


La seconda metà del XIX secolo fu un periodo di enormi cambiamenti per la Spagna a partire dalla secolarizzazione del paese sino ai profondi cambiamenti politici iniziati con la rivoluzione liberale del 1868 , alla guerra di Cuba del 1898 le cui tensioni si protrassero fino alla guerra civile del 1936.


La secolarizzazione.


Le rivoluzioni laiche che avevano interessato l'Europa non avevano intaccato in alcun modo la Spagna che continuava ad essere la culla del cattolicesimo. La secolarizzazione fu avviata da Juan Sanz del Río che, grazie ad una borsa di studio andò in Germania ed ebbe modo di conoscere un filosofo che, seppur di minore importanza nel resto d'Europa (le sue opere vengono pubblicate postume), fu notevolmente seguito in Spagna : Krause.

Il Krausismo divenne presto l'alternativa al cattolicesimo (specialmente nel campo dell'istruzione, che da ora poteva essere anche laica) e costituì per esso la prima vera minaccia.

La filosofia di Kraus era un tentativo di conciliazione fra Panteismo (pas in greco significa "tutto", è una dottrina che identifica Dio col mondo, quindi Dio è immanente in tutte le cose) e Teismo (dal gr. theós, dio. La dottrina filosofica che ammette l'esistenza di Dio come essere personale e trascendente e l'azione di esso sul mondo) : il panenteismo. Secondo questa concezione, infatti, Dio non si esaurisce nel mondo, che ne è l'estrinsecazione empirica, ma è in tutto, immanente e trascendente nello stesso tempo.

Il Krausismo non ebbe successo perché fosse particolarmente importante come filosofia (ricordiamo poi che Krause era tedesco e che la Germania era considerata "eretica") , ma piuttosto per la carenza di guide spirituali della Spagna in quel momento. Gli spagnoli chiedevano "energia, decisione e moralità", il Krausismo era tutto questo.

Il Krausismo fu importante nella rivoluzione borghese (l'ultima in Europa) del 1868 perché gli insegnanti si videro togliere le cattedre in quanto osteggiati dai cattolici.


  1. La rivoluzione del 1868

1860/70 rifioriscono le novità tecnologiche e sociali (treno, telegrafo) e la mentalità degli spagnoli si amplia.

Lo scontro avviene fra i tradizionalisti (dominanti) ed i democratico-liberali (minoranza) : l'unico modo di rovesciare il governo era un "alzamiento" (rivoluzione militare).

Vi furono tre ordini di motivi che portarono allo scontro :

culturali, come detto sopra

economici, crisi industriale (1864/66) a causa dell'interruzione di capitali francesi per costruire la ferrovia ; della crisi dell'industria tessile catalana ; forte diminuzione della produzione agraria nel '67 con conseguente inflazione

politici, la reazione al tentativo di golpe del 1866 fa sì che il governo inasprisca la politica reazionaria, spingendo le forze liberali e democratiche ad allearsi.


Date fondamentali :

18 settembre 1868 : alzamiento de Cadiz (rivoluzione armata che parte da Cadice)

28 settembre 1868 : il Generale Serrano batte Novaliches ad Arcolea

29 settembre 1868 : Isabella II costretta all'esilio in Francia.


Motivi per cui la rivoluzione fallisce:

perché la Spagna non `preparata alla democrazia, è un popolo abituato ad obbedire, non a scegliere

la Spagna è legata a vecchi canoni, poco secolarizzata, poco urbanizzata.

I rivoltosi si sono inimicati la Chiesa tramite 1) eliminazione dei fueros, 2) dissolvimento dei Gesuiti e degli altri ordini minori, 3) desamortización (devoluzione delle terre ecclesiastiche).


Per questo nel 1874 i Borboni tornano al potere con Alfonso XII ed il popolo non li ostacola (Restaurazione). La Restauración fu un periodo di discreto benessere per la Spagna , anche grazie all'abilità del politico Cánovas del Castillo il quale (senza mai prescindere da due punti cardine come la monarchia come forma di governo e le Cortes come organi legislativi), tramite la pratica del caciquismo (sorta di elezioni pilotate) riuscì ad alternare pacificamente i due partiti principali (conservatori e liberali) per ben 30 anni, escludendo dalla vita politica i meno malleabili carlisti e repubblicani.


  1. La guerra di Cuba

L'insurrezione armata nell'isola scoppia nel 1895 con a capo José Martí, ma solo nel 1897 con l'alzamiento nelle Filippine si comprende la gravità del problema. Gli spagnoli non sono disposti a perdere la più ricca delle colonie e così 220.000 soldati furono immediatamente inviati a Cuba ma vennero presto decimati a causa delle numerose epidemie alle quali non erano preparati e dell'abilità dei cubani nella pratica della guerriglia. Dopo il fallimento del generale Campos toccò a Valeriano Weiler che decise di utilizzare dei "campi di concentramento" per limitare le risorse nemiche. Gli USA si sentono colpiti da questa politica e si creano le prime tensioni forti. Nel 1897, sale al potere Sagasta che destituisce Weiler e concedette l'autonomia all'isola; quando però l'America offrì 300 milioni di dollari per Cuba dovette rifiutare per non causare una guerra civile in Spagna. Lo scoppio (probabilmente una fatalità) della corazzata americana Maine, inviata per proteggere i connazionali nell'isola, fu attribuito alla Spagna e rappresentò il pretesto per l'inizio della guerra.nella battaglia finale la flotta spagnola (irrimediabilmente inferiore sia per  numero che per costituzione a quella avversaria) fu distrutta e l'immagine della Spagna fu duramente colpita.


Las dos Españas


La Spagna si divide fra forze progressiste e cattolici che volevano mettere un freno al distacco dalla religione (che per loro rappresentava la fine del paese) ma fu la loro disunione a sconfiggerli.

Un esempio di tale disunione lo abbiamo se pensiamo ai tre cattolicissimi Marcelino menèndez y Pelayo, Alejandro Pidal y Mon e Joaquìn Fonseca (il padre).

Se, infatti, i tre avevano lo stesso scopo, si scontrarono spesso sul "come" raggiungerlo.

Bisogna considerare due fattori ideologici importanti e cioè il fatto che nell'enciclica Aeternis Patris veniva sancita l'indivisibilità di religione e politica e accettata come unica filosofia conciliabile col cattolicesimo quella tomista.

Alla luce di questi fatti vediamo le posizioni dei nostri personaggi :

Menèndez y Pelayo predica la distinzione fra arte e politica ed il fatto che, sebbene all'interno dello spirito cattolico, l'uomo debba essere in grado di utilizzare la propria ragione per migliorare la sua vita e quella degli altri. Non accetta quindi i dogmi proposti dall'enciclica.

Pidal y Mon accetta invece in pieno le posizioni dell'enciclica ma si accorge che è ormai impossibile fermare la secolarizzazione e che bisogna agire dall'interno del sistema

Fonseca è decisamente il più integralista, sicuro dell'impossibilità di dividere la sfera temporale da quella spirituale. Il suo pensiero è di certo il meno rilevante ma serve comunque per avere un quadro completo della situazione.


Marcelino Menéndez Y Pelayo


Cresce in una famiglia in cui cattolicesimo intransigente (madre) e liberalismo (padre) vivono perfettamente in simbiosi. Dopo due anni a Barcellona si sposta a Madrid dove comincia ad occuparsi della sua più importante realizzazione "Biblioteca de traductores españoles"; durante il periodo madrileno comincia peró ad avere forti scontri con i krausisti e con uno dei suoi professori, per questo si trasferisce a Valladolid dove si laurea non ancora ventenne in Lettere e filosofia.

Soffia il "premio extraordinario de doctorado" a Joaquín Costa e nel 1884 la Ünion Católica di Pidal ha successo nelle elezioni per la provincia di Palma di Mallorca e dieci anni dopo per Saragozza, ma l'esperimento a meno successo e questo getta Pidal nello sconforto.

Ebbe comunque numerosi riconoscimenti ( direttore della Real Accademia Española, direttore della Biblioteca Nacional e presidente della Accademia de la Historia).

Morí nel suo paese natale a soli 56 anni.


I suoi maestri :


W. Hamilton => filosofo scozzese del "common sense" certezza di un essere superiore a cui si puó arrivare solo tramite la fede essendo la nostra ragione limitata.


Milá Y Fontanals e Llorens Y Barba


Sono entrambi professori dell'università di Barcellona, non accettano le culture straniere ma da esse carpiscono le parole che formeranno poi la base per la loro ideologia postrivoluzionaria. Il progresso non deve mai prescindere dal sostrato nazionale. Il passato è il solo trampolino di lancio per il futuro.

Il rispetto totale verso l'essenza della propria nazione portava certamente verso il cattolicesimo.








































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