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Nel primo periodo fiorentino di Leonardo si colloca anche l'Annunciazione, un tema molto tradizionale. Madonna ne fuori in un ambiente aperto ne dentro. Le ali dell'angelo sono delle ali di uccello, perché il volo umano affascina da sempre Leonardo. L'angelo è a terra su un prato pieno di specie diverse di pente, hanno la loro caratteristica botanica.
In questo periodo ci sono diverse madonne dipinte da Leonardo con doppia fonte di luce.
Un opera particolare è l'Adorazione dei Magi che rimane incompiuta perché Leonardo va a Milano. Quest'opera come molte altre è interpretata in modo particolare da Leonardo, la Madonna, esile, e il Bambino sono centrali. Si trovano seduti su un masso all'aria aperta, non c'è il corteo dei Magi ma si confondono tra le altre persone che si accalcano vicino alla Madonna. Nello sfondo troviamo delle architetture in rovine con alberi cresciuti sopra e dei cavalli imbizzarriti. Leonardo nelle sue opere non rispetta la tradizione.
Epifania: greco manifestazione, qualcosa che si rende visibile. Giorno il cui il Cristo si rende visibile al mondo e hai sapienti della terra. Tradizione in cui il Divino si è reso presente e ora è nella storia.
Leonardo fa vedere cosa provoca il Divino come reazione della gente del mondo. Tutte le persone hanno espressioni e gesti diversi, ma non sono addosso alla Madonna si fermano come una sorta di rispetto. L'architettura simboleggia un era finita, paganesimo, gli alberi nati sopra invece simboleggiamo una nuova era. Tutto cambia niente è più come prima. Vitalità- movimento, vortice attorno alla Madonna.
A Milano dagli Sforza fa poche opere d'arte 1482.
La Vergine delle Rocce commissionata dalla confraternita dell'immacolata concezione. Leonardo non la consegnerà mai ai suoi committenti perché viene venduta ad altre persone. Oggi si trova al museo del Louvre. Di questo quadro ci sono due versioni, la seconda è un po' diversa dalla prima, ora si trova alla National Gallery di Londra.
La prima Vergine delle Rocce vede rappresentati la Vergine, il Bambino, San Giovannino e un angelo. Le figure sono avvolte nella luce. Il tema della grotta affascinava Leonardo per i suoi studi di geologia. La Vergine si trova al centro, forma una piramidale. San Giovannino si trova a sinistra e il Bambino a destra con gesto beneditorio. L'angelo sorregge il Bambino e indica San Giovannino. San Giovanni è molto importante. La mano della Vergine ricorda la Sant'Anna Metterza che poneva la propria mano sulla testa del Bambino.
Qui troviamo lo sfumato leonardesco: Leonardo non chiude mai con un contorno netto le sue figure. Non c'è mai una linea netta il volto si confonde tra i capelli, i personaggi immersi nel chiaroscuro hanno una sfumatura morbida e curata. Questo metodo è il contrario del quattrocentesco. Le figure di Leonardo hanno sempre i capelli sciolti ricci o mossi, senza una linea netta. Cerca di avvolgere le figure nella luce come avviene nella realtà. Leonardo ama dipingere al tramonto.
Ludovico il Moro gli affida il ritratto della sua amante Cecilia Galleriani. La dama è pettinata e vestita com'era la moda del tempo. Leonardo la rappresenta con in mano un ermellino che alludeva alla purezza della donna o semplicemente per ricordare il suo cognome perché in greco si dice gale. Oppure c'è l'ipotesi che l'ermellino serve per far ricordare l'onorificenza data dal re di Napoli chiamata appunto dell'ermellino. Da qui il nome del quadro: La dama con l'ermellino.
Nel 1495-97 si occupa di una parte del refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, dipingendo il Cenacolo. La cui chiesa contiene anche Bramante. L'opera è esternamente rovinata ed è stata restaurata a lungo. Il restauro ha dato luogo a molte polemiche: che non è il risultato che aveva fatto Leonardo, espressioni fedeli all'originale. I restauri, ora, si limitano a pulire dove è rovinato perché la stanza ha avuto diversi usi (stalla, polveriera per armi.) e anche perché Leonardo aveva sperimentato una nuova tecnica. Sull'affresco non puoi modificare quello che hai dipinto così Leonardo non usa il metodo tradizionale e apporta alcune modifiche alla tecnica dell'affresco per riuscire a lavorare in più fasi.
Il tema dell'ultima cena è un tema tradizionale al quale Leonardo da una sua interpretazione focalizzata su quando Gesù annuncia il tradimento. Ci da una carrellata di espressioni diverse in ogni personaggio, Leonardo è affascinato dalle espressioni del viso, possiamo dire che il tema di questo affresco sono le espressioni. I personaggi sono monumentali cioè più grandi dell'architettura e li riunisce in gruppi di tre. Ogni gruppo è in rapporto con il gruppo vicino perché c'è un movimento che li lega. Tutto è in relazione, ogni persona è in relazione con le altre. Negli appunti di Leonardo c'è una frase: "il buon pittore ha da dipinger due cose principali, l'uomo e quello che l'uomo ha in mente." Per lui è facile dipingere l'uomo, ma è difficile rappresentare cosa pensa e si fa aiutare dai gesti. Leonardo pensa che i muti siano i più bravi a rappresentare quello che pensano gli uomini.
Prospettiva centrale, luce avanti e dietro. Dietro troviamo tre finestre e quella centrale serve ad evidenziare Gesù. Il Signore è l'unico a non essere in relazione con gli altri, è una figura un po' statica.
Particolari volto del Cristo prima e dopo il restauro, un po' di espressioni sono andate perse per il deterioramento del dipinto.
Nel 1499 va via da Milano perché arrivano i francesi, qui si colloca un secondo periodo fiorentino anche se è stato in altre città.
Nel secondo periodo fiorentino si dice abbia dipinto la Gioconda. Se Leonardo non se n'è mai separato forse perché è la conclusione dei suoi studi sulla pittura. Non è la bellezza della donna che interessa a Leonardo, ma il significato del ritratto di una donna con il paesaggio.
Il paesaggio non casuale particolare, prospettiva aerea, paesaggio molto reale perché ha fatto un collage del reale (rocce, acqua, nebbia.). Copiando dalla realtà la vegetazione, i corsi d'acqua. Leonardo è riuscito a darci la continuità dell'evoluzione della vegetazione, continuo ciclo. Ha voluto far vedere la natura che cambia continuamente, la realtà che ci circonda è pervasa da vita.
Il ritratto è a mezzo busto come se fosse appoggiato ad un parapetto. Lunga elaborazione. Posta di tre quarti, il volto girato rispetto al busto, scorciato rispetto all'asse principale. Le mani appoggiate, le dita come se non si muovessero. Lo sfumato leonardesco ai massi livelli. Trapassi di luce. Ritratto studiato nei dettagli per rendere la figura viva, non si muove, ma è come se facesse dei minimi movimenti. Non è una bellezza di una donna, ma la bellezza della figura è viva. In appunti di Leonardo si legge il suo pensiero sul bello: la bellezza è come si rapporta con il luogo e l'attitudine di chi guarda a chi è guardato. Vuole rappresentare l'essere umano vivo in relazione con gli altri. La Mona Lisa ha un sorriso di serenità, la accomuna al paesaggio la vitae un velo in testa. E' una relazione tra particolare (ritratto, tutti diversi) e universale (compendio realtà).
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