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LUCIO APULEIO
"LE METAMORFOSI"
L'ILLUSIONE DELLA MAGIA
Il capolavoro di Apuleio è il romanzo "Le Metamorfosi", conosciuto anche come "L'asino d'oro", titolo non originario tramandato da Agostino in poi. Non si sa quando quest'opera sia stata scritta, ma è posteriore al "De Magia", perché nel "De Magia" non c'è alcun riferimento a quest'opera. È l'unico romanzo della letteratura latina ad esserci arrivato completo (il Satirikon di Petronio infatti ci è giunto in maniera frammentaria). Il romanzo era un genere presente nella letteratura greca, caratterizzata da avventure e viaggi, ingredienti che troviamo anche in questo romanzo. Oltre alla tradizione del romanzo greco, c'è un rapporto anche con le "Fabulae Milesiae", di argomento erotico, ma "Le Metamorfosi" sono più complesse e ampie di una novella milesia.
1) (primi tre libri) - Il tema dominante è la curiosità nei confronti della magia. Il protagonista Lucio che narra in prima persona la propria storia, ci dice che durante un viaggio in Tessalia, regione nota per la presenza di famose maghe, è preso dalla curiosità nei confronti della magia e vuole imparare quest'arte. Durante il viaggio giunge a Ipata, dove viene ospitato da Milone, marito di una maga. Per cercare di venire a contatto diretto con lei, Lucio ha una relazione con una serva (Fotide) e riesce a convincere la maga a provare su di lui gli effetti della magia, chiedendole di trasformarlo in un uccello; qualcosa però non funziona e Lucio si ritrova trasformato in asino.
2) (dal quarto al decimo libro) - Questa parte è più ampia e più ricca di avventure. Lucio, diventato asino, comincia a vivere una serie di avventure. Una banda di briganti lo porta con sé; qui sente raccontare la favola di "Amore e Psiche" da un'anziana donna che deve custodire una fanciulla rapita dai briganti: questa novella è un'allegoria dell'intero romanzo. La donna racconta che in una città fantasiosa vivevano un re e una regina con tre figlie. La più piccola si chiamava Psiche (in greco = anima), così bella da far ingelosire Venere. A causa di ciò, un oracolo diede al re un responso secondo il quale la figlia sarebbe stata portata su una roccia per essere divorata da un drago. Ma per fortuna di Psiche, il figlio di Venere, Amore, si innamorò di lei e la portò in un castello incantato per sposarla, ma con una clausola: Amore avrebbe incontrato Psiche solo di notte e lei non avrebbe mai dovuto vederlo. Dato che la fanciulla durante il giorno era sola nel castello, ebbe il permesso di portare con sé anche le due sorelle, che la istigarono a non obbedire all'ordine di Amore e di cercare invece di vederlo. Una notte, mentre Amore dormiva, Psiche iniziò a contemplarlo, innamorandosene. Una goccia d'olio della lampada però, cadde su di lui, svegliandolo; Amore fugge e Psiche, per rintracciarlo, dovette superare quattro prove, decise da Venere. L'ultima consisteva nello scendere nel regno dei morti e chiedere a Proserpina un unguento che avrebbe permesso a Venere di conservare per sempre la sua bellezza. Psiche riuscì ad ottenerlo, ma è vinta dalla curiosità (stesso difetto di Lucio) e aprì la boccetta: il profumo che scaturì da essa la fece cadere in un sonno profondo. A questo punto intervenne Amore, che riuscì a salvarla e i due riuscirono a sposarsi (l'intervento di amore corrisponde all'intervento della dea Iside che successivamente avrebbe salvato Lucio).
Le avventure dell'asino procedono: riesce a fuggire dai briganti ma passa di mano in mano, prima da dei sacerdoti, poi da un mugnaio,da un ortolano, da un soldato, da un cuoco, da un pasticcere.. Alla fine giunge in un anfiteatro dove avrebbe dovuto congiungersi ad una donna condannata a morte. Ma mentre è condotto all'anfiteatro, temendo di essere gettato in pasto alle belve, fugge gettandosi nel mare vicino Corinto. Qui invoca la Luna, simbolo di Iside, che decide di aiutarlo, rivelandogli che per riacquisire sembianze umane, dovrà mangiare delle rose.
Questa sezione è la più movimentata dell'opera, in cui le vicende di Lucio si susseguono senza ordine. Da quando egli è stato trasformato infatti, è in balia delle volontà altrui: di qui il senso disordinato delle vicende. Perdendo la ragione, Lucio è in balia del caos, incapace di dare un senso alla propria vita.
3) (undicesimo libro) - Questa sezione sembra distaccata rispetto alle altre parti ma in realtà spiega il senso di tutta l'opera. Dopo l'intervento di Iside, Lucio diventa un suo devoto e viene iniziato ai misteri della dea a Corinto. Per completare la sua iniziazione, si reca a Roma diventando un devoto anche di Osiride. Il romanzo si conclude con un riferimento autobiografico: al sacerdote di Osiride appare il dio in sogno, che gli comunica l'arrivo di un abitante di Madauro (Apuleio appunto) che vorrà anche lui essere iniziato ai misteri di Osiride.
Lucio,
a causa della sua curiosità per la magia è caduto in balia del caos, e solo
grazie ad Iside ha potuto riprendere le sue sembianze.
il romanzo ha un duplice fine: procurare divertimento (ci sono anche novelle
erotiche) e proporre una via di salvezza (intento edificante). Viene messo
l'accento sul fatto che la salvezza avviene solo per intervento della divinità.
La conclusione benevola del romanzo quindi non avviene per intervento
dell'uomo, ma per un dono gratuito della divinità.
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