LORENZO LOTTO
Nasce a
Venezia intorno al 1480. La sua formazione avviene nell'ambito della pittura di
Giovanni Bellini. Risiede a Treviso
dove esegue alcune opere. Si specializza inoltre nei ritratti, nei quali sa
cogliere con grande sensibilità la psicologia dei personaggi raffigurati. Non
riuscì mai trovare fama nella grande Venezia a causa dell'arrivo di Tiziano per
questo si ripara nella provincia veneta interna, approdando a Bergamo . Qui Lotto
raggiunge la propria maturità espressiva che sfocia in bellissimi ritratti, in
quadri di commissione privata, in pale d'altare e in affreschi. Al suo ritorno
in città, Venezia non accoglie bene Lotto, criticandolo severamente. Lotto si
ritirerà infine nelle marche per morire
nel 1556.
PALA DI SAN BERNARDINO
A Bergamo Lotto firma e data (1521) la madonna col Bambino e santi per
l'altare maggiore della chiesa di s
Bernardino. Si notano spunti dalla Pala
martinengo, ma anche differenze: innanzitutto c'è una netta semplificazione
dell' impianto: il paesaggio e il basamento diventano essenziali e nn soverchiano
i personaggi disposti sotto un drappo-baldacchino gonfiato dal vento e sorretto
da 4 angeli in volo. Inoltre mentre nella pala martinengo gli spettatori sono chiamati solo a contemplare solo
come spettatori esterni la sacra conversazione, qui c'è un diretto
coinvolgimento dello spettatore attratto sia dall'affettiva intimità dei santi
( a destra s Antonimo e s Giovanni Battista dialogano, mentre s Bernardino
parla addirittura con la Vergine
, che risponde con un gesto della mano) sia dall' angelo che si volge a
intercettare lo sguardo dello spettatore che sembra trascriverne le suppliche
su un librone. Nella pala infine si evidenzia l'affinamento della capacità di
osservazione dal vero e l'attenzione psicologica alla resa dei sentimenti dei
personaggi.
I RITRATTI
Nel XVI sec il ritratto diventa talora anche
il luogo di esercizio e dimostrazione del virtuosismo del pittore che, oltre a
saper cogliere il sembiante dal "vero" del soggetto, si confronta nel dipinto con
precedenti classici descritti dalle fonti, o imposta stupefacenti sperimentalismi,
oppure ancora prova a dimostrare la superiorità della pittura sulla scultura,
prendendo partito alla disputa sul paragone delle arti. Tale confronto con la
scultura viene ripreso anke da Lotto che nel 1527 dipinge ritratto di un orefice in 3 pose in
cui il volto compare in una sorta di dialogo con se stesso, moltiplicato per 3,
senza però più ricorrere a specchi (come Giorgione). Proprio a Lotto si deve uno dei più
interessanti ritratti femminili del primo 500, quello di Lucina Brembati, colta a
mezzo busto-secondo la tradizione Lombarda in un ambito notturno (che rimanda
alla donna-luna) mentre esibisce gioielli e abiti di rappresentanza, senza
ricorrere ad alcuna forma di idealizzazione ne di travestimento mitologico,
poetico o erotico, come era consuetudine per la ritrattistica muliebre veneta
del tempo. Lotto gioca con l'osservatore più sagace: infatti se lo stemma della
sua casata è esibito su anello, l'enigma del suo nome è contenuto invece nella
luminosa luna dove compaiono le lettere C-I ( il rebus diventava allora "ci
dentro luna" ovvero Lucina). Inoltre la donna tiene la mano sul ventre il che
rimanda alla fertilità, come la dea Lucina della fertilità. Lucina indossa un
copricapo fatto di capelli, un velo che si indossava il giorno del matrimonio e
tanti gioielli e un attirapulci simbolo della sua ricchezza. Inoltre il drappo
rosso sullo sfondo è mosso dal vento, simbolo delle difficoltà che la donna
deve controllare e simbolo della natura facilmente cambiabile. Un altro importante
dipinto è il Ritratto di gentiluomo
nello studio dove è presente una forte malinconia.