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Lorenzo Ghiberti
Dopo aver esordito come orafo nella bottega di Bartolo di Michele, partecipò al concorso per la seconda porta del Battistero di San Giovanni bandito nel 1401 dall'Arte dei Mercanti di Calimala con la formella bronzea rappresentante il Sacrificio di Isacco (oggi conservato a Firenze nel Museo del Bargello).
Riuscì a superare Jacopo della Quercia e Brunelleschi grazie all'armoniosa sensibilità lineare e all'equilibrio compositivo della scena.
Dal 1404 per circa venti anni si dedicò alla modellazione, fusione e doratura della porta, divisa in ventotto formelle con venti storie della vita di Cristo, dei quattro evangelisti e i quattro padri della Chiesa. Tra il 1417 e il 1425 scolpì altre due formelle in ottone dorato che vennero poi posizionate nel fronte battesimale si Siena e costituirono l'elemento di passaggio tra lo stile ancora goticheggiante della prima porta e le novità prospettiche e luministiche della seconda porta iniziata nel 1425.
Questa seconda porta, divisa in dieci grandi riquadri descrivevano storie bibliche i cui soggetti furono suggeriti dall'illuminista Leonardo Bruni.
Le scene erano più complesse e si inquadravano in una straordinaria varietà e profondità di piani determinati dal rimpicciolirsi delle figure.
E' chiara la sua volontà a aderire alla concezione brunelleschiana dello spazio, tuttavia ne alterò la sostanza ottenendo grandiosi effetti più scenografica che prospettici in modo che la composizione si svolgeva in larghi ritmi, ma le figure non venivano racchiuse in spazi chiari e misurabili.
Il Ghiberti modellò anche opere a tutto tondo come le statue per la chiesa di Orsammichele a San Giovanni Battista (1412-1415), Santo Stefano (1425-1429) e San Matteo (1419-1422), la più complessa delle tre.
Trascorse gli ultimi anni di vita a Settignano dedicandosi alla stesusa dei Commentari, che rimasero interrotti al terzo libro. La sua stesura si basava su raccolte di Vitruvio, di Plinio e dai trattati medievali.
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