La porta del paradiso
La costruzione della
terza porta del Battistero che Michelangelo chiama 'Porta del
Paradiso' viene affidata al Ghilberti nel 1425 fino al 1452. Le formelle
della porta erano più vaste delle precedenti e non erano più 28 ma 10 racchiuse
in una semplice cornice quadrata, che permette al Ghiberti di raggruppare
diversi episodi delle storie dell'Antico Testamento in un medesimo riquadro,
ambientando i fatti in piani spaziali diversi, suggeriti a tutto tondo, ora
appena affiorati dal fondo. Nel gruppo delle formelle più tarde con Esaù e di
Isacco, di Giuseppe e di Salomone, il Ghiberti fa intervenire l'architettura
come elemento di unificazione di prospettiva, con un punto centrale e una
precisa relazione tra figure e architetto. Il Ghiberti mirava a far apparire
più grandi le figure in primo piano e più piccole quelle sullo sfondo, come
nella realtà, perciò nella Porta del Paradiso la prospettiva era distribuita
tridimensionalmente. In tal modo, la Porta del Paradiso, comprende un numero variabile
di scene all'interno di ciascun rilievo. I committenti dell'arte di Calimaia
furono contenti della porta realizzata dal Ghiberti, anche egli la indicò come
la propria opera migliore. La porta, per la sua straordinaria bellezza,
decisero di istallarla non nel luogo originario ma al posto dell'esistente
porta orientale; questa di conseguenza fu spostata sul lato nord e sostituita
dalla nuova porta. Grazie all'arte sublime di Lorenzo Ghiberti, per la prima
volta, la collocazione veniva scelta per ragioni estetiche e non
contenutistiche.
Il battistero
Il Battistero è caratterizzato
all'esterno da tre porte: la porta a sud è stata fatta da Andrea Pisano e
quelle a nord e ad est (Porta del Paradiso) sono state realizzate dal
Ghilberti. Esse sono suddivise in varie formelle rappresentanti scene religiose
tra cui il sacrificio di Isacco e le storie di Giuseppe. All'interno c'è la
cupola a forma di piramide ottagonale che è rivestita da grandi mosaici.