|
Appunti superiori |
|
Visite: 2607 | Gradito: | [ Grande appunti ] |
Leggi anche appunti:Il kitschIL KITSCH Kitsch è una parola tedesca diffusa verso la metà dell'800 in Storia dell'arte: il futurismo è esaltazione del progresso e dell'industrializzazioneStoria dell'arte: il futurismo è esaltazione del progresso e dell'industrializzazione Il BrunelleschiNei primi decenni del '400, Firenze attraversa un momento di prosperità. In assenza di |
La nascita della psicoanalisi
Si usa datare la nascita della psicoanalisi con la prima
interpretazione esaustiva di un sogno eseguita da Sigmund
Freud: si tratta di un sogno fatto dallo stesso medico
viennese nella notte tra il 23 ed il 24 luglio 1895, e che è riportato ne "L'interpretazione
dei sogni", l'opera più famosa di Freud, come "Il sogno dell'iniezione di
Irma". La sua interpretazione rappresentò l'inizio dello sviluppo della teoria freudiana
sul sogno. Alcuni legano invece la nascita della psicoanalisi alla prima volta
in cui Freud utilizzò il termine "Psicoanalitico", e cioè nel 1896, dopo aver
già svolto un'esperienza decennale nel settore della psicopatologia, quando
scrisse due articoli nei quali, per la prima volta, parlò esplicitamente di
"Psicoanalisi" per descrivere il suo metodo di ricerca e trattamento
terapeutico. La psicoanalisi è la traduzione del neologismo impiegato da Freud
a partire dal 1896 per indicare:
Per Freud, una via privilegiata
per addentrarsi nell'Inconscio data
dall'interpretazione dei sogni. Il merito storico del fondatore della psicoanalisi
proprio quello d'aver assegnato
al sogno un significato psicologico (Individuabile attraverso il lavoro
analitico della psicoanalisi), concependo il sogno come il risultato di un
processo psichico, e non esclusivamente come un prodotto somatico. "L'interpretazione
dei sogni", pubblicato in tedesco nel 1899 con il titolo "Die Traumdeutung , ma datato 1900 per
enfatizzarne il carattere di lavoro epocale, l'opera pi famosa da lui scritta e
sta alla base degli ulteriori sviluppi del suo pensiero. All'uscita di
quest'opera, il sogno era relegato ai margini degli interessi psicologici e
gli era negata addirittura una qualsiasi validit psichica: ci aiuta a comprendere
quanto il volume freudiano, accolto con interesse e nondimeno con
sprezzanti critiche dal panorama culturale e scientifico dell'epoca, fu
rivoluzionario e pu perci essere considerato il vero e proprio manifesto
della psicoanalisi.
La "Teoria del sogno"
Secondo Freud, è dall'Inconscio dell'individuo che si originano i sogni. L'Inconscio esprime essenzialmente desideri, generalmente di carattere sessuale, che nel sogno trovano una loro "Realizzazione allucinatoria": in questo senso, il sogno è concepito da Freud come l'"Appagamento di un desiderio". Tali desideri, appunto inconsci e non accessibili all'Io, operano all'interno della psiche umana e durante la notte rafforzano i loro effetti per via della minore attività della coscienza, ed hanno dunque l'occasione d'emergere sotto forma d'immagine onirica. Essi, però, risultano angoscianti per l'Io cosciente, ma non turbano il nostro sonno perché su di loro interviene una terza istanza, la Censura, applicata dal Super - Io del soggetto sognante, che camuffa, maschera ed elabora i messaggi latenti dell'Inconscio, trasformandoli in immagini manifeste tollerabili dalla coscienza. I nostri desideri ed impulsi profondi, che sono prevalentemente di natura sessuale ed aggressiva, sono rifiutati dalla coscienza perché immorali, ed attraverso il lavoro dell'istanza di controllo della personalità, vale a dire la Censura, sono deformati sino ad essere irriconoscibili, e trovano, nel contesto del sogno, una loro rappresentazione puramente simbolica. Il significato del sogno si scopre attraverso un processo inverso a quello operato dalla Censura, ovvero tramite l'interpretazione che dal contenuto manifesto (Il sogno in quanto ricordato e riferito dal soggetto: esso può risultare incoerente o anche prendere la forma di una storia dotata di una certa coerenza, ma il racconto dei propri sogni fatto dai sognatori é sempre un'elaborazione secondaria, ovvero un rimaneggiamento che porta a renderli, in linea di massima, comprensibili) perviene al contenuto latente (Il testo originale del sogno costituito da quei desideri e da quelle idee che hanno provocato il sogno medesimo). L'interpretazione mette a nudo le distorsioni imposte dalla Censura onirica e risale dal sogno come risultato finito agli elementi per i quali é stato composto, secondo regole e meccanismi specifici. Il sogno, infatti, non é un fenomeno arbitrario e casuale, che esula totalmente dalla logica, bensì é il risultato di un lavoro dell'Inconscio, che lavora secondo una propria logica, diversa da quella della vita conscia che noi conosciamo: esso dà una veste visiva anche ad elementi che non sono tali da averla, come desideri e pensieri e le sue componenti sono formazioni sostitutive, ossia simboli e rappresentazioni indirette e figurate di conflitti o desideri inconsci; si tratta allora d'individuare che cosa simboleggi ciascuna componente del sogno.
Le leggi che regolano i sogni
Sigmund Freud è il primo a formulare una "Teoria dei sogni", che può aiutare nell'interpretazione di quest'ultimi. Per Freud, vi sono una serie di leggi che regolano la formazione del contenuto manifesto di un sogno. Capendo come si formano i sogni, è possibile, usando le stesse leggi, decrittare il contenuto latente. Tali leggi sono:
Grazie a queste regole, l'interpretazione può arrivare alla decifrazione del sogno, il quale, al termine dell'analisi, non sembrerà più un semplice racconto fatto per immagini, ma un insieme organizzato e ragionato di pensieri, tramite il quale si esprimono i desideri, nella maggior parte dei casi risalenti al passato, e precisamente all'infanzia.
L'incubo
L'incubo dal punto di vista strettamente medico - scientifico
In senso stretto, gli incubi non sono propriamente sogni. Si verificano nel quarto stadio del sonno profondo: è tipico dell'attività mentale, durante il sonno sincronizzato, il fatto che le persone non riferiscano sogni ricchi di eventi, come invece fanno nel caso di un sogno vero e proprio che si verifica durante il sonno desincronizzato. Infatti, gli incubi assumono prevalentemente la forma di immagini statiche e sfuocate, situazioni isolate, alle quali si accompagnano intense sensazioni di paralisi ed ansia, senso d'oppressione toracica e di soffocamento e palpitazioni. Al risveglio, a causa della mancanza di vivide immagini, non si serba memoria di cosa esattamente terrorizzava, ed il ricordo di cosa è accaduto è nebuloso o, più spesso, assente; rimane solo una forte paura. Nell'incubo, si ha l'impressione d'essersi misteriosamente trovati avvolti da un'atmosfera inconsueta, minacciosa, inquietante o allusiva a un pericolo imminente e sconosciuto. Poiché il sonno profondo (Stadi 3 e 4) è più abbondante all'inizio della nottata, l'incubo si verifica generalmente durante la prima ora e mezza. Nell'incubo, che, pur sembrando interminabile, non dura più di cinque minuti, il risveglio è improvviso: la persona spalanca gli occhi, è agitatissima, in preda al panico, confusa ed impaurita ed ha evidenti reazioni somatiche, come tremori, profusa sudorazione ed accelerazione del battito cardiaco e dei ritmi respiratori. Di solito non ci si risveglia mai completamente e ci si riaddormenta di nuovo. Gli incubi sono frequenti nei bambini ed insorge generalmente fra i 4 ed i 12 anni. La loro comparsa in età adulta ed il loro persistere nel tempo sono legati a situazioni di vita stressanti ed a problemi psicologici nella sfera affettiva, in particolare relativi alla mancanza di controllo dell'ansia e degli impulsi aggressivi, oppure sono dovute alla brusca interruzione di alcuni trattamenti farmacologici (Come i sonniferi barbiturici). Anche l'astinenza forzata da droghe, anfetamine ed alcol può far insorgere la comparsa di incubi. La causa dell'incubo è sconosciuta, ma si tende ad attribuirla a un disturbo nel processo di risveglio dal sonno profondo. Invece, i sogni terrifici sono vere e proprie esperienze oniriche del sonno desincronizzato (O "Fase REM"), e si verificano a notte inoltrata. Durano una quindicina di minuti e si ricordano meglio. Questi sono i sogni che producono reazioni di spavento: di solito, nelle scene oniriche, il sognatore si trova ad essere attaccato, inseguito o affogato. I sogni terrifici, più o meno ricorrenti, segnalano la presenza di un problema psicologico che preme per essere risolto in modo adeguato. I sogni terrifici, dal punto di vista soggettivo, non sono molto diversi dagli incubi, si distinguono da questi ultimi solo per la dinamicità e la vividezza delle immagini, per la complessità degli eventi e per la minor intensità delle reazioni ansiose suscitate. Gli incubi sono fenomeni rari, mentre i sogni terrorizzanti sono molto comuni. Inoltre, un'altra differenza è che i sogni terrifici, anche se ricorrenti, tendono a cambiare forma via via che l'individuo affronta i propri nuclei problematici lungo il corso della vita, mentre gli incubi sono più ripetitivi e di conseguenza si hanno le stesse immagini spaventose anche per anni (Come la tipica figura nera ai piedi del letto o gli occhi che fissano nel buio). È possibile distinguere i sogni d'angoscia in tre grosse categorie interpretative. La prima fa derivare gli incubi dalla riproduzione di esperienze traumatiche vissute dal soggetto nel passato, situazioni o pericoli alle quali la persona non ha potuto adeguatamente reagire e nelle quali fu vittima passiva. Sono queste invasioni violente nella continuità psicologica; rappresentano tentativi d'assimilare un'esperienza inammissibile, di convertire in ricordo un'esperienza inimmaginabile. Nella seconda categoria vi sono quei sogni angoscianti che si originano dai timori nei confronti dei propri impulsi, in particolar modo sessuali ed aggressivi: ognuna di queste incontrollate tendenze può trovare una rappresentazione simbolica in esseri mostruosi o animali. Rientra in questa categoria la tesi dello psicanalista Ernest Jones, secondo cui l'"Incubus", vale a dire il mostro che si insinua nel sonno e che può assumere le sembianze di un essere subumano, di un animale, di una strega, di un vampiro, di un assassino pazzo, ., rappresenta una persona, di solito un genitore, verso la quale il sognatore proietta tali impulsi. Nella terza categoria ci sono quei sogni, o esperienze semi - oniriche, che sono il prodotto mentale di semplici sensazioni d'origine corporea, come, per esempio, il formicolio di una gamba che diventa l'aggressione di un esercito di formiche. In psicoterapia, gli incubi offrono il mezzo più diretto per scoprire il vero problema che assilla la vita del soggetto, e ci si rivolge poi ai sogni ordinari per giungerne alla soluzione. Nei sogni d'angoscia, il sognatore si trova di fronte ad una situazione onirica che minaccia la sua identità; essi segnano momenti particolari della vita dell'individuo ed hanno a che fare con i travagli connessi alle svolte personali: per questo, essi sono più frequenti durante l'adolescenza e le crisi della mezza età. In psicoanalisi non si bada ai dettagli psicofisiologici, perciò incubi e sogni terrifici sono inclusi sotto la comune denominazione di "Sogni d'angoscia".
L'incubo secondo Freud
Innanzitutto, Freud opera una divisione tra "Sogni angosciosi" e "Sogni penosi", ed inoltre allude alla possibilità che dietro alcuni sogni, che apparentemente sembrano essere incubi, si celi la volontà di appagare un desiderio. Egli infatti scrive: ". Che esistano sogni da intendersi come appagamento di desiderio non è fatto nuovo, è stato osservato già da tempo dagli studiosi. Ma che esistano soltanto sogni d'appagamento di un desiderio, questa è una generalizzazione ingiustificata, che per fortuna può essere facilmente contestata. Esistono infatti molti sogni nei quali si riconosce un contenuto penosissimo, e nessun segno di un qualsiasi appagamento di desiderio. . Oltre a questi sogni [I sogni penosi], che prolungano nel sonno le varie sensazioni penose della vita, esistono anche sogni d'angoscia, nei quali questa, che è la più tremenda di tutte le sensazioni spiacevoli, ci scuote sino a risvegliarci. . Effettivamente, proprio i sogni d'angoscia sembrano non consentire la generalizzazione assiomatica dell'asserto, ., che i sogni siano appagamenti di desideri; sembrano anzi autorizzare a definire assurda tale tesi. Eppure non è molto difficile controbattere queste obiezioni, apparentemente definitive. Basta tener presente che la nostra teoria non si basa sulla valutazione del contenuto onirico manifesto, ma si riferisce al contenuto di pensieri che il lavoro d'interpretazione riconosce dietro il sogno. Noi contrapponiamo contenuto manifesto a contenuto latente. È vero che esistono sogni il cui contenuto manifesto è decisamente penoso. Ma qualcuno ha forse tentato d'interpretare questi sogni, di scoprire il loro contenuto latente? .: rimane pur sempre la possibilità che, una volta interpretati, anche i sogni penosi e angosciosi si rivelino appagamenti di desideri. .". Per Freud, i sogni d'angoscia sono il risultato di un fallimento del lavoro della Censura: senza il camuffamento operato da questa, l'Io si trova investito dai contenuti dell'inconscio. Freud scrive a proposito: "L'osservazione è che i sogni d'angoscia hanno un contenuto sfuggito alla censura. Il sogno d'angoscia è spesso lo scoperto appagamento di un desiderio, naturalmente non di un desiderio accettato, ma di un desiderio respinto. L'angoscia è l'indizio che il desiderio represso si è mostrato più forte della Censura, che il desiderio ha imposto, o era in procinto d'imporre, il proprio appagamento contro la censura.". Tali sogni mettono il sognatore di fronte a desideri, pensieri e ricordi che egli ha rinnegato e non riconosce come propri. Inoltre, aggiunge che: "L'angoscia è un impulso libidico, che parte dall'inconscio e viene inibito dal preconscio. Là dove dunque nel sogno la sensazione di inibizione è unita ad angoscia, deve trattarsi di un volere che un tempo era atto a sviluppare libido, dunque un impulso sessuale.". Vediamo ora come il medico viennese tratta i sogni penosi e i sogni d'angoscia.
I sogni penosi
Ne "L'interpretazione dei sogni", Freud esamina varie tipologie di sogni penosi, rappresentanti un male o una situazione di pericolo, che incombono sul soggetto colpito da questa esperienza. Componente fondamentale e comune a tutti è proprio la presenza di situazioni che riguardano la minaccia di un evento gravissimo. Freud, però, ne distingue diverse tipologie, suddividendoli e classificandoli in base al contenuto, alla causa scatenante o al suo significato psicologico. Riporto quindi di seguito le diverse categorie su cui Freud si sofferma, correlandole con vari esempi, che egli stesso ha avuto modo di riscontrare nei propri pazienti.
È da notare come praticamente tutti gli stimoli esterni siano per noi fonte di disturbo per il nostro sonno, causandoci incubi, e come, invece, non siano mai evocatori di sogni e sensazioni piacevoli.
Infine, con attenzione ai contenuti, è da notare che le esperienze esistenziali cui questo tipo di rappresentazioni sono riconducibili sono essenzialmente tre e sono identificabili con i passaggi fondamentali dell'esistenza umana, vale a dire la nascita, l'esperienza sessuale e la morte: il passaggio per ambienti stretti o la permanenza nell'acqua rappresentano la nascita, mentre apparizioni maligne o sogni di esami possono simbolizzare l'esperienza sessuale. I sogni di morte più comuni, invece, hanno come oggetto più che la propria la morte, la morte di persone care.
I sogni d'angoscia
Freud dedica tutto il quarto capitolo della sua opera alla deformazione nel sogno ed in questo illustra il rapporto presente tra sogni angosciosi e desideri nascosti. Egli infatti scrive: "Se ora io affermo che il senso di ogni sogno è l'appagamento di un desiderio, vale a dire che non esistono altri sogni oltre ai sogni di desiderio, sono convinto a priori d'incontrare l'opposizione più decisa. [.]. Esistono infatti molti sogni nei quali si riconosce un contenuto penosissimo, e nessun segno di un qualsiasi appagamento di desiderio. [.], Florence Hallam e Sarah Weed, [.], hanno persino espresso statisticamente la preponderanza del dispiacere nei sogni.³ Esse affermano che il 57, 2 per cento dei sogni è "penoso" e soltanto il 28, 6 per centro sicuramente "piacevole". Oltre a questi sogni, che prolungano nel sonno le varie sensazioni penose della vita, esistono anche sogni d'angoscia, nei quali questa, che è la più tremenda di tutte le sensazioni spiacevoli, ci scuote sino a risvegliarci. [.]. Effettivamente, proprio i sogni d'angoscia sembrano non consentire la generalizzazione assiomatica dell'asserto, [.], che i sogni siano appagamenti di desideri; sembrano anzi autorizzare a definire assurda tale tesi. Eppure non è molto difficile controbattere queste obiezioni, [.]. Basta tener presente che la nostra teoria non si basa sulla valutazione del contenuto onirico manifesto, ma si riferisce al contenuto di pensieri che il lavoro d'interpretazione riconosce dietro il sogno. Noi contrapponiamo contenuto manifesto a contenuto latente. È vero che esistono sogni il cui contenuto manifesto è decisamente penoso. Ma qualcuno ha forse tentato di interpretare questi sogni, di scoprire il loro contenuto latente? [.] ciò è possibile se si è verificata una deformazione del sogno e se il contenuto penoso serve soltanto a mascherarne un altro desiderato. [.]. La sensazione spiacevole determinata da tali sogni si identifica probabilmente con la ripugnanza che vorrebbe trattenerci - di solito con successo - dal trattare o considerare questi argomenti, ripugnanza che dobbiamo superare quando ci vediamo costretti ad affrontarli. Questa sensazione penosa, che ritorna anche in sogno, non esclude però l'esistenza di un desiderio. In ogni uomo esistono desideri che non vorrebbe comunicare agli altri e desideri che non vuole neppure confessare a sé stesso. [.], questi sogni sono così deformati e l'appagamento del desiderio è mascherato sino al punto da essere irriconoscibile, perché esiste una ripugnanza, un'intenzione di rimozione, di fronte all'argomento del sogno o al desiderio che da esso deriva. La deformazione onirica si rivela quindi, in realtà, un atto della censura. [.]. Rimangono ora i sogni d'angoscia, come particolare sottospecie dei sogni di contenuto penoso, e sarà molto difficile per i profani concepirli come sogni di desiderio. Basterà qui un brevissimo accenno: non si tratta di un nuovo aspetto del problema del sogno, che si rivelerebbe in essi; si tratta piuttosto, in questo caso, di comprendere l'angoscia nevrotica in generale. L'angoscia che proviamo in sogno si spiega solo in apparenza col contenuto del sogno. Se questo contenuto vien sottoposto all'interpretazione, notiamo che l'angoscia non è meglio giustificata dal contenuto del sogno di quel che l'angoscia di una fobia sia giustificata dalla rappresentazione cui la fobia è legata. Per esempio, è vero che si può cadere dalla finestra, e quindi si ha ragione di usare una certa prudenza vicino alla finestra; non si capisce invece perché, nella fobia corrispondente, l'angoscia sia così grande e perseguiti l'ammalato molto al di là della sua ragione concreta. La stessa spiegazione risulta quindi valida sia per la fobia sia per il sogno d'angoscia. In entrambi i casi l'angoscia è soltanto saldata alla rappresentazione che l'accompagna e ha un'altra origine. A causa di questa intima connessione fra angoscia onirica e angoscia nevrotica, per spiegare la prima son costretto a rinviare alla spiegazione della seconda. In un piccolo saggio sulla nevrosi d'angoscia, ho sostenuto a suo tempo che l'angoscia nevrotica proviene dalla vita sessuale e corrisponde a una libido deviata dalla sua destinazione e non utilizzata. In seguito, questo formula si è rivelata sempre più valida. Se ne può dedurre l'assioma che i sogni d'angoscia sono sogni di contenuto sessuale, la cui libido si è trasformata in angoscia. [.].";"Che un processo psichico il quale sviluppa angoscia possa essere ciononostante l'appagamento di un desiderio, è nozione che non presenta più per noi, da molto tempo, alcunché di contraddittorio. Sappiamo offrire come spiegazione il fatto che il desiderio appartiene a un sistema, l'Inc, mentre il sistema del Prec ha rifiutato e represso questo desiderio La sottomissione dell'Inc al Prec non è assoluta, nemmeno in caso di perfetta salute psichica; la misura di questa repressione esprime il grado della nostra normalità psichica. [.] la repressione dell'Inc diventa necessaria soprattutto perché il flusso delle rappresentazioni, lasciato a s stesso, svilupperebbe nell'Inc uno stato affettivo, che originariamente aveva carattere di piacere, ma che, dopo la rimozione, ha carattere di dispiacere. La repressione ha lo scopo, e ottiene il risultato, di impedire questo sviluppo di dispiacere. La repressione si estende al contenuto rappresentativo dell'Inc, perché da esso potrebbe aversi lo sprigionamento di dispiacere. [.]. Il pericolo, quando cessa l'investimento energetico da parte del Prec, consiste quindi nel fatto che gli eccitamenti inconsci sprigionano uno stato affettivo che, in conseguenza della rimozione precedente, può essere provato soltanto come dispiacere, come angoscia. [.], la teoria del sogno d'angoscia fa parte della psicologia delle nevrosi. [.]: avendo affermato che l'angoscia nevrotica ha origine sessuale, posso sottoporre ad analisi alcuni sogni d'angoscia, per dimostrare il materiale sessuale esistente nel loro contenuto latente . Ho buoni motivi per rinunciare a tutti gli esempi che mi vengono offerti in gran numero da pazienti nevrotici e per preferire sogni d'angoscia di persone giovani. Personalmente, da decenni non ho più un vero e proprio sogno d'angoscia. Ne ricordo uno avuto a sette od otto anni, che ho sottoposto all'interpretazione trent'anni dopo. Era un sogno molto vivido e mi mostrava la cara mamma con un'espressione del volto singolarmente calma, assopita, che veniva portata in camera e deposta sul letto da due (O tre) persone con becchi d'uccello. Mi svegliai piangendo e urlando e disturbai il sonno dei genitori. Le figure lunghissime, con strani drappeggi e becchi d'uccello, provenivano dalle illustrazioni della Bibbia di Philippson ; credo che fossero divinità con teste di sparviero di un bassorilievo sepolcrale egizio. Ma oltre a ciò, l'analisi mi fornisce il ricordo del figlio maleducato di un portinaio, che di solito giocava con noi bambini nel prato dinanzi alla casa; direi che si chiamasse Philipp. Ho poi l'impressione di aver udito per la prima volta da quel ragazzo la parola volgare che definisce il rapporto sessuale e che nelle persone colte è sostituita unicamente da un termine latino, co - ire ; essa è però contrassegnata in modo abbastanza chiaro dalla scelta delle teste di sparviero . Debbo avere indovinato il significato sessuale della parola dall'espressione del volto del navigato maestrino. L'espressione della madre nel sogno era mutata dal volto del nonno, che avevo visto nell'affanno del coma, alcuni giorni prima della sua morte. Dunque l'interpretazione data nel sogno all'elaborazione secondaria dev'essere stata: "la mamma muore"; anche il bassorilievo sepolcrale vi si accorda. In quest'angoscia mi svegliai e non smisi di piangere sinché non ebbi destato i genitori. Ricordo che mi calmai improvvisamente non appena vidi mia madre, come avessi avuto bisogno della rassicurazione: "dunque non è morta". Quest'interpretazione secondaria è però avvenuta già sotto l'influsso dell'angoscia preesistente. Non ero angosciato perché avevo sognato che la mamma moriva; piuttosto, nell'elaborazione preconscia avevo interpretato il sogno in questo modo, perché ero già dominato dall'angoscia. L'angoscia però può essere ricondotta, mediante la rimozione, a un'oscura veglia, palesemente sessuale, che aveva trovato espressione appropriata nel contenuto visivo del sogno. Un uomo di ventisett'anni, gravemente sofferente da un anno, ha sognato ripetutamente con intensa angoscia, fra gli undici e i tredici anni, un uomo con un'accetta che lo insegue; egli vorrebbe correre ma è come paralizzato e non riesce a muoversi. Questo è certamente un buon esempio di sogno d'angoscia molto comune e sessualmente non sospetto. Nel corso dell'analisi, il sognatore s'imbatte dapprima in un racconto, posteriore al sogno, di suo zio: era stato assalito di notte, per strada, da un losco individuo. Egli stesso conclude da quest'associazione che all'epoca del sogno può aver avuto notizia di un episodio simile. Quanto all'accetta, ricorda che a quell'età si era un giorno ferito alla mano spaccando legna con l'accetta. Passa quindi direttamente al suo rapporto col fratello minore, che era solito maltrattare e gettare a terra; si ricorda in modo particolare di una volta in cui l'aveva colpito alla testa con uno stivale, tanto da farlo sanguinare, e sua madre aveva poi detto: "Ho paura che un giorno o l'altro l'ammazzerà." Mentre sembra fermo all'argomento della violenza, improvvisamente emerge in lui un ricordo di quando aveva nove anni. I genitori erano giunti a casa tardi ed erano andati a letto mentre egli fingeva di dormire; aveva poi udito un respirare affannoso, insieme a rumori che gli parvero inquietanti ed era anche riuscito a indovinare la posizione dei due a letto. Il corso dei suoi pensieri mostra ch'egli aveva stabilito un'analogia tra questo rapporto dei genitori e il suo col fratello minore. Riassunse quel che era accaduto fra i genitori nel concetto: violenza e, zuffa, concezione che trovava conferma nell'aver egli osservato spesso del sangue nel letto della madre. Che il rapporto sessuale degli adulti appaia inquietante ai bambini che lo notano e desti in loro angoscia è, vorrei dire, un fatto di esperienza quotidiana. Ho spiegato quest'angoscia dicendo che si tratta di un eccitamento sessuale, che essi non dominano con la comprensione, anche perché va incontro a un rifiuto dal momento che vi sono coinvolti i genitori, e perciò si tramuta in angoscia. In un periodo di vita ancora precedente, [.], l'impulso sessuale per il genitore di sesso opposto non soggiace ancora alla rimozione e si manifesta liberamente. Applicherei senza esitazioni la stessa spiegazione alle crisi di angoscia notturna con allucinazioni (pavor nocturnus), tanto frequenti nei bambini. Anche in questo caso non può trattarsi che di impulsi sessuali incompresi e respinti; annotandoli, ne risulterebbe probabilmente anche una periodicità temporale, poiché un incremento della libido sessuale può essere prodotto tanto da impressioni eccitanti casuali, quanto dai processi di sviluppo spontanei, che si verificano a spinte. [.]. Ai pediatri invece sembra mancare l'unico punto di vista che consente la comprensione dell'intera serie di fenomeni, sia dal lato somatico sia da quello psichico. Quale buffo esempio della possibilità di mancare per poco la comprensione di casi del genere, perché accecati dai paraocchi della mitologia medica, vorrei citare il caso che ho scoperto nella tesi sul pavor nocturnus di Debacker . Un ragazzo tredicenne, di salute cagionevole, incominciò a diventare pauroso e trasognato; il suo sonno si fece inquieto, interrotto quasi tutte le settimane da una grave crisi d'angoscia con allucinazioni. Il ricordo di questi sogni era sempre molto chiaro. Egli fu pertanto in condizione di raccontare che il diavolo gli aveva gridato: "Ora ti abbiamo, ora ti abbiamo", e poi c'era odore di pece e di zolfo e il fuoco bruciava la sua pelle. Da questo sogni si svegliava spaventato senza riuscire in un primo tempo a gridare, finché liberava la voce e lo si udiva dire chiaramente: "No, no, non me, io non ho fatto nulla." Oppure: "No, per favore, non lo farò mai più." Alcune volte disse anche: "Alberto non l'ha fatto." In seguitò evitò di svestirsi "perché il fuoco lo afferrava soltanto quand'era svestito". Nel bel mezzo di questi sogni del diavolo, che minavano la sua salute, venne mandato in campagna dove nel giro di un anno e mezzo si riprese; un giorno, a quindici anni, confessò: "Non osavo confessarlo, ma sentivo continuamente pizzicore ed eccitazione nelle parti; alla fine la cosa mi snervava tanto che più volte ho pensato di gettarmi dalla finestra del dormitorio." Non è difficile davvero indovinare: 1) che in anni precedenti il ragazzo si era masturbato, probabilmente l'aveva negato ed era stato minacciato di gravi punizioni per il suo viziaccio (la sua confessione: "Non lo farò più", il suo negare: "Alberto non l'ha fatto"); 2) che sotto l'impeto della pubertà si era ridestata nel pizzicore ai genitali la tentazione di masturbarsi; che però in quel momento 3) esplodeva in lui una lotta di rimozione, che reprimeva la libido e la trasformava in angoscia, la quale accettava a posteriori le punizioni che erano state allora minacciate. Sentiamo invece le conclusioni del nostro autore: "Risulta da quest'osservazione:
"1) Che l'influenza della pubertà può provocare, in un ragazzo di salute debilitata, uno stato di grande debolezza, e che può quindi verificarsi un'anemia cerebrale di grado assai considerevole.
"2) Quest'anemia cerebrale produce un mutamento del carattere, allucinazioni demonomaniache e stati d'angoscia notturna, fors'anche diurna, molto intensi.
"3) La demonomania e gli autorimproveri del ragazzo risalgono all'influenza di un'educazione religiosa, che aveva agito su di lui bambino.
"4) Tutti i fenomeni sono scomparsi dopo la pubertà, in seguito a un soggiorno in campagna piuttosto lungo, con esercizi fisici e reintegrazione delle forze.
"5) Forse è lecito attribuire all'ereditarietà e alla vecchi sifilide del padre un'influenza predisponente sull'insorgere dello stato celebrare del bambino."
Conclusione: "Abbiamo inserito quest'osservazione nel quadro dei deliri apiretici d'inanizione, perché attribuiamo questo caso particolare a ischemia celebrale."
Una delle cause scatenanti di questo tipo di sogni è identificata con uno stato d'animo derivante da residui diurni: "[.]. Nella psiche del dormiente può essere contenuta, come elemento dominante, una inclinazione affettiva che noi chiamiamo "stato d'animo" che può quindi contribuire a determinare il sogno. Questo stato d'animo può derivare da eventi e pensieri del giorno o avere fonti somatiche; in entrambi i casi sarà accompagnato da corrispondenti decorsi ideativi. [.]. Stati d'animo penosi durante il sonno diventano forze motrici del sogno in quanto destano energici desideri che il sogno deve appagare. Il materiale cui essi si ancorano viene rielaborato, sinché diventa utilizzabile per esprimere l'appagamento di un desiderio. Quanto più intenso e dominante nei pensieri del sogno è lo stato d'animo penoso, con tanto maggiore sicurezza gli impulsi di desiderio più intensamente repressi coglieranno l'occasione per essere rappresentati. Infatti, nell'esistenza attuale del dispiacere, che dovrebbero altrimenti creare da soli, essi trovano già compiuta la parte più difficile del lavoro che li porta a farsi largo nella rappresentazione onirica. [.].". Agli incubi derivanti da residui diurni appartengono quelli di punizione: "Non è il caso di sottovalutare le intensità psichiche che attraverso questi residui della vita diurna vengono introdotte nello stato di sonno, [.]. Di certo questi eccitamenti lottano anche di notte per esprimersi; [.]. Ma come si comportano nei confronti del sogno i residui diurni preconsci? Non v'è dubbio che essi penetrano copiosamente nel sogno, che si servono del contenuto onirico per imporsi alla coscienza anche di notte; anzi a volte essi dominano questo contenuto, lo costringono a continuare il lavoro diurno. È certo altresì che i residui diurni possono avere qualsiasi altro carattere oltre quello di desiderio; [.]. Forse è opportuno trattare lo stesso problema anche in un'altra forma: vedere cioè come si comporta il sogno, quando nei pensieri onirici gli viene offerto un materiale in piena contraddizione con l'appagamento di un desiderio, ossia preoccupazioni fondate, considerazioni dolorose, giudizi penosi. La varietà dei risultati possibili ammette allora la seguente articolazione: a) il lavoro onirico riesce a sostituire tutte le rappresentazioni penose con rappresentazioni opposte, e a reprimere i corrispondenti affetti spiacevoli. Ne risulta perciò un sogno di pura soddisfazione, un tangibile appagamento di desiderio, [.]; b) le rappresentazioni penose giungono più o meno modificate, ma ben riconoscibili, nel contenuto onirico manifesto. [.]. Tali sogni di contenuto penoso possono essere vissuti come indifferenti, oppure possono portare con sé tutte le emozioni penose che sembrano giustificate dal loro contenuto rappresentativo; oppure possono persino, sviluppando angoscia, portare al risveglio. L'analisi prova poi che anche questi sogni spiacevoli sono appagamenti di desideri. Un desiderio inconscio e rimosso, il cui appagamento non potrebbe essere vissuto dall'Io del sognatore se non in modo penoso, si è servito dell'occasione offertagli dal permanere dei residui diurni penosi, ha prestato loro il suo appoggio e con ciò ha dato loro facoltà di entrare nel sogno. Ma, mentre nel caso a il desiderio inconscio coincideva con quello conscio, nel caso b il dissidio tra l'inconscio e il conscio - tra materiale rimosso e Io - viene messo a nudo [.]. La soddisfazione per l'appagamento del desiderio rimosso può riuscire tanto grande da compensare i sentimenti penosi connessi ai residui diurni [.]; in questo caso il sogno risulta di tonalità affettiva indifferente, anche se da un lato è l'appagamento di un desiderio, dall'altro quello di un timore. Oppure può anche accadere che l'Io dormiente prenda parte ancor più attiva alla formazione del sogno, che reagisca con violenta indignazione all'avvenuta soddisfazione del desiderio rimosso e ponga fine al sogno stesso in situazione d'angoscia. Non è dunque difficile riconoscere che i sogni spiacevoli e quelli angosciosi sono appagamenti di desiderio dal punto di vista della nostra teoria, allo stesso modo dei puri sogni di soddisfazione. Sogni spiacevoli possono essere anche sogni di punizione. [.]. Ciò che essi appagano è sempre un desiderio inconscio, il desiderio cioè di una punizione inflitta al sognatore per un moto di desiderio illecito rimosso. [.]; nei sogni di punizione, si tratta sempre di un desiderio inconscio, che però dobbiamo attribuire non al materiale rimosso, bensì all'"Io". [.]. Osservo soltanto che i sogni di punizione non sono condizionati in generale da residui diurni penosi. Sorgono anzi, con estrema facilità, nella condizione opposta, quando cioè i residui diurni sono pensieri di soddisfazione, che però esprimono soddisfazioni illecite. [.].".
Ma a volte questi, soprattutto se sono molto frequenti, in persone nelle quali l'equilibrio psichico è già instabile, possono dare origine a vere e proprie malattie mentali: "A proposito dei rapporti clinici ed etiologici tra sogno e psicosi mi sembra opportuno comunicare le seguenti osservazioni paradigmatiche. Hohnbaum riferisce che il primo accesso di follia deriva spesso da un sogno angoscioso, terrificante, e che l'idea prevalente è in rapporto con questo sogno¹ . De Sanctis riporta osservazioni analoghe fatte su paranoici, e in alcune di queste rileva che il sogno è la "Vera causa determinante della follia". [.]. Il sogno ci viene qui presentato come etiologia del disturbo mentale, quantunque per rendere ragione del fatto si potrebbe anche dire che il disturbo mentale ha avuto la sua prima manifestazione nella vita onirica, si è aperto un varco dapprima nel sogno. In altri casi la vita onirica contiene i sintomi morbosi, oppure la psicosi rimane limitata alla vita del sogno. Thomayer richiama la nostra attenzione su sogni angosciosi che devono essere considerati come equivalenti di attacchi epilettici
Note
¹ = J. Börner, "Das Alpdürcken, seine Begründung und Verhütung" (Wurzburg
² = [Vedi W. Stekel, Jb. psychoanal. psychopat. Forsch., vol. 1, 458 (1909). Questo capoverso è stato aggiunto nel 1925.]
³ = F. Hallam e S. Weed, Amer. J. Psychol., vol. 7, 499 (1896).
= Legittimità di separare dalla nevrastenia un preciso complesso di sintomi come "nevrosi d'angoscia" (1894). [.]
= [I punti di vista successivi di Freud sulla relazione tra libido e angoscia sono trattati in Inibizione, sintomo e angoscia (1925).]
= [Nota aggiunta nel 1919] "Un secondo momento, assai più rilevante e penetrante, ma ugualmente trascurato dai profani è il seguente. L'appagamento di un desiderio dovrebbe di certo recar piacere ma, ci si chiede, a chi? Naturalmente, a colui che prova il desiderio. Sappiamo però che il sognatore intrattiene coi propri desideri un rapporto del tutto speciale. Li rigetta, li censura, in breve non li vuole. Un loro appagamento può quindi non arrecargli alcun piacere, bensì soltanto il contrario del piacere. E l'esperienza c'insegna che questo contrario - il quale dev'essere ancora spiegato - compare in forma di angoscia. Il sognatore può dunque essere paragonato, nel suo rapporto coi propri desideri onirici, soltanto alla somma di due persone, congiunte tuttavia fra loro da molti elementi comuni. [.]." (Introduzione alla psicoanalisi [1915 - 17, pp. 195 sg.].)
= [Alcune delle considerazioni che seguono andrebbero riviste alla luce delle concezioni freudiane successive sull'angoscia. [.]]
Die israelitische Bibel, in ebraico e tedesco (Lipsia 1839 - 54, 2S ed. 1858) con xilografie: probabilmente Freud si riferisce alle illustrazioni di divinità egizie che figurano nel Deuteronomio, cap. 4.]
= [Andare insieme; da cui coitus, accoppiamento]
= [Il termine tedesco cui Freud si riferisce è vögeln (Da Vogel = uccello), analogo all'italiano "Uccellare".]
= F. Debacker, Des hallucinations et terreurs nocturnes chez les enfants (Parigi 1881) p. 66.
= Il corsivo è mio; del resto, inequivocabile.
= Ibid., p. 69.
= Il corsivo è mio.
= [Hohnbaum, in C. F. Nasse, Jb. Anthrop., vol. 1, 124 (1830).] Citato da Krauss, loc. cit., vol. 15, 619.
= S. Thomayer e Simerka, Rev. Neurol., vol. 5, 98 (1897).
|
Appunti Pittura disegno | |
Tesine Musica | |
Lezioni Gioco | |