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La modernità e la velocità nell'arte futurista




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Storia dell'Arte


" . Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità.

Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente..

(Manifesto del Futurismo, pubblicato su Le Figaro, 20 febbraio 1909




La modernità e la velocità nell'arte futurista





La pittura futurista ha molte analogie con il cubismo e qualche notevole differenza. Il cubismo scomponeva l'oggetto in varie immagini e poi le ricomponeva in una nuova rappresentazione. Il futurismo non intersecava diverse immagini della stessa cosa ma interseca direttamente diverse cose tra loro. Il risultato stilistico a cui si giungeva era, però, molto simile ed affine. Del resto, non bisogna dimenticare che gli artisti futuristi erano ben a conoscenza di ciò che il cubismo faceva in Francia. Non solo perché il futurismo nacque, di fatto, a Parigi con Marinetti, ma anche perché uno di loro, Gino Severini, viveva ed operava nella capitale francese. Nel 1912 si tenne a Parigi la prima mostra futurista: nelle opere esposte fu possibile individuare la direzione in cui si muoveva la ricerca espressiva del gruppo, che a partire da una base divisionista sviluppava una tendenza più generale ad annullare l'opposizione tra figura e ambiente e a rivedere lo stesso concetto di forma, non più ritratta nella sua fissità ma nel dinamismo del movimento. Fondamentale per il processo di graduale definizione teorica e stilistica del futurismo pittorico fu la conoscenza delle opere di Picasso e dei cubisti, che diede l'impulso decisivo all'elaborazione di una tecnica all'altezza della poetica formulata, in grado di rendere il movimento dei corpi, la simultaneità degli eventi, la compenetrazione e la disgregazione degli spazi.

Ciò che invece distingue principalmente i movimenti cubista e futurista fu soprattutto il diverso valore dato al tempo. Come detto, la dimensione temporale era già stata introdotta nella pittura dal cubismo. Ma si trattava di un tempo lento, fatto di osservazione, riflessione e meditazione. Il futurismo ha invece il culto del tempo veloce. Del dinamismo che agita tutto e deforma l'immagine delle cose.

È proprio la velocità il parametro estetico della modernità; nei quadri futuristi, la velocità si traduceva in linee di forza rette che davano l'idea della scia che lasciava un oggetto che correva a grande velocità. Mentre in altri quadri, soprattutto di Balla, la sensazione dinamica era ricercata come moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. Così che le innumerevoli gambe che compaiono su un suo quadro non appartengono a più persone, ma sempre alla stessa bambina vista nell'atto di correre («Bambina che corre sul balcone»).



Luigi Russolo nasce il primo maggio 1885 a Portogruaro, in provincia di Venezia. L'incontro milanese tra Marinetti e i giovani pittori Boccioni, Carrà e Rus­solo frutta la duplice redazione del Manifesto dei pittori futuristi, l'11 febbraio 1910, e La pittura futurista. Manifesto tecnico, l'11 aprile 1910, oltre che una produzione pittorica che inizia a definirsi nell'applicazione effettiva dei principi affermati, pur rimanendo ancora influenzata dalla precedente attività simbolista e divisionista. La mostra alla Galerie Bernheim-Jeune di Parigi, nel febbraio 1912, inaugura il Grand Tour europeo dei pittori futuristi, Russolo in queste oc­casioni espone con successo le sue più importanti tele futuriste, tra cui Di­namismo di un'automobile.

Nel 1933, si stabilisce a Cerro di Laveno e stende un trattato filosofico, Al di là della materia, edito nel 1938. In quello stesso anno ritorna alla pittura con un'unica opera che anticipa la sua nuova, prolifica fase pittorica. Si impegna in una produzione di carattere figurativo, composta da più di cento dipinti in cui prevale la quiete dell'animo pacificato dell'artista filosofo, distaccato dal contingente.

Luigi Russolo muore a Cerro di Laveno il 4 febbraio 1947.












Dinamismo di un'automobile


(1912-1913, olio su tela, 106 x 140 cm, Georges Pompidou Center, Paris.)


Quest'opera di Luigi Russolo rappresenta al meglio il connubio tra arte, velocità e motori.

Il soggetto raffigura un'automobile che, ad una prima vista, appare semplificata e stilizzata; in realtà sembra esserci una sorta di involucro esterno che indica la velocità che pervade l'auto. È proprio una sorta di aura che avvolge la carrozzeria di un'autovettura dei primi del '900; ad una più attenta vista si possono infatti anche scorgerne i particolari.

Il colore che caratterizza l'auto è il blu in tutte le sue sfumature e si contrappone al rosso e al giallo che  dominano lo sfondo.

L'armonia curvilinea dell'auto viene a tagliare le linee oblique della base del quadro e ne è reciprocamente frammentata: l'auto penetra lo spazio e ne è a sua volta penetrata.

L'idea di dinamismo è data anche dalla scelta dei colori prima accennata. L'auto è blu, fredda e con il suo moto viene a interrompere una successione di forme triangolari colorate, caratterizzate dai toni caldi del rosso. Questi triangoli indicano e seguono il movimento dell'auto da destra verso sinistra.

Tale artificio è stato reso rappresentando linee oblique che, procedendo nel moto, tendono ad aprirsi sempre di più: in poche parole i triangoli a destra sono acutangoli, a sinistra ottusangoli fin quasi a raddrizzarsi. Tali figure ricostruiscono lo spostamento reciproco della folla al passaggio della vettura e quello della vettura stessa all'interno della folla. Il giallo che ogni tanto inframmezza lo sfondo sta ad indicare lo scorrere rapido e dinamico delle ruote su una ipotetica strada, tanto che sembra quasi di avvertire il rumore prodotto dal loro attrito.

L'aspetto sonoro è fondamentale per Russolo che, in sperimentazioni artistiche successive, abbandonò la pittura per darsi alla costruzione di strumenti in grado di riprodurre i suoni pulsanti delle metropoli.

L'espediente di confondere le sensazioni, in questo caso visive con auditive, ovvero la sinestesia, si realizza appieno in quest'opera grazie alle scelte grafiche e cromatiche di colori complementari.




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