La Cupola del Duomo di
Firenze
Dopo aver perso il concorso per la seconda porta del
Battistero di Firenze, Brunelleschi parte insieme a Donatello per Roma, dove si
stabilì per circa dieci anni. In questo periodo studiò in particolar modo il
mondo classico. Tornato a Firenze nel 1416, partecipa al concorso per la
costruzione della cupola di S. Maria del Fiore. Per realizzare tale progetto si
dovevano risolvere dei problemi di natura tecnica e formale. Era infatti
difficile trovare le maestranze in grado di portare avanti un progetto talmente
ambizioso nonché le stesse attrezzature che occorrevano alla sua realizzazione.
Un altro problema era quello di riuscire a costruire una cupola che si
inserisse perfettamente nel contesto architettonico preesistente.
La base della cupola era già stata realizzata, ed aveva una forma ottagonale,
elemento che avrebbe senz'altro influenzato la stesura del progetto.
Brunelleschi progetta una cupola autoportante, che quindi non aveva bisogno di
centine o impalcature per essere realizzata, e con una forma ad ogiva tipica
del periodo gotico. La cupola è formata da due strati paralleli; la parte
interna, più spessa e pesante di quella esterna, scarica il proprio peso sulla
parte interna tramite elementi orizzontali; le due cupole sono autoportanti
grazie ad una struttura a 'spina di pesce'. Con questa struttura ogni
mattone scarica il proprio peso su quello precedente, e l'ultimo sulla base
della cupola. La struttura a spina di pesce è tipica dell'età romana e
Brunelleschi infatti trae spunto dal Pantheon. In questo modo si venivano a
creare spazi tra i mattoni di una volta e quelli della volta accanto, questi
spazi vennero colmati da elementi che collocati fra una vela ed un'altra
bloccavano le spinte laterali dei mattoni.
Questi costoloni sono di cotto nella parte interna e di marmo bianco di Carrara
nella parte esterna. Fra le due cupole c'è una scala che serviva agli operai
per montare le vele. Tutta la cupola si conclude in alto con una lanterna di
marmo bianco, alla quale convergono gli otto costoloni. Il tamburo della cupola
non era preparato a sostenere un peso così grande, quindi Brunelleschi progettò
dei contrafforti, detti 'tribune morte', decorati all'esterno
con nicchie cieche intervallate da colonne binate con fusto liscio e capitello
corinzio. Queste tribune morte creano con le tre absidi un'alternanza di pieni
e di vuoti.