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Jacques-Louis David




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Jacques-Louis David


Biografia                 

Nacque a Parigi il 30 agosto 1748; la madre proveniva da una stirpe di architetti: una famiglia agiata e solida che fu improvvisamente sconvolta nel dalla morte del padre, ucciso in un duello. Il giovane David fu affidato alle cure di due zii architetti che gli assicurarono una solida educazione classica iscrivendolo al prestigioso collegio Dormans-Beauvais. Sotto la guida di Vien, David cominciò a pensare al Prix de Rome, il prestigioso premio riservato ai giovani artisti che gli avrebbe consentito di completare gli studi in Italia. I suoi primi tre tentativi furono fallimentari, ma nel si aggiudicò il premio con il dipinto 'Antioco e Stratonice'.L'anno successivo partì per Roma dove rimase per cinque anni.Durante il periodo trascorso a Roma, David fu molto prolifico soprattutto nei disegni, che riproducevano principalmente medaglie e sculture antiche, e studiò con grande attenzione i grandi maestri del Rinascimento (Michelangelo, Caravaggio e soprattutto Raffaello). Al suo ritorno a Parigi visse un periodo di grande ispirazione.Nel 1783 trionfò al Salon con il quadro 'Compianto di Andromaca sul corpo di Ettore' che gli consentì di entrare a pieno titolo nell'Accademia. Nel 1785 accrebbe la sua fama esponendo al Salon di Parigi 'Il giuramento degli Orazi'.Il dipinto assunse grande importanza soprattutto perché riuscì a rappresentare lo stato d'animo di quel delicato periodo. In Francia, infatti, le avvisaglie del malcontento politico e sociale stavano diventando sempre più evidenti.Nel 1789 David si trovò coinvolto nella sommossa.Nel 1792 fu eletto deputato di Parigi nell'Assemblea Costituente e la sua preoccupazione principale fu quella di sradicare la natura elitaria dell'Accademia.La sua attività non si limitò all'arte: David si unì agli elementi più estremisti dell'Assemblea.Imprigionato nell'agosto del 1794, rimase in bilico per alcuni mesi tra la condanna a morte e l'assoluzione, finché riuscì a farsi rilasciare. L'artista fu costretto per un certo periodo a tenere nascoste le sue idee rivoluzionarie ed assunse un atteggiamento conciliante, eseguendo dipinti che non alludevano a temi politici.Ma nel 1797 restò affascinato dall'entrata trionfale di Napoleone Bonaparte a Parigi e si votò immediatamente alla sua causa con lo stesso fervore che aveva provato per la Rivoluzione.Napoleone incoraggiò questo atto di devozione, anche se non fu sempre entusiasta dei risultati. David fu scelto da Napoleone perché immortalasse la gloria del suo dominio imperiale.Ma a David questo ruolo non si addiceva e il suo lavoro ne risentì.Rimase fedele a Napoleone fino alla fine firmando i cosiddetti 'acts additionels', un giuramento che ripudiava la monarchia, e fu costretto a fuggire quando Napoleone venne sconfitto a Waterloo (1815).Si rifugiò in Svizzera prima di stabilirsi a Bruxelles, nel 1816, dove trascorse gli ultimi dieci anni di vita.Ricevette una generosa offerta dal re di Prussia, che lo invitò ad assumere la carica di direttore delle Belle Arti a Berlino, ma rifiutò non avendo più alcuna ambizione artistica o di carriera. David trascorse gli ultimi anni dipingendo ritratti o dipinti di soggetto mitologico.Nel febbraio del 1824 venne investito da una carrozza mentre tornava a casa da teatro e, ormai sessantaseienne, non riuscì più a riprendersi. L'anno successivo fu vittima di un attacco apoplettico che lo condusse alla morte il 29 dicembre.


La morte di Marat olio su tela, 1793, 165x128, Bruxelles- Musees Royaux des Beaux-Arts

Il dipinto raffigura il celebre rivoluzionario francese Jean-Paul Marat che giace nella propria vasca da bagno dove è stato da poco pugnalato a morte da una giovane monarchica, Charlotte Corday, e stringe ancora in mano la lettera macchiata di sangue scritta dalla donna. Marat, nel momento in cui fu assassinato, stava rispondendo ad una donna che gli aveva scritto perché era in difficoltà finanziarie: pur non essendo ricco, le stava inviando un assegno che si intravede sul piccolo tavolino affianco al calamaio. Il particolare è da David volutamente inserito nel tessuto narrativo della scena per sottolineare come Marat fosse una persona di animo generoso.

Il turbante, indossato per alleviare una malattia cronica della pelle, contribuisce ad evocare l'impressione di essere di fronte ad un eroe classico.

Mentre la vita si spegne, un braccio cade al suolo, portando l'attenzione dell'osservatore dapprima verso la sua mano che regge una penna d'oca e da qui al punto focale, al centro della tela, per sottolineare come Marat lavorasse per il suo popolo.Su una semplice cassa di legno, posta accanto alla vasca, sono scritte le laconiche parole di omaggio dell'autore del dipinto: 'A Marat, David'.

Il dipinto ha forti richiami caravaggeschi. Il braccio di Marat non è altro che la ripresa quasi letterale del braccio del Cristo nella Deposizione nel sepolcro.Questo braccio, abbandonato a terra, crea l'unica linea diagonale della scena.La ferita aperta sul costato che gronda sangue, la testa riversa, il lenzuolo macchiato di sangue richiamo le tipiche rappresentazioni del Cristo.

Nel dipinto non compaiono tutti gli elementi che realmente erano presenti nella scena dell'omicidio: la tappezzeria è sostituita da uno sfondo scuro e monocromo, delle pistole e una cartina della Francia non vengono riprodotte, il cesto che fungeva da tavolino viene sostituito da una cassetta di legno, trasformata, a sua volta, in una lapide.



Il giuramento degli Orazi 0lio su tela, 1784, 330x425, Parigi-Museo del Louvre

L'immagine è costruita con perfetto equilibrio, con linee nette e colori freddi. La scena è collocata in un ambiente di severa e spartana solidità. L'ambiente è raffigurato secondo i principi della prospettiva centrale. Ciò dà un senso di equilibrio orizzontale che accentua la solennità del momento rappresentato. La pittura di David si mostra al contrario fortemente idealizzata.

Il quadro si divide idealmente in tre riquadri distinti, segnati dai tre archi a tutto sesto dello sfondo. Nel primo riquadro ci sono i tre fratelli Orazi. Sono visti di scorcio così che sembrano quasi formare un corpo solo. Hanno le gambe leggermente divaricate in avanti, il braccio proteso. I loro lineamenti sono tesi, le espressioni sono concentrate: esprimono tutta la determinazione che li porta a sacrificare la loro vita per la patria. Al centro, nel secondo riquadro, c'è il padre. Ha un aspetto solenne. Ha in mano le tre spade che sta per consegnare ai figli dopo aver raccolto il loro giuramento. L'altra mano è sollevata in alto, a simboleggiare la superiorità del principio per il quale vanno a combattere: la difesa della patria e delle loro famiglie. Nel terzo riquadro ci sono le mogli degli Orazi con due figli. Sono accasciate ed addolorate anche se non compiono gesti di teatrale disperazione. Non piangono neppure. La loro sofferenza è intensa ma composta. Sopportata con grande dignità, perché comprendono la necessità del sacrificio dei loro uomini.

Il soggetto storico è qui utilizzato con un unico contenuto: l'esaltazione dell'eroismo. Eroi sono coloro che volontariamente scelgono di mettere a rischio la propria vita per il bene comune dei propri familiari e della propria terra. L'eroe, in questo quadro, ha caratteri di intensa virilità che contrastano con i molli caratteri dei tanti damerini che affollavano la società aristocratica del Settecento. Eroiche sono anche le donne che devono pagare il prezzo del dolore.

La differenza psicologica dei personaggi viene resa in forma visibile dalle loro pose: diritte e tese le linee che formano gli uomini, curve e sinuose le linee che disegnano le donne.

La luce che illumina la scena è netta e tagliente, le forme sono disegnate con grossa precisione, il rilievo dei corpi è affidato al più classico del trattamento chiaroscurale. Nulla deve essere seducente per l'occhio o i sensi. L'immagine deve invece colpire la coscienza dell'osservatore. Non deve offrirgli consolanti sensazioni estetiche ma deve smuovergli il cuore. Deve richiamarlo a valori forti.


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