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Impronta urbana in campo intellettuale e artistico - passaggio dalla cultura monastica a quella cittadina
Nell'Alto Medioevo la Chiesa aveva avuto il monopolio della cuitura: unici centri di attività culturali erano stati i monasteri e le scuole annesse alle abbazie e alle cattedrali. La lingua insegnata era il latino, che esprimeva il carattere universalistico della Chiesa e l'esistenza di una unica classe colta: il clero.
Le profonde trasformazioni socio - politiche dei secoli XI e XII determinarono un mutamento in campo culturale e artistico altrettanto profondo. All'affermazione della borghesia e della città si affiancò la nascita del volgare come lingua colta e la creazione delle Università.
Il volgare
Mentre prima, nel chiuso mondo dei feudi, la necessità di imparare a leggere e scrivere era sentita soprattutto da una ristrettissima cerchia di uomini impegnati a conservare e tramandare la cultura antica ed ecclesiastica (si pensi che molto frequentemente gli stessi feudatari erano analfabeti), la scrittura e la lettura diventarono una necessiti pratica per i nuovi borghesi: atti notarili, scritture commerciali, documenti che attestassero la liceità dei traffici mercantili, comportavano la necessità di essere immediatamente capiti da una cerchia di uomini non « colti » per mestiere, e perciò dovevano essere scritti nella lingua del volgo, il volgare.
La necessità di sapere leggere e scrivere in volgare diventò così sempre più essenziale per la vita cittadina, e con l'evoluzione e la stabilizzazione politica di quest'ultima si ebbe una nuova letteratura in voigare: non è un caso che proprio Firenze, nel più ricco ed evoluto dei Comuni italiani, fiorì un'importantissima scuola poetica in volgare il
«dolce stil novo», e che nella lingua di Firenze si espressero i più grandi poeti e letterati del tempo. Tratteremo adeguatamente questo argomento più avanti.
Le Università
La nascita delle Università fu il secondo fenomeno culturale di grande importanza dell'epoca. Nel XII secolo gli allievi e i maestri cittadini costituirono corporazioni intellettuali autonome dette « universitates ».
Come erano nate le corporazioni di arti e mestieri, così lo studio e l'insegnamento diventarono un'attività e un mestiere della città.
L'organizzazione Interna e la vita delle prime Università rispecchiano pertanto quella delle corporazioni: l'Università fu regolata da un proprio statuto, fu autonoma, fu una comunità volontaria di studenti e professori associati e spesso in contrasto con le autorità signorili laiche ed ecclesiastiche.
Le prime e più autorevoli Università furono quelle di Bologna, in cui prevalse Io studio del diritto, di Parigi (detta la Sorbona), di Oxford, di Salerno (in cui la medicina si affermò come scienza), e di Padova, famosa per Io studio della filosofia.
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