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IL "VIAGGIO" ONIRICO
FUGA DAL CONSCIO O DALL'INCONSCIO
UN ATTIMO TRA I SOGNI DEGLI UOMINI
UN ATTIMO SOLTANTO
Perché anche quello di Freud è un viaggio.
Con la sua meta, i suoi bivi, le sue strade brecciate.
Si tratta di andare dritto verso l'inconscio di un uomo, dritto lì, senza troppe fermate, dritto a scoprire cos'è veramente un uomo.
Es, Super-Ego, Ego, tre
dimensioni ma un uomo solo, una sola mente che si divide.
La prima, il calderone di ribollenti impulsi, l'Es è l'estro, la passione, l'irrazionalità, per citare uno tra i
grandi, è il mondo dionisiaco al di là del bene e del male.
La seconda è il Super-Ego, la coscienza morale, tutti i limiti e le regole imposte all'uomo sin dall'infanzia, è il mondo apollineo, la razionalità, è l'ordine nella psiche.
Il terzo, l'Ego fa da tramite, da bilancia per equilibrare, per cercare di tenere a bada le due dimensioni precedenti, è il giusto mezzo tra caos e ordine o semplicemente è l'unione che fa tacere urli maldestri. Perché ora il viaggio di Freud si fa più complicato, tra una dimensione e un'altra pronto ad arrivare a quel desiderio rimosso in un inconscio disordinato, risalire lo strapiombo di un iceberg la cui punta, solo questa a noi è visibile, è il conscio o forse la realtà che noi riusciamo a capire.
E allora adesso inizia il viaggio Freud ipnotizza l'uomo, addormenta solo la sua parte conscia e da questo momento si addentra nei meandri di quel cervello, in quel mare di onde e idee, e cammina cammina, supera nervi e sinapsi, e cammina cammina per arrivare dritto lì, dritto all'inconscio di quella fobia assurda, quasi impercettibile ma vitale, dritto all'inconscio di quella donna con la paura dell'acqua, dritto all' inconscio
E i sogni sono un viaggio, o meglio, portano ad un viaggio ma in realtà sono una via, una via regia che porta alla conoscenza dell'inconscio nella vita psichica. E Freud è il viandante che ripercorre a ritroso un processo di traslazione di una realtà nascosta in un sogno visibile al fine di arrivare ad una meta: cogliere i messaggi segreti dell'Es. Solo adesso il viaggio di Freud ha un senso: è un viaggio fatto da seduto, senza muovere un niente, un viaggio che però ha una grande importanza, un viaggio che fa bene a qualcuno. Solo adesso Freud capisce del viaggio e di quel mare di strade di quelle boe che segnalano un continente sommerso con le sue fosse e le cime invisibili di un iceberg come una mente e di una mente piena di tre dimensioni.
L'importanza del viaggio è scoprire quanto poi l'uomo abbia bisogno di guardarsi dentro, di viaggiarsi, di sognare il vero nascosto dietro il falso, ma soprattutto di conoscersi e rivelarsi la propria dimensione, riflesso costante e biunivoco della vita.
Perché anche quello di Freud è un viaggio, certo è da seduto ma pur sempre un viaggio con una meta: trovare quel desiderio rimosso nell' inconscio e scaraventarlo su quella parete visibile di iceberg senza che nessuno si accorga di niente
LA DIMENSIONE DELL'INCONSCIO
Ossessioni, visioni, incubi, sogni esprimono la dimensione inconscia dell'animo umano.
'Secondo una definizione intuitiva, l'inconscio è l'insieme di quegli aspetti della mente che non sono accessibili alla coscienza. In questo senso si può parlare di meccanismi inconsci, in quanto si suppone che esista una 'fabbrica' dei pensieri e delle idee che noi non conosciamo. Ma si può parlare anche di idee inconsce e di fantasie inconsce. Si suppone che ci sia un mondo dietro lo specchio: da una parte il mondo che ci è accessibile, il mondo dei fenomeni che è percepito dalla nostra coscienza; dall'altra parte dello specchio una specie di doppio, in cui esistono altre idee, altri pensieri, altre immagini, altri ricordi ' ( G. Jervis ) E' stato Sigmund Freud agli inizi del '900 a dare una definizione ed una configurazione scientifica al concetto, precisandolo in senso psicologico e non filosofico. Oltre al legame che Freud vede tra le dinamiche dell'inconscio e la sessualità, è importante l'analisi relativa all'idea di rimozione. Con questo termine Freud intende una sorta di autocensura della psiche a riconoscere, far emergere, dare significato a idee, ricordi, fantasie, desideri e pulsioni del nostro passato. Tali elementi continuano ad agire profondamente e segretamente dentro di noi, ma restano preclusi alla nostra coscienza. Essi si manifestano nei momenti di minor controllo della nostra ragione: ad esempio nei sogni, nelle visioni, ma anche attraverso gli atti mancati, i lapsus, i caratteri originali dei nostri atteggiamenti e del nostro linguaggio. Nell'arte e nella letteratura, l'esistenza più o meno esplicitamente riconosciuta di una dimensione inconscia nell'animo umano ha da sempre influenzato i linguaggi espressivi. In generale la scelta - apparentemente inspiegabile a livello comunicativo - di immagini, contesti, intrecci particolarmente lontani dalla realtà esperibile, si riconduce all'inconscio, che riproduce fertilmente - nell'abbandono dell'ispirazione artistica - ricchi repertori di elementi dal valore analogico e simbolico. In particolare il linguaggio poetico - con i suoi continui scarti semantici - sperimenta le potenzialità visionarie e talvolta allucinatorie del sogno e dell'immaginario in genere. Anche alcuni
narratori sperimentano le potenzialità dell'inconscio, ricreando situazioni fortemente segnate da angosce, incubi,
fobie, ansie persecutorie (Poe, Kafka) oppure dall'immagine
conturbante del doppio che alberga misteriosamente nella
nostra personalità (Stevenson,
Wilde). Al di là degli esiti narrativi molto diversi, sarà
interessante esaminare quali espedienti
espressivi questi autori mettono in campo non solo per rappresentare
la loro esperienza allucinatoria, ma anche in qualche modo per farla rivivere
al lettore. |
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Il grafico evidenzia quattro aree di analisi nella vastissima panoramica di ambiti e prospettive che abbraccia la tematica dell'inconscio. - In basso a sinistra la parola chiave follia richiama le degenerazioni, purtroppo stabili, della razionalità, che subisce la forza devastante dell'inconscio, perenne produttore di realtà sostitutive, provocando il pericoloso allontanamento dai rapporti comunicativi.
- in alto a
destra si richiamano alcune modalità
di manifestazione dell'inconscio che la letteratura ha valorizzato. I
concetti di memoria involontaria e
di flusso di coscienza
caratterizzano ogni recupero istintivo ed apparentemente incontrollato del
passato; un passato perlustrato attraverso approssimazioni progressive, che
fanno emergere sempre più nitidamente realtà ricomposte e rivisitate con gli
occhi del presente. La casualità delle situazioni che producono lo scatto
della memoria involontaria - accanto alla ricchezza delle elaborazioni
mentali indotte - sono rintracciabili nell'opera di Proust Alla ricerca del tempo
perduto. |
L'INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
Freud scoprì che "non la concezione medica del sogno ma quella profana, per
metà ancora in balia della superstizione" si avvicinava maggiormente alla
realtà.
Poiché le idee fobiche e ossessive sono estranee alla coscienza normale quanto
i sogni alla coscienza vigile, applicando al sogno un nuovo metodo di indagine
psicologica, il procedimento delle libere associazioni, si potevano conseguire
grandi risultati nella soluzione di fobie, ossessioni e deliri.
Secondo Freud se si riesce a far desistere il paziente dal criticare i propri pensieri, scaturiti dal procedimento delle libere associazioni, come assurdi o insignificanti, si ottiene materiale psichico utile per la soluzione dell'idea morbosa in esame. Tale soluzione è possibile se si focalizza l'attenzione sulle associazioni "non volute" e comunemente scartate. Per mostrare l'efficacia della sua teoria Freud prende come esempio un suo sogno personale su cui lavora componendo gli elementi di cui è costituito e ricercando per ognuno di essi le associazioni mentali ad esso collegate. Al termine dell'analisi del sogno Freud conclude che "il sogno sia una specie di sostituto" di quelle idee a cui è giunto con l'analisi; il contenuto del sogno è quindi molto più breve dei pensieri di cui è un sostituto.
Il sogno rappresenta il contenuto onirico manifesto mentre il materiale trovato con l'analisi rappresenta il contenuto onirico latente. I pensieri onirici latenti sono pensieri simili a quelli della veglia, ma sottratti all'attività della coscienza, una sorta di prolungamento nel sistema preconscio dell'attività diurna. Il lavoro onirico è "il processo di trasformazione del contenuto latente in contenuto manifesto" mentre il lavoro d'analisi compie la trasformazione inversa.
In base al rapporto tra contenuto manifesto e contenuto latente, i sogni
possono essere raggruppati in tre categorie.
La contrapposizione tra contenuto manifesto e contenuto latente ha senso
soprattutto per la terza categoria di sogni in quanto il loro significato è
raggiunto attraverso un lavoro di interpretazione.
L'elemento comune nei sogni dei bambini (sogni della prima categoria) è la
realizzazione in sogno dei desideri destati durante il giorno ma rimasti
inappagati; questi sogni sono quindi semplici realizzazioni di desideri. Anche
negli adulti si possono trovare numerosi esempi di sogni infantili; in questo
caso però si parla di "sogni di comodità" che si presentano per lo più poco
prima del risveglio: ad esempio, per placare la sete che potrebbe interrompere
il sonno, il sognatore sogna di bere.
Confrontando la lunghezza del sogno con gli elementi onirici corrispondenti a cui si perviene con l'analisi, Freud giunge a constatare che il lavoro onirico compia una condensazione. Nel caso in cui nel sogno manchino elementi comuni che leghino i pensieri onirici, il lavoro onirico li crea trasformando un pensiero per connetterlo ad un altro che gli è estraneo. Dal lavoro di condensazione si originano quelle che Freud chiama persone composte o miste cioè la combinazione di elementi appartenenti a più persone in una persona sola. L'effetto di questo lavoro è che un elemento del sogno deriva da una grande quantità di pensieri onirici che possono anche non essere collegati tra loro; viceversa un unico pensiero onirico è solitamente rappresentato da più elementi del sogno.
Il secondo processo che compie il lavoro onirico è quello denominato spostamento onirico durante il quale l'intensità psichica di certi pensieri passa ad altri che hanno minore rilevanza. Questo lavoro di spostamento o di trasvalutazione dei valori psichici ha un peso diverso a seconda del sogno: quanto più il sogno appare confuso e oscuro tanto più grande è la parte che si può attribuire al fattore dello spostamento.
Ricorrendo all'analisi Freud dimostrò che tutti i sogni, senza alcuna eccezione, si riallacciano a un'impressione dei giorni appena trascorsi, o forse è più esatto dire dell'ultimo giorno prima del sogno; quindi possiamo dire che il sogno in qualche modo continui gli interessi significativi della nostra vita da svegli. Solitamente accade però che i riferimenti alle impressioni del giorno appena trascorso siano poco significativi; il sogno sembra occuparsi delle piccolezze che non sono degne della nostra attenzione nella veglia ed è proprio da questo che nasce buona parte del comune disprezzo per il sogno. Spostamento e condensazione cooperano nel sogno alla realizzazione di un elemento intermedio comune.
Un altro meccanismo del lavoro onirico è costituito dalla considerazione della raffigurabilità, che consiste nel trasformare i pensieri onirici in situazioni visive, in immagini. Spesso la situazione del sogno non è altro che ripetizione, modificata e complicata da interpolazioni, di un ricordo o di una esperienza profondamente impresse nei pensieri onirici; solo raramente il sogno ha in sé riproduzioni fedeli e pure di scene reali. Un ruolo determinante nella configurazione del sogno spetta a scene infantili di contenuto visivo.
I pensieri onirici sono costituiti in modo complesso, le varie parti sono organizzate da relazioni logiche che non sempre il lavoro onirico, che opera in senso regressivo, riesce ad esprimere; molte delle connessioni tra i pensieri onirici vanno perdute, ma altre possono essere ricostituite mediante il lavoro d'analisi. Il lavoro onirico utilizza alcuni mezzi di raffigurazione per esprimere alcuni tipi di reazioni tra il materiale onirico: ad esempio, per creare una connessione logica si limita ad accostare gli elementi nel tempo e nello spazio e per raffigurare un rapporto di causa-effetto compie una trasformazione di una cosa in un'altra; spesso la rappresentazione viene invertita e l'inizio del sogno rappresenta la sua conclusione. L'alternativa "o-o" non è presente nel sogno e viene sostituita da "e" accostando i due termini opposti; il lavoro onirico opererebbe quindi come l'uomo agli albori della sua storia: alcuni noti linguisti sostenevano infatti che le più antiche lingue dell'uomo avrebbero espresso in modo assolutamente generale termini opposti e contradditori con la stessa parola. Le situazioni di contrasto, i conflitti di volontà sono espressi dalla sensazione di movimento inibito.
L'assurdità del sogno indica che "nei pensieri onirici vi è contraddizione, scherno e derisione".
Il quarto ed ultimo meccanismo del lavoro onirico consiste nella considerazione della comprensibilità (o elaborazione secondaria) che ha la funzione di ordinare le componenti del sogno. Si tratta di una rielaborazione del sogno manifesto, che avviene in un secondo tempo, sul contenuto onirico già formato e consiste generalmente in un fraintendimento, una falsificazione del vero significato del sogno; dà tuttavia ad esso un'apparenza di ordine e di organicità. A questo scopo vengono spesso utilizzate fantasie di desiderio, simili ai "sogni ad occhi aperti" della veglia, già presenti nei pensieri onirici. Queste fantasie si rivelano spesso ripetizioni o versioni modificate di scene d'infanzia; il lavoro onirico infatti "non è creativo, non sviluppa fantasie proprie, non giudica e non trae conclusioni", il suo unico compito è condensare, spostare e trasformare il materiale onirico in forma raffigurativa.
Freud afferma che il lavoro onirico è il primo processo psichico di una serie a cui va ricondotta l'origine di sintomi isterici, fobie, ossessioni e idee deliranti; condensazione e spostamento sono caratteristiche presenti anche in questi processi mentre la rielaborazione figurativa è tipica del lavoro onirico. La catena di pensieri messi in modo dall'analisi fa approdare a pensieri non solo estranei ma anche sgradevoli; questi pensieri sono già presenti in noi ma si trovavano in una situazioni psicologica singolare per cui non potevano diventare coscienti. A questa situazione Freud attribuisce il nome di rimozione; la rimozione è un meccanismo che consiste nell'allontanare dalla coscienza idee, rappresentazioni, stati affettivi che disturbano la vita psichica del soggetto.
Il sogno quindi deve essere oscuro per non rivelare i pensieri onirici
proibiti; il prodotto del lavoro onirico che serve alla dissimulazione di
questi pensieri è detto deformazione
onirica.
Nel caso di una persona sana sarà possibile costringerla a riconoscere i
pensieri rimossi solo indicandole la concatenazione dei pensieri che portano ad
essi, ed è cmq possibile che si rifiuti di riconoscerli; nel caso di un
paziente nevrotico, l'accettazione del pensiero rimosso sarà inevitabile a
causa del nesso di questo con i suoi sintomi morbosi e a causa del
miglioramento che prova quando sostituisce ai sintomi le idee rimosse.
I sogni sono, nella definizione di Freud, "appagamenti velati di desideri rimossi". Nell'opinione popolare che crede che il sogno predica il futuro c'è quindi un fondo di verità: il futuro che ci mostra il sogno non è però quello che accadrà, ma quello che noi desideriamo che accada.
A seconda di come ci comportiamo nei confronti dell'appagamento del desiderio, i sogni si dividono in tre categorie.
Nel nostro apparato psichico ci sono due istanze di creazione del pensiero: i prodotti della seconda hanno libero accesso alla coscienza mentre l'attività della prima è di per sé inconscia e può raggiungere la coscienza solo attraverso la seconda; nel passaggio dalla prima alla seconda istanza vi è però una censura che lascia passare solo ciò che le sembra conveniente. Ciò che viene respinto dalla censura viene a trovarsi in uno stato di rimozione; durante il sonno vi è un rilassamento della censura e ciò che è stato rimosso giunge alla coscienza. La censura non è però mai eliminata ma solo ridotta, per questo il materiale rimosso può giungere alla coscienza durante il sonno solo dopo essere stato modificato; si ha quindi la formazione di un compromesso tra rimozione e rilassamento della censura. Al risveglio la censura riacquista rapidamente la sua funzione e può quindi distruggere ciò che è sfuggito al suo controllo: in questo modo trova una spiegazione l'oblio del sonno.
La concezione del sogno come appagamento di un desiderio rimosso permette di coglierne anche la funzione: il sogno è il "custode del sonno" e lo protegge dagli stimoli di desiderio interni che gli si oppongono. Quando l'istanza psichica, che si identifica nell'Io, si concentra sul desiderio di dormire, è costretta dalle condizioni psico-fisiologiche del sonno ad "allentare l'energia con la quale era solita di giorno reprimere il materiale rimosso." Il giudizio del nostro Io sugli impulsi rimossi è causa della scarsa importanza che diamo ai sogni al risveglio; a volte siamo consapevoli di questo giudizio negativo perfino nel sonno, quando il contenuto del sogno tenta di superare la censura pensiamo: "Ma è solo un sogno" e continuiamo a dormire". Anche nel sonno profondo è presenta una certa quantità di attenzione libera che vigila sugli stimoli sensoriali, che possono influenzare il contenuto del sogno. Una persona che dorme può reagire a uno stimolo sensoriale esterno in diversi modi: può svegliarsi, può ignorarlo creando una situazione incompatibile con esso, oppure può trasformare lo stimolo esterno inserendolo nel contesto di un sogno rimosso.
Il paragrafo 12 è stato aggiunto nell'edizione del 1911 e tratta del simbolismo onirico. L'analisi ha condotto Freud a rilevare che la maggior parte dei sogni delle persone adulte è riconducibile a desideri erotici. Questi sogni sono sempre sorprendenti per il superamento dei limiti posti dal sognatore durante la vita vigile; in molti sogni in cui non si riconosce nulla di erotico nel contenuto manifesto vengono smascherati dal lavoro di interpretazione come appagamenti di desideri sessuali. Questo si spiega con l'imponente opera di repressione delle pulsioni per le esigenze dell'educazione culturale fin dall'infanzia; i desideri sessuali infantili rimossi sono infatti "le forze motrici più frequenti e potenti per la formazione dei sogni." Questi pensieri rimossi sono sostituiti nel contenuto onirico da accenni, allusioni e forme di raffigurazione indiretta: i simboli. Analizzando i sogni si è scoperto che i sognatori della stessa lingua utilizzano gli stessi simboli e che può anche capitare che l'uso comune dei simboli oltrepassi l'uso comune della lingua; poiché però i sognatori non conoscono il significato dei simboli che usano non si riesce ancora a capirne l'uso comune. Il simbolismo onirico è legato ai "sogni tipici", comuni a tutti gli uomini, e ci fa cogliere un'analogia con il mito e le fiabe; il simbolo infatti attesta l'esistenza di un materiale arcaico inconscio, patrimonio sia del singolo che dell'umanità, da cui attingono anche fiabe e miti. Il simbolismo non è quindi una creazione del lavoro onirico ma una particolarità, insita nel nostro inconscio, che fornisce al lavoro onirico il materiale per costruire il sogno.
Nel paragrafo conclusivo dell'opera, Freud sottolinea gli aspetti più
significativi legati alla questione del sogno, nella cui direzione dovrebbe
essere proseguita l'esposizione delle sue ricerche, e rinvia chi cercasse una
spiegazione più approfondita della sua teoria alla lettura de L'interpretazione dei sogni. Conclude
poi dicendo che i pensieri onirici sono presenti in tutti gli uomini e che
quindi tutti sono in grado di sognare.
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