Il concetto
d'infinito in Arte
Le opere
metafisiche di De Chirico, personaggio inquietante ed enigmatico,
contraddittorio ed incomprensibile, sono caratterizzate da un diversificato
ventaglio di soggetti e tematiche, tutte legate alla sua formazione culturale (la Grecia e il mito, la
filosofia e la letteratura) e dall'enorme capacità percettiva dell'artista, che
riesce a guardare dentro la realtà, e distorcere la fisicità in una
nuova dimensione. Egli è l'iniziatore della pittura 'metafisica'
rivolta a creare suggestioni fantastiche con 'accostamento di oggetti disparati,
specialmente di statue antiche greco-romane, in uno spazio costruito secondo le
regole e le prospettive quattrocentesche, con colori decisamente moderni e con
associazioni di storia e di tempo senza che, tra essi, vi sia alcuna relazione;
le forme sono spesso assimilate a volumi geometrici, gli oggetti più comuni si
presentano avvolti di mistero e di senso del presagio.
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Nostalgia dell'Infinito
In
" Nostalgia dell'infinito", la torre è un'immagine desolata,
dimenticata, come la famosa "torre abbandonata" della poesia di Gérard de
Nerval tanto ammirata dai Surrealisti, Le Prince d'Aquitaine. E' tuttavia
trasfigurata da una luce spettrale che la investe da destra: remota
inaccessibile alle figurine che si stagliano come fantasmi al centro
della "piazza", ha in sé una tonalità
freudiana. De Chirico quando affronta il problema della totale paralisi
interiore dell'uomo, lo traduce nelle immagini mutilate, senza braccia e senza
occhi.
Nel
1913- 14, con "Nostalgia dell'infinito", l'artista riportò la sua arte
addirittura all'aneddoto, al sentimento, a una tecnica ormai superata. D'altra
parte precorreva di un decennio buono i Surrealisti, facendo della
pittura il veicolo per la rappresentazione del processo
onirico e facendolo con immagini senza senso
logico, che si capivano a stento,
mentre esplorava " il legame preoccupante
che esiste tra prospettiva e metafisica". La parola
'metafisica' ricorre spesso negli scritti di Giorgio De Chirico, sia
parlando di luoghi, sia parlando di pitture proprie. Oggi il termine
dimenticato il significato originario, lo si usa per esprimere ciò che è oltre
l'apparenza fisica, ossia l'essenza intima della realtà al di là
dell'esperienza sensibile. E' questo il significato generico che gli attribuisce
anche De Chirico parlando dell'arte di tutti i tempi che non si limita mai a
descriverla, ma la interpreta.