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IL TEATRO DEL
Lo sviluppo della scenografia italiana
All'inizio del 700 le pratiche sceniche italiane (arco di proscenio, scena prospettica ecc.) si erano ormai diffuse in tutta Europa. Questo fu un secolo positivo per l'Italia che prediligeva il gusto per la magnificenza. Tutto questo veniva ben rappresentato dal lavoro fatto da un'importante famiglia di scenografi, ossia quella dei Bibiena, che vide in uno dei suoi membri una figura capace di portare sulla scena italiana non poche innovazioni, come:
realizzazione della scena per angolo, una scena realizzata con più punti di visione dovuti ai più punti di fuga
separazione della scenografia dalla platea, sia in termini di angolazione prospettica che di proporzioni
la divisione del palcoscenico in due sezioni, una posteriore (che simulava da sfondo prolungato che dava l'idea di profondità) e una anteriore (adibita alla recitazione)
Tutte queste innovazioni rispecchiavano molto il gusto barocco e furono molto imitate anche da altri artisti del tempo come per esempio Filippo Juvarra che utilizzò la scena per angolo in uno spettacolo tenuto a Napoli e attuò altri esperimenti come l'uso di scene in cui elementi in primo piano restavano fissi e quelli dello sfondo si trasformavano.
Oltre alle numerose innovazioni questo secolo vede la nascita di un nuovo genere che divenne molto popolare in poco tempo: l'opera buffa, genere che utilizzava molto le scene domestiche e gli ambienti rustici. E fu in questo genere che Landriani utilizzò scene parapettate e plafonate.
Tra gli ultimi cambiamenti, ci fu il passaggio dai colori forti a colori pastelli e la preferenza del chiaroscuro che meglio mostrava un'atmosfera psicologia con le sue ombre e giochi di luce.
Il dramma italiano nel 700
Mentre la scenografia italiana dominava nel 700, la produzione drammatica esercitava un'influenza assai minore. Per quanto riguarda la tragedia domina la figura di Alfieri, che scrisse, oltre a un'autobiografia, due trattati satirici e politici, sei commedie e ventun tragedie. Per la commedia invece si fa riferimento a Goldoni, importante il suo contributo soprattutto per la riforma che attuò nella quale si riprendevano i canoni della commedia dell'arte solo che venivano un po' modificati, in effetti al semplice canovaccio della commedia dell'arte si sostituiva un copione un po' più fornito. I personaggi vennero meglio studiati per renderli psicologicamente più complessi, perdendo così le caratteristiche ridicole. Il primo esempio di Goldoni che rispecchia i canoni della riforma è "la donna di garbo". Se da un lato fu molto apprezzato, da un altro non mancarono le critiche e tra queste spiccano i nomi di Chiari (che criticò il realismo di Goldoni opponendo commedie chiaramente sentimentali) e Gozzi (riprese i personaggi di Goldoni immettendoli in ambienti troppo fantastici e fiabeschi).
Il dramma francese nel 700
Le compagnie a Parigi
Nel
Gli attori e la recitazioni
Nel 700 si cercò di dare vita a un sistema ordinato e regolato per la preparazione degli attori. Ecco perché fu istitutita l'Ecole Royale Dramatique associandola alla Commedie Francaise. Essere ammessi alle compagnie più importanti di Parigi era molto difficile. Gli aspiranti dovevano prima essere approvati da un comitato di attori, in seguito dovevano recitare in almeno tre ruoli nelle rappresentazioni pubbliche e se riscuotevano successo venivano accettati come pensionnaire. Il pensionnaire poi poteva diventare societarie.
Nel primo ventennio prevalse uno stile di recitazione molto declamatorio che ben presto si trasformò in realistico e tra gli attori più importanti ricordiamo i nomi di: Dumesnil, Lekain e Clairon. Quest'ultima particolarmente apprezzata soprattutto perchè aveva iniziato con uno stile declamatorio, poi passata a uno stile più colloquiale si trovò nella condizione di adottare anche abiti che ne rispecchiassero lo stile, e quindi costumi più realistici.
L' architettura teatrale, la scenografia e i costumi
I maggiori edifici teatrali rimasero praticamente immutati fino al 1750, quando cominciò a crescere l'interesse per l'architettura teatrale. In effetti verso la fine del secolo le tre compagnie più importanti furono sistemate in nuovi edifici con le dovute modifiche sceniche, infatti quando nel 1759 gli spettatori non furono più ammessi sul palco, furono allestiti delle panche nella platea. Questa espulsione del pubblico fu motivata dall'esigenza di utilizzare scenografie più complesse ed elaborate, infatti dopo il ritiro di Bérain lo scenografo più importante del 700 fu Servandoni che riprese lo stile dei Bibiena.
Per quanto riguarda i costumi fino al 1750 i costumi di scena erano ancora gli abiti alla moda utilizzati in entrambi i generi. Il gusto per gli abiti fastosi cominciò a declinare dopo il 1750. Ogni compagnia disponeva di un guardaroba a cui poteva attingere tutti gli attori della compagnia, ma alcuni attori disponevano di guardaroba personali.
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