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IL CUBISMO: LA SCOMPOSIZIONE DELLE FORME NELLE LORO PARTI ELEMENTARI
Nel 1907, a Parigi, s'incontrano e diventano amici due artisti che insieme rivoluzioneranno l'arte del Novecento: sono Pablo Picasso e Georges Braque. In quello stesso anno una grande mostra di Cézanne aveva fatto conoscere i quadri in cui le forme della realtà erano state semplificate al massimo, e ridotte a superfici geometriche. Anche Picasso e Braque volevano cogliere nei loro dipinti l'aspetto essenziale degli oggetti: non l'apparenza esteriore, fatta di colori e volumi, che possono cambiare nel tempo, ma la struttura geometrica elementare, che costituisce la caratteristica immutabile delle cose, la loro realtà: non la visione da un solo punto di vista, come nell'arte tradizionale, ma la visione simultanea di tutti i punti di vista di una figura. Per questo motivo i due artisti iniziarono a scomporre e ad analizzare gli oggetti nelle loro componenti base. In questa fase (1910-11) abbiamo le opere del "cubismo analitico".
Negli anni successivi (1912-14) Picasso e Braque creano invece le loro composizioni mettendo insieme oggetti diversi (ritagli di giornale, pezzi di carta da parati): sono i primi collages della storia dell'arte. Questo periodo, in cui le figure vengono ricomposte a partire da forme semplicissime, viene chiamato "cubismo sintetico".
Picasso e Braque rifiuteranno però sempre l'arte astratta: per quanto nei loro dipinti la realtà sia appena riconoscibile, il loro punto di partenza è sempre il riferimento agli oggetti reali.
Nato in una famiglia di artisti, lo spagnolo Pablo Picasso (1881-1973) rivela fin da bambino il suo talento pittorico. Dopo aver studiato arte a Madrid e Barcellona, dove frequenta artisti e intellettuali, il giovane Picasso si reca a Parigi nel 1900. Nella grande e vivace capitale francese Picasso vive a Montmartre, il quartiere degli artisti, e conduce una vita precaria e fuori dalle convenzioni, in compagnia di poeti e pittori. I suoi primi dipinti, con figure di vagabondi e saltimbanchi dai colori malinconici, rivelano il suo stato d'animo e il suo interesse per la vita degli emarginati.
La scoperta dell'antica scultura iberica e di quella africana, verso il 1906, lo porta a semplificare, stilizzare e deformare sempre di più le forme, per giungere poi, insieme all'amico Georges Braque, alla scomposizione cubista dell'immagine.
Durante la sua lunghissima vita (muore a novantadue anni) Picasso cambia incessantemente stile, tornando spesso dagli esperimenti più arditi alle forme tradizionali. Lavora come scenografo, costumista teatrale, ceramista, scultore; utilizza i materiali più disparati; dipinge quadri dal forte contenuto politico, scene cupe e piene di dolore durante la guerra, così come soggetti femminili di intenso erotismo, temi gioiosi e solari, e anche divertenti e dissacranti. Per la sua carica innovativa e per l'inesauribile energia creativa, Picasso è considerato l'artista più grande del Novecento.
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