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La Basilica di S.Croce
Il Barocco leccese
ha caratteri propri, diversi dal Barocco di altri paesi e città. La pietra
"leccese"(un calcare tenero biancastro o giallognolo, facilmente lavorabile,
che nell'aria indurisce e assume col passar del tempo un caldo colore dorato)
lavorata dagli artisti, più spesso artigiani del luogo, lasciava via libera
all'estro e al capriccio della fantasia popolare che ebbe modo di sbrigliarsi
soprattutto nei rivestimenti e nei fregi.
Ma il Barocco leccese rispetta le strutture delle chiese romane, cui sovrappone
trionfi di fiori e di frutta, di animali esotici e di nastri con un gusto del
minuzioso e dell'ornato che desta nei visitatori un ammirato stupore. Gli
altari dalle imponenti colonne tortili sono abbelliti fino al parossismo: è questa
esuberanza e tracotanza che sbalordisce ed entusiasma.Tutto questo barocco,
profuso nelle chiese e nei palazzi, dà al centro cittadino l'aspetto di uno
scenario teatrale, seicentesco, anche se interrotto qua e là da modernissime
costruzioni. Le chiese S.Matteo, S.Maria del Rosario, S.Maria delle Grazie,
S.Chiara , la basilica di S.Croce e il Palazzo del Governo(l'ex Palazzo dei
Celestini) sono capolavori di questo stile che è durato a lungo dalla fine del
secolo sedicesimo al principio del secolo diciottesimo. La Basilica di S.Croce
segna il trionfo del barocco leccese ed è uno spettacolo che stupisce rivelando
nelle linee della facciata una composta armonia sotto l'impressionante fasto
degli ornati.Ma la più significativa realizzazione del barocco su scala
urbanistica, nella specifica accezione leccese, è P.za del Duomo, frutto di
importanti interventi edilizi, che si scalano fra il Seicento e il Settecento.
Lo stretto ingresso a cannocchiale su Via Libertini introduce in un ambiente unitario, un vasto piazzale chiuso per tre lati come un grande cortile interno. L'elemento di raccordo tra la Piazza e la via è costituito dall'elegante soluzione dei propilei, pilastri sormontati da balaustre che fiancheggiano roteando l'ingresso: diverse statue sono poste su tutta la lunghezza della balaustra alcune rivolte verso la strada, altre affacciate sulla piazza, essendo posizionate senza soluzione di continuità sulle curve pareti dell'entrata, simili a quinte teatrali che svelano un grandioso palcoscenico. Difatti l'ingresso nella piazza, a qualsiasi ora del giorno e della notte, rappresenta un momento di grande suggestione, e il suo fascino è dovuto proprio allo spettacolare effetto scenografico dell'insieme. Alla luce il chiarore della pietra leccese abbaglia in una bianca visione lo spettatore, ammirato dai giochi del sole fra sporgenze e rientranze, dai precisi rapporti tra edifici e spazio e dall'imprevisto colpo d'occhio che si apre avanzando nel piazzale; il silenzio e la suggestiva e delicata illuminazione notturna concorrono invece a donare una grande solennità a tutta la composizione.
La piazza ha uno sviluppo quadrangolare ed è delimitata lungo il perimetro da una serrata sequenza di edifici pregevoli e architettonicamente significativi: l'eccezionalità del colpo d'occhio non è però offerta dalla straordinaria bellezza di un singolo edificio, bensì dall'eccezionale armoniosità di tutta la composizione intera:la delimitazione così precisa contribuisce infatti a creare una maggiore intensità.
Di fronte al visitatore si staglia la Cattedrale e, ad angolo, il Palazzo del Vescovado; alla sua sinistra svetta il Campanile del Duomo incastonato fra bassi edifici mentre sul lato opposto si delinea massicciamente il Palazzo del Seminario.
La Cattedrale fu costruita in onore del patrono S.Oronzo e completamente rifatta da Giuseppe Zimbalo, il maggiore esponente dell'architettura barocca salentina. Questi risolse il problema per cui chi entrava sul sagrato aveva di fronte non la facciata della Cattedrale, orientata verso il Seminario, quindi a destra, bensì la parete laterale della Chiesa: addossò alla lunga parete esterna sinistra una facciata e la promosse a entrata principale in questo modo immediatamente visibile e di maggior effetto per chi entrava sul sagrato. Questo prospetto è quindi più esuberante e maestoso: il portone è rinserrato da due robuste colonne scanalate i cui capitelli sono ornati da figure leonine. Ai lati di queste due colonne si trovano due nicchie dall'elaborata cornice, in cui sono alloggiate due statue di santi. La ricchissima trabeazione finemente decorata è sormontata da una alta balaustra alternata di colonne e piastrini, oltre la quale, entro un arco di trionfo, è situata un'imponente statua di S.Oronzo. Ai suoi lati, ancora due statue di santi fra pinnacoli, fiori, frutti e stemmi.
Più sobria e contenuta invece la facciata principale, che introduce alla navata centrale della chiesa, e che dall'entrata della piazza non è immediatamente visibile. La parete che corrisponde alla navata sinistra è geometricamente riquadrata , mentre quella che corrisponde alla navata destra è coperta dal loggiato dell'Episcopio. Il portone è sovrastato da una lapide con iscrizione ed è fiancheggiato da due colonnine; ai lati di queste ultime si trovano due nicchie contenenti due grandi statue di santi riccamente incorniciate.
L'interno è a croce latina a tre navate divise da pilastri a semicolonne. Sia la navata centrale che il transetto sono ricoperti da uno splendido soffitto ligneo a cassettoni con intagli d'oro, entro cui sono incastonate pregiate tele riguardanti la vita di S.Oronzo. Si possono inoltre ammirare altari tipicamente leccesi dello Zimbalo, con le colonne tortili riccamente intarsiate, posti nelle sontuose cappelle laterali. Due scalette conducono poi alla cripta articolata in tre navate suddivise in una folta schiera di colonne di pietra locale dai capitelli singolarmente ricchi.
Usciti dalla chiesa si possono ammirare sulla destra i due contigui palazzi, quello episcopale e l'altro del Seminario.
Il Palazzo del Vescovado si snoda ad angolo raccordando il Duomo con il Seminario. E' caratterizzato dall'arioso porticato che percorre tutto il primo piano, cui si accede mediante un imponente arco. Sopra di esso, una balaustra e ancora un piano sobriamente decorato. Sull'ingresso principale, tre nicchie animate da statue costituiscono una sorta di trittico, sormontato da un orologio. All'interno del Palazzo vi sono gli appartamenti di rappresentanza con una vasta galleria e gli uffici curiali; l'esterno invece, di grande effetto scenografico, è sovente sfondo di concerti e rappresentazioni.
Il Palazzo del Seminario adiacente è uno dei monumenti più famosi di Lecce; le simmetriche finestre dei primi due piani costituiscono un elegante elemento decorativo, dato che sono finemente incorniciate. Il portone d'ingresso è sormontato da una trifora riccamente intagliata e l'ornamento stesso del portone è costituito dai quattro personaggi che sostengono la balconata e da uno stemma.
Ciò che colpisce e affascina è proprio la straordinaria ricchezza dei dettagli, la precisione e la fantasia del decoro, onnipresente: all'interno del palazzo ho potuto visitare solo il porticato interno, ove si trova il famoso pozzo. Questo è un tripudio fitto e leggero di fiori e frutti in pietra leccese, mentre il manico è animato da delfini e puttini, e si conclude in sommità con una slanciata statua.
Uscendo dal Seminario si ammira sul lato opposto lo stagliarsi imponente degli oltre settanta metri del Campanile del Duomo.
Opera anch'esso dello Zimbalo, è a pianta quadrata ed è formato da quattro piani rastremati, evidenziati da piccole balaustre; su ciascun lato di ogni piano si aprono sobrie monofore, sormontate da epigrafi latine di grandezza decrescente verso l'alto. La sommità infatti culmina con una cupola ottagonale, con quattro pinnacoli a forma di vaso di fiori; questa decorazione è ripresa anche nel piano sottostante, ove si ergono quattro pinnacoli angolari. E' una costruzione ardita e imponente, riconoscibile in buona parte della città e dalla cui sommità si può infatti ammirare il magnifico panorama di Lecce e gran parte addirittura della penisola salentina.
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