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Prima di tutto ricordiamo i contenuti, le peculiarità, il significato dell'arte gotica: una civiltà in netta contrapposizione a quella romanica dove le prevalenze dei pieni sui vuoti si sostituiscono ai vuoti sui pieni; dove il senso plastico, del volume e della terza dimensione, lasciano il posto all'esaltazione delle superfici e delle linee, con un nuovo concetto delle proporzioni, dove l'altezza è dominante, il tutto all'interno di un'idea di metafisica medioevale. Queste peculiarità dominano in senso assoluto nei paesi d'oltralpe, là in Francia dove nasce la civiltà figurativa gotica.
Ma facciamo un passo indietro per comprendere meglio la situazione sociale in Italia, più precisamente a Pisa.
In età gotica, questa città mantenne e sviluppò progressivamente l'attività marittima, amplificata dalla necessità di difendere le coste.
Nell'undicesimo secolo, si verificò uno straordinario decollo economico ed urbanistico; la città acquista in questa fase un ordinamento comunale.
In questo periodo si assiste alla pace tra l'imperatore e i comuni italiani, da anni in conflitto per interessi economici. Gli aderenti vengono chiamati ghibellini; essi entrano in conflitto con i guelfi toscani, sostenitori della Chiesa in conflitto con l'impero.
La politica imperiale concede ampie autonomie ai comuni ed è per questo motivo che Nicola (e in seguito Giovanni) Pisano, sceglie proprio Pisa come luogo in cui esprimere la sua arte. Ma è in generale la Toscana meridionale il territorio scelto dai più grandi artisti per professare la loro arte. Infatti, sarà proprio questa laicizzazione dei territori toscani a determinare le scelte di molti artisti italiani, che sceglieranno i comuni liberi dalla Chiesa (molto simili a quelli francesi) per esprimersi più liberamente, senza il rischio di entrare in contrasto con la Chiesa.
È proprio in questo periodo che appare per la prima volta il nome di Giovanni Pisano.
Nato a Pisa nel 1245 circa, Giovanni fu collaboratore sempre più efficiente di Nicola, suo padre, sino al 1278. È da questa data che Giovanni comincerà la sua carriera di artista indipendente.
Nel 1285 assunse la cittadinanza di Siena e fu capomastro del duomo dal 1289 al 1296.
La sua cultura si forma dunque sulle orme del padre, anche se, già a partire dai rilievi pisani, Giovanni dimostra la sua predilezione per raffigurazioni caratterizzate da una vitalità veemente.
Le opere di Giovanni sono quindi molto diverse da quelle del padre. Il giovane artista riuscirà, infatti, a fondere le conoscenze trasmessegli dal padre (grande sostenitore delle forme della Roma classica) con il nuovo stile gotico, riuscendo così a creare uno stile personale, con una carica umana d'espressiva drammaticità, alimentata da un'animata concitazione di linee, di personaggi che si muovono in superficie (destra- sinistra).
La visione drammatica dell'artista è molto evidente nel pulpito del Duomo di Pisa, realizzato tra il 1302 e il 1310. Questo pergamo ha forma ottagonale, perciò quasi circolare, tanto più che i pannelli sono leggermente convessi. Gli archetti trilobi sono stati sostituiti da mensole riccamente decorate con motivi vegetali. Al posto di alcune colonne sono state inserite statue o gruppi statuari. I leoni stilofori con gli animali predati mostrano con fierezza le teste dalle folte criniere.
Il risultato totale è quello di un moto continuo, di un frenetico agitarsi.
A differenza degli altri pregami, in questo la narrazione delle storie si complica ed è presente un affollamento dei personaggi; infatti tutti i nove pannelli sono interamente ricoperti di figure umane colte in gesti convulsi.
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