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Futurismo
Nasce a Parigi il 20 febbraio 1909, quando Filippo Tommaso Marinetti pubblica sul giornale "Le Figaro" il primo Manifesto futurista, che contiene i fondamenti del movimento. A questo ne seguirono, negli anni successivi, altri cinquanta che investivano i più svariati settori.
Il Futurismo vuole presentarsi come arte totale, cioè come un progetto che coinvolge tutti gli altri aspetti della vita e della cultura. Si ispira alla modernità, cioè si propone di operare un rinnovamento a ogni cosa, come dicevano i futuristi, del "passatismo".
Altri due aspetti furono il netto rifiuto della tradizione (il Futurismo si propone la distruzione di musei, biblioteche e accademie che custodiscono l'arte e la cultura del passato) e l'esaltazione della violenza, della guerra, del militarismo.
Alcuni esponenti del futurismo si avvicinarono al fascismo, fra cui lo stesso Martinetti, che nel 1929 fu chiamato da Mussolini a far parte dell'Accademia d'Italia.
I futuristi propagandavano le loro idee durante le serate futuriste, nel corso delle quali venivano recitate opere letterarie, eseguite musiche e rappresentati testi teatrali futuristi la cui caratteristica era l'eccezionale brevità: duravano infatti solo pochi minuti e per questo erano chiamati sintesi. L'intenzione dei futuristi era quella di sorprendere e scandalizzare il pubblico dei benpensanti che reagiva a sua volta in modo violento alle provocazioni degli autori, sicché le serate futuriste si trasformavano in vivaci scontri non solo verbali e talora degeneravano in vere e proprie risse.
Nel Manifesto tecnico della letteratura futurista, Marinetti proclama:
la distruzione della sintassi, vista come una gabbia che impedisce la piena adesione della letteratura alla realtà;
l'abolizione dell'aggettivo e dell'avverbio, inutili ornamenti che limitano la visione dinamica del mondo propria del Futurismo;
l'uso del verbo all'infinito, che dà il senso della continuità della vita e si adatta elasticamente al sostantivo;
l'abolizione della punteggiatura, che viene sostituita da segni matematici per accentuare certi movimenti e indicare la loro direzione, mentre la pagina è vivacizzata da spazi bianchi, linee, cerchi, caratteri tipografici diversi disposti con una massima libertà e originalità;
le parole devono essere collocate a caso sulla pagina, così come nascono nella mente dello scrittore (parole in libertà), il quale accosta le immagini non vincolate da alcun filo logico (immaginazione senza fili). Vengono create tavole parolibere, nelle quali si mescolano parole, disegni, colori, caratteri tipografici.
Il Futurismo, che ha avuto i suoi centri principali a Milano, Roma, Firenze, si è sviluppato dal 1909 al 1944, anno della morte di Marinetti.
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