EGON SCHIELE
Egon
Schiele nasce nel
1890 in una stazione ferroviaria a Tull, una cittadina nei pressi di Vienna. La
città è, alla fine del XIX secolo, un crogiuolo di culture molto diverse tra
loro e i movimenti indipendentisti ne minacciano la stabilità. L'Accademia
delle Scienze e Belle arti, la presenza di numerosi altri istituti di ricerca e
delle maggiori collezioni d'arte contribuiscono ad accrescere il richiamo come
centro culturale ed intellettuale. Il clima sociale e la situazione politica
appaiono un contesto ideale per la discussione dei temi fondamentali
dell'esistenza umana. Mai, infatti, altrove ci si era occupati tanto
profondamente della sessualità in letteratura, psicologia, pittura.
La sua infanzia viene presto offuscata dal progredire della malattia mentale
del padre e dalla sua precoce morte, esperienza traumatica che segnerà
profondamente tutta la sua pittura, dandogli un'immagine del mondo tetra e
malinconica. Alla morte di Adolf Schiele, nel 1905 la tutela di Egon viene
assunta dal suo ricco padrino Leopold Czinaczek.
Dopo il suo ingresso all'Accademia di Belle Arti nel 1906, i rapporti con la
madre si deteriorano, Marie Schiele infatti non si sente sufficientemente
tutelata sostenuta dal figlio. Di fronte all'aridità degli insegnamenti
proposti in Accademia, dove gli era permesso solo di disegnare 'secondo
gli antichi', Egon cerca i suoi modelli al di fuori, soprattutto
all'interno dei Cafè, dove si lega ad artisti molto vicini alla sua
sensibilità.
Studiando da solo, Egon, cresce e si migliora, sperimentando i diversi stili,
all'epoca considerati d'avanguardia; porta il suo cavalletto all'aperto e
inizia a dipingere nella natura; la sua tavolozza mostra ora colori luminosi
applicati con una tecnica antiaccademica.
L'incontro decisivo per tutto il suo percorso artistico avvenne nel 1907 nel
Cafè Museum di Vienna: la personalità si Klimt lo influenza non meno di quanto
avesse influenzato quell'arte che rappresentava modernità e progresso. Un
ulteriore elemento avvicina i due uomini: l'interesse per la raffigurazione del
corpo nudo e della sessualità maschile. Klimt, riconoscendo il talento di Egon, si
impegna ad aiutare l'amico, attraverso l'acquisto di disegni, procurandogli
modelle, e facendo sì che nel 1908 potesse lavorare per la Wierner Werkstatte,
fondata nel 1903 dall'architetto Hoffmann e il cui fondamento teorico risiede
nell'idea di opera d'arte totale: l'arte non rinchiusa negli ambiti
tradizionali ma influisce formalmente e spiritualmente sulla quotidianità.
Nel 1909 espone quattro delle sue opere alla Kunstschau, la mostra collettiva
in cui esponevano gli artisti usciti dalla secessione nel 1905: Munch, Matisse, Bonnard, Gauguin, Kokoscka, Van Gogh.
1909, anno di nette cesure: abbandono dell'Accademia, fondazione del
Neukunstgruppe, ritiro della tutela dello zio, definitiva emancipazione
dall'influsso di Klimt, al raffinato erotismo dell'Art nouveau contrappone una
rappresentazione della sessualità intesa come profonda pulsione esistenziale
dell'uomo. Schiele stende anche un manifesto teorico del nuovo gruppo: 'L'artista
del Neukunstgruppe è e deve necessariamente essere se stesso, deve essere un
creatore, deve saper creare i propri fondamenti artistici, senza utilizzare
tutto il patrimonio del passato e della tradizione'. La mostra
organizzata al Salon Pisko riscuote un notevole successo di pubblico: anche
l'arciduca Francesco Ferdinando è tra i visitatori. Schiele rappresenta se
stesso con inusuale frequenza, rompendo con la tradizione dello specchio come
strumento essenziale nella ricerca dell'io, fissando nell'autoritratto non la
propria identità sociale ed emotiva, quanto piuttosto l'estraneo, lo
sconosciuto, il lato estraneo dell'io; i suoi autoritratti, con l'eccentricità
delle pose e l'innaturalità dei gesti producono un'immagine straniante e carica
di tensione, dallo specchio nasce un doppio, dai tratti alterati e il cui corpo
è torto e scavato.
Fra il 1910 e il 1911 Egon trascorre lunghi periodi nella cittadina di Krumau,
nella Boemia del sud, dove scopre nuovi temi quali la città, i bambini, e torna
a dedicarsi al paesaggio. Risalgono a questo periodo anche una serie di
composizioni simboliche nelle quali prevale il tema della morte ed entusiasmato
dalla lettura delle poesie di Rimbaud si dedica egli stesso alla poesia. Quando
nel 1911 l'artista si trasferisce a Krumau con la sua modella Wally Neuzil, gli
abitanti gli rendono la vita difficile perché non sono sposati e si vedono
costretti a spostarsi a Neulengbach.
Le raffigurazioni di bambini occupano un posto importante nell'opera di Schiele
che trova i suoi modelli nei quartieri proletari. Frequentemente usa ospitare
dei bambini nei suoi atelier e il suo interesse è rivolto particolarmente alle
bambine che ritrae preferibilmente nude o semivestite, modelle alle soglie dell'adolescenza
nei cui sguardi si percepiscono il timore del divenire adulte e l'incipiente
risveglio della sessualità. Nello stesso periodo realizza anche ritratti di
bambini, come quello del giovane Herbert Rainer, uno dei ritratti più
realistici probabilmente perché fu eseguito su commissione.
Sino all'epoca della sua morte si dedica alla rappresentazione della natura,
tutti i suoi paesaggi sono tesi all'espressione di stati d'animo,espressione
simbolica di condizioni esistenziali, legate al declino e alla morte. La natura
è per lui uno spazio vitale entro il quale la vita germoglia e appassisce:
'Si può presentire intimamente, nel profondo del cuore, un albero
autunnale in piena estate; io vorrei dipingere la malinconia di questo presagio'.
Le modelle preferite di Schiele sono donne cui era unito da un profondo legame
personale. In gioventù e nei primi anni di attività artistica è soprattutto la
sorella Gerti ad assumere questo ruolo; in lei Egon osserva nell'adolescenza lo
sbocciare di un corpo di donna che gli si mostra semplicemente senza veli. La
sua modella successiva, Wally Neuzil, è poco più grande di Gerti, Schiele se ne
innamora e conducono una vita insieme; Wally ispira disegni intensamente
erotici ed è la modella per alcune grandi figure simboliche. La terza
importante modella è dal 1914 la moglie Edith, che pone come condizione
l'essere l'unica ed esige l'interruzione del rapporto con Wally.
Nel 1912 Schiele è davanti al giudice e rinchiuso in prigione per un breve
periodo, accusato di rapporti con una minorenne, nonché del rapimento di una
ragazzina. I giorni trascorsi in cella si trasformano in un'esperienza
traumatica e il processo si rivela pieno di rischi: in caso di condanna gli
sarebbero toccati lunghi anni di segregazione. Schiele utilizza l'avvenimento
per dare di se stesso l'immagine stilizzata della vittima della società gretta
e ostile.
Il 1913 è per Schiele un anno di successo artistico e soddisfazioni economiche.
Intraprende viaggi frequenti ed espone in numerose occasioni. Proprio quando
nel 1914 la sua fama artistica si va affermando, scoppia la prima guerra
mondiale, la fine di un'epoca, il crollo definitivo dell'impero Asburgico. Nel
1915 la chiamata alle armi, resa più sopportabile da superiori comprensivi e
amanti dell'arte, ed egli può continuare a dipingere. In questo periodo
realizza ritratti di ufficiali russi e disegni di interni, le opere mostrano
una trasformazione della concezione artistica di Schiele: l'espressivo gesto
pittorico è segnato da un chiaro ritorno alla rappresentazione naturalistica.
Un definitivo trasferimento lo conduce, nell'aprile del 1918 al museo militare
di Vienna, anno in cui un mutamento di stile gli frutta fama e riconoscimenti;
alla morte di Klimt è considerato il più importante pittore austriaco, ma la
sua carriera, finalmente toccata dal successo, viene stroncata dalla terribile
epidemia di influenza spagnola. Un mese prima della fine della guerra muore sua
moglie incinta, e tre giorni più tardi, egli stesso.
Una dolce,
inquietante ossessione s'insinua tra corpo e mente scuotendo con energica
virulenza tutta la breve vita di Egon Schiele. Lo documenta bene il
centinaio di acquerelli e di disegni dell'artista in mostra fino al prossimo 19
giugno al Van Gogh Museum di Amsterdam, dove ogni giorno, in
contemporanea con l'esposizione, vengono presentate performance di Marina
Abramovic, su coreografie di Krisztina de Chatel. Una contaminazione
artistica, questa, che vuole evidenziare il tratto forte e sensuale di uno
degli artisti più rappresentativi dell'Espressionismo: il suo interesse per il
corpo.
Schiele viene influenzato dal linguaggio prezioso e raffinato di Gustav
Klimt, ma la sua pittura è un viaggio nell'introspezione psicologica. I
suoi sono segni che mettono a nudo l'inconscio, assumendo una profondità dai
contorni emozionali molto più marcati. Sono segni che prendono corpo sulla tela
in una dissonanza armonica che nega l'estetica e rompe gli schemi tradizionali.
L'Io dell'artista emerge, contorce la materia e si ferma nello sguardo allucinato
e nelle mani contorte. Mani dove le linee sembrano denunciare il dolore, la
sofferenza, la malinconia di un'anima alla deriva. Le mani, infatti,
caratterizzano insieme con lo sguardo la lunga serie di ritratti e di
autoritratti esposti nelle sale del museo olandese, in occasione di questa
prima retrospettiva che i Paesi Bassi dedicano all'artista, figura chiave del
Simbolismo viennese.
In quest'ultimi lavori Schiele descrive i meandri della sua mente, il cupo
tormento e il trauma angosciante per la perdita prematura del padre, morto di
sifilide. Un evento, questo, che segna in modo indelebile anche il suo rapporto
con le donne e con l'erotismo. Compaiono sulle tele corpi femminili
terribilmente provocanti, in pose, spesso assurde, verticali per confondere la
spazialità.
L'artista introduce una tensione erotica esistenziale e psicologica per
diffondere un messaggio di critica sociale contro la falsità borghese. Su una
superficie ruvida e scabra, Schiele mostra senza falsi pudori, un erotismo
scevro di moralismi e senza gioia, dove protagoniste sono fanciulle dal volto
infantile e dall'atteggiamento deliberatamente impudico, donne dominate da una
sessualità disinibita e urlata nel silenzio della loro anima.
Guardandosi intorno, Schiele non può che rimanere affascinato da Van Gogh e con
il suo personalissimo carisma cromatico, pesante e deciso, gli rende omaggio
con La Stanza in Neulengbach, che si ispira alla Stanza gialla.
Reinterpreta anche i Girasoli, in una versione dai colori bruni, spenti
dove i petali perdono consistenza e acquistano la decadente tragica forza del
vero.
Nella fase finale della sua vita il tratto si fa più nervoso raggiunge la
massima libertà espressiva realizzando molti paesaggi soprattutto delle
cittadine di Krumau e Neulengbach. Lavori in cui e sempre presente un costante
senso drammatico e una visione della realtà sofferta e meditata
nell'interiorità.
Questa mostra ci consente, dunque, di entrare nell'arte di Schiele per perdersi
nell'infinito esistenziale e ritrovarsi a tu per tu con il senso della vita,
che sfugge a ogni ordine e si ferma nel magma emozionale di una macchia di
colore.