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Dai luoghi ai non luoghi
"Viviamo in un mondo che non abbiamo ancora imparato ad osservare, abbiamo bisogno di re-imparare lo spazio." Marc Augè
Il sociologo Marc Augè ha scritto un trattato intitolato "non luoghi, introduzione ad un'antropologia della surmodernità" nel quale ha cercato di analizzare i non luoghi che alienano l'uomo moderno.
Augè ci parla in particolare del bisogno di spazio che ha l'uomo dei nostri giorni, schiacciato dal fenomeno della sovrappopolazione cerca di rifugiarsi in uno spazio proprio , nell'uomo moderno si è persa l'idea dello spazio pubblico come luogo della comunità, i luoghi pubblici oggi giorno vengono usati spesso come luoghi di nessuno, maltrattati da coloro che hanno poco senso civico, questo accade più che altro nelle zone degradate, nelle periferie dove gli uomini cercano il più possibile di crearsi un nido che lì possa proteggere dai pericoli del mondo esterno.
A mio parere il luogo pubblico che una volta era la piazza del mercato dove si incontravano persone per fare affari oggi è praticamente sparito, ancora nel primo dopoguerra a Parma, per esempio, la piazza Garibaldi la domenica era ghermita di contadini in tabarro che a groppi discutevano di affari, si vendevano terre , si compravano poderi, venivano fatti dei veri e propri affari che si concludevano con una stretta di mano.
Oggi quella che chiamiamo la "borsa" definita appunto piazza- affari e il nuovo mercato e la comunicazione avviene spesso telematicamente, internet è la nuova piazza mediatica dove le persone comunicano, si conoscono, si innamorano, comprano e vendono, la piazza mediatica ha di fatto sostituito tutte quelle attività che prima venivano consumate nelle piazze delle città, le persone non si parlano ma si scrivono, e soprattutto non si possono sfiorare, chiunque potrebbe esserci dall'altra parte della "piazza".
Internet è un luogo freddo , astratto quasi metafisico, dove le relazioni in fin dei conti saranno buie e fredde perché spesso avvolte nel mistero, ma non sono certo più invitanti le altre piazze della modernità: i centri commerciali che diventano un altro luogo per incontrarsi, comprare e vendere, sono il sunto della moderna società consumistica e non luoghi per eccellenza.
.Entrare in un centro commerciale a Milano o a Parigi significa entrare in tutti i centri commerciali del mondo, si hanno le stesse sensazioni ogni volta; il brusio alle casse, l'aria condizionata, le luci al neon, corridoi che somigliano a labirinti di cibi impacchettati con buste variopinte dai toni quasi violenti, la radio di sottofondo e una voce affabile che elenca le offerte invitando a comprare.
è l'alienazione del consumatore che quando entra al supermarket è come se perdesse i sensi dell'orientamento, egli una volta dentro potrebbe credere che al di fuori ci sia Parigi come Roma, o New York, come se tutti i non luoghi al mondo fossero collegati fra loro da uno spazio collocato un'altra dimensione.
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