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Edgard Degas nacque a Parigi nel 1834. Il padre, banchiere amante dell'arte e della musica, gli permise di seguire la propria inclinazione e di abbandonare a 18 anni gli studi giuridici per dedicarsi al disegno. Grande ammiratore di Ingres, fino al 1859, oltre a copiare capolavori del Louvre, fece numerosi viaggi in Italia, in particolare a Firenze e a Napoli. Tornato a Parigi, cominciò a frequentare i circoli dei caffè come il Cafè Guerbois. Fu l'influsso di Manet, incontrato nel 1862, a spingerlo ad aderire, per sommi capi, al movimento impressionista partecipando, tra il 1874 e il 1886, a tutte le mostre, esclusa quella del 1882. Dal 1898, a causa di gravi problemi alla vista, smise quasi di dipingere, e si dedicò alla scultura. Morì nel 1917.
Tra gli artisti del gruppo rimane il più lontano dal impressionismo vero e proprio per alcuni motivi. Innanzi tutto dal punto di vista tecnico. Mentre gli Impressionisti utilizzano, per delineare gli oggetti, pennellate di colori giustapposti spesso senza neanche uno schizzo preparatorio, Degas insiste sull'importanza della chiara definizione delle forme, attraverso la linea. Anche se dicendo:<< Il disegno non è la forma, è il modo di veder la forma >> vuol significare che il disegno serve all'artista per dare la sua interpretazione esclusiva della realtà, esclusiva per il principio di diversità degli individui.
E ancora, gli Impressionisti ritraggono la natura libera dipingendo en plein-air. Degas rappresenta la vita cittadina e il suo lavoro si svolge particolarmente in studio. Cerca di cogliere i principali aspetti della realtà quotidiana del suo tempo. I suoi soggetti principali sono i ritratti, i cavalli all'ippodromo, le ballerine e il mondo del teatro, le modiste, le stiratrici, l'ambiente dei caffè-concerto, le prostitute e ogni tipo di figura femminile colta in atteggiamenti naturali, immediati.
Nonostante le differenze Degas può, però, essere considerato uno dei maestri indiscussi dell'Impressionismo. Rende, infatti, la realtà che lo circonda nella sua globalità spaziale e temporale, ossia facendone intuire la continuità e la perenne transitorietà. Anch'egli, inoltre, rappresenta la vita che lo circonda non mediante la descrizione minuziosa e pedante, ma attraverso l'impressione. Egli però ritiene che l'impressione autentica sia data solamente dalla memoria. Afferma egli stesso: <<Va molto bene copiare quel che si vede; molto meglio disegnare quel che non si vede più, se non nella memoria: è una trasformazione in cui l'immaginazione collabora con la memoria, e così non si riproduce se non quello che vi ha colpiti, cioè l'essenziale. Allora i ricordi e la fantasia sono liberati dalla tirannia che esercita la natura.>>.
La sua ottica impressionista si afferma, ancora, nell'incessante sforzo di fissare il movimento nell'istantaneità del suo verificarsi. Per giungere alla sintesi di movimento e spazio, egli si avvale delle più svariate combinazioni prospettiche e di insoliti effetti di fuga.
Uno dei quadri che, secondo me, più riflettono i caratteri principali dell'opera di Degas è "La prova". Olio su tela, dalle dimensioni di 68x103 cm, dipinto nel 1877 e conservato nell'Art Gallery di Glasgow.
In quest'opera l'artista vuole analizzare in particolare i momenti che precedono il balletto: attimi di sforzo, tensione, noia, pausa, riposo che costituiscono la realtà dei "rats", le ragazze del balletto. Si ricollega, quindi, al tema generale del balletto classico, che il pittore esamina come spettatore dalla platea e dal palco dell'Opéra, oppure dietro le quinte, occhieggiando verso il palcoscenico e curiosando nelle sale di prova o nei camerini. A questo proposito un suo contemporaneo scrisse:<< Ieri ho trascorso la giornata nello studio di un pittore bizzarro, certo Degas. Dopo molti tentativi, ricerche spinte in tutti i campi, si è innamorato del moderno; e, nel moderno, ha messo gli occhi sulle stiratrici e ballerine. In fondo, la scelta non è poi tanto malvagia, c'è del bianco e del rosa, della carne di donna in un accappatoio e nel tulle, il più affascinante pretesto per colori biondi e teneri.>> e descrivendo il quadro in particolare:<< Sfilano in seguito le ballerine. E' il ridotto della danza e, contro la luce di una finestra, le forme fantastiche di gambe di ballerine che scendono una piccola scala, con la violenta macchia di rosso d'uno scialle in mezzo a tutte quelle bianche nuvole che si gonfiano, con il contrasto volgare di un redicolo maestro di ballo. E si ha davanti e sé, colto nella realtà, il grazioso attorcigliarsi dei movimenti e dei gesti di queste piccole fanciulle-scimmie.>>.
In questo quadro Degas, conosciuto come il pittore del "buco della serratura", si riconosce per una delle sue caratteristiche principali: l'osservazione della realtà senza metterla in posa, quasi, anzi, cogliendola di nascosto. Per comunicare ciò, utilizza un taglio audace e un punto di vista inconsueto, in questo caso alto e spostato verso destra. Degas viene spinto a tale scelta da un moto di rifiuto verso la prospettiva geometrica rinascimentale e lo schema visivo centralizzato tipici dell'arte accademica.
Ne "La prova" il movimento rotatorio è impresso dalla scala a chiocciola a sinistra, inquadrata solo parzialmente e bruscamente troncata (se ne perde una parte degli scalini e, in alto, si scorgono soltanto i piedi di una ballerina che sta scendendo). Da essa, eludendo appunto l'impianto centralizzato, partono una serie di linee diagonali: quelle delle assi pavimentali, quella delle braccia protese delle ballerine sul fondo e quella dello zoccolo della parete, che conducono lo sguardo verso destra. Qui sono le note cromatiche più vivaci: il rosso della camicia del maestro e quello dello scialle della donna anziana, intenta ad aggiustare il costume di una ragazza, mentre un `altra ballerina la sta osservando, seduta in momentaneo riposo, i piedi divaricati secondo una posa usuale dei danzatori. Gli altri colori (i toni tenui dei tulli, della rosea carne e dell'azzurro dello scialle della ballerina seduta, e quelli più scuri dei nastri annodati dietro al collo) sono delicati e quasi amalgamati dalla morbida luce che filtra attraverso le finestre. E' questa luce, naturale e reale, per nulla teatrale, a imprimere maggior rilevo al movimento verso destra, già dettato dalla disposizione dell'impianto prospettico, attraverso la delimitazione a sinistra di zone in ombra e a destra di zone completamente in luce.
E' da ricordare ancora la capacità di Degas di rendere, attraverso le sue pennellate, la diversa consistenza dei materiali. Ne "La prova" la luce, generando il colore, evidenzia efficacemente sia la solidità quasi rugosa del palchet che ricopre il pavimento, sia la leggerezza e l'impalpabilità del tulle dei vestiti delle ballerine.
BIBLIOGRAFIA
Piero Adorno "L'arte italiana" (Casa editrice G. D'Anna)
Fiorella Minervino "L'Impressionismo" (Fratelli Fabbri Editori)
AA.VV. "Gli Impressionisti" (Giunti Gruppo Editoriale)
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