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CAMILLE COROT
Nasce a Parigi da una famiglia di commercianti. La sua formazione artistica inizia tardi, quando a 26 anni il padre lo affranca dal negozio; nel suo primo viaggio in Italia che mette a punto la sua indole paesaggista. Già era stato colpito dalla libertà di ispirazione di John Constable, che ebbe modo di ammirare al Salon del 1824.
Durante il suo primo Gran Tour egli scrisse: "Ho un solo scopo nella vita: fare paesaggi".
Rientrato a Parigi, dovette assoggettarsi ad una produzione di compromesso, incentrata sul paesaggio storico e mitologico, allora tanto di moda.
Dalla metà degli anni trenta, entrò in contatto con la Scuola di Barbizon, influenzandola.
Anche quando, dopo il 1855, la sua fama aumentò, non perse mai il gusto per il girovagare.
Ponte di Augusto a Narni
Appaiono già delineate le novità della sua pittura.
La scena è immersa nella luce del pomeriggio umbro, con il cielo che occupa il terzo superiore, e il fiume che scorre diagonalmente, dando il senso di incunearsi all'interno del paesaggio.
L'uso di una tavolozza semplice, di ocra e verdi, con qualche sprazzo do azzurro, restituisce una visione luminosa.
Le piccole dimensioni del dipinto accrescono la sensazione di una pittura intima.
Cattedrale di Chartres
Gli stessi temi di sopra, qui sono arricchiti dalla presenza di un'architettura gotica, in linea con i gusti romantici del tempo.
La composizione è misurata e controllatissima. Alle torri campanarie, si contrappongono gli alberi sulla destra, così come alla mole muraria fanno riscontro le due montagnole erbose e il cumulo di pietre.
LA SCUOLA DI BARBIZON
Il rapporto tra luce e natura, è alla base delle esperienze che maturano nell'ambito della cosiddetta Scuola di Barbizon. Non si tratta di nulla di accademico, quanto piuttosto di un gruppo di artisti, con affinità di ispirazione, si riuniscono nel villaggio di Barbizon, sul limitare della foresta di Fontainebleau.
L'animatore del gruppo è il paesaggista Théodore Rosseau, considerato uno dei massimi pittori dell'ottocento. Egli parte dall'ammirazione per Constable, dal quale apprende l'uso di una pennellata libera e morbida.
Deluso dagli esiti dei moti del 1830, si rifugia nella visione di una natura nostalgica, della quale approfondisce la resa dei fenomeni atmosferici.
La STRADA NELLA FORESTA DI FONTAINEBLEU, EFFETTO DI TEMPESTA, è uno degli esempi più maturi di questa ricerca.
La scena rappresenta l'abbattersi di una tempesta. L'effetto del vento è tradotto in pittura mediante l'uso di pennellate rapide e apparentemente incoerenti, ravvivate dall'uso del giallo e dell'arancio.
Charles-François Daubigny, il più giovane del gruppo, ne diventa uno degli esponenti di punta.
Inizia la sua esperienza come restauratore al Louvre, imparando a padroneggiare la tecnica pittorica con grande virtuosismo.
LO STAGNO sintetizza la sua vocazione a ricreare atmosfere dolcemente idilliache. Il senso della prospettiva è suggerito dall'armonioso susseguirsi dei vari piani:
N Lo stagno con le anatre
N La mandria di mucche che beve
N Le collinette che convergono nella depressione al centro
N La catena di montagne all'orizzonte, resa azzurrognola dalla lontananza
Sulla superficie del piccolo specchio d'acqua si riflettono il cielo e la natura, accrescendo la sensazione di rosata luminosità.
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