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Barcellona
Non è una capitale, ma dal punto di vista culturale, commerciale e sportivo, è come se lo fosse. Orgogliosa, dinamica, vivace, nel cuore dei suoi abitanti rimane la 'capital' della regione che domina e di cui rappresenta il fulcro e il simbolo: la Catalogna. Tanto che qui il catalano, al pari dello spagnolo, è considerata lingua ufficiale. È questa Barcellona, città dalle notti magiche (non solo perché per noi italiani il ricordo va subito al memorabile Mundial del 1982), cosmopolita, la grande rivale, in tutti i sensi, della vera capitale di Spagna, Madrid.
Con i suoi 1.700.000 abitanti, Barcellona è la seconda città più grande della penisola iberica ma ne è il porto più importante, con un traffico annuo di oltre 17 milioni di tonnellate di merci. La vicinanza con il confine francese e i suoi intensi scambi commerciali e culturali con tutto il bacino del Mediterraneo e con il Nordeuropa, hanno contribuito alla sua fama di città multietnica e aperta alle novità. Inoltre, grazie ad un'intensissima attività di promozione della sua immagine, culminata con le esemplari Olimpiadi del 1992, e al lancio turistico della Costa Brava, Barcellona e la Catalogna sono diventate una delle mete più visitate di Spagna.
Barcellona si trova su una stretta pianura costiera, nei pressi della foce del fiume Llobregat, ed è dominata a nord da una serie di colline parallele alla costa. Dal punto di vista urbanistico e architettonico è una città dove convivono il rigore tipicamente mitteleuropeo e la fantasia più sfrenata, simboleggiata dalle opere di Gaudì. La parte più importante della città è la Ciudad Veja, la città vecchia, a sudest che si apre direttamente sul grande porto. Qui si trova la più importante serie di viali di Barcellona, le notissima Ramblas animata da una sfrenata vita notturna, ed anche i principali monumenti, tra cui la Catedral, splendido esempio di architettura gotica, iniziata nel 1298 su un preesistente edificio romanico ma terminata solo nell'Ottocento con il complemento della facciata principale e della guglia.
I fasti della antica potenza militare catalana si riflettono nel Barri Gòtic, il quartiere gotico e la parte più vecchia della città, sede di numerosi edifici eretti tra il Duecento ed il Quattrocento (da non perdere il Palau Reial Major, dove Fernando e Isabella ricevettero Colombo nel 1492, di ritorno dal suo viaggio nel Nuovo Mondo). Fu proprio allora che si sviluppò lo spirito borghese e imprenditoriale della città, che oggi la fa tanto assomigliare ad una metropoli del nord. Tanto che nel XII secolo Barcellona era una delle piazze finanziarie più importanti d'Europa ed in quegli anni venne pubblicato il primo esempio europeo di legislazione marittima, il Libro del Consolato del Mar.
Qui si sviluppò il primo nucleo abitato della città (restano i ruderi di un tempio in stile corinzio dedicato ad Augusto e buona parte della cerchia muraria), che si dice fondato dal generale cartaginese Amilcare Barca. Barcellona divenne presto romana e nel 415 diventò capitale della Gothia Hispana. Venne poi conquistata dai saraceni nell'VIII secolo, che la chiamarono Barciliona, sino alla liberazione avvenuta nell'801 da parte di Ludovico il Pio, figlio di Carlo Magno che ne fece la capitale di una contea autonomia.
La città, entrata a far parte del Regno di Aragona nel 1137, ne diventa il porto più importante. Ma la scoperta dell'America, la fine dell'impero aragonese-catalano e il peso crescente di Madrid, causarono il malcontento dei Catalani tanto che nel 1640 la città si rivoltò nel 'Corpus Domini di sangue'. Poco dopo i Catalani, da sempre dotati di uno spirito indipendentista, si unirono alla Francia proclamando Luigi XIII conte di Barcellona. Ne seguì una guerra in seguito alla quale la città fu ripresa dalle truppe spagnole dopo un lungo assedio.
Lo stesso spirito indusse Barcellona a schierarsi, durante la guerra di Successione (1702-11), con l'arciduca Carlo d'Austria, cedendo solo dopo un altro durissimo assedio. Dopo la vittoria i Borbone le tolsero i pochi privilegi che ancora aveva (fra cui l'uso del catalano negli atti pubblici), rinfocolando le tendenze separatiste. A partire dalla seconda metà dell'Ottocento Barcellona visse uno straordinario sviluppo industriale che nel giro di qualche decennio la portarono a diventare la più importante città di Spagna per numero di abitanti (190 mila nel 1860, oltre mezzo milione nel 1900, oltre 1 milione nel 1935), superando la stessa Madrid.
Correlato inevitabile di questa situazione furono lo sviluppo dei movimenti anarchico e socialista, culminati nel primo sciopero generale organizzato d'Europa (1902) e nella 'settimana tragica' del 1909, quando agitazioni anticlericali furono represse con durezza dall'esercito. Nel 1931 il governo repubblicano riconobbe alla Catalogna uno statuto regionale autonomo, con governo proprio (Generalidad), soppresso dai franchisti e recuperato definitivamente solo nel 1978.
Centro culturale e artistico fin dal Medioevo e sede di due università, Barcellona è ricca di biblioteche e di numerosi musei d'arte e di storia naturale. Da visitare il Museu Picasso, con i primi dipinti dell'artista, numerose stampe e le sue ceramiche, il Museu d'Art Modern, che ospita una raccolta di arte catalana dei secoli XIX e XX, e il Museo Archeologico, con numerose sculture e mosaici romani scoperti in vari punti della città. Al di fuori della città vecchia si trova invece il monastero di Pedralbes, fondato nel 1326, con chiesa e chiostro gotici e affreschi (1345-46) di Ferrer Bassé, caposcuola della pittura catalana trecentesca e diffusore di modi italiani.
Il volto moderno di Barcellona lo si può scoprire nella parte più a nord, dove si trova la città nuova (Eixample), dalla regolare struttura a scacchiera e attraversata dalla Diagonal, la più elegante strada della città. Punto di unione della città vecchia con quella nuova è la Plaza de Cataluña, il fulcro di tutta l'attività urbana. A disegnare la parte nuova furono Ildefons Cerdà i Sunyer (1815-76) e i seguaci del Modernismo catalano, la corrente architettonica che fiorì nel 1854 quando si decise di distruggere le mura medievali per consentire lo sviluppo della città su quella che un tempo era stata riservata a zona militare.
Questo è anche il regno di Antoni Gaudì (1852-1926), il massimo esponente del Modernismo ed uno dei più originali architetti di questo secolo. Il suo capolavoro è la stravagante chiesa della Sagrada Familia, alla quale si dedicò interamente a partire dal 1914, impiegando tutti i suoi soldi nel progetto (tanto che visse sul posto per 16 anni) e andando di casa in casa per chiederne altri fino alla morte, avvenuta dopo essere stato travolto da un tram. Oggi la chiesa, sicuramente la più inusuale e originale d'Europa, ricca di simbolismi e richiami alla natura, è tuttora in costruzione. Manca ancora, secondo il progetto originario di Gaudì, la torre centrale con le quattro grandi torri che la dovrebbero circondare e la facciata sud.
Uno dei quartieri più dinamici e innovativi, ricco di musei, gallerie d'arte, parchi di divertimento e nightclub, è quello di Montjuic. La spettacolare collina, che si innalza per 213 metri dal porto, si trova a sud della città ed è anche la sede del moderno autodromo dove si disputa annualmente il Gran Premio di Formula Uno. Sempre Montjuic ospitò nel 1929 l'Esposizione Internazionale e nel 1992 le Olimpiadi, eventi che segnarono lo sviluppo edilizio dell'intera zona. Gli edifici più interessanti si trovano attorno al Palau Nacional, dove si può ammirare la più grande collezione d'arte romanica d'Europa ospitata nel Museu Nacional d'Art de Catalunya. Come il Poble Espanyol, una sorta di villaggio che conserva copie di edifici di varie regioni. Oppure la Fundacion Joan Miró, con la collezione permanente di stampe, dipinti, sculture e arazzi illuminati dalla luce naturale dell'artista catalano.
Di Gaudì e Miró non si possono mancare anche i parchi, che si trovano nelle periferia di Barcellona. Quello di Gaudì, coloratissimo e ricco di mosaici, chiamato Parc Guell, è una vera città-giardino di 20 ettari. Fu aperto nel 1922 ed è stato definito 'World Heritage Site' dall'Unesco. Altrettanto insolito è il Parc de Joan Miró, dominato dal 'Dona i Ocell', enorme scultura dell'artista alta 22 metri e situata al centro di una piscina. Vicino al parco si trova anche il celebre Nou Camp, lo stadio della squadra del Barcellona (comunemente chiamata Barsa), vera fede, non solo calcistica, dei catalani, con annesso Museu del Futbal Club Barcelona, ricco di cimeli e souvenir e non per niente uno dei più popolari e visitati della città.
Se Barcellona è il nucleo accentratore, in tutti i sensi, della Catalogna, una visita alla regione può comunque regalare delle splendide emozioni. A partire dalla zona costiera della Costa Brava ('costa selvaggia') lunga 200 chilometri, che alterna scogliere, insenature boscose e belle spiagge. Per una vacanza a regola d'arte la località più frequentata è Lloret de Mar, che conta più alberghi di qualsiasi altra città sulla costa (la spiaggia più bella e intatta è quella di Santa Cristina). Meritano una vacanza anche Roses, vera mecca per chi ama gli sport acquatici, Lafranc, dalle tipiche case bianche e dal bel lungomare, e La Platja d'Aro. Ma anche antichi villaggi di pescatori come Cadaques, L'Escala e Tossa de Mar mantengono intatto un loro caratteristico fascino.
All'estremo sud della costa catalana c'è Tarragona, una delle più importanti città romane in terra di Spagna. Conserva un anfiteatro e un acquedotto ma il suo monumento-simbolo è la statua di Roger de Lleria, comandante catalano della Marina del XIII secolo. Nell'interno, dal territorio prevalentemente montuoso, meritano una visita le stupende città medioevali di Montblanc (il più bell'esempio di architettura militare catalana), Besal (con le due belle chiese di Sant Vincent e Sant Pere, unica parte rimasta dell'antico monastero benedettino) e Girona (con una bella cattedrale gotica e i bastioni romani ancora intatti). Ma il centro spirituale della regione sono i due possenti monasteri di Montserrat, situato a 1.236 metri d'altezza e circondato da cappelle e grotte di eremiti, e di Poblet, veri paradisi di tranquillità e di pace.
Una ultima segnalazione merita Figueres, posta a nord della regione di Emporadà, la fertile pianura che dal Golfo delle Rose si estende verso l'interno. È la città natale di Salvador Dalì, l'eccentrico pittore catalano, considerato uno dei padri del surrealismo, che qui fondò il Teatro-Museo Dalì, il più visitato in Spagna dopo il madrileno Museo del Prado. L'edificio, che non ospita solo opere di Dalì e nessuna delle sue più note, è in realtà un monumento all'opera e alla vita dell'artista, che qui è sepolto.
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