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ARTE PREISTORICA
Lessico
Con questo termine si indicano le fasi storiche dell'evoluzione di una determinata area geografica antecedenti all'introduzione della scrittura; con il termine di 'protostoria', inoltre, si distingue un periodo tardo della preistoria, caratterizzato, soprattutto in Europa, dalla contemporaneità di sistemi sociali complessi, ma ancora sostanzialmente preistorici, con le prime civiltà mediterranee. In Italia, la disciplina che studia tale periodo viene definita come paletnologia. Per estensione, il complesso di cognizioni che si possono ricostruire intorno alla prima evoluzione, alle più lontane e oscure origini di un fenomeno, di un fatto, di una disciplina e simili: la preistoria della lingua italiana; la preistoria della scienza; la preistoria delle moderne teorie socialiste. Figurativo, stato di arretratezza, di primitività: in alcune regioni del nostro globo si vive ancora nella preistoria.
Arte
Con gli inizi del Paleolitico superiore, intorno a circa 35.000 anni a. C., si attua una delle più grandiose innovazioni culturali nella storia dell'uomo, consistente nell'origine e nell'evoluzione dell'arte. Questa appare legata a un complesso mondo simbolico e a concezioni metafisiche che, pur non essendo distintive di Homo sapiens sapiens(sono note infatti manifestazioni rituali legate soprattutto al culto dei morti già in Homo sapiens neandertalensis), contribuiscono fortemente a caratterizzare l'uomo moderno. Espressa mediante pittura, incisione e scultura sulle pareti delle cavità, spesso nelle gallerie più profonde e meno in vista (l'arte parietale), o attraverso la decorazione e la scultura di oggetti, strumenti, ciottoli, ecc. (l'arte cosiddetta mobiliare), l'arte paleolitica è legata, nei suoi contenuti, soprattutto alla raffigurazione di animali e, in misura minore, dell'uomo; non mancano, fin dall'inizio, segni geometrici o astratti, che si associano spesso ai motivi figurativi. Se le prime vere e proprie manifestazioni artistiche sono riferite all'Aurignaziano (33.000-26.000 a. C. ca.), è con il Gravettiano (27.000-19.000 a. C.) che si assiste al primo grande sviluppo dell'arte preistorica e alla sua diffusione su gran parte dell'Europa occidentale e centro-orientale. Numerose figure femminili stilizzate, note come 'Veneri', scolpite su osso, corno, avorio e diversi tipi di pietra, rinvenute in Francia (Lespugue, Brassempouy), Austria (Willendorf), Germania (Gonnersdorf), Italia (Grotta del Principe a Grimaldi, Savignano, anche se di discussa attribuzione cronologica), Russia, Malta, Repubblica Ceca (Dolní Vestonice), ecc., o figurine di animali modellate in argilla successivamente cotta (Dolní Vestonice), documentano una diffusione geografica dall'Atlantico alla Siberia e una sorta di tradizione unitaria nell'ambito delle diverse facies gravettiane. A questo periodo, o all'Epigravettiano antico (18.500-17.300 a. C. ca.) risalgono anche, con ogni probabilità, le pitture di grotta Paglicci (Rignano Garganico, Puglia), geograficamente isolate dalla grande area francocantabrica di massima concentrazione di espressioni artistiche. Durante la successiva cultura solutreana (19.000-16.000 a. C. ca.), localizzata nella Francia centrale e sud-occidentale e nell'area cantabrica della Penisola Iberica, si sviluppa in particolare la scultura in bassorilievo di fregi, spesso di notevoli dimensioni, come p. es. quelli di Roc-de-Sers (Charente) e di Fourneau-du-Diable (Dordogna). Verso la fine del Paleolitico superiore, durante le diverse facies del Magdaleniano (16.000-10.000 a. C.), l'arte paleolitica raggiunge il culmine del suo sviluppo con veri e propri capolavori come quelli dipinti nelle grotte di Lascaux, di Font-de-Gaume, di Rouffignac (Dordogna), di Altamira (Santander, Spagna), di Niaux (Ariège), o come i famosi bisonti scolpiti al Tuc d'Audoubert (Ariège), per citare solo alcuni esempi tra i più noti. Al di là della componente estetica, le motivazioni che stanno all'origine dell'arte parietale sono difficilmente valutabili. Per diversi motivi sembra evidente, attualmente, l'impossibilità di insistere sul carattere puramente magico-propiziatorio delle raffigurazioni di animali e di vedervi un riflesso diretto di attività venatorie; è stato messo in rilievo come queste manifestazioni artistiche siano talvolta il risultato di sovrapposizioni di segni che periodicamente modificano l'immagine; sono state studiate le ricorrenze nella collocazione spaziale delle figure e le associazioni tra gruppi di animali che raffigurerebbero simbolicamente l'opposizione maschio/femmina. É stato anche sottolineato il concetto di 'santuari' per le grandi rappresentazioni figurative presenti in grotte tipo Lascaux, Altamira, ecc., mentre d'altro canto non sembra vi siano evidenze di riti di gruppo né di utilizzazione di questi luoghi, spesso reconditi (strette gallerie, diverticoli, pozzi), da parte di gruppi quantitativamente numerosi. Con la fine del Paleolitico superiore e con gli inizi dell'Olocene le grandi manifestazioni artistiche di arte parietale tendono a scomparire, mentre decorazioni geometriche dipinte o incise sono frequenti su ciottoli e ossa e caratterizzano, per esempio, l'arte dell'Aziliano. Nei tempi postpleistocenici si distinguono diversi aspetti: l'arte del Levante spagnolo è nota per le pitture presenti in una settantina di ripari sotto roccia della Spagna orientale, caratterizzate dall'accentuazione di un atteggiamento scattante delle figure umane, di aspetto agile e vivace. Nelle zone dell' Europa settentrionale è presente l'arte nordica o artica con incisioni di stile naturalistico spesso a tratto infantile; di epoca più tarda sono invece le incisioni della Scandinavia merid. con figure di barche, di armi, di ruote e altre di carattere geometrico. Nel continente africano si distinguono l'arte sahariana, con raffigurazioni dipinte o incise su rocce dei gruppi montuosi delle zone desertiche merid. del Marocco, dell'Algeria e della Libia, e l'arte australe, che raggruppa le incisioni e pitture presenti nelle zone dell'Africa merid. che si estendono tra i f. Limpopo e Orange. Figurine femminili plastiche con caratteristiche stilistiche analoghe a queste produzioni si sono protratte fino ai tempi neolitici e oltre, dando luogo a statuette interpretabili come idoli, oggetti di culto nei riti di propiziazione alla fecondità nell'ambito del rito generico della Dea Mater; lontane eredi di tali figure plastiche, ma con destinazione funebre, possono dirsi le stele antropomorfe prodotte dall'Eneolitico ai tempi protostorici, in cui prevale un elevato schematismo. Nei tempi olocenici compaiono decorazioni su manufatti a uso domestico o a destinazione rituale come vasi, scodelle, pentole, coppe, cinerari, ecc. I motivi impressi, graffiti o dipinti, sono a carattere zoomorfo o antropomorfo con forme altamente stilizzate. Con il Neolitico, tuttavia, l'unità dell'arte dei tempi precedenti si spezza e si ha una produzione quanto mai varia e difforme che per tipologia e decorazione risente delle grandi differenze dei singoli ambienti, delle esigenze sociali, delle diverse tradizioni e, infine, delle reciproche influenze e connessioni sorgenti tra i vari aspetti culturali.
PITTURA RUPESTRE
Lessico
Proprio delle rupi; caratterizzato da rupi: paesaggio rupestre; che cresce sulle rupi: flora rupestre; arte rupestre, definizione con cui si fa riferimento in genere alle prime incisioni su roccia del Paleolitico superiore e a tutte quelle manifestazioni della preistoria presenti nell'area mediterranea e nordica, nell'Africa sahariana e australe, nell'Asia, nell'America patagonica, nell'Australia, anche se l'arte rupestre ha manifestazioni di grande interesse fino ai nostri tempi.
Arte
Posteriori alla conquista spagnola sono le pitture su roccia di una vastissima area dell'America Settentrionale (dalla California al Tennessee) in cui è avvertibile un naturalismo alquanto rozzo. Più notevoli, per ricchezza e complessità di motivi, gli esempi dell'America Meridionale, particolarmente delle aree andino-peruviana e brasiliana. Il genere di incisione e pittura perdura inoltre presso i popoli primitivi, specie dell'Australia. Le più alte manifestazioni di arte r. restano però testimoniate dall'architettura. Si tratta di veri e propri complessi architettonici ricavati per mezzo di tecniche di scavo nei banchi di roccia che presentano particolari caratteristiche geologiche (spesso si tratta di adattamenti di cavità naturali) o sulle pareti rocciose, fino a costituire vere e proprie sculture-architetture monolitiche in cui lo scavo è applicato anche all'esterno del monumento; in tal caso il termine di architettura r. si allarga a comprendere anche i bassorilievi e le sculture monumentali scavate nella roccia. L'architettura rupestre, che si può considerare il 'negativo' dell'architettura, in quanto lo spazio viene creato 'togliendo' la materia, e non costruendo, ha avuto un larghissimo sviluppo storico-geografico, assolvendo a una funzione principalmente religiosa, funeraria o celebrativa. I maggiori esempi di questo tipo di architettura si trovano nel mondo mediterraneo, innanzi tutto nelle necropoli, dalle cosiddette 'tombe a siringa' dell'antico Egitto scavate nella roccia (le mastabe e le piramidi invece, pur avendo una parte sotterranea, non sono monolitiche) alle tombe nabatee di Petra, dove la scultura delle enormi pareti rocciose imita scenari architettonici, fino alle tombe achemenidi, come quella di Dario il Grande a Naqsh-i-Rustam presso Persepoli, dove si attua una perfetta contaminazione tra scultura e architettura con realizzazioni di grande abilità tecnica. La stessa perfezione si trova nelle gigantesche opere di scavo e scultura dell'arte egiziana, che offre i suoi maggiori esempi nel tempio di Deir el-Bahari e in quello di Ramses II ad Abu Simbel, con le colossali statue di divinità sedute all'ingresso del tempio. Anche il culto cristiano utilizzò l'architettura rupestre, specialmente in Oriente, per i complessi monastici: caratteristiche le chiese scavate nel tufo della Cappadocia e le chiese etiopiche del Lasta-Uagh, le cui tecniche sono riprese, nel mondo occid., dalle architetture in grotte 'basiliane' (Matera, Massafra). Tra le maggiori realizzazioni per mole e impegno architettonico, a parte quelle egiziane, vanno ricordate le architetture r. buddhistiche dell'area cinese e soprattutto di quella indiana, dai templi di Ajanta e di Ellora (sec. VI-IX d. C.) alle sculture maurya di Bodh Gaya, fino al colossale Buddha in altorilievo (53 m) di Bamiyan (sec. IV).
Bibliografia
G. H. Bandi, J. Maringer, L'art préhistorique, Parigi, 1952; H. Breuil, Quatre cent siècles d'art
pariétal, Montignac, 1952; P. Graziosi, L'arte dell'antica età della pietra, Firenze, 1956; N. K.
Sanders, Prehistoric Art in Europe, Londra, 1968; P. Graziosi, L'arte preistorica in Italia, Firenze,
1973; P. Graziosi, L'arte dell'antica età della pietra, Firenze, 1987.
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