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Antropologia




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AMBITI E OBIETTIVI DELL'ANTROPOLOGIA.


ANTROPOLOGIA: studio dell'essere umano nella sua globalità; scoprire quando, dove e perché l'umanità è comparsa sulla terra e si è evoluta, e come si siano prodotte le varietà fisiche presenti nelle popolazioni moderne; si interessa inoltre alla variabilità delle idee e delle usanze tradizionali nelle società passate e presenti; inizialmente solo culture non occidentali, lasciando ad altre discipline lo studio della civiltà occidentale e di analoghe società complesse, dotate di una storia scritta, oggi sia città industriali sia remoti villaggi del mondo non occidentale; questo perchè ogni ipotesi generale sull'uomo dev'essere applicabile ai vari contesti

criterio storico + proporzioni mondiali dell'ambito di interesse + approccio olistico (o multiprospettico = studio di molti aspetti dell'esperienza umana tendenza alla specializzazione in un settore particolare)

ciò che contraddistingue l'antropologia è proprio l'indagine degli elementi (i tratti, i costumi) specifici di un gruppo umano

nasce alla fine dell'800

serve a ridurre o risolvere i problemi sociali attraverso la comprensione e il cambiamento delle condizioni che li creano

contribuisce alla conoscenza del genere umano e permette di evitare fraintendimenti tra popolazioni diverse (l'intolleranza nei confronti della diversità è infatti dovuta, in parte, all'ignoranza in merito alle ragione della differenza tra le persone)


antropologia


antropologia fisica (o biologica) (*)  antropologia culturale (§)

(settore molto ampio della ricerca archeologia

antropologica)             linguistica

etnologia (studia le culture più recenti, ci si riferisce spesso con l'espressione più generale di antropologia culturale)


ANTROPOLOGIA FISICA(*): origine e evoluzione del genere umano (paleontologia umana o paleoantropologia); variazioni biologiche delle popolazioni contemporanee (focalizza il proprio interesse sulla variabilità degli esseri umani)


CULTURA: abitudini mentali e comportamentali tipiche di una popolazione o di una società

E

ANTROPOLOGIA CULTURALE(§): archeologia (studio delle culture antiche attraverso i loro resti materiali); antropologia linguistica (analisi linguistica in prospettiva antropologica); etnografia (indagine su popolazioni viventi e recenti)                


linguistica strutturale (indaga i principi secondo cui suoni e parole sono organizzati nel discorso)

sociolinguistica (si occupa degli aspetti sociali della lingua)


l'etnografo è un tipo particolare di etnologo che trascorre un periodo di tempo condividendo, interagendo e osservando la popolazione che è oggetto del suo studio etnografia (descrizione dettagliata che segue all'indagine sul campo) l'indagine etnografica non è soltanto descrittiva, ma propone spiegazioni dei fenomeni osservati

etnostoria (studio dei mutamenti culturali che sopravvengono nel tempo)


vi sono poi ampie aree di specializzazione dell'antropologia (economia, politica, psicologia, ..)











IL CONCETTO DI CULTURA.


l'uomo tende a non riflettere sulla propria cultura perché essa è talmente parte di sé che egli la dà per scontata solo confrontandosi con sensibilità, credenza e abitudini diverse ci si accorge di condividere certe idee e usanze con un determinato gruppo

l'uomo tende a considerare corretti i propri costumi e le proprie abitudini mentali, e a giudicare immorali o inferiori i modelli diversi D la prospettiva antropologica parte dal presupposto che i costumi e la mentalità di un gruppo debbano essere descritti oggettivamente, e calati nel contesto dei problemi e delle opportunità della società studiata (relativismo culturale) esprimere un giudizio non può e non deve precludere l'oggettività              


ostacolato da 2 comportamenti:

tendenza alla valutazione negativa risultante dell'etnocentrismo

propensione ad un giudizio positivo che spesso prende la forma di un'ammirazione spontanea verso la vita semplice del 'buon selvaggio'


per lo scienziato sociale non esistono individui o società (per quanto semplici) senza cultura


perché un'idea o un'azione siano culturali esse devono essere condivise da un gruppo (anche se un comportamento non si verifica di frequente) se queste usanze culturali sono circoscritte ad un gruppo all'interno della società si parla di subculture (fulcro dell'interesse sociologico)

E

quando gli antropologi definiscono 'culturale' un fenomeno, essi lasciano un margine alla variabilità individuale (un tratto culturale non è obbligatoriamente condiviso dalla totalità della popolazione)


affichè un comportamento possa essere considerato culturale, esso dev'essere appreso e condiviso un grande aiuto all'apprendimento proviene dalla lingua naturale e dal linguaggio simbolico tutte le popolazioni di cui l'antropologia è a conoscenza possiedono un sistema complesso di comunicazione simbolica e parlata, detto linguaggio (simbolico poiché una parola o una frase rimandano ad un oggetto o ad'entità indipendentemente dal fatto che essi siano presenti o meno)


l'antropologia si occupa delle caratteristiche culturali di una SOCIETÀ = gruppo di persone che occupa un preciso territorio e parla la medesima lingua, generalmente non compresa dalle popolazioni vicine (non coincidono con le nazioni: molti stati riuniscono entro i propri confini popoli di lingua differente)


Durkheim: la cultura è un'entità esterna che esercita su di noi un forte potere di coercizione (norme) (non sempre ce ne rendiamo conto)


2 tipi di imposizione culturale:

DIRETTA (è la più ovvia)

INDIRETTA (meno ovvia, ma non per questo meno efficace; es: se decido di parlare una lingua straniera, nessuno mi fermerebbe, ma non verrei nemmeno capito)


modelli culturali ideali: serie di idee (di valori e norme) che stabiliscono come un individuo debba comportarsi o reagire emotivamente in una determinata situazione sappiamo, tuttavia, che c'è differenza tra cultura ideale e cultura reale


2 modi attraverso cui individuare i modelli culturali

se ci si occupa di usanze esplicite o chiaramente visibili all'interno di una società, il ricercatore appura l'esistenza di queste pratiche e le studia con l'ausilio di una persona bene informata

nel caso in cui l'oggetto in esame sia una sfera del comportamento che comprende numerose variazioni individuali, o quando gli individui studiati non siano consapevoli dei propri modelli di comportamento, l'antropologo deve raccogliere informazioni da un campione di persone allo scopo di individuare il modello culturale moda (risposte che si verificano con maggior frequenza rispetto ad una serie di risposte possibili) ci si serve di un campione rappresentativo (campione casuale)





particolari comportamenti e idee sono appresi se questi variano da società a società, e li possiamo imputare al puro determinismo genetico se essi sono presenti in tutte le società (es: i bambini di tutto il mondo imparano la lingua circa alla medesima età, tuttavia, le lingue specifiche parlate dagli adulti delle varie società mostrano differenze notevoli, e per questo debbono essere apprese)


usanze non adattive (che riducono le speranze di sopravvivenza e di riproduzione) sono destinate a scomparire D usanze adattive (è più probabile che persistano)


quando si dice che un'usanza è adattiva si fa riferimento ad uno specifico contesto naturale e sociale (essa può infatti essere adattiva in un determinato ambiente e non in un altro) la cultura rappresenta un adattamento all'ambiente naturale, ad esigenze biologiche e all'ambiente sociale (una data usanza rappresenta uno specifico adattamento all'ambiente, ma non esaurisce tutti quelli possibili; non tutte le caratteristiche culturali sono adattive: alcune di esse possono essere neutre; anche di fronte a circostanze mutate, le persone possono decidere di non cambiare le proprie usanze; è anche possibile che da un tentativo di cambiare certi comportamenti si sviluppino fenomeni non adattivi)


ogni singola cultura è fortemente integrata:

una delle ragioni è la sua generale adattività (se certe usanze sono maggiormente adattive in un contesto, allora quel genere di tratti si ritroverà insieme in condizioni analoghe)

per ragioni psicologiche (se una tendenza verso la coerenza cognitiva è riscontrabile negli esseri umani, si può supporre che almeno alcuni aspetti di una cultura tendano ad essere integrati secondo lo stesso criterio)


nel prendere in considerazione la storia di una società è necessario tener presente che la sua cultura è mutata nel tempo la spinta al cambiamento può venire dall'interno o dall'esterno di una società



LE SPIEGAZIONI E LA LORO VERIFICA.


gli antropologi desiderano comprendere perché alcune usanze esistono SPIEGAZIONE: risposta ad un interrogativo sulle cause in ambito scientifico vi sono 2 tipi di spiegazione: le associazioni e le teorie (*)


nel settore delle scienze sociali le associazioni vengono enunciate di solito in senso probabilistico: si dice infatti che 2 o più variabili tendono ad essere correlate in modo prevedibile, il che significa che di norma vi sono alcune eccezioni definiamo quindi la relazione fra le variabili un'associazione statistica, dicendo in tal modo che è improbabile che la relazione osservata sia frutto del caso


le teorie (spiegazioni di associazioni statistiche) sono più complesse delle relazioni osservate che intendono spiegare; vi sono notevoli differenze tra una teoria ed un'associazione:

una teoria è più complessa e contiene non una, bensì una serie di informazioni, mentre un'associazione di solito enuncia in modo piuttosto semplice l'esistenza di una relazione tra 2 o più variabili misurate

sebbene una teoria possa menzionare cose che sono osservabili, può essere comunque difficile o impossibile osservare direttamente alcuni aspetti dei fenomeni in esame; al contrario, le associazioni statistiche sono basate interamente sulle osservazioni


sviluppare una teoria richiede immaginazione creativa E un attaccamento eccessivo ad un particolare orientamento teorico può essere controproducente


2 tipi di procedure per poter elaborare spiegazioni dei fenomeni culturali:

studio di una particolare società (analisi del singolo caso)

studio comparativo che riguarda più società


in campo scientifico tutte le strategie di verifica consistono nel dire in anticipo che cosa si troverà nel caso l'interpretazione proposta sia corretta, e quindi nel condurre un'indagine per vedere se la previsione viene confermata il ricercatore deve fornire una definizione operativa (descrizione della procedura seguita nel misurare le variabili; permette ad altri di valutare se le misurazioni fatte sono corrette) la scienza dipende dalla replicabilità, vale a dire dalla possibilità di riprodurre i risultati misurare qualcosa significa confrontarlo con altre cose su una scala di variabilità (anche la classificazione è un metodo di misura)

una procedura di campionamento dovrebbe riuscire a dare una rappresentazione corretta, e non una selezione fuorviata da preconcetti, dell'universo da cui viene attinto il campione migliore: procedura di campionamento casuale


per verificare se le variabili sono associate nel modo previsto, l'antropologo può costruire una tabella della contingenza: ogni caso viene assegnato ad una cella della tabella, in base ai risultati ottenuti nella misurazione delle variabili esaminate test di significatività: test che ci dicono quanto 'perfetto' dev'essere un risultato perché si possa considerare probabile un'associazione tra le variabili in esame, cioè il fatto che una implichi generalmente l'altra (è statisticamente significativo (probabilmente vero) qualsiasi risultato che dia un valore inferiore o uguale a 0,05 (fino a 5 probabilità su 100) vi sono molte ragioni per cui è impossibile attendersi sempre un risultato perfetto


metodi di ricerca in antropologia:


unità di analisi

tipo di ricerca


non storica

storica

singola società

etnografia

comparazione all'interno di una stessa cultura

etnostoria

comparazione all'interno di una stessa cultura

regione

comparazione controllata

comparazione controllata

campione di società di tutto il mondo

ricerca transculturale

ricerca transculturale


OSSERVAZIONE PARTECIPANTE = metodo che prevede sempre il lavoro sul campo (esperienza diretta con la popolazione studiata) è la pietra miliare dell'antropologia moderna; condotta in genere per un anno o più dopo aver effettuato un lavoro sul campo, un antropologo può preparare un'etnografia; carattere altamente soggettivo; è importante il reperimento di informatori


altri metodi: la mappatura, il censimento porta a porta, l'osservazione del comportamento, le interviste con un campione di informatori; le monografie e gli articoli etnografici su soggetti specifici sono utili per poter effettuare una comparazione tra diverse società


la conoscenza che un antropologo può avere di una regione è inferiore a quella che può avere di una singola società; le comparazioni su base regionale sono comunque molto utili; è importante però ricordare che non è detto che una spiegazione valida per una regione sia poi estendibile ad altre


le comparazioni transculturali vengono utilizzate soprattutto per verificare la bontà delle teorie; la loro conclusione, con ogni probabilità, è valida per la maggior parte delle società


etnostoria: studio dei materiali descrittivi riguardanti una singola società, relativi a vari periodi della sua storia i dati possono provenire da fonti che esulano dalle etnografie approntate dagli antropologi (racconti di esploratori, missionari, viaggiatori, ufficiali governativi) è importante separare ciò che può essere considerato un fatto da ciò che è invece una sua interpretazione vantaggio del ricorrere a studi di tipo storico: in ambito antropologico lo scopo delle teorie è quello di spiegare la variabilità dei modelli culturali, vale a dire di specificare quali condizioni culturali favoriranno un modello piuttosto che un altro


FATTORI DETERMINANTI PER LA VARIABILITÀ CULTURALE










LA COMUNICAZIONE E IL LINGUAGGIO.


tutti i sistemi linguistici sono costituiti da simboli pubblicamente accettati attraverso i quali si cerca di condividere esperienze personali; la nostra comunicazione non è limitata al linguaggio (importanza della comunicazione non verbale; una parte di questa comunicazione sembra essere universale tra gli uomini (es: le espressioni del volto); ma essa è anche culturalmente variabile; i sistemi di comunicazione non sono un'esclusiva degli esseri umani; MA il linguaggio umano è simbolico 2 significati:

produce un significato anche in assenza del referente

il significato è arbitrario: chi riceve il messaggio non potrebbe coglierne il significato basandosi esclusivamente sui suoni, e comunque non conosce quel significato per via istintiva i simboli devono essere appresi


in cosa differisce la vocalizzazione umana??

non è appropriato individuare nel simbolismo il tratto distintivo del linguaggio umano; tuttavia, la vocalizzazione umana si distingue da quelle non umane in quanto possiede una gamma molto più ampia di simboli

i sistemi vocali non umani sono chiusi (i differenti richiami non sono combinati per produrre nuove espressioni dotate di significato); le lingue umane, al contrario, sono sistemi aperti (retti da regole complesse in merito a come i suoni e i sistemi di suoni possono essere combinati per produrre una varietà infinita di significati)


il linguaggio, così come noi lo conosciamo, nacque solo con l'uomo moderno (circa 100.000 anni fa) (le conclusioni non sono uniformemente accettate) D le prime forme di scrittura sono comparse solo 5.000 anni fa


alcuni autori sostengono che nel cervello esiste un dispositivo di acquisizione della lingua che nell'uomo è innato riguardo alla sua effettiva esistenza non si è ancora certi; sappiamo, invece, che lo sviluppo effettivo del linguaggio individuale non è condizionato interamente da fattori biologici (se fosse così tutti gli esseri umani parlerebbero una stessa lingua generata dal cervello)


per indagare l'origine del linguaggio

studio dell'apprendimento della lingua da parte dei bambini

analisi dello sviluppo delle lingue creole


durante gli imperi coloniali europei, gli schiavi comunicavano col padrone e con tutti gli altri attraverso una sorta di versione pidgin (semplificata) della lingua del padrone; le lingue pidgin mancano di quei tasselli coesivi, come le preposizioni e i verbi ausiliari, che si trovano negli idiomi di società integre molte lingue pidgin si sono sviluppate dando origine alle lingue creole (incorporano gran parte del vocabolario della lingua dei dominatori, ma hanno una grammatica differente sia da questa che da quelle delle lingue d'origine degli schiavi) esistono notevoli somiglianze grammaticali fra le lingue creole di tutto il mondo; gli idiomi creoli potrebbero dunque somigliare alle prime lingue umane


la facoltà linguistica è uno dei tratti genetici propri dell'uomo; i bambini di tutto il mondo incominciano ad imparare la lingua alla stessa età; inoltre, esiste una grammatica di base impressa nella mente umana (le prime e le successive formulazioni del discorso nei bambini seguono schemi simili in lingue diverse) (tesi non universalmente accettata) il discorso infantile più progredito potrebbe presentare una struttura simile a quella delle lingue creole D pur ammettendo l'esistenza di una grammatica universale, restano da spiegare le ragioni della differenza tra le migliaia di lingue attestate nel mondo


GRAMMATICA = secondo i linguisti indica i principi effettivi e spesso inconsci che determinano il modo di parlare di una maggioranza di persone la linguistica strutturale (o descrittiva) indaga le regole della fonologia (combinazione dei suoni), della morfologia (combinazione delle sequenze di suoni e di parole) e della sintassi (modelli di formazione delle frasi e dei periodi), che determinano il modo in cui si parla una lingua


la linguistica storica studia i cambiamenti delle lingue nel corso del tempo: i dati principali su cui si basa questo tipo di ricerca sono rappresentati dalla parola scritta D quando ciò non è possibile, i linguisti ricostruiscono le variazioni linguistiche avvenute nel tempo confrontando idiomi contemporanei e simili (loro derivazione da una comune lingua madre) D contatto tra diverse comunità di parlanti  D tratti universali comuni a tutte le culture e/o alla mente umana in generale


protolingua (lingua madre) l'insieme delle lingue che derivano da una protolingua costituisce una famiglia linguistica (~ 30); la nostra è quella indoeuropea (le cui lingue sono parlate da ~ il 50% della popolazione mondiale) deriva da un idioma che veniva parlato tra i 5.000 e i 6.000 anni fa, il proto-indoeuropeo (Pie)


la linguistica comparativa, o storica, non si limita a registrare e a datare le differenze linguistiche, ma indaga le cause possibili di queste variazioni distanza fisica o sociale

E

mentre l'isolamento produce la graduale divergenza tra comunità linguistiche, dal contatto scaturisce una sempre maggiore somiglianza (prestiti di parole; presenza di gruppi bilingui) come mai alcune lingue ebbero una diffusione così ampia?? espansione avvenuta con mezzi militari (nel momento in cui i bambini smettono di imparare la lingua d'origine l'idioma dei vinti è destinato a scomparire)


relazioni tra lingua e altri aspetti della cultura

la cultura condiziona la lingua vocabolario (*)

la lingua condiziona la cultura tra gli antropologi vi è minor accordo su questa relazione di condizionamento (sebbene alcuni studiosi ipotizzino che certi tratti linguistici particolari possano facilitare determinati modelli di pensiero)


termini indicanti i colori le lingue non codificano i colori in maniera completamente arbitraria: persone di diverse parti del mondo indicano più o meno lo stesso colore se interrogate su quale sia il miglior 'rosso'; esiste, inoltre, una sequenza più o meno universale secondo la quale i termini che si riferiscono ai colori primari vengono ad aggiungersi in un lingua; il numero di questi vocaboli aumenta in relazione al grado di sviluppo tecnologico (laddove il colore venga utilizzato a fini decorativi e per distinguere gli oggetti) ED è legato ad un fattore biologico (occhi chiari; coloro che si trovano relativamente distanti dall'equatore)

termini indicanti piante e animali anche per queste parole generiche sembra esistere una sequenza di sviluppo universale


se consideriamo la totalità del vocabolario di una lingua, quanto più una società è complessa e tanto più è ampio il suo vocabolario; se ci soffermiamo, invece, sul vocabolario essenziale di ogni idioma, ci accorgiamo che esso ha approssimativamente la stessa dimensione in tutte le lingue; il vocabolario di una lingua riflette le distinzioni che si operano nella quotidianità e che risultano importanti; gli aspetti dell'ambiente o della cultura che hanno una particolare rilevanza ricevono, quindi, maggior attenzione a livello linguistico


sociolinguistica: si occupa dell'etnografia del discorso, vale a dire dei modelli culturali e subculturali che regolano la variazione del discorso a seconda del contesto sociale:

diversa astrazione sociale

diverso status sociale (es: gli appellativi)

diverso sesso (una spiegazione, in particolare nell'ambito della pronuncia, può derivare dal fatto che in molte società le donne sono più attente ad esprimersi 'correttamente' (non in senso linguistico)

diversi te personenso linguistico). appellativi))gruppi etnici (anche se parlano la stessa lingua)rsi


molte persone in tutto il mondo considerano un fatto naturale parlare più di una lingua; alcune nazioni promuovono esplicitamente il multilinguismo; di frequente queste persone passano da un codice all'altro, ossia usano più di una lingua contemporaneamente










SISTEMI ALIMENTARI E SISTEMI ECONOMICI.


SISTEMI ALIMENTARI


nelle società umane le attività che vengono messe in opera per procurarsi il cibo hanno la precedenza su tutte le altre attività relative alla sopravvivenza in molte società di solito non esistono specialisti che procurano o producono il cibo, e anzi, tutti gli adulti abili sono coinvolti in questi processi; l'ambiente fisico ha solo un'influenza limitata su queste strategie


RACCOLTA: tutte quelle forme di tecnologia di sussistenza in cui l'uomo dipende da fonti di cibo che si trovano in natura (piante e animali selvatici); oggi i pochi raccoglitori rimasti (popolazioni che vivono di caccia, raccolta e/o pesca) abitano in aree del mondo definite 'marginali', in quanto non si presentano ad un facile sfruttamento da parte delle moderne tecnologie agricole; possono aiutarci a comprendere alcuni aspetti della vita dell'uomo nel passato, anche se occorre essere cauti nel trarre deduzioni sul passato sulla base dell'osservazioni dei raccoglitori contemporanei


vivono di solito in piccole comunità in territori scarsamente popolati, seguendo uno stile di vita nomadico, senza realizzare insediamenti stabili, e di regola non riconoscono al singolo alcun diritto sulla terra

non vi sono di norma differenze di status sociale all'interno del gruppo, né specialisti della politica

la divisione del lavoro è basata in larga misura sull'età e sul genere

sebbene la raccolta di vegetali sia l'attività economica più importante per alcuni gruppi, per la maggior parte dei gruppi di raccoglitori recenti essa non è quella preponderante; di conseguenza, poiché sono gli uomini che si dedicano in genere sia alla caccia sia alla pesca, il contributo maggiore al procacciamento del cibo è fornito da loro piuttosto che dalle donne

questi raccoglitori non necessitano di molto tempo per procurarsi il cibo e quindi resta loro molto più tempo da destinare al riposo di quanto non ne abbiano gli agricoltori


circa 10.000 anni fa alcune popolazioni, in aree tra loro lontane della terra, operarono in modo indipendente il passaggio alla produzione del cibo: coltivazione delle piante e addomesticazione degli animali; attualmente la maggior parte del genere umano dipende per l'alimentazione da alcune combinazioni di piante e animali addomesticati; 3 tipi di sistemi per la produzione del cibo:

orticoltura

agricoltura intensiva

pastorizia


ORTICOLTURA: coltivazione di piante di tutti i tipi attraverso l'uso di strumenti e metodi relativamente semplici, e senza che vi siano appezzamenti destinati stabilmente alle coltivazioni; di 2 tipi:

il tipo più diffuso è quello che prevede coltivazioni estensive o a rotazione (si lavora la terra per periodi brevi, e poi la si lascia a riposo per alcuni anni, e allorché i campi vengono ripuliti con la tecnica del 'taglia e brucia', al suolo vengono restituiti gli elementi nutritivi)

gli uomini dipendono dai frutti di alberi che hanno una crescita molto lenta

comunque non si avranno mai coltivazioni perenni; la maggioranza degli orticoltori non fa assegnamento solo sui prodotti del raccolto: molti praticano anche la caccia o la pesca, e alcuni si spostano per una certa parte dell'anno.


le tecniche agricole, anche se semplici, hanno reso possibile l'ottenimento di una quantità di risorse maggiori rispetto a quelle generalmente disponibili per i raccoglitori

l'orticoltura, quindi, è in grado di sostentare comunità più grandi e più densamente popolate

lo stile di vita è più sedentario di quello dei raccoglitori, nonostante le comunità possano spostarsi, dopo alcuni anni di permanenza in un'area, per coltivare nuovi appezzamenti


AGRICOLTURA INTENSIVA: si utilizzano tecniche che rendono possibile la coltivazione degli stessi campi a tempo indeterminato: uso di fertilizzanti e tecnologia più complessa (aratri)


le società ad agricoltura intensiva hanno un alto grado di specializzazione artigianale, una complessa organizzazione politica (con città e paesi) e notevoli disparità interne dal punto di vista economico

la quantità di ore dedicate al lavoro è superiore rispetto agli agricoltori più semplici

è più probabile che siano le società ad agricoltura intensiva a dover affrontare carenze di cibo, sebbene siano generalmente più produttive di quelle orticole (una delle ragioni può essere che, poiché questi agricoltori fanno spesso affidamento su un solo tipo di coltivazione, questa può andare interamente perduta; inoltre, gli agricoltori intensivi possono entrare in crisi qualora producano per il mercato)

alcuni agricoltori intensivi producono molto poco per il mercato, e la maggior parte del loro prodotto è destinata al consumo interno; vi è però una tendenza universalmente diffusa a produrre sempre di più per il mercato (commercializzazione)

nelle società industriali la maggioranza della gente sa molto poco riguardo al modo in cui vengono coltivate le piante e allevati gli animali


PASTORIZIA: allevamento di mandrie di animali al pascolo per mangiarne la carne, trarne le proteine animali dal latte o dal sangue; per scambiare i prodotti animali con quelli vegetali e con altri prodotti


in tempi recenti, la pastorizia è praticata soprattutto in zone ricche di erba e in territori semiaridi, inidonei alle coltivazioni se non dopo un trattamento con adeguate tecnologie, come per esempio l'irrigazione

i pastori sono in gran parte nomadi

le comunità sono piccole, costituite da un gruppo di famiglie imparentate fra loro

gli animali possono essere di proprietà dei singoli o delle famiglie, ma le decisioni sulle modalità di spostamento della mandrie e delle greggi vengono prese collettivamente


l'ambiente fisico ha l'effetto di limitare, piuttosto che quello di determinare, le modalità di sussistenza di una popolazione; l'ambiente fisico da solo non è sufficiente a spiegare il sistema scelto in una data area per procurarsi il cibo; ciò che rende possibile quello che sembra impossibile sono i progressi della tecnologia e gli enormi investimenti nella forza lavoro e nelle attrezzature; a determinare quindi il tipo di approvvigionamento praticato in una data area sono molto più i fattori tecnologici, sociali e politici che non quelli ambientali


teorie che tentano di spiegare le cause dello sviluppo della produzione alimentare:

desiderio di riprodurre le condizioni di abbondanza di animali e piante caratteristiche delle migliori zone di raccolta

incremento della popolazione

cambiamento del clima (es: è possibile che alcuni raccoglitori del passato abbiano deciso di coltivare delle piante per riuscire a superare la stagione secca)


perché la produzione (agricoltura) ha soppiantato le precedenti fonti primarie di sussistenza??

bisogno di espansione territoriale (nella competizione per l'acquisizione della terra, avvenuta tra i produttori che si espandevano velocemente e i raccoglitori, i primi possono aver avuto un vantaggio significativo)

ulteriore crescita della popolazione e conseguente pressione sulle risorse


SISTEMI ECONOMICI


in tutte le società, indipendentemente dal fatto che il denaro vi sia implicato o meno, esistono usanze che specificano in che modo si possa avere accesso alle risorse naturali, e modalità prefissate per trasformare o convertire queste risorse, attraverso il lavoro, in cose necessarie


tutte le società hanno accesso a risorse naturali e tutte le società posseggono regole culturali che hanno lo scopo di determinare chi abbia accesso a particolari risorse e in che modo possa servirsene nelle società come la nostra, in cui la terra e molte altre cose possono essere vendute e acquistate, la terra è divisa in unità misurate con precisione 2 ragioni per cui la maggioranza dei raccoglitori e degli orticoltori non ha sviluppato il nostro sistema di distribuzione della terra:

la terra non è possedutadal singolo individuo, né da un gruppo di persone non imparentate tra loro; laddove riscontriamo la proprietà collettiva, essa appartiene a gruppi parentali o a gruppi territoriali (bande o villaggi)

anche dove vi sia una proprietà collettiva, essa è diversa dalla nostra perché la terra non può essere acquistata o venduta


RACCOGLITORI: in genere non possiedono la terra individualmente; la terra in sé non ha alcun valore intrinseco; nella misura in cui aumenta la possibilità di fluttuazione delle fonti di cibo, diminuirà il vantaggio di assegnare al singolo un piccolo pezzo di terra, e sarà invece più conveniente una proprietà collettiva

ORTICOLTORI: non esiste nella maggioranza dei casi la proprietà individuale o familiare della terra, probabilmente perché il rapido esaurimento del suolo costringe a lasciare incolta la terra per alcuni anni, o ad abbandonare un'area dopo poco tempo per trasferirsi in nuovi territori; è il villaggio che controlla il diritto all'uso della terra; chi coltiva la terra possiede effettivamente ciò che produce, ma, poiché tutto il cibo viene spartito con gli altri, non si può neppure dire, in realtà, che esista un proprietario del raccolto

PASTORI: la loro ricchezza dipende sostanzialmente da 2 elementi: le mandrie e le greggi, che si spostano, e i pascoli e l'acqua, che sono fissi; dato che la terra è buona solo se vi sono pascoli e acqua a sufficienza, ci sarebbero dei rischi considerevoli se gli individui o le famiglie fossero i proprietari della terra; è consuetudine che gli animali siano una proprietà individuale

AGRICOLTURA INTENSIVA: proprietà individuale delle risorse della terra, che include il diritto a utilizzare le risorse e il diritto di venderle o di disporne altrimenti; questo perché vi è la possibilità di utilizzare la terra stagione dopo stagione


TECNOLOGIA: strumenti, costruzioni per riuscire a convertire le risorse in cibo e in altri beni; richiede abilità specifiche; i raccoglitori e i pastori hanno in genere un equipaggiamento molto limitato (che riescono agevolmente a trasportare) (anche se i pastori hanno a disposizione gli animali, che possono destinare al trasporto); per quanto riguarda l'accesso alla tecnologia, i raccoglitori e gli orticoltori di norma prevedono opportunità uguali per tutti i membri del gruppo; in assenza di specializzazioni, la maggior parte degli individui è in grado di produrre autonomamente ciò di cui necessita; nelle società ad agricoltura intensiva e in quelle industriali gli strumenti sono realizzati da specialisti, probabilmente a ragione dell'alto costo è più difficile che essi vengano messi in comune (anche se proprietà collettive di macchinari), i governi contribuiscono attivamente alla tecnologia


PRODUZIONE: tutte le società, attraverso il lavoro, devono trasformare o convertire le risorse in cibo, attrezzature e altri beni:

produzione domestica (familiare o parentale): il lavoro di ciascuno è destinato alla produzione di cibo, di riparo e di utensili per sé e per i propri parenti

produzione meccanizzata (nelle fabbriche, ma anche in agricoltura): nelle società industriali; i più lavorano per altri come salariati

produzione tributaria: presente in società non industrializzate in cui la maggioranza della popolazione è ancora in grado di produrre autonomamente il proprio sostentamento, ma in cui, al contempo, un'élite controlla parte della produzione

economia post-industriale: fase nella quale attualmente le economie sviluppate si stanno riversando; i computer 'guidano' macchine e robot e hanno fatto sparire molto del lavoro manuale presente nell'industria


perché la gente lavora??

il lavoro è necessario alla sopravvivenza

la ragione, invece, citata spesso, per cui la gente lavora più del dovuto, e cioè quella del profitto, il desiderio di scambiare qualcosa ad un prezzo superiore a quello al quale si è acquistata, non è universale nelle società con un'economia di sussistenza (e non commerciale o monetaria) la motivazione del profitto è assente


spesso chi vive in una società con un'economia di sussistenza (con un modo di produzione domestico) lavora meno di chi vive in quelle caratterizzate da un'economia commerciale (con modo di produzione industriale o tributario); queste società producono solo ciò che è loro necessario perché non possono immagazzinare il surplus per lunghi periodi perché marcirebbe; non possono venderlo perché non vi sono mercati nelle vicinanze; non hanno un'autorità politica che possa raccoglierlo per qualche scopo


laddove le risorse vengono convertite soprattutto per il consumo domestico, la gente lavorerà più duramente quando vi saranno più consumatori in famiglia (es: molti bambini e molti anziani, che non lavorano)




spesso la condivisione del cibo e di altri beni si estendono ben al di là della famiglia in queste società il riconoscimento sociale va a chi è generoso, e quindi chi lavora più di ciò che gli è sufficiente per sopravvivere può essere spinto a farlo dal desiderio di ottenere rispetto in molte società, inoltre, è necessario avere cibo e altri beni in eccedenza per utilizzarli in occasioni e per scopi benefici (matrimoni, alleanze, celebrare cerimonie)

E

così quelle che la cultura indica come le motivazioni al lavoro, e quelli che definisce i bisogni dei soggetti, oltrepassano di molto ciò che è strettamente necessario

E

nelle economie commerciali come la nostra le entrate eccedenti vengono convertite in uno stile di vita 'più elevato'; alcune persone, poi, lavorano per soddisfare il bisogno di avere uno scopo, altre perché trovano il loro lavoro piacevole; altre ancora per guadagnarsi il rispetto o per acquisire autorità


l'educazione e la pressione sociale sono sufficientemente forti da persuadere gli individui a svolgere una qualche attività utile (nelle società meno complesse, gli individui disposti a sopportare di essere oggetto di derisione per la loro pigrizia verranno comunque nutriti) le società più complesse hanno, invece, delle strategie per forzare la gente a lavorare:

una forma indiretta di lavoro obbligatorio è la tassazione

un altro soggetto del lavoro obbligatorio è il coltivatore non proprietario

la leva, o servizio militare obbligatorio, è una forma di lavoro obbligatorio

la forma estrema di lavoro obbligatorio è costituita dalla schiavitù


la divisione del lavoro per genere e per età è un tipo di specializzazione universale i bambini, ovviamente, non possono eseguire lavori che richiedono molta forza, ma in numerose società contribuiscono al lavoro molto più di quanto non accada nella nostra (lavori domestici, soprattutto nei casi in cui le madri hanno carichi di lavoro molto pesanti in questi casi, gli adulti comprendono il loro valore e possono, consapevolmente, desiderare di avere molti figli)


man mano che la tecnologia di una società diviene più complessa, ed è così possibile produrre molto più cibo, cresce il numero di persone che vengono liberate dal bisogno di procurarsi i generi di prima necessità affinché divengano specialisti in determinati settori: specialisti part-time > specialisti a tempo pieno > nelle società industrializzate i lavoratori sviluppano delle abilità in settori limitati del sistema economico


in molte società meno complesse vi è poca organizzazione formale del lavoro: i gruppi di lavoro tendono ad essere organizzati solo quando è necessario; questa flessibilità è possibile in quanto sono sufficienti poche conoscenze e praticamente chiunque può assumere la leadership alcuni tipi di lavoro, però, richiedono più organizzazione di altri (caccia alla selvaggina di grossa taglia; certi tipi di pesca con le reti) in queste società i legami di parentela sono una base importante per l'organizzazione del lavoro nella nostra società la base dell'organizzazione del lavoro è il contratto (accordo stabilito tra il datore di lavoro e il lavoratore per cui ad un dato numero di ore di lavoro corrisponde un determinato salario)


perché gli individui operano determinate scelte nella vita di tutti i giorni?? ottimizzazione della ricerca del cibo: apporto proteico E prevedibilità delle risorse


3 tipi di distribuzione dei beni:

RECIPROCITÀ: scambi che non prevedono l'uso di denaro; spazia dal dono disinteressato allo scambio alla pari, alla truffa:

GENERALIZZATA: quando vengono dati beni o servizi senza che ci si aspetti nulla in cambio; è alla base della famiglia; costituisce un beneficio per il donatore sotto molti punti di vista; l'imprevedibilità delle risorse favorisce la condivisione al di fuori della sfera familiare; si riesce ad ottenere più cibo quando questo viene condiviso; sebbene in alcune società dare le cose agli altri sia parte delle aspettative sociali, ciò non significa necessariamente che le persone lo facciano volentieri o che non vi sia una pressione sociale; la condivisione può nascere dalla necessità di ridurre le tensioni e dal desiderio di mantenere relazioni sociali pacifiche; la condivisione può essere frequente nei periodi di penuria non grave, perché in tal modo è possibile minimizzare i rischi; ma quando giunge una grave carestia la reciprocità generalizzata può subire un arresto; la cooperazione può far sorgere uno stato di piacere

BILANCIATA: quando ci si aspetta esplicitamente un contraccambio in tempi brevi; dire che uno scambio è bilanciato non significa affermare che le cose scambiate abbiano un valore identico, oppure che lo scambio sia puramente economico; in assenza di un'economia monetaria non vi sono standard espliciti per mezzo dei quali si possa giudicare il valore, non vi è modo di assegnare un determinato valore in modo oggettivo; il punto è che nella reciprocità bilanciata le parti sono libere di scambiarsi beni e servizi come vogliono; lo scambio in se stesso può essere divertente, avventuroso, oppure può migliorare le relazioni sociali; si può operare una distinzione tra scambio di doni e scambio di merci; lo scambio può includere tanto i beni quanto il lavoro (una prestazione lavorativa può essere contraccambiata attraverso un banchetto); a volte il confine tra reciprocità generalizzata e reciprocità bilanciata non è così chiaro

NEGATIVA: prendere qualcosa senza dare in cambio un compenso significa approfittare di un altro; affari disonesti; furti e altri tipi di sottrazione di beni


il tipo di reciprocità dipende dalla distanza parentale tra le persone:

generalizzata: tra i membri di una stessa famiglia e anche tra i parenti stretti

bilanciata: tra uguali che però non sono strettamente imparentati

negativa: è possibile nei confronti degli stranieri e dei nemici


l'importanza della reciprocità diminuisce con lo sviluppo economico; non sempre la reciprocità si limita a rendere equa la distribuzione dei beni all'interno di una comunità; è possibile che essa renda equa la distribuzione di beni anche tra diverse comunità (redistribuzione)


REDISTRIBUZIONE: accumulazione di beni (o di lavoro) realizzata da un individuo, o in un luogo specifico, al fine di una successiva distribuzione; in tutte le società vi è una qualche forma di redistribuzione, almeno a livello familiare; laddove è presente un apparato politico che coordina la raccolta e la distribuzione o che è in grado di mobilitare la forza lavoro per scopi comuni; è probabile che siano i ricchi a trarre da essa i maggiori vantaggi.


MERCATO O SCAMBI COMMERCIALI: transazioni in cui i 'prezzi' sono soggetti a domanda e a offerta, indipendentemente dal fatto che la transazione avvenga in un luogo di mercato; all'apparenza molti scambi commerciali sembrano rientrare nella reciprocità bilanciata; ma è facile distinguere gli scambi commerciali qualora sia presente il denaro, in quanto, per definizione, la reciprocità bilanciata lo esclude; sebbene gli scambi commerciali non includano necessariamente il denaro, la maggior parte di essi, soprattutto oggigiorno, ne fa uso DENARO: è pluriuso (quasi tutti i beni, le risorse e i servizi possono essere acquistati); svolge la funzione di un mezzo di scambio, è uno standard di valore, una riserva di ricchezza; permette di valutare in modo oggettivo tutti i beni e i servizi; non è deperibile, ed è quindi possibile metterlo da parte; è trasportabile e divisibile, e quindi le transazioni possono riguardare la vendita o l'acquisto di beni o di servizi che hanno prezzi diversi; è la società che determina il suo valore; il denaro pluriuso viene impiegato sia nelle transazioni commerciali (acquisto e vendita), sia nelle transazioni non commerciali (pagamento di tasse o di ammende, doni personali, contributi in beneficenza) in molte società il denaro non è un mezzo universale di scambio.


vi è una notevole variabilità nel grado di dipendenza di una società dagli scambi commerciali:

economia agricola: economia leggermente commerciale; sebbene gli agricoltori producano in gran parte per il proprio consumo, essi vendono regolarmente parte del loro surplus ad altri, e la terra è uno dei beni che comprano, affittano e vendono

economia industriale o post-industriale: include anche i mercati internazionali, su cui ogni cosa ha un prezzo; la reciprocità è limitata ai rapporti con i membri della famiglia e con gli amici; la redistribuzione, però, è ancora un meccanismo importante; essa si esplica nella tassazione e nell'impiego delle entrate pubbliche per favorire le famiglie a basso reddito; lo scambio commerciale resta comunque il canale principale attraverso cui vengono distribuiti beni e servizi


l'origine del denaro, o del mercato, non è legata alle necessità del commercio, ma è piuttosto connessa ai vari tipi di 'pagamento' non commerciale (come le tasse) i legami sociali tra gli individui sono diventati meno amichevoli e quindi la reciprocità è stata sempre più improbabile


nelle società che dipendono soprattutto dal mercato vi sono tendenzialmente notevoli differenze di ricchezza tra gli individui; possono esservi, però, dei meccanismi che attenuano l'ineguaglianza, che agiscono cioè, almeno in parte, come strumenti di livellamento (es: la fiesta nelle comunità indiane dell'America Latina)


LA STRATIFICAZIONE SOCIALE.


quando gli antropologi sostengono che la stratificazione non è universale e che le società egualitarie esistono, essi intendono affermare che vi sono società in cui tutti i gruppi sociali (per esempio le famiglie) hanno più o meno lo stesso diritto di accedere a determinati privilegi; per gli antropologi, dunque, la disuguaglianza tra gli uomini può essere universale, mentre la stratificazione sociale non lo è


le differenze possono esistere riguardo:

alla ricchezza o alle risorse economiche (territori di caccia e di pesca, poderi agricoli, denaro)

al potere (capacità di costringere gli altri a fare ciò che non vogliono fare; esso viene esercitato con le minacce o con la forza)

al prestigio (particolare rispetto che viene tributato ad una persona o ad un gruppo)


3 tipi di società

società egualitarie tutti i gruppi sociali hanno uguale accesso alle risorse, al potere e al prestigio

società basate sul rango non vi sono differenze nell'accesso alle risorse o al potere, ma esistono disuguaglianze per quanto riguarda il prestigio

società divise in classi i gruppi accedono in modo disuguale sia alle risorse economiche, sia al potere, sia al prestigio


alcuni gruppi godono di un accesso privilegiato a:

tipologia

risorse economiche

potere

prestigio

società egualitarie

no

no

no

società basate sul rango

no

no

società divise in classi / società castali


SOCIETÀ UGUALITARIE: non solo tra i raccoglitori, ma anche tra gli orticoltori e i pastori; non vi è stratificazione sociale; esistono, ovviamente, delle differenze riguardo alle posizioni di prestigio che dipendono da differenze di capacità; esiste però la stessa possibilità di accesso ad un determinato status per coloro che hanno le stesse abilità; possono anche esservi individui con maggiore autorità, ma l'autorità non è trasmissibile; considerando lassi di tempo molto lunghi, nessun gruppo esercita più autorità di altri; ammette solo livelli minimi di disuguaglianza; i gruppi egualitari si basano soprattutto sulla condivisione, che assicura un accesso alle risorse economiche che non dipende dal grado di prestigio; non si danno gruppi con accesso privilegiato al potere


SOCIETÀ BASATE SUL RANGO: la maggior parte di queste società pratica l'agricoltura o l'allevamento; i gruppi sociali hanno accesso disuguale al prestigio o allo status, ma la differenza di accesso alle risorse economiche o al potere non è significativa; l'accesso disuguale al prestigio è ravvisabile nel fatto che al ruolo di capo possono accedere solo i membri di uno specifico gruppo; il ruolo di capo è, almeno in parte, ereditario; i capi vengono trattati con deferenza dalle persone di rango inferiore; a volte i capi sono notevolmente più ricchi del resto della popolazione; un capo di solito non può obbligare gli altri a portargli doni o a lavorare a progetti comuni: l'unico modo che ha il capo per incoraggiare la produzione è quello di lavorare accanitamente alle proprie coltivazioni


SOCIETÀ DIVISE IN CLASSI: è disuguale sia l'accesso al prestigio, sia quello alle risorse, sia quello al potere; esistono:

classi aperte: una classe è un raggruppamento di persone che hanno circa la stessa opportunità di ottenere risorse economiche, prestigio e potere; classi diverse hanno opportunità diverse; vi è qualche possibilità di spostarsi da una classe ad un'altra; lo status sociale di una famiglia è in genere correlato all'occupazione e alla ricchezza del capofamiglia; i fattori che determinano lo status di una classe possono mutare nel corso del tempo, così come anche il grado di apertura delle classi; l'istruzione, soprattutto quella universitaria, è uno degli strumenti più efficaci per riuscire a risalire la scala sociale; le classi sociali differiscono per molti altri elementi (appartenenza religiosa, grado di intimità parentale, idee sull'educazione dei figli, ..); nei sistemi a classi aperte, sebbene lo status di un adulto non sia completamente determinato alla nascita, vi sono molte probabilità che la maggior parte delle persone resti all'interno della classe di nascita

sistemi castali: una casta è un gruppo al quale si appartiene per nascita, e in cui il matrimonio è prescritto all'interno; i figli non possono acquisire uno status differente rispetto a quello dei genitori; un esempio è l'India; il sistema delle classi e quello castale possono coesistere; il sistema castale impone, soprattutto nelle aree rurali, il modo in cui vanno scambiati i beni e i servizi; il sistema spesso funziona a vantaggio della casta dei proprietari terrieri; ciò d'altra parte non può non suscitare negli altri un certo risentimento; il potere che detengono i membri delle caste superiori garantisce la perpetuazione del sistema castale; anche in altre società è possibile rintracciare elementi che ricordano il sistema castale (i neri americani)


SCHIAVITÙ: gli schiavi sono individui che non sono proprietari del proprio lavoro, e in tal senso rappresentano una classe; in alcune società la condizione di schiavo è considerata negativa e inferiore, in altre società meno; non rappresenta una tappa inevitabile dello sviluppo economico; è assente nelle economie industriali


l'insorgere dei livelli più complessi di stratificazione sociale rappresenta un fenomeno piuttosto recente nella storia delle società umane questo perché anche alcuni elementi culturali ad essa associati sono comparsi solo in tempi relativamente recenti (l'agricoltura e l'allevamento; la presenza di insediamenti stabili, un tipo di integrazione politica che va al di là dell'ambito della singola comunità, l'impiego del denaro come mezzo di scambio, l'esistenza di alcuni specialisti a tempo pieno)

E

la tendenza riscontrata negli ultimi 10.000 anni ad uno sviluppo della disuguaglianza sta subendo un'inversione di rotta: nelle società industrializzate le differenze di potere e di privilegi sono meno pronunciate di quanto non accada nelle società preindustriali complesse


quali sono le cause dello sviluppo della stratificazione sociale??

è possibile che sia il surplus a generare la stratificazione sociale, oppure, viceversa, che sia la stratificazione sociale a generare il surplus

la disuguaglianza di potere promuove un accesso disuguale alle risorse economiche, e contemporaneamente causa la disparità riguardo ai privilegi e al prestigio


la 'teoria del surplus' in realtà non risolve la questione del perché i distributori o i leader vogliano, o siano in grado, di acquisire un maggiore controllo delle risorse:

una possibile spiegazione è che, nel momento in cui cominciano a fare 'investimenti' più stabili nella terra o in prodotti tecnologici, gli individui siano più disponibili a tollerare un aumento dell'autorità del leader in cambio di protezione

un'altra ipotesi è che l'accesso alle risorse economiche si differenzi solo nel caso in cui, nelle società basate sul rango, vi sia una pressione demografica sulle risorse; tale pressione potrebbe indurre i redistributori a conservare per se stessi e per le proprie famiglie una quantità maggiore di terra e di altre risorse



SESSO, GENERE E CULTURA.


la differenza che esiste tra organi riproduttivi maschili e femminili non spiega la presenza di altre diversità di ordine fisico che distinguono l'uomo dalla donna; inoltre il fatto che la riproduzione umana avvenga per via sessuale non giustifica le differenze di comportamento imposte ai maschi e alle femmine, o il diverso trattamento riservato loro nella società eppure non esiste società che tratti i 2 sessi nello stesso modo; generalmente, infatti, è la donna che, rispetto all'uomo, gode di minori vantaggi (anche nelle società egualitarie)


DIFFERENZE DI GENERE: differenze tra maschi e femmine che riflettono aspettative ed esperienze culturali D DIFFERENZE SESSUALI: differenze legate alle caratteristiche strettamente biologiche (difficili da separare)


è importante tenere presente che non tutte le società concepiscono soltanto 2 categorie di genere


tutte le società ripartiscono il lavoro in modo differente tra l'uomo e la donna (ruoli legati al genere) quali sono le ragioni dell'esistenza di modelli universali o quasi universali nell'assegnazione dei ruoli??

TEORIA DELLA FORZA FISICA: superiorità maschile quanto a potenza fisica e a capacità di convogliare forza in rapidi scatti di energia

TEORIA DELLA COMPATIBILITÀ CON LA CURA DEI FIGLI: si fonda sul principio della necessità di rendere compatibili le mansioni femminili e la cura dei figli; è necessario che le incombenze femminili non trattengano le donne lontano da casa per lunghi periodi, né mettano in pericolo i bambini se questi accompagnano le madri; esse devono, inoltre, poter essere interrotte e riprese nel caso in cui i bambini piccoli necessitino di cure

TEORIA DELL'ECONOMIA DI SFORZO: aiuta a giustificare l'esistenza di modelli che le teoria delle forza e della compatibilità non riescono a spiegare; può risultare vantaggioso, per esempio, che siano gli uomini a fabbricare gli strumenti musicali, nel caso in cui essi si occupino della raccolta del materiale pesante di cui questi oggetti sono fatti; poiché raccoglie questi materiali, presumibilmente l'uomo conosce meglio le loro caratteristiche ed è quindi più facile che sappia come lavorarli

TEORIA DELLA SACRIFICABILITÀ: sono tendenzialmente gli uomini a svolgere lavori pericolosi nella società, in quanto essi sono più sacrificabili (la perdita di un maschio ha infatti minori conseguenze dal punto di vista riproduttivo)


problemi che rimangono tuttavia irrisolti

chi critica la teoria della forza fisica mette in risalto come in alcune società le donne svolgano in realtà mansioni molto faticose

anche la teoria della compatibilità presenta alcune difficoltà: le donne che dedicano molto tempo al lavoro nei campi lontano da casa, per esempio, delegano ad altri la cura e il nutrimento dei propri piccoli durante il tempo in cui esse non possono accudirli; in alcune società, inoltre, le donne si dedicano alla caccia, una delle attività più incompatibili con la cura dei figli


la rigida divisione del lavoro secondo il genere comincia a scomparire laddove le macchine sostituiscono la forza umana e laddove le donne hanno meno bambini e ne affidano le cure a terzi


nella nostra società esiste uno stereotipo che attribuisce al marito il compito di provvedere al sostentamento della famiglia, e alla moglie la responsabilità della casa e della cura dei figli


ATTIVITÀ DI SUSSISTENZA PRIMARIE: servono a procacciare il cibo e sono la raccolta, la caccia, la pesca, la pastorizia e l'agricoltura D ATTIVITÀ DI SUSSISTENZA SECONDARIE: comprendono per la maggior parte la preparazione e l'elaborazione del cibo per il consumo o per la conservazione


sia gli uomini sia le donne contribuiscono alle attività primarie di approvvigionamento del cibo, con la differenza che di solito il contributo maschile è maggiore in termini di apporto calorico; vi sono invece società in cui le donne contribuiscono in misura maggiore rispetto agli uomini (sempre in termini di apporto calorico) alle attività primarie di sussistenza; la tecnica predominante di approvvigionamento del cibo non è, tuttavia, sempre indicativa: alcune società, per esempio, che dipendono principalmente dalla pesca, affidano alle donne la maggior parte del lavoro; la maggior parte delle società, tuttavia, deriva il proprio apporto calorico dall'agricoltura, piuttosto che dalla caccia o dalla pesca


il contributo calorico portato dagli uomini alla sussistenza primaria tende ad essere molto superiore a quello femminile laddove vi sia un sistema di agricoltura intensiva, in particolare quando venga impiegato l'aratro perché??

l'aratro richiede una grossa mole di lavoro

nei sistemi intensivi i lavori domestici aumentano, per cui si riduce il tempo che le donne possono dedicare ai campi


come mai le donne contribuiscono in misura notevole alle attività orticole (è possibile, in effetti, che esse abbiano meno lavoro casalingo, ma allora ciò varrebbe anche per gli uomini)?? spesso in queste società gli uomini devono dedicare molto tempo ad altri tipi di attività (es: una guerra, prestare servizio come lavoratori salariati in città lontane, viaggiare periodicamente per svolgere un'attività di commercio, ..)


nel caso in cui le donne apportano un notevole contributo alle attività primarie di sussistenza, ciò influisce sul loro atteggiamento nei riguardi dei figli

cambiando prospettiva e tenendo conto di tutte le attività lavorative, emerge un quadro diverso del rapporto tra contributo maschile e femminile alla sussistenza: sommando infatti per intero il tempo lavorativo, includendo le attività esterne e quelle dentro casa, risulta che il lavoro femminile ammonta ad un numero di ore giornaliere superiore a quello maschile, sia nei sistemi agricoli intensivi, sia nelle società di orticoltori

in quasi tutte le società i leader politici sono uomini; che si consideri o meno la guerra come un fenomeno che rientra nella sfera della politica, in quest'ambito la prevalenza maschile è pressoché universale 3 possibili spiegazioni, universalmente valide:

la guerra, come la caccia, richiede forza fisica e rapidi scatti di energia

è certamente una delle attività più pericolose, il che, aggiunto al fatto che non è possibile interromperla, la rende incompatibile con la cura dei figli

anche se non ha figli, nel momento del combattimento una donna generalmente è comunque tenuta lontana, poiché la sua fertilità potenziale è più importante per la riproduzione e per la sopravvivenza del gruppo di quanto non lo sia il suo contributo da combattente

E

ulteriori fattori possono essere menzionati riguardo al predominio maschile nella politica:

la statura (anche se non è chiaro perché essa debba essere un requisito della leadership)

gli uomini frequentano il mondo esterno molto più delle donne, mentre le donne tendono a lavorare nei pressi del luogo d'abitazione

l'impegno richiesto dall'allevamento dei figli può limitare l'influenza della donna

un fattore che sembra determinante per l'esclusione delle donne dalla vita politica è l'organizzazione delle comunità secondo la parentela maschile


la definizione di status è molto problematica:

secondo alcuni la relazione tra status femminile e status maschile dipende dall'importanza che una società attribuisce alle donne e agli uomini

per altri essa riguarda la quota di autorità e di potere conferita proporzionalmente ai 2 generi

in altri autori essa individuerebbe il tipo di diritto ad agire secondo i proprio desideri posseduto dagli uomini e dalle donne


molte teorie in merito alle diversità di status delle donne:

la condizione della donna sarebbe migliore laddove è elevato il suo contributo alle attività primarie di sussistenza

nei casi in cui la guerra ha un ruolo di estrema rilevanza, agli uomini viene attribuita maggiore importanza ed essi sono considerati più degni di stima rispetto alle donne

lo status superiore dell'uomo sia legato alla presenza di gerarchie politiche centralizzate (dato che di solito sono gli uomini a rivestire ruoli di leadership in campo politico, lo status maschile dovrebbe essere superiore nei casi in cui la sfera politica abbia maggiore importanza)

lo status delle donne sarà superiore laddove i gruppi familiari e il luogo di residenza della coppia sposata siano organizzati secondo un criterio patriarcale

una condizione di inferiorità dello status femminile compare nelle società in cui siano presenti gerarchie politiche

non possiamo parlare dello status come di un singolo concetto


vi sono differenze sessuali che possono spiegare il carattere; alcune di queste differenze comportamentali ricorrono in modo sistematico in società completamente diverse studio di bambini appartenenti a contesti culturali diversi la differenza più diffusa riguarda il comportamento aggressivo: i maschi tentano di aggredire gli altri con maggior frequenza rispetto alle femmine


vi sono tra maschi e femmine altre differenze osservabili che ricorrono con considerevole frequenza; dobbiamo, tuttavia, essere cauti nel prenderle in considerazione, sia perché non sono documentate, sia perché presentano un maggior numero di eccezioni:

tendenza presente nelle ragazze ad avere un comportamento più responsabile, e a mostrare maggiore disponibilità verso gli altri

le femmine, inoltre, sembrano più propense a conformarsi al volere e agli ordini degli adulti

i ragazzi, d'altro canto, tentano spesso di esercitare una supremazia sugli altri per raggiungere i propri scopi

nel gioco entrambi mostrano una preferenza per il proprio genere

sembra, inoltre, che i ragazzi giochino in gruppi allargati, mentre le cerchia delle ragazze sia più ristretta

i maschi, infine, mantengono di più le distanze rispetto alle femmine


sia le cause biologiche sia le cause sociali concorrono alla formazione delle differenze tra maschi e femmine; esse però sono spesso difficili da distinguere

occore tener presente, inoltre, che i ricercatori non possono condurre esperimenti pratici sulle persone che sono oggetto di osservazioni (es: il comportamento dei genitori non può essere alterato per scoprire cosa succederebbe se i bambini e le bambine venissero trattati esattamente nello stesso modo)


sebbene si sia dimostrato che sono più numerosi i casi in cui il comportamento aggressivo è sollecitato nel maschio piuttosto che nella femmina, nella maggior parte delle società non esistono differenze nell'educazione all'aggressività alla base di alcune differenze comportamentali legate al genere potrebbe esservi un insegnamento sociale indiretto


si è poi sottolineata l'esistenza di convinzioni diffuse ma infondate, come quella per cui le ragazze sarebbero più dipendenti, più socievoli e più passive dei ragazzi


non esistono società che trattino la sessualità come una cosa naturale: tutte possiedono infatti delle regole che stabiliscono quale sia la condotta 'conveniente'; non sempre, inoltre, il grado di limitazione delle norme imposte da una società rimane identico per tutto l'arco della vita dell'individuo o vale per ogni aspetto della sessualità; gli atteggiamenti, inoltre, cambiano nel corso del tempo; il sesso extraconiugale è piuttosto diffuso; in molte società esiste una notevole differenza tra il codice repressivo e le effettive pratiche sessuali; le donne sono più soggette a restrizioni; la privacy nel momento del coito è un requisito pressoché universale; il periodo e la frequenza del coito sono variabili; poco si sa delle pratiche omosessuali nelle società molto repressive, forse perché in molti casi tali società negano l'esistenza stessa del fenomeno; laddove vi è più tolleranza la diffusione dell'omosessualità varia


nelle società in cui vengono imposti dei limiti riguardo ad un dato aspetto della sessualità eterosessuale, tali limiti vengono estesi anche ad altri aspetti; tuttavia, laddove vi siano forti restrizioni riguardo alla vita eterosessuale, non necessariamente si impongono limiti a quella omosessuale:

SFERA OMOSESSUALE: è più probabile riscontrare l'intolleranza nei confronti dell'omosessualità maschile nelle società in cui sono vietati alle donne sposate l'aborto e l'infanticidio; l'omosessualità sarebbe poco accettata nelle società che, aspirando ad un incremento demografico, tollererebbero male i comportamenti che potrebbero ridurre l'aumento della popolazione; è più probabile riscontrare un'accettazione dell'omosessualità nelle società colpite da carestie e da forti penurie di cibo; in questi casi, infatti, poiché le condizioni esistenti determinano una forte pressione della popolazione sulle risorse, l'omosessualità e altre pratiche che riducono la crescita della popolazione sono non solo tollerate, ma addirittura incoraggiate; la pressione demografica spiega, inoltre, perché recentemente la nostra società sia diventata più tollerante nei confronti dell'omosessualità

SFERA ETEROSESSUALE: più aumenta l'ineguaglianza sociale e più crescono le disparità economiche tra i vari gruppi, tanto più i genitori si preoccupano di evitare che i figli contraggano matrimonio con individui 'inferiori' a loro; il controllo dell'accoppiamento potrebbe, dunque, essere un metodo per vigilare sulla proprietà



IL MATRIMONIO, LA FAMIGLIA, LA PARENTELA.


il fatto che il matrimonio sia universale significa che la maggior parte delle persone (in genere quasi tutte) si sposa almeno una volta nella vita; quando affermiamo che il matrimonio è universale non intendiamo dire che le usanze matrimoniali e familiari siano uguali in tutte le società; l'unico criterio universale riguardante il matrimonio è il divieto di unirsi con i genitori, con i fratelli e con le sorelle; anche la famiglia è universale, anche se con notevoli variazioni nella forma e nell'entità numerica; oggi il matrimonio non rappresenta necessariamente la base per la costituzione di una famiglia, ciononostante il matrimonio non è scomparso e rappresenta ancora una consuetudine comune


MATRIMONIO: unione sessuale ed economica, approvata socialmente, tra un uomo ed una donna; tutte le società hanno un approccio iniziale con il matrimonio che implica un'idea più o meno radicata di stabilità; un altro elemento implicito nel matrimonio sono i diritti e i doveri reciproci; l'evento che sancisce l'inizio del matrimonio varia da una società all'altra (alcune società, ad esempio, non conoscono un rituale formale come la cerimonia nuziale)

E

alcune società ammettono il matrimonio tra persone dello stesso sesso; in nessuna società, tuttavia, tali unioni rappresentano la norma; queste forme coniugali non collimano completamente con la nostra definizione di matrimonio, in quanto esse:

non uniscono un uomo ed una donna

non rappresentano necessariamente unioni sessuali

questi 'matrimoni' sono tuttavia approvati dalla società, di solito ricalcano il modello del matrimonio regolare e implicano una serie considerevole di diritti e di doveri reciproci; talvolta uno dei 2 coniugi è considerato donna o uomo anche se ciò non corrisponde alla sua identità sessuale


poiché in tutte le società esiste il matrimonio possiamo affermare che esso costituisce una pratica adattiva secondo alcune teorie il matrimonio risolverebbe una serie di problemi universali per valutare la plausibilità di queste ipotesi è necessario domandarsi se il matrimonio rappresenti la migliore o l'unica soluzione a ciascuno di questi problemi:

laddove esiste una divisione del lavoro secondo i generi, la società deve possedere un meccanismo che permetta alle donne e agli uomini di mettere in comune il prodotto delle rispettive attività; per quanto il matrimonio risolva tale problema, è improbabile che esso rappresenti l'unica soluzione possibile: un gruppo ristretto di persone, come quello costituito da fratelli e sorelle, per esempio, potrebbe impegnarsi a cooperare economicamente

la necessità del matrimonio sarebbe legata alla prolungata dipendenza infantile; non è chiaro però perché un gruppo costituito da uomini e donne non potrebbe cooperare nella cura dei bambini anche senza il matrimonio

la specie umana abbia sviluppato il matrimonio per ridurre al minimo la rivalità tra maschi ed evitare il verificarsi di conflitti distruttivi e letali; ma perchè il fatto che la donna sia permanentemente ricettiva dal punto di vista sessuale dovrebbe favorire una maggiore competizione tra i maschi?? si potrebbe anzi affermare il contrario


nessuna delle teorie finora prese in esame offre una spiegazione convincente del fatto che il matrimonio sia l'unica o la migliore soluzione ad uno specifico problema lo studio di mammiferi e uccelli può aiutare la nostra analisi del matrimonio umano: nelle specie animali in cui, dopo il parto, le femmine non sono in grado di nutrire contemporaneamente se stesse e i piccoli è possibile riscontrare un tipo di legame stabile


in alcuni casi il matrimonio è accompagnato da cerimonie e da riti elaborati, mentre in altri esso è sancito in modo molto più informale; in molte società, inoltre, hanno luogo transazioni economiche prima, durante e dopo la celebrazione del matrimonio; in tutte le società che sanciscono il matrimonio con una cerimonia questa è accompagnata da festeggiamenti; in molte culture il matrimonio prevede espressioni cerimoniali di ostilità


in molte società il matrimonio implica considerazioni di tipo economico:

PREZZO (O RICCHEZZA) DELLA SPOSA: è un dono in denaro o in beni che lo sposo o la sua famiglia offrono ai parenti della sposa; è la più comune tra le forme di transazione economica che accompagnano il matrimonio; tale pratica non colloca la donna in una posizione di schiavitù; il prezzo pagato può fungere da assicurazione; tuttavia, può verificarsi il caso in cui i parenti della sposa facciano pressione su di lei affinché rimanga con il marito anche contro la sua volontà; si ha nelle società dedite all'orticoltura e mancanti di stratificazione sociale; laddove le donne contribuiscono in modo rilevante alle attività primarie di sussistenza

MATRIMONIO PER SERVIZIO: è il secondo tipo di transazione economica matrimoniale più comune; prevede che lo sposo lavori per la famiglia della sposa talvolta prima, talvolta dopo le nozze

SCAMBIO DI DONNE: è l'usanza di offrire una sorella o una parente dello sposo in cambio della sposa

SCAMBIO DI DONI (approssimativamente di pari valore): si ha tra i 2 gruppi parentali che si uniscono attraverso il matrimonio; ha una diffusione lievemente maggiore rispetto allo scambio di donne.

DOTE: solitamente è un sostanzioso passaggio di beni o di denaro dalla famiglia della sposa alla sposa stessa; diversamente dalle altre transazioni economiche finora menzionate, la dote generalmente non implica una relazione tra i parenti della sposa e quelli dello sposo; le società in cui esiste la dote tendono ad essere quelle in cui la donna contribuisce relativamente poco alle attività primarie di sussistenza, in cui vi è un elevato grado di stratificazione sociale e in cui all'uomo non è permesso avere più mogli contemporaneamente

DOTE INDIRETTA: quando il pagamento della dote viene effettuato dalla famiglia dello sposo; i beni vengono offerti in prima istanza al padre della sposa ed egli successivamente li consegna interamente o in parte alla figlia

il tabù dell'incesto, ovvero la regola che proibisce le relazioni sessuali e il matrimonio tra alcune categorie di parenti, è presente in tutte le società (tra madre e figlio, tra padre e figlia, tra fratello e sorella); in passato, tuttavia, alcune società ammettevano l'incesto, principalmente all'interno delle famiglie reali ed aristocratiche teorie sull'origine del tabù:

Westermarck sosteneva che gli individui che sono cresciuti a stretto contatto fin dalla più tenera età, come i fratelli e le sorelle, non provano attrazione sessuale reciproca e quindi tendono a non sposarsi tra loro; sebbene esistano fattori legati alla familiarità infantile che normalmente producono disinteresse sessuale, resta tuttavia irrisolto il problema delle ragioni per cui le società dovrebbero proibire un tipo di matrimonio che comunque non avrebbe luogo per motivi di disinteresse

Freud riteneva che il tabù dell'incesto rappresentasse una reazione a desideri inconsci e inaccettabili; per quanto la teoria di Freud possa rendere ragione dell'avversione nei confronti dell'incesto, almeno per quanto riguarda quello tra genitori e figli, essa non spiega come mai le società abbiano bisogno di un tabù esplicito, e in modo particolare non spiega il caso dell'incesto tra fratello e sorella; questa teoria non tiene conto, inoltre, delle scoperte sopra descritte relative al disinteresse sessuale

Bronislaw Malinowski sosteneva che il tabù dell'incesto è un'imposizione che permette di mantenere la famiglia integra; tale ipotesi non è tuttavia del tutto convincente

Edward B. Tylor ha sostenuto che, per rompere il sospetto e l'ostilità che dividevano i gruppi familiari e rendere in tal modo possibile la collaborazione, i primi uomini inventarono il tabù dell'incesto, il quale garantiva che il matrimonio avvenisse tra persone di gruppi diversi; in tutte le società recenti le persone si sposano fuori dalla famiglia, non siamo quindi in grado di verificare se questi matrimoni promuovano la collaborazione più di quanto accadrebbe nel caso di matrimoni all'interno della famiglia; possiamo, comunque, verificare l'esistenza di una collaborazione laddove il matrimonio coinvolga comunità differenti: in questi casi i dati non confermano la teoria della cooperazione; la teoria della cooperazione non affronta, inoltre, l'aspetto sessuale del tabù dell'incesto

secondo una delle teorie più antiche il tabù dell'incesto si spiega in ragione delle potenziali conseguenze negative dell'inbreeding (= unione tra consanguinei): i membri della stessa famiglia tendono ad essere portatori dei medesimi caratteri recessivi nocivi, in caso di accoppiamento tra consanguinei potrebbe, quindi, nascere una prole più soggetta a morte precoce a causa di difetti genetici; più stretto è il legame di parentela tra i 2 soggetti dell'accoppiamento, maggiore è il rischio di conseguenze negative sul piano genetico (ma anche gli accoppiamenti tra parenti non stretti hanno conseguenze dannose) il tabù dell'incesto rappresenta l'unica soluzione possibile al problema dell'inbreeding


in un numero considerevole di società i matrimoni vengono combinati: i negoziati sono gestiti dalle famiglie coinvolte, oppure da intermediari; alla base del matrimonio combinato vi è la convinzione che praticano il tabù abbiano tabù dell'l'i geni recessivi dannosi si riduce al dimche l'unione di 2 gruppi parentali e la conseguente nascita di nuovi legami sociali ed economici siano più importanti della libertà di scelta e dell'amore romantico; in molti paesi il matrimonio combinato è in declino


ESOGAMIA: quando il coniuge viene scelto all'esterno del gruppo parentale o al di fuori della comunità si parla di (in queste società, vi è la convinzione che le trasgressioni siano rischiose) D ENDOGAMIA: impone il matrimonio tra individui di uno stesso gruppo


molte società proibiscono il matrimonio con tutti i cugini di primo grado; altre, invece, consentono e addirittura incoraggiano il matrimonio tra determinati cugini CUGINI INCROCIATI (figli di fratelli di sesso opposto) D CUGINI PARALLELI (figli di fratelli dello stesso sesso) nel caso in cui il matrimonio tra cugini di primo grado sia ammesso, esso di norma interessa alcuni cugini incrociati; il matrimonio tra cugini paralleli è piuttosto raro; è più probabile che i matrimoni tra cugini siano permessi nelle società relativamente grandi e densamente popolate (la ragione di ciò è, presumibilmente, che in queste società la probabilità che si verifichino i suddetti matrimoni è minima, e di conseguenza è molto basso anche il rischio dell'inbreeding); la maggioranza delle piccole società che permettono il matrimonio tra cugini ha sofferto perdite ingenti di popolazione a causa di epidemie; e questo soprattutto dopo il contatto con gli europei; in queste società il matrimonio tra cugini potrebbe essere stato introdotto per incrementare le possibilità di unioni all'interno dell'assai ridotta popolazione di coniugi possibili


in molte società vige la regola secondo cui è obbligatorio sposare il coniuge di parenti deceduti: LEVIRATO (usanza che impone ad un uomo di sposare la vedova del fratello) D SORORATO (obbliga una donna a sposare il marito della propria sorella morta)


MONOGAMIA                    POLIGAMIA MATRIMONIO DI GRUPPO

(unione tra un solo uomo      (matrimonio plurimo) (unisce più di un uomo a più

e una sola donna)                               di una donna allo stesso tempo;

POLIGINIA  POLIANDRIA si verifica in alcuni casi, ma

(maggior parte delle società studiate           (è rarissima; non rappresenta la norma

dall'antropologia; matrimonio tra un           matrimonio tra una in nessuna società)

uomo e più donne allo stesso tempo)           donna e più uomini)


POLIGINIA (un uomo con più donne): in molte società è indice dell'enorme ricchezza di un uomo o del suo status elevato; in alcune società in cui le donne contribuiscono in modo sostanziale all'economia, infatti, sembra che gli uomini cerchino di avere più di una moglie per diventare più ricchi; gli uomini poliginici, tuttavia, lamentano la difficoltà di una gestione familiare con molte mogli (gelosia); una ragione possibile dell'assenza o del basso livello di gelosie tra le mogli in alcune società è attribuibile al fatto che spesso le mogli sono sorelle (poliginia sororale); sembra infatti che le sorelle, essendo cresciute insieme, siano più inclini ad andare d'accordo e a collaborare di quanto non facciano le mogli che non sono sorelle (poliginia non sororale); esistono, inoltre, alcune usanze che attenuano la gelosia tra le mogli (tendono a vivere in abitazioni separate; hanno uguali diritti); la poliginia può essere molto vantaggiosa anche per le donne, in quanto tra le diverse mogli ci si può aiutare


sulla poliginia sembrano influire in modo determinante sia l'esubero del numero delle donne sia il prolungamento dell'età in cui si sposano gli uomini


POLIANDRIA (una donna con più uomini): sono solo 4 le società in cui si pratica; 2 forme: quella adelfica (nel caso in cui i mariti siano fratelli) e quella non adelfica; possibili spiegazioni della poliandria:

penuria di donne

risposta adattiva a risorse limitate (situazioni in cui i terreni coltivabili scarseggiano e la pratica della poliandria adelfica serve ad impedire la divisione delle fattorie familiari)


la pratica della poliandria riduce la crescita della popolazione; riduce al minimo il numero di bocche da sfamare ed eleva al massimo lo standard di vita della famiglia


FAMIGLIA: unità sociale ed economica costituita almeno da uno o più genitori e dai loro figli:

si danno determinati diritti e doveri gli uni rispetto agli altri

di solito i membri di una famiglia vivono in un edificio comune (la household), anche se la condivisione del domicilio non è una caratteristica peculiare

la famiglia costituisce per il bambino il primo ambiente di apprendimento


tipi di famiglia

formata da un genitore singolo (di solito il genitore è la madre e si parla quindi di famiglia matrifocale)

monogamica o nucleare (una sola coppia di coniugi)

poligamica (di solito poliginia = un uomo con più donne)

estesa (rappresenta la forma più diffusa; unione di 2 o più famiglie (siano esse monogamiche, poligamiche o formate da un solo genitore) che sono accomunate da un legame di sangue


nelle società composte da household di famiglie estese il matrimonio non comporta un significativo cambiamento nello stile di vita; la giovane coppia generalmente ha molto poco potere decisionale in merito all'amministrazione della household (il potere è conferito all'uomo anziano); la nuova famiglia non può neppure accumulare beni propri e diventare indipendente


le famiglie estese si riscontrano con maggior frequenza nelle società sedentarie ad economia agricola questo tipo di famiglia rappresenterebbe, nelle società in cui la proprietà della terra è di estremo valore, un meccanismo sociale atto a prevenire la frammentazione, economicamente dannosa, della proprietà familiare D secondo un'altra teoria, queste households prevalgono nelle società in cui vi sia la necessità di svolgere attività tra loro incompatibili (quando la madre o il padre devono svolgere delle attività fuori casa) nel caso in cui le società pratichino scambi commerciali o monetari, è possibile infatti che la famiglia sia in grado di ottenere l'aiuto necessario 'comprando' i servizi di cui ha bisogno



in molte società industrializzate una coppia, dopo il matrimonio va ad abitare lontano dai genitori e da altri parenti; al contrario, nel maggior numero di società studiate dall'antropologia, una nuova coppia si stabilisce molto vicino o presso la famiglia dei genitori o di altri parenti stretti dello sposo o della sposa laddove le coppie abitano vicino ai parenti è logico attendersi che le relazioni di parentela si configurino come un elemento centrale della vita sociale tipi di residenza coniugale:

PATRILOCALE: i figli maschi restano e le figlie se ne vanno, e quindi gli sposi abitano insieme, o vicino, ai genitori del marito

MATRILOCALE: le figlie restano e i maschi se ne vanno, e quindi gli sposi abitano insieme, o vicino, ai genitori della moglie

AMBILOCALE: sia i figli sia le figlie possono andarsene, e quindi gli sposi abitano insieme, o vicino, ai genitori della moglie o del marito

AVUNCOLARE: sia i figli sia le figlie se ne vanno, e gli sposi abiteranno insieme, o vicino, allo zio materno del marito

NEOLOCALE: sia i figli sia le figlie se ne vanno, e gli sposi abitano lontano sia dai parenti della moglie, sia dai parenti del marito


in una famiglia estesa patrilocale, dell'autorità è investita la linea maschile, soprattutto il membro più anziano della households; tuttavia, la situazione matrilocale non è l'esatto opposto di quella patrilocale, perché spesso i parenti del marito non sono lontani dalla residenza degli sposi; inoltre, spesso le donne non hanno il potere decisionale che invece possiedono i loro fratelli


RESIDENZA NEOLOCALE: sia in qualche modo correlata alla presenza di un'economia commerciale; la presenza del denaro pare essere associata alla residenza neolocale: sembra che il denaro permetta alle coppie di abitare da sole; perché esse scelgano di farlo resta nondimeno difficile da spiegare


RESIDENZA PATRILOCALE: si ha nel caso di conflitti interni (permette di avere vicini i figli maschi, i quali forniscono un aiuto nella difesa) D RESIDENZA MATRILOCALE: nel caso di guerre solo esterne (la scelta della residenza coniugale può essere determinata da altre considerazioni, soprattutto di tipo economico laddove gli uomini, per motivi di lavoro, intraprendono viaggi che li portano frequentemente lontani per lunghi periodi)


REGOLE DI DISCENDENZA: regole che legano gli individui a particolari gruppi di parentela sulla base dell'esistenza di un antenato comune noto o presunto (per sapere qual è il gruppo di parentela al quale devono rivolgersi se hanno bisogno di collaborazione o di aiuto); sono 3:


regole di discendenza UNILINEARI


 
DISCENDENZA PATRILINEARE: è la più frequente; affilia un individuo ai parenti di entrambi i sessi a lui (o a lei) legati esclusivamente attraverso la linea maschile; i figli (maschi e femmine) appartengono al gruppo parentale del padre; sebbene i figli e le figlie di un uomo siano tutti i membri dello stesso gruppo di discendenza, l'affiliazione a quel gruppo viene trasmessa alla prole solo dai figli maschi

MATRILINEARE: affilia un individuo ai parenti di entrambi i sessi a lui (o a lei) legati esclusivamente attraverso la linea femminile; i figli (maschi e femmine) appartengono al gruppo parentale della madre; sebbene i figli o le figlie di una donna siano tutti membri dello stesso gruppo di discendenza, l'affiliazione a quel gruppo viene trasmessa alla prole solo dalle figli


AMBILINEARE: affilia un individuo ai parenti a lui (o a lei) legati attraverso la linea femminile o quella maschile; alcuni individui sono affiliati ad un gruppo parentale attraverso i loro padri; altri attraverso le loro madri; di conseguenza nei gruppi di discendenza sono al contempo presenti legami genealogici maschili e legami genealogici femminili


la maggior parte delle società è caratterizzata dall'applicazione di un'unica regola, ma alcune società hanno ciò che è stata definita una DISCENDENZA DOPPIA O DISCENDENZA UNILINEARE DOPPIA: in questi casi un individuo è affiliato per alcuni scopi al gruppo di parentela matrilineare, e per altri a quello patrilineare


PARENTELA BILATERALE: (in molte società, tra cui la nostra) i parenti del lato femminile e quelli del lato maschile hanno la stessa importanza (in positivo e in negativo) PARENTADO: gruppo di parentela bilaterale di un individuo:

è di solito un gruppo ben definito

è un gruppo di parentela ego-centrato (la sola cosa che i membri di una parentado hanno in comune è il loro legame con ego)


le regole di discendenza unilineari affiliano un individuo ad una linea di parentela che risale all'indietro nel passato e che si estende nel futuro; in virtù di questa linea di discendenza alcuni parenti molto stretti vengono esclusi; ciò non significa necessariamente che gli individui esclusi vengano ignorati o dimenticati; differentemente da ciò che accade nelle società a discendenza ambilineare, in queste si formano gruppi parentali dai confini ben definiti


gruppi a discendenza unilineare

LIGNAGGIO: gruppo costituito da persone che discendono da uno stesso antenato attraverso legami genealogici noti; esistono patrilignaggi e matrilignaggi, a seconda che i legami con l'antenato siano tracciati solo lungo la linea maschile o solo lungo quella femminile; spesso vengono designati con il nome dell'antenato (o dell'antenata) comune; in alcune società gli individui sono organizzati gerarchicamente

CLAN: gruppo costituito da persone che discendono da uno stesso antenato attraverso legami genealogici non precisati; esistono patriclan e matriclan; spesso sono designati con il nome di una pianta o di un animale (totem), che ha per il clan un particolare valore e che rappresenta il simbolo di un'identità collettiva; nei confronti dell'animale totemico è necessario osservare dei tabù (es: la proibizione di uccidere o di cibarsi dell'animale totemico)

FRATRIA: gruppo di discendenza unilineare costituito da più clan che si suppone abbiano tra loro legami di parentela; i legami genealogici con l'antenato non sono precisati

quando una società è divisa in soli 2 gruppi di discendenza unilineare, ciascun gruppo viene detto una METÀ; i membri di ciascuna metà si considerano i discendenti di un antenato comune, anche se non sono in grado di giustificare il legame di discendenza; le società divise in metà sono piuttosto piccole, mentre quelle con fratrie e clan hanno un numero maggiore di membri

se si esclude la necessità della presenza di clan laddove esistono fratrie (dato che le fratrie sono combinazioni di clan), tutte le COMBINAZIONI sono possibili










ORGANIZZAZIONE PATRILINEARE: è il sistema di discendenza più diffuso; il lignaggio rappresenta un'unità territoriale; i componenti maschili del lignaggio vivono insieme, sia grazie alla regola di residenza patrilocale, sia perché il modello di insediamento è permanente; se il lignaggio è grande, verrà diviso in sottolignaggi (con i rispettivi capi); il clan è esogamico (è vietato sposare qualcuno del proprio clan); gli uomini di un patriclan non vivono insieme; i membri dello stesso patriclan (che appartengono a lignaggi differenti) possono anche combattersi l'un l'altro; i membri di una stessa fratria, purché di clan differenti, possono sposarsi l'un l'altro



ORGANIZZAZIONE MATRILINEARE: rispetto a quella patrilineare esiste un'importante differenza che riguarda l'esercizio dell'autorità: nei sistemi patrilineari la linea della discendenza e quella dell'autorità convergono D nei sistemi matrilineari, invece, sebbene la linea della discendenza passi attraverso le donne, è raro che esse esercitino un'autorità sul loro gruppo parentale (di norma è il fratello più anziano della madre a farlo) la soluzione a cui si è giunti in molte società matrilineari è che i maschi si spostino, ma senza allontanarsi troppo (spesso infatti gli uomini si sposano con donne del proprio villaggio)


la RESIDENZA AVUNCOLOCALE, sebbene sia relativamente rara, è presente nelle società matrilineari stabilirsi presso lo zio materno consente di costituire un gruppo di parentela matrilineare territoriale le società avuncolocali, diversamente da quelle matrilocali, hanno conflitti interni l'avuncolarità è la risposta al bisogno di tenere presso di sé gli uomini sposati (appartenenti alla discendenza matrilocale) ed avere in tal modo a disposizione una forma di combattimento veloce da radunare nel caso di un attacco a sorpresa


i gruppi a discendenza unilineare esistono in tutte le società che presentano un alto livello di complessità sociale, ma sono più comuni nelle società non commerciali di produttori (rispetto a quelle dei raccoglitori); tali gruppi svolgono spesso importanti funzioni in ambito sociale, economico, politico e religioso:

in generale nelle società unilineari il tabù dell'incesto è esteso a tutti i parenti unilineari

ai membri di un lignaggio o di un clan viene spesso richiesto di prendere le parti di un appartenente al gruppo in caso di dispute e di processi, di aiutare economicamente gli altri membri, di sostenere chi è in difficoltà

il capo o il membro più anziano del lignaggio o del clan hanno importanti funzioni (soprattutto rispetto alla guerra)

un clan o un lignaggio possono avere le proprie credenze e le proprie pratiche, relative al culto di divinità o di spiriti di antenati


nelle società con un'organizzazione politica complessa, funzionari e agenzie rivestono il ruolo altrove ricoperto dai gruppi di parentela; è possibile che la presenza di conflitti in società che non posseggono sistemi politici complessi fornisca una sollecitazione alla formazione di gruppi di discendenza unilineari


le società con un SISTEMA AMBILINEARE sono poco numerose rispetto a quelle a discendenza bilineare o unilineare, ma per molti aspetti assomigliano a queste ultime; esistono 2 tipi di gruppi di discendenza ambilineare, che corrispondono a ciò che in una società unilineare chiamiamo clan e sottoclan; poiché un individuo può essere affiliato ad un gruppo sia attraverso il padre sia attraverso la madre, egli può appartenere contemporaneamente a vari gruppi ambilineari l'affiliazione si basa sulla scelta; è possibile che le società a discendenza unilineare si trasformino in società a discendenza ambilineare qualora si verifichino condizioni particolari (soprattutto il calo demografico della popolazione).


consanguinei D affini (parenti acquisiti attraverso il matrimonio); la terminologia di parentela in uso in una società è legata al tipo di famiglia più diffuso, alla regola di residenza e a quella di discendenza, e ad altri aspetti dell'organizzazione sociale; i termini di parentela sono molto conservativi


5 sistemi di terminologia

SISTEMA INUIT (o ESCHIMESE): è quello che ci è più familiare; si riscontra nei gruppi di discendenza bilaterali; sebbene i parenti di mia madre e quelli di mio padre siano per me ugualmente importanti, i parenti più importanti in assoluto sono quelli più stretti

SISTEMA OMAHA: di solito si ha nelle società a discendenza patrilineare (tipo di residenza patrilocale); i parenti del lato materno e quelli del lato paterno vengono raggruppati in modo diverso: per quanto riguarda i membri del mio gruppo di parentela patrilineare materno, raggruppo insieme tutti i maschi tra loro e tutte le femmine tra loro, senza tenere conto della generazione; per quanto riguarda, invece, il gruppo di parentela patrilineare di mio padre, ho termini diversi per i maschi e per le femmine di generazioni differenti; il gruppo di parentela patrilineare di mio padre è quello a cui io appartengo, e quello nei confronti del quale ho più diritti e doveri; il patrilignaggio di mia madre, d'altro canto, non è per me molto importante, e poiché la residenza è probabilmente patrilocale i parenti di mia madre non abiteranno neppure vicino a me

SISTEMA CROW: è l'immagine speculare del sistema omaha; in questo sistema, infatti, vengono utilizzate le stesse classificazioni, ma dal momento che il sistema crow è associato alla discendenza matrilineare, gli individui del gruppo matrilineare di mia madre (il mio gruppo di discendenza) sono distinti in base alla generazione, mentre gli individui del gruppo patrilineare di mio padre non lo sono

SISTEMA IROCHESE: per quanto riguarda gli appellativi dei parenti della stessa generazione di ego, è simile sia a quello omaha, sia a quello crow; tuttavia, quando si tratta della mia generazione, il sistema irochese ha una sua peculiarità: tutti i gruppi di cugini incrociati vengono chiamati nello stesso modo, distinguendoli solo in base al sesso; i cugini paralleli non vengono designati con lo stesso termine impiegato per i cugini incrociati, e a volte, ma non sempre, sono chiamati come i fratelli e le sorelle di ego; anche il sistema irochese ha termini differenti per i parenti del lato materno e per quelli del lato paterno; la terminologia irochese sembra essere associata ad un sistema unilineare che si sta sviluppando o, al contrario, che è in decadenza

SISTEMA SUDANESE: anche questo sistema è associato alla discendenza unilineare, ma diversamente dai precedenti, non raggruppa, dal punto di vista terminologico, nessun parente; tale sistema è descrittivo, nel senso che viene utilizzato un termine diverso per ciascuno dei parenti indicati; si tratta in genere di società con un'organizzazione politica complessa, una stratificazione di classe e specializzazioni professionali; può riflettere la necessità di distinguere con precisione i parenti che, dal punto di vista della professione o della classe sociale, hanno opportunità e privilegi ben diversi


i sistemi omaha, crow, irochese e sudanese hanno in comune il fatto di utilizzare termini differenti per indicare i componenti del lato materno e quelli del lato paterno; abbiamo osservato, invece, come nel sistema inuit i termini per designare i parenti dei 2 lati siano esattamente gli stessi; ciò significa che in quest'ultimo caso i 2 rami della famiglia sono ugualmente importanti (o ugualmente affatto importanti); anche nel prossimo sistema, quello hawaiano, vengono impiegati gli stessi termini per i 2 lati della famiglia, ma la parentela che si estende oltre la famiglia nucleare ha una rilevanza maggiore

SISTEMA HAWAIANO: è quello più semplice, in quanto utilizza pochissimi termini; tutti i parenti dello stesso sesso che appartengono alla stessa generazione sono indicati da un unico termine; queste società hanno spesso vaste famiglie estese, a cui, grazie al modello ambilocale, può appartenere ogni parente



GRUPPI E VITA POLITICA.


ASSOCIAZIONI: gruppi di individui che non sono legati da vincoli parentali, né dalla condivisione dello stesso territorio caratteristiche comuni:

possiedono una struttura più o meno formale e istituzionalistica

escludono alcune persone

i membri condividono i medesimi interessi e gli stessi scopi

sono fieri di appartenere al gruppo


possono essere distinte in base a 2 fattori


obbligatorietà del reclutamento criterio di appartenenza

(nella società nordamericana,

eccezion fatta per il reclutamento nell'esercito nazionale,

praticamente tutte le associazioni sono volontarie;

in molte società, invece, e in particolare in quelle

più egualitarie, appartenere ad un gruppo non è una

scelta: tutti coloro che rientrano in una determinata

categoria vi sono obbligati)


basarsi sulle qualità acquisite (quelle che l'individuo giunge a possedere nel corso della propria vita, come, per esempio, specifiche abilità nello sport o nella professione)

o su quelle ascritte (sono, invece, quelle determinate fin dalla nascita, o per eredità genetica (il sesso) o per estrazione familiare (l'etnia, il luogo di nascita, la religione, la classe sociale)


universali (che esistono in tutte le società (l'età e il sesso)            variabili (che trovano applicazione solo in alcune società (le differenze etniche, quelle religiose o quelle di classe)


ASSOCIAZIONI NON VOLONTARIE: sono tipiche delle società relativamente meno stratificate o di quelle egualitarie; si formano sulla base delle caratteristiche del sesso e dell'età

CLASSI DI ETÀ: il GRUPPO DI ETÀ è una categoria culturalmente determinata in cui rientrano gli individui di una certa età; la CLASSE DI ETÀ, invece, designa un gruppo di persone, di età simile e dello stesso sesso, che attraversano insieme alcune o tutte le fasi della vita; l'ingresso in un sistema di classi di età è quasi sempre non volontario e dipende dalle caratteristiche dell'età e del sesso; in alcune società le classi di età creano forti legami che agiscono trasversalmente rispetto alla parentela; il sistema di classi di età consiste nell'avvicendarsi ciclico di 4 classi generazionali; a seguito dell'iniziazione (fatta dai padri) ogni ragazzo diventa un uomo, ossia un individuo con uno status ben definito; esistono anche classi di età femminili

ASSOCIAZIONI SOLO MASCHILI O SOLO FEMMINILI: si tratta in genere di gruppi maschili; gli scopi sono quelli di rafforzare l'idea di una superiorità maschile e di offrire agli uomini dei mezzi per difendersi dalle donne; si danno cerimonie di iniziazione drammatiche e traumatiche; esistono poche associazioni femminili, forse perché sono gli uomini ad avere maggiore autorità; le associazioni riservate ad un solo sesso sono una caratteristica anche delle società molto industrializzate (es: i boy scouts); l'annessione a questi gruppi, però, è volontaria, mentre nelle società non commerciali e in quelle meno complesse spesso il reclutamento è obbligatorio; anche le associazioni maschili creano legami trasversali e supplementari rispetto a quelli di parentela; in tutte le associazioni esiste una componente di segretezza; si può ipotizzare che la diffusione delle associazioni femminili sia legata all'indipendenza finanziaria che la donna si è conquistata attraverso le attività commerciali


ASSOCIAZIONI VOLONTARIE: sono più diffuse nelle società complesse e stratificate, presumibilmente perché in questi contesti gli individui hanno più interessi ed occupazioni molto differenti

ASSOCIAZIONI MILITARI: nelle società non commerciali sembrano avere la funzione di unire i membri sulla base della comune esperienza di guerra, di esaltare le imprese belliche e di offrire determinati servizi alla comunità; in genere l'appartenenza a questi gruppi è volontaria ed è fondata sul criterio dei meriti acquisiti per aver partecipato alle guerre


ASSOCIAZIONI REGIONALI: raccolgono gli immigrati che provengono da una stessa area geografica; molto diffuse nei centri urbani che attraggono le popolazioni delle campagne; molte di queste organizzazioni sono divenute forze politiche che fanno sentire la propria voce nelle amministrazioni locali; offrivano ai propri membri essenzialmente 3 servizi:

facevano pressione sul governo centrale affinché affrontasse questioni che erano fondamentali per la vita della comunità

offrivano assistenza nell'acculturazione dei nuovi arrivati, preparandoli alla vita urbana

fornivano opportunità di inserimento nella cultura nazionale; organizzavano delle attività sociali che avevano la funzione di smistare le informazioni da e per il luogo d'origine; offrivano, infine, una varietà di altri servizi che aiutavano gli immigrati ad adattarsi al nuovo ambiente senza recidere completamente le proprie radici

inizialmente, le associazioni regionali possono fungere da società di mutuo soccorso; quando però, l'immigrazione aumenta, i nuovi arrivati hanno l'opportunità da appoggiarsi ai parenti che si sono trasferiti prima di loro; per quanto le associazioni regionali possano essere molto utili all'integrazione dei membri in un sistema urbano più complesso o in un ambiente che cambia, l'esistenza di un grosso numero di queste associazioni potrebbe favorire la divisione e la rivalità tra i gruppi; unendosi tra loro le associazioni regionali e familiari hanno finito per costituire delle associazioni etniche


ASSOCIAZIONI ETNICHE: nascono in seguito all'indebolimento dei legami di parentela e di altre tradizionali risorse di sostentamento e di solidarietà; talvolta è difficile stabilire se in origine una particolare associazione fosse regionale o etnica; le associazioni tribali reclutano persone che hanno lasciato i propri gruppi tribali d'origine; si sono formate per dare risposta ad alcuni bisogni che sorgono nel contesto urbano (non perdere il contatto con la cultura tradizionale; fungere da società di mutuo soccorso; offrire aiuti finanziari in caso di disoccupazione, di malattia o di morte; raccogliere il denaro necessario a migliorare la situazione esistente nei luoghi d'origine); le società di mutuo soccorso hanno come scopo principale quello di offrire un sostegno (economico) ai propri membri; le associazioni di lavoratori garantiscono ai propri membri, in quanto lavoratori, un certo status e una determinata remunerazione; anche le associazioni ricreative sono molto diffuse


ASSOCIAZIONI MULTIETNICHE: nel mondo moderno sono numerosi i gruppi a carattere volontario che accolgono individui appartenenti ad etnie differenti; le associazioni multietniche o regionali si sono sviluppate laddove il colonialismo (o un'altra dominazione politica) è stato percepito come un problema di interesse collettivo; spesso le associazioni multietniche e multiregionali hanno contribuito alle lotte per l'indipendenza


gli antropologi tentano di spiegare le ragioni dell'esistenza di forme diverse di associazionismo:

i sistemi di classe di età sorgono in aggiunta e non in alternativa alle forme di aggregazione basate sulla parentela o sull'integrazione politica

per quanto riguarda le associazioni volontarie il cui criterio di reclutamento dipende da qualità ascritte di tipo variabile (fissate al momento della nascita, ma non uguali per tutte le persone dello stesso sesso e della stessa età), è difficile stabilire con precisione quale sia la causa della loro formazione vi sono comunque alcuni aspetti da tenere in considerazione:

l'urbanizzazione: le società in via di sviluppo si stanno urbanizzando, e all'aumentare delle dimensioni delle città cresce il numero delle persone che si separa dai propri legami parentali e dalle usanze locali tradizionali; non ci sorprende dunque il fatto che le prime associazioni volontarie a formarsi siano quelle di mutuo soccorso, e che la loro funzione sia inizialmente quella di assolvere agli obblighi parentali in caso di morte e si estenda successivamente ad altri aspetti della vita sociale

il fattore economico: gli immigrati cercano di adattarsi alle nuove condizioni economiche e i loro interessi devono essere garantiti e protetti


perché, nelle società industrializzate, le associazioni il cui criterio di reclutamento dipende da qualità ascritte di tipo variabile tendono ad essere sostituite da associazioni alle quali si accede in base alla posizione raggiunta nella società??

il grosso peso che le società industrializzate attribuiscono alla specializzazione si riflette anche nelle forme assunte dall'associazionismo

un altro fattore determinante potrebbe essere l'importanza che la nostra società attribuisce alle conquiste individuali

l'omologazione indotta dalla produzione di massa e dai mass media, inoltre, ha l'effetto di ridurre progressivamente l'importanza delle distinzioni regionali ed etniche


il risultato è che le organizzazioni di grandi dimensioni vengono progressivamente sostituite da associazioni più piccole: queste ultime, infatti, riescono a fornire una risposta ad esigenze particolari che le istituzioni della società di massa non sono più in grado di soddisfare


quando gli antropologi parlano di ORGANIZZAZIONI POLITICHE O di VITA POLITICA, intendono riferirsi soprattutto a questioni che riguardano gruppi territoriali classificazione della maggior parte delle società attraverso 4 tipi principali di organizzazione politica: la banda, la tribù, il chiefdom, lo stato (tuttavia, oggi, se si escludono poche eccezioni, non esistono più bande, tribù o chiefdoms politicamente autonomi)


Tipo di organizzazione

Massimo livello di integrazione politica

Grado di specializzazione dei funzionari politici

Strategia di sussistenza prevalente

Dimensioni della comunità e densità demografica

Differenziazione sociale

Modalità di distribuzione prevalente

banda

gruppo locale o banda

scarso o nullo; leadership informale

raccolta

comunità molto piccole, densità molto bassa

egualitarismo

reciprocità

tribù

talvolta gruppo sovralocale

scarso o nullo; leadership informale

agricoltura estensiva (a rotazione) e/o allevamento

comunità piccole; bassa densità

egualitarismo

reciprocità

chiefdom o dominio

gruppo sovralocale

modesto

agricoltura estensiva o intensiva e/o allevamento

comunità ampie, densità elevata

rango

reciprocità e redistribuzione

stato

gruppo sovralocale, spesso un intero gruppo linguistico nel suo complesso

estremo

agricoltura intensiva e allevamento

città, densità elevata

classe e casta

scambi commerciali


alla base dell'unificazione politica

alcuni autori ipotizzano che vi sia la competizione fra gruppi

altri, che vi possano essere delle cause economiche (es: quando tra le comunità cresce l'importanza della redistribuzione, oppure quando si rende necessario il coordinamento di gruppi di lavoro di notevoli dimensioni)


le teorie che finora sono state proposte per spiegare la nascita dei primi stati sono molte, ma nessuna è in grado di spiegarla in modo esauriente; è possibile che le cause della nascita degli stati non siano state ovunque le stesse indipendentemente dalle ragioni che hanno portato al suo insorgere, l'organizzazione politica di tipo statuale ha finito per dominare il mondo (le società statuali hanno comunità più vaste e densità demografiche maggiori; posseggono inoltre, di norma, eserciti sempre pronti a combattere); la diminuzione del numero di unità politiche indipendenti rappresenta un fenomeno piuttosto recente


nelle società in cui la leadership è ereditaria (società basate sul rango e società statuali rette da monarchie) sono le regole per la successione a stabilire le modalità con cui avviene il passaggio D nelle società in cui invece i leader vengono scelti occorre capire quali siano i meccanismi che portano a preferire un individuo rispetto agli altri:

abitualmente i leader sono considerati più intelligenti, più generosi, più perspicaci, più ambiziosi e più aggressivi dei loro seguaci

essi inoltre, in genere, sono più anziani e più alti

in più, vi sono più probabilità che ad assurgere al ruolo di leader sia il figlio di un leader che non il figlio di un uomo comune

sembra poi che i leader abbiano un'altra specifica caratteristica, quella di nutrire sentimenti positivi nei confronti dei genitori

esiste poi una differenza fondamentale che caratterizza i leader degli Stati Uniti: essi sono più ricchi degli altri membri della comunità

(in alcune società tribali egualitarie la competizione per la conquista e la conservazione della leadership è altissima big men)


RISOLUZIONE DEI CONFLITTI: le soluzioni pacifiche includono l'allontanamento, l'intervento della comunità, la mediazione o la negoziazione, le scuse rituali, il ricorso a potenze soprannaturali o a terzi non coinvolti; non sempre però le soluzioni pacifiche sono possibili e a volte le controversie evolvono in conflitti violenti; quando la violenza si verifica in realtà politiche che di norma risolvono le controversie in modo pacifico, allora siamo in presenza di un crimine, soprattutto nel caso in cui la violenza venga commessa da un singolo; quando invece essa si verifica tra gruppi di unità politiche distinte, allora parliamo di guerra; quando infine la violenza esplode tra sottogruppi di popolazione che appartengono alla stessa unità politica siamo in presenza di una guerra civile


RISOLUZIONE PACIFICA DEI CONFLITTI: la maggioranza degli stati moderni industrializzati possiede istituzioni che affrontano i conflitti più o meno gravi che nascono in seno alla società; tali istituzioni operano sulla base di leggi codificate; lo stato ha il monopolio sull'uso legittimo della forza D in molte società non esistono istituzioni e funzionari preposti alla risoluzione dei conflitti; ciononostante, poiché tutte le società possiedono dei sistemi convenzionali per risolvere pacificamente almeno certi tipi di controversie, alcuni antropologi parlano di universalità del diritto; il fatto che il diritto esista in tutte le società non implica però che sia sempre possibile risolvere i conflitti in modo pacifico

ALLONTANAMENTO: la violenza può essere evitata se le parti avverse si evitano di proposito sino a che gli animi sono si sono rasserenati

INTERVENTO DELLA COMUNITÀ: caratterizza le società più semplici, in cui mancano leader che esercitino l'autorità; spesso, queste comunità non hanno necessità di una raccolta ufficiale di leggi; se un individuo non osserva un tabù o non segue i consigli dello sciamano dev'essere espulso dal gruppo; l'uccisione di un individuo è l'azione estrema a cui ricorrere (sembra che la pena capitale esista in tutte le società; spesso si crede che essa rappresenti un deterrente nei confronti del crimine; di fatto non è così)

NEGOZIAZIONE E MEDIAZIONE: in molti casi le parti avverse possono addivenire ad un accomodamento attraverso la negoziazione; non esistono regole prestabilite, e ogni soluzione è 'buona' purché sia in grado di riportare la pace; spesso si ricorre all'aiuto di un mediatore informale

RICONCILIAZIONE RITUALE: il desiderio di ripristinare relazioni armoniose spiega anche il ricorso alle scuse cerimoniali

GIURAMENTI E ORDALIE: implicano il ricorso a potenze soprannaturali; un giuramento è l'azione di chiamare una divinità a testimoniare della veridicità di ciò che una persona afferma; l'ordalia è un mezzo impiegato per stabilire la colpa o l'innocenza di un individuo sulla base dei risultati di una prova pericolosa a cui questi viene sottoposto; i giuramenti e le ordalie erano diffusi anche nella società occidentale nel Medioevo; ancora oggi, nella nostra società, in occasione dei processi i testimoni devono giurare di dire la verità

VERDETTI, TRIBUNALI E LEGGI CODIFICATE: quando 2 parti in conflitto devono accettare la decisione presa da una terza parte, che agisce come giudice, siamo in presenza di un verdetto; i giudici e i tribunali si basano spesso, nell'emettere sentenze, su leggi codificate e su pene convenute; leggi e tribunali non costituiscono elementi peculiari della società occidentale; le comunità piccole e compatte non avrebbero una vera necessità di possedere orientamenti legali ufficiali, in quanto gli interessi in competizione sarebbero minimi (in queste società l'opinione degli altri rappresenta una vera e propria sanzione); nelle società più grandi, più eterogenee e più stratificate le controversie sono più numerose, e al contempo meno visibili; gli individui sono meno inclini a preoccuparsi delle opinioni altrui; presumibilmente in queste società lo sviluppo di leggi codificate e di autorità ufficiali è da attribuirsi alla necessità di risolvere le controversie in modo sufficientemente impersonale da consentire che le parti accettino le decisioni


RISOLUZIONE VIOLENTA DEI CONFLITTI: alcune società ritengono legittima, in certe circostanze, la violenza individuale, mentre noi in genere la giudichiamo un crimine; di norma le società in cui è riscontrabile un determinato tipo di violenza ne presentano contemporaneamente anche altri; tale educazione alla violenza avrebbe delle ricadute sul comportamento in generale; spesso la violenza viene considerata un mezzo per controllare il comportamento (es: genitori che picchiano i figli che si comportano male)

FAIDA: è una condizione di ostilità tra famiglie o tra gruppi di parenti, causata di norma dal desiderio di vendicare un'offesa resa ad un membro del gruppo; ciò che più caratterizza la faida è il fatto che la responsabilità della vendetta ricade su tutti i membri del gruppo parentale

RAZZIA: è un'azione pianificata che prevede l'uso della forza per realizzare un obiettivo limitato; è caratteristica delle società pastorali; di solito dell'organizzazione della razzia si occupa un leader temporaneo; è possibile anche la razzia di esseri umani, così da poterli sposare o da renderli schiavi


nella faida e nella razzia sono di norma coinvolte poche persone, e l'aspetto della sorpresa gioca spesso un ruolo determinante; i confronti su larga scala, al contrario, coinvolgono un gran numero di individui e prevedono una pianificazione accurata delle strategie di attacco e di difesa

CONFLITTI SU VASTA SCALA: sono caratteristici delle società industriali o di quelle che praticano l'agricoltura intensiva (soltanto queste società infatti possiedono una tecnologia sufficientemente avanzata che permetta di sostentare eserciti, capi militari, strateghi, ..); ciascun conflitto ha le proprie regole culturali (es: nelle società statuali i governi stabiliscono dei patti per limitare l'uso di armi batteriologice, di gas tossici, ..; spesso, in via non ufficiale, vengono raggiunti accordi privati)


nella maggior parte delle società studiate vi sono guerre tra comunità o tra gruppi territoriali più ampi; le ricerche sulle possibili cause che conducono alla guerra sono ancora poche; di conseguenza, per il momento, le risposte a molti quesiti sono solo provvisorie e parziali:

abbiamo prove del fatto che nelle società preindustriali si intraprendano le guerre soprattutto per paura di calamità naturali che si presume giungeranno, ma che sono al contempo imprevedibili (siccità, alluvioni, invasioni di cavallette, ..); per proteggersi anticipatamente da questi disastri che distruggono le risorse alimentari potrebbe essere vantaggioso accaparrarsi i beni dei nemici sconfitti

sappiamo che le società complesse o centralizzate tendono ad avere eserciti formati da professionisti, gerarchie militari e armi sofisticate; sorprendentemente, però, se le confrontiamo con le bande o le società tribali, osserviamo come in esse la frequenza dei conflitti non sia molto più elevata

è improbabile che la guerra si verifichi all'interno di una società se in essa la popolazione è ridotta o se il territorio non è vasto

sebbene molti credano che le alleanze militari riducano le probabilità di un conflitto, in realtà risulta che le nazioni che tra loro hanno stretto delle alleanze non combattono affatto meno di quelle che non lo hanno fatto

neppure l'esistenza di relazioni commerciali pare diminuire le probabilità di conflitti; al contrario, le controversie tra partner commerciali conducono alla guerra molto più facilmente

sembra che la parità tra 2 nazioni sul piano militare (soprattutto quando è preceduta da una rapida crescita della forza militare) aumenti, invece che diminuire, le probabilità di un conflitto












PSICOLOGIA E CULTURA.


tra le diverse società esistono effettivamente delle diversità per quanto concerne alcuni aspetti del pensiero, delle emozioni, dei comportamenti; spesso, da un'osservazione casuale possono originarsi numerosi stereotipi; ma gli antropologi rifiutano questi stereotipi fondati su giudizi affrettati ed etnocentrici; tra società diverse nondimeno esistono anche numerose somiglianze antropologia psicologica


gli antropologi hanno messo in dubbio il postulato che la psicologia di tutti gli esseri umani sia esattamente la stessa, a prescindere dalla società; MA è evidente che vi saranno comunque notevoli somiglianze nello sviluppo psicologico degli individui: abbiamo già esaminato alcuni fenomeni universali (la cultura, il linguaggio, il matrimonio, il tabù dell'incesto), ma qui analizzeremo quelli più legati all'aspetto psicologico:

capacità di inventare tassonomie e costruire contrasti binari; ordinare i fenomeni; usare operatori logici (es: la congiunzione, la negazione e l'uguaglianza); pianificare il futuro; avere una conoscenza del mondo

riguardo al pensiero sull'uomo sembrano essere universali il concetto di sé o della persona; il riconoscimento delle espressioni del viso; il tentativo di comprendere le intenzioni dell'altro sulla base di alcuni indizi (espressione del viso, modo di parlare, atteggiamenti); il desiderio di sapere ciò che gli altri stanno pensando

riguardo alle emozioni sembrano essere universali la capacità di identificarsi con i sentimenti dell'altro; l'abilità di comunicare e di riconoscere sentimenti di felicità, di dolore, di collera, di paura, di sorpresa, di disgusto e di disprezzo; il riso nei momenti di felicità, il pianto in quelli di dolore; sentimenti quali l'invidia e la gelosia; la capacità di provare attrazione sessuale; alcune specifiche paure infantili (es: la paura degli sconosciuti)


I PRIMI STUDI:

Margaret Mead mette in discussione l'assunto secondo cui l'adolescenza è vissuta ovunque come un periodo di crisi e di stress

Bronislaw Malinowski confutò la teoria del complesso di Edipo: egli osservò che nelle società non matrilineari i bambini possono effettivamente provare sentimenti di ostilità nei confronti del padre, ma non perché questi rappresenti un rivale sessuale, quanto piuttosto perché esso incarnerebbe l'adulto che amministra la disciplina


secondo la teoria di Piaget lo sviluppo dell'essere umano prevede una serie di tappe, ciascuna delle quali è caratterizzata da specifiche abilità cognitive; non è possibile passare ad uno stadio successivo senza aver percorso tutte le tappe precedenti la teoria di Piaget è valida universalmente??

sul primo stadio dello sviluppo (senso-motorio) si conferma la teoria di Piaget

gli studi sul secondo (pre-operatorio), terzo (delle operazioni concrete; in particolare il concetto di conservazione) e quarto (operazioni logico-formali) stadio forniscono invece risultati dubbi


una delle ragioni per dubitare dei risultati di queste ricerche è che i test impiegati per sondare lo sviluppo cognitivo di popolazioni non occidentali sono stati elaborati in Occidente, e ciò implica un notevole svantaggio per coloro a cui vengono somministrati, sia perché con i materiali non vi è familiarità, sia perché la stessa situazione del test è sconosciuta; sembra, quindi, che qualsiasi bambino possa acquisire il concetto di conservazione, purché abbia esperienze quotidiane o un percorso formativo che lo stimolino al riguardo; riguardo al quarto stadio, invece, il problema riguarda il fatto che in queste prove gli individui scolarizzati riescano meglio di quelli non scolarizzati












gli antropologi si interessano agli aspetti della personalità che sono comuni in un popolazione PERSONALITÀ = eredità genetica  + esperienze vissute + condivisione con gli altri


occorre riflettere sulle ragioni che spingono una famiglia ad allevare i figli secondo modalità specifiche: le differenze in ambito educativo che riscontriamo in una società sono il riflesso delle idee riguardanti il modo 'giusto' di crescere i figli


Nel 70% delle società il bambino viene allattato almeno sino ai 2 anni, e gli ultimogeniti vengono svezzati anche più tardi.

Società preindustriali

Società industriali

Per quanto riguarda la pratica di portare con sé e a contatto il bambino i genitori lo fanno per più del 50% del tempo. I bambini trascorrono molto tempo a contatto con un'altra persona, spesso dormono insieme alla madre nello stesso letto o comunque nella stessa stanza. Durante il giorno vengono allattati ogniqualvolta ne facciano richiesta. Si risponde con estrema sollecitudine al pianto di un bambino.

Per molti versi si tende ad essere meno solleciti nei confronti dei bambini di quanto non accada nelle società preindustriali. I bambini trascorrono molto tempo in piccoli spazi recintati (box o culle), e vengono portati in braccio e toccati, nel corso della giornata, relativamente poco. Quello che avviene nelle ore notturne è analogo. È molto comune nutrire i bambini con il biberon distanziando di alcune ore le poppate.


le qualità di un individuo non possono essere descritte nei termini di 'tutto o niente' e vanno piuttosto valutate in termini di grado; nel momento in cui affermiamo che l'aggressività fisica o quella verbale rappresentano un tratto caratteristico della personalità in una data società, noi stiamo formulando un giudizio relativo D se, effettuando ricerche sul campo, analizzeremo sistematicamente il verificarsi dei comportamenti aggressivi, saremo allora in grado di determinare la frequenza modale di questi in un lasso di tempo dato; in tal modo potremo poi comparare le frequenze modali di tale comportamento in società diverse; proprio come una cultura non è fissa o statica, così neppure le caratteristiche della personalità tipica lo sono




SOCIALIZZAZIONE: sviluppo, nei bambini, di modelli di comportamento (e di atteggiamenti e di valori) che sono conformi alle aspettative culturali (ricompensando alcuni comportamenti e ignorandone o punendone altri); anche la scuola gioca un ruolo importante nello sviluppo infantile (soprattutto nello sviluppo cognitivo); i genitori possono influire sullo sviluppo psicologico dei figli in base a ciò che provano nei loro confronti è molto difficile fare un confronto sul piano transculturale, poiché le culture variano moltissimo nelle modalità di espressione dei sentimenti

i bambini tendono ad essere ostili e aggressivi quando vengono trattati con indifferenza e con scarso affetto dai propri genitori

un rifiuto dei figli è più probabile laddove le madri non ricevono alcun aiuto nella cura dei figli

è possibile che il rifiuto dei genitori sia più probabile nelle società in cui vi è poco tempo libero (questo avviene più frequentemente nelle società complesse

è molto probabile che i bambini rifiutati, una volta cresciuti, rifiutino a loro volta i propri figli

i bambini che non vengono incaricati di occuparsi di altri bambini più piccoli sono meno capaci di sintonizzarsi sui bisogni degli altri

i bambini tendono ad essere più aggressivi quando frequentano i coetanei, mentre tendono a reprimere la propria aggressività quando sono circondati dagli adulti


effetti della scolarizzazione sull'abilità nel risolvere test cognitivi: nell'esecuzione di molti di questi test, alla scolarizzazione sono associate prestazioni 'superiori', e nell'ambito di una stessa società in genere gli individui scolarizzati danno risultati migliori alcune possibili spiegazioni:

vantaggi acquisiti dai bambini per il fatto stesso di essere a scuola; è possibile che culture non occidentali abbiamo risultati più bassi perché non hanno familiarità con i materiali dei test

acquisizione dell'abilità di leggere e scrivere

la scuola trasmette anche valori, atteggiamenti e modi (considerati culturalmente appropriati) di relazionarsi con gli altri


riguardo alla concezione del sé, una delle differenze su cui più si concorda è quella che sottolinea come nella società occidentale si ponga un'enfasi sull'autonomia dell'individuo, mentre nelle società non occidentali ciò che conterebbe sarebbero le relazioni che intercorrono tra gli individui 2 obiezioni:

lo studio di altre culture ha messo in luce l'esistenza di sfumature di significato che si collocano ben oltre l'opposizione individualismo VS collettivismo

sarebbe necessario, per appurare il contrasto, scoprire in che modo, in una data società, alcuni individui vedono se stessi effettivamente; la realtà, infatti, può essere molto diversa dagli ideali dichiarati


alcuni autori hanno ipotizzato che le differenze genetiche o fisiologiche tra le popolazioni predispongano a differenze di personalità; è legittimo pensare che nelle società in cui le donne incinte vivono con tranquillità la loro condizione i bambini apprendano la calma ancora prima di nascere tuttavia, non possiamo disconoscere la validità delle spiegazioni non genetiche del comportamento infantile; inoltre, non sappiamo se le differenze osservate nei neonati permangano sino a trasformarsi in differenze di personalità nell'età adulta

è stato stabilito che la malnutrizione è associata a livelli inferiori di attività, ad un grado minore di capacità di attenzione, alla mancanza di iniziativa e ad un basso livello di tolleranza delle frustrazioni; è probabile poi che chi si prende cura di bambini malnutriti interagisca poco con loro; poiché infatti i piccoli riducono la propria attività, i genitori o altri tenderanno a rispondere loro con scarsa frequenza e con poco entusiasmo


gli antropologi si occupano anche delle differenze e delle analogie rispetto al comportamento anormale; naturalmente si pone il problema della definizione del comportamento anormale; si è avanzata, inoltre, l'ipotesi della relatività del comportamento anormale: i comportamenti che in una società vengono considerati appropriati e normali possono essere ritenuti anormali altrove




finora abbiamo esaminato le possibili cause della variabilità delle caratteristiche psicologiche; gli antropologi, però, hanno indagato anche le possibili conseguenze di tale variabilità (es: è più probabile che le società che sviluppano negli individui livelli elevati di motivazione ad uno scopo conoscano una notevole crescita economica) i fattori psicologici possono anche aiutarci a comprendere la correlazione tra determinati aspetti della cultura: le istituzioni primarie (organizzazione familiare e tecniche di sussistenza) danno origine ad alcune caratteristiche della personalità > una volta che la personalità è formata, però, essa ha a sua volta un impatto sulla cultura: le istituzioni secondarie della società (arte e religione) vengono a costituirsi sulla base delle caratteristiche comuni della personalità (personalità di base); presumibilmente le istituzioni secondarie non hanno molto a che fare con i bisogni adattivi della società, e riflettono ed esprimono piuttosto i motivi, i conflitti e le ansie dei suoi membri

alcuni antropologi hanno riscontrato come le preferenze culturali per determinati tipi di giochi siano da correlare ad alcuni aspetti delle pratiche di allevamento infantile, in particolare ai conflitti da queste innescate

in alcune società, i riti di iniziazione avrebbero lo scopo di risolvere un conflitto legato al problema della costruzione dell'identità sessuale



RELIGIONE E MAGIA.


tutte le società posseggono sistemi di credenze ai quali è possibile applicare il termine RELIGIONE: qualunque complesso di atteggiamenti, credenze e pratiche che riguardano potenze soprannaturali (forze, dèi, spiriti, fantasmi o demoni); nella nostra società siamo soliti dividere i fenomeni in naturali e soprannaturali, ma alcune culture non operano una distinzione così netta; in queste culture ciò che noi consideriamo inerente solo alla sfera religiosa è invece intrinsecabilmente connesso ad altri aspetti della vita quotidiana; le culture di questo tipo sono poco specializzate o non lo sono affatto


vi sono prove dell'universalità della religione anche nei tempi storici; perché la religione è presente in tutte le società?? le religioni siano create dagli uomini per rispondere a determinati bisogni e condizioni che sono universali

BISOGNO DI COMPRENSIONE INTELLETTUALE: secondo alcuni autori la religione nacque da riflessioni riguardanti i sogni, gli stati di trance e la morte; si credeva che ogni cosa avesse una duplice esistenza: da una parte il corpo, fisico e visibile, e dall'altra l'anima, psichica e invisibile; secondo questi autori la credenza nelle anime fu la prima forma di religione (animismo) animatismo (credenza nell'esistenza di forze soprannaturali impersonali)

REGRESSIONE A SENTIMENTI INFANTILI: ipotesi che gli avvenimenti dell'infanzia possano avere un effetto importante e prolungato sulle credenze e sulle pratiche della vita adulta quando sentono di perdere il controllo o di trovarsi in situazioni di bisogno, gli adulti possono regredire ai loro sentimenti infantili; possono allora appellarsi agli dèi o alla magia per ottenere ciò che non sono in grado di raggiungere da soli, proprio come quando si rivolgevano ai genitori per avere una risposta ai propri bisogni

ANSIA E INCERTEZZA: la religione nasce dal bisogno universale di trovare un confronto negli inevitabili periodi di crisi; attraverso la credenza religiosa gli uomini affermano che la morte non è né reale né definitiva

BISOGNO DI COMUNITÀ: alcuni scienziati sociali ritengono che la religione nasca dalla società e dia risposta più a bisogni sociali che a bisogni psicologici (comuni a tutti gli uomini); la religione deriva dall'esperienza di vivere in gruppo: la credenza e la pratica religiose indicano il posto di una persona nella società, accrescono il sentimento di comunità, danno fiducia; il vero oggetto di culto religioso è la società


TIPOLOGIA DEGLI ESSERI E DELLE FORZE SOPRANNATURALI:

FORZE SOPRANNATURALI: alcune forze soprannaturali hanno carattere impersonale (animatismo); il mana ne costituisce un esempio: si tratta di una forza soprannaturale e impersonale che si ritiene dimori soltanto in alcuni oggetti e in alcune persone; anche nella nostra società ritroviamo qualcosa di simile (es: un giocatore di baseball può pensare che una determinata blusa abbia una forza o un potere soprannaturali e che, indossandola, segnerà più punti)

MANA E TABÙ: oggetti, persone o luoghi possono venir considerati tabù; si distingue il concetto di mana da quello di tabù, osservando come gli oggetti contenenti mana possano essere toccati, mentre la stessa cosa è proibita per quelli considerati tabù, in quanto il loro potere può provocare dei danni

ESSERI SOPRANNATURALI: rientrano in 2 ampie categorie: vi sono quelli di origine non umana (dèi e spiriti) e quelli di origine umana (fantasmi e spiriti degli antenati); gli dèi, i più importanti tra gli esseri di origine non umana, sono personalità dotate di nome proprio; spesso si tratta di essere antropomorfi (concepiti a immagine dell'uomo); inferiori agli dèi per prestigio, e spesso più vicini agli uomini, troviamo una moltitudine di spiriti anonimi; alcuni possono essere spiriti tutelari

FANTASMI E SPIRITI DEGLI ANTENATI: sono esseri soprannaturali che una volta erano uomini; non è difficile spiegare la credenza quasi universale nei fantasmi: quando, infatti, una persona cara muore è possibile che particolari momenti originino la sensazione che questa persona sia ancora, in qualche modo, presente; gli spiriti sono soprattutto quelli di parenti stretti e amici, e non estranei; è più probabile che la gente creda in spiriti degli antenati attivi laddove i gruppi di discendenza sono importanti unità decisionali


gli dèi o gli spiriti venerati in una data cultura tendono a possedere uno specifico carattere o una determinata personalità; il carattere degli esseri soprannaturali è connesso alla natura dell'educazione infantile; alcuni antropologi ipotizzano che la relazione tra il dio e l'uomo sia una proiezione di quella tra genitori e figli, nel qual caso le pratiche di allevamento dei figli potrebbero facilmente essere rivissute nel rapporto con il soprannaturale: nelle società che hanno pratiche di allevamento infantile punitive e violente è più probabile riscontrare una credenza in dèi aggressivi e ostili, e viceversa.


la variabilità delle strutture sociali delle società umane trova la sua controparte nel mondo soprannaturale è più probabile che le società con sistemi politici gerarchizzati credano in un dio supremo


un individuo tende a spiegare gli eventi ricorrendo all'intervento divino nel momento in cui deve affrontare ciò che non conosce, il dolore e le ingiustizie della vita; oltre ai casi di intervento divino spontaneo esistono numerosi esempi di richieste di intervento divino, sia per ottenere benefici per se stessi e per gli amici, sia per danneggiare altri; è probabile che gli dèi puniscano gli uomini a causa di una condotta immorale quando nelle società non vi siano profonde differenze economiche; probabilmente la convalida soprannaturale della condotta morale è particolarmente utile laddove le disuguaglianze mettono a dura prova la capacità del sistema politico di mantenere l'ordine sociale e di ridurre al minimo il disordine


in molte società sono presenti concezioni molto elaborate e ben precise a proposito di ciò che accade dopo la morte; i morti controllano la condotta dei vivi, sia attraverso ricompense, sia per mezzo di punizioni; molti cristiani credono che i morti siano divisi in 2 gruppi: i dannati, destinati alla dannazione eterna, e i salvati, che ricevono la ricompensa eterna; le descrizioni cambiano, ma l'inferno è spesso associato alla tortura del fuoco, mentre il paradiso è associato all'immagine di dimore celesti; in molte società si crede che i morti tornino sulla terra per nascere nuovamente


anche il modo in cui gli uomini interagiscono con il soprannaturale è soggetto a cambiamenti; le modalità di approccio al soprannaturale spaziano dalle suppliche (richieste, preghiere, ..) alla manipolazione; le società si caratterizzano anche in base al tipo di specialisti religiosi che possiedono


MEZZI PER INTERAGIRE CON IL SOPRANNATURALE:

PREGHIERA

ALCOOL E DROGHE: le azioni sul corpo e sulla mente comprendono l'assunzione di alcool e di droghe; l'isolamento sociale o le deprivazioni sensoriali; l'esecuzione di corse e di danze fino allo sfinimento; la privazione di cibo, di acqua, di sonno; l'ascolto di suoni ripetitivi come quelli delle percussioni; tali comportamenti possono indurre stati di trance o stati alterati di coscienza

TRANCE: il raggiungimento di questi stati di alterazione di coscienza fa parte della pratica religiosa di numerosissime società; in alcune società si crede che la trance implichi la presenza, all'interno di una persona, di uno spirito, o di una potenza, che sostituisce la personalità o l'anima dell'individuo, o le modifica (trance di possessione)

VUDU: utilizza la simulazione: vengono realizzate delle bambole che hanno le sembianze di un nemico, e le si maltratta nella speranza che il nemico provi un'analoga sofferenza o addirittura la morte; la simulazione viene impiegata spesso nel corso della divinazione (mezzo attraverso il quale si desidera ottenere dal soprannaturale un orientamento per l'azione); molte persone nella nostra società si fanno leggere il futuro in sfere di cristallo, in foglie di tè, nelle carte; altre a volte operano una scelta sulla base del lancio di monete o di un tiro di dadi

DIVINAZIONE: strategia di adattamento funzionale al conseguimento del successo nell'attività venatoria (di caccia); il rito fornisce semplicemente un mezzo per scegliere casualmente la destinazione per la caccia; solleva l'individuo dal dover prendere la decisione riguardo al luogo per la caccia, decisione che potrebbe provocare l'ostilità dei compagni in caso di insuccesso della spedizione

SACRIFICI: in molte religioni troviamo la tradizione del pasto sacro; in altre si fanno sacrifici agli dèi per influenzarne l'azione, per deviarne la collera oppure per attirare la loro benevolenza; caratteristica di tutti i sacrifici è l'offerta agli dèi di qualcosa di valore; probabilmente noi pensiamo che tra tutti i tipi di sacrificio quello umano sia il sacrificio estremo, eppure esso non è raro; le società che, dal punto di vista delle risorse energetiche, dipendono soprattutto dal lavoro umano possono ritenere che l'offerta di una vita umana sia quella più appropriata


MAGIA: credenza (e relative pratiche) degli uomini che le loro azioni possano costringere il soprannaturale ad agire in un determinato modo; prevede la manipolazione del soprannaturale a scopi benefici o malvagi; noi tendiamo ad associare la credenza nella magia a società più semplici della nostra, ma un numero consistente di persone negli Stati Uniti considerano la magia seriamente


fattucchieria e stregoneria sono tentativi di invocare gli spiriti affinché operino a danno di qualcuno: FATTUCCHIERIA include l'uso di materiali, di oggetti e di sostanze che servono ad invocare la malevolenza soprannaturale D STREGONERIA può essere definita come l'atto di commettere gli stessi danni, ma esclusivamente per mezzo del pensiero e dell'emozione (non è possibile trovare le prove dirette di una stregoneria e quindi è meno condannabile); si ricorre alla stregoneria per spiegare ciò che altrimenti risulterebbe inspiegabile


la mania per la stregoneria diffusasi in Europa tra il 500 ed il 600 e i processi per stregoneria tenuti a Salem, Massachusetts, 1692 rappresentano la paura degli altri spiegazioni:

disordine politico

un'epidemia vera e propria (la malattia della segale cornuta)


la stregoneria e la fattucchieria si sviluppano nelle società in cui mancano procedure o attività giudiziarie che provvedano ad occuparsi dei delitti e degli altri reati; in assenza di ufficiali giudiziari che, qualora presenti, possano impedire ed affrontare comportamenti antisociali, la fattucchieria può diventare un efficace meccanismo di controllo sociale



in quasi tutte le società vi sono specialisti magici o specialisti religiosi 4 tipi principali (il numero di tipi di specialisti varia in base al livello di complessità sociale):

SCIAMANI: in genere è un uomo che svolge la sua attività non a tempo pieno; all'interno della comunità ha uno status piuttosto elevato e si occupa spesso di guarigioni; possono anche portare notizie dagli spiriti; qualcuno può ricevere la 'chiamata' a rivestire il ruolo di sciamano al termine di una malattia, attraverso una visione, o in un sogno; l'addestramento può durare parecchi anni sotto la guida di un maestro sciamano

FATTUCCHIERI E STREGONI: differentemente dagli sciamani, i fattucchieri e gli stregoni di entrambi i sessi tendono ad avere, nelle loro società, uno status economico e sociale molto basso; fattucchieri e stregoni presunti sono abitualmente temuti, perché si pensa che sappiamo come invocare il soprannaturale per provocare malattie, danni, morte

MEDIUM: di solito sono donne; a queste specialiste, che dedicano solo una parte del loro tempo all'attività, viene chiesto di guarire e di divinare mentre sono in trance di possessione

SACERDOTI: sono in genere uomini che si occupano a tempo pieno della propria attività, che consiste nell'officiare in occasione di cerimonie pubbliche; di solito hanno uno status molto elevato; di solito si acquisisce il proprio incarico per eredità o per nomina politica; l'apprendistato può essere lungo e impegnativo; di norma non riceve compensi; è la dipendenza da riti mandati a memoria che da un lato caratterizza e dall'altro protegge il sacerdote


molti antropologi ritengono che le religioni siano generalmente adattive, poiché riducono le ansie e le incertezze a cui tutti gli uomini vanno soggetti; non sappiamo se la religione è davvero l'unico mezzo per ridurre l'ansia e l'incertezza


si è ipotizzato che la credenza induista nella vacca sacra possa avere effetti positivi che non vengono invece conseguiti con altri metodi:

una coppia di buoi e un aratro sono elementi essenziali per le numerose piccole fattorie dell'India

lo sterco di mucca è essenziale come combustile per cucinare e come fertilizzante

sebbene gli induisti non mangino carne di manzo, i capi che muoiono di morte naturale oppure che vengono macellati da non induisti divengono cibo per le caste inferiori

le pelli e le corna degli animali che muoiono vengono utilizzate nelle enormi fabbriche indiane in cui si lavora la pelle


gli antropologi si sono interessati soprattutto alla fondazione di nuove religioni o di nuove sette, fenomeni spesso legati alla distruzione di intere culture a seguito di un contatto con società dominanti si pensa che questi siano tutti esempi di movimenti rivitalizzatori, vale a dire di sforzi per salvare una cultura infondendole nuovi scopi e nuova vita; molti studiosi ritengono che all'origine di questi nuovi movimenti religiosi vi sia una crisi culturale; altri ritengono invece che sia la risposta ad un'oppressione (es: un'oppressione coloniale): la forma religiosa, e non invece politica, che assume la reazione sarebbe da collegare alla possibilità, per la religione, di riunire popolazioni che in precedenza non avevano alcuna unità politica, e che vivevano in gruppi sociali piccoli e isolati



LE ARTI.


la maggior parte delle società non ha un termine per definire ciò che noi chiamiamo 'arte', forse perché, soprattutto nelle società con un basso grado di specializzazione, essa è parte integrante della vita sociale, politica e religiosa

alcune definizioni dell'arte ne sottolineano il carattere evocativo (un prodotto artistico ha il fine di provocare emozioni; tuttavia, ciò che per una cultura può essere evocativo per un'altra può non esserlo affatto)

altre ritengono che l'arte sia qualcosa di più del mero tentativo individuale di esprimere e di comunicare idee ed emozioni; occorre prendere in considerazione i modelli e i significati culturali


le attività artistiche sono sempre, in parte, culturali, in quanto presumono l'esistenza di credenze, emozioni e modelli di comportamento appresi e condivisi:

di solito noi non consideriamo artistico ciò che è utile, ma altre società non operano questa distinzione tra oggetti d'uso e oggetti d'arte

nella nostra società, inoltre, un oggetto, per essere considerato artistico, dev'essere unico (anche se è necessario che resti comunque entro una gamma di variabilità accettabile); in altre società, invece, è apprezzato di più chi è in grado di riprodurre fedelmente un modello tradizionale


tutte le società intervengono sul corpo a fini estetici; gli interventi possono essere permanenti (cicatrici, tatuaggi, deformazione di parti del corpo) o temporanei (uso di colori o di piume, gioielli, ..)

ciò può servire a definire la posizione sociale, il rango, il sesso, l'occupazione, l'identità etnica o religiosa

gli ornamenti sul corpo hanno anche un significato erotico

in molte società il corpo viene alterato o segnato in modo permanente spesso per indicare un passaggio di status (es: nel corso di una cerimonia di iniziazione)


è facile individuare stili diversi quando si osservano espressioni artistiche appartenenti ad una cultura diversa dalla propria; molto più arduo è riuscirvi quando si analizza la propria cultura; l'arte, così come la religione, esprime le emozioni, le ansie e le esperienze tipiche degli individui di una determinata cultura; tali emozioni e ansie, a loro volta, sarebbero influenzate dalle istituzioni di base quali l'allevamento dei bambini, l'organizzazione sociale ed economica e la politica (es: presso le popolazioni nomadi ciò che caratterizza le espressioni artistiche è la loro trasportabilità); gli artisti di professione (e i critici d'arte) si trovano tendenzialmente nelle società caratterizzate da una complessa divisione del lavoro


il modo forse più ovvio in cui gli artisti risentono dei limiti imposti da un contesto specifico è quello legato alla disponibilità dei materiali; anche lo stile di lavorazione varia enormemente da una cultura ad un'altra; si è ipotizzato che alcuni elementi dell'arte pittorica siano associati alla presenza di una gerarchia sociale:

nell'arte delle società egualitarie vi è di solito la ripetizione di un singolo elemento; viceversa, la combinazione in modelli complessi di elementi grafici differenti sarà riscontrabile nell'arte delle società stratificate

nei disegni delle società egualitarie lo spazio vuoto rappresenterebbe il relativo isolamento della società; l'arte delle società stratificate, al contrario, sarebbe 'piena'

la simmetria può suggerire legami sociali egualitari, mentre l'asimmetria è riconducibile a forti differenze e alla stratificazione sociale

la presenza o l'assenza di linee che circoscrivono (es: le cornici nella nostra cultura), può indicare la presenza o l'assenza di regole impositive che guidano il comportamento individuale; un disegno non circoscritto può riflettere l'accesso libero alle proprietà (nelle società egualitarie, infatti, la proprietà individuale non esiste); viceversa nelle società stratificate, dove le linee di delimitazione possono rappresentare più in generale tutte le differenze concrete che distinguono le diverse classi sociali


non solo gli strumenti, ma anche la musica varia enormemente da una società all'altra; in alcune società, per esempio, si preferisce ascoltare musica dai ritmi regolari, in altre, al contrario, si privilegiano i cambiamenti di ritmo; esistono poi differenze negli stili canori; si è riscontrato che lo stile canoro muti in base alla complessità sociale; gli studi in campo musicale giungono a conclusioni simili a quelle nell'ambito delle arti visive; la complessità sociale si riflette nelle complessità dei canti; è stata individuata una relazione tra la polifonia (le canzoni presentano contemporaneamente più di una melodia) e una spiccata partecipazione femminile al procacciamento del cibo; correlazione molto stretta tra i metodi di allevamento dei bambini e il tipo di musica prodotto da una società (nelle società in cui il bambino viene portato con sé, egli percepisce il movimento ritmico del camminare; queste società, nei loro canti, tendono a presentare ritmi regolari; le società in cui il bambino è posto in una culla, invece, tendono ad avere musiche basate su ritmi irregolari o liberi); una grande estensione di toni vocali è dovuta ad un'intensa stimolazione del bambino prima dello svezzamento; le restrizioni sessuali sarebbero associate a restrizioni della voce, soprattutto a toni nasali


FOLKLORE: comprende tutti i miti, le leggende, i racconti, le ballate, gli indovinelli, i proverbi e le credenze di un gruppo culturale; generalmente la trasmissione avviene per via orale; il folklore è universale; non sempre è possibile distinguere il folklore da altre forme artistiche, soprattutto dalla musica e dalla danza; anche i giochi vengono inclusi a volte nella categoria del folklore; sebbene alcuni autori enfatizzino del folklore gli elementi della tradizione, e quindi il carattere di continuità tra passato e presente, recentemente altri studiosi ne hanno sottolineato gli aspetti innovativi (è un qualche cosa che viene continuamente creato da qualsiasi gruppo sociale che condivida delle esperienze); nei miti e nei racconti di tutto il mondo ricorrono 5 temi: la catastrofe (generalmente il diluvio), l'uccisione di mostri, l'incesto, la rivalità tra fratelli (generalmente tra maschi), la castrazione (a volte reale ma più spesso simbolica); si è ipotizzato che i miti degli eroi seguiano un modello simile in tutto il mondo: il protagonista viene abbandonato alla nascita, poi viene salvato da esseri umani o da animali, quindi cresce e diventa un eroe; i miti degli eroi sono simili alle iniziazioni; non sempre, nei racconti, le conseguenze sono positive (es: la leggenda greca di Icaro).


si sono formulate alcune critiche riguardo all'immagine che propongono i musei occidentali (e i nostri critici dell'arte) della produzione artistica di altre culture

sembra che in presenza di un tipo di arte che ci è poco familiare abbiamo bisogno di molte parole

proprio come tende ad essere anonima, quest'arte tende ad essere trattata come se fosse senza tempo

spesso l'arte delle società meno complesse viene vista come 'arte per i turisti', viene valutata negativamente, forse perché viene associata al denaro; eppure anche i più famosi artisti occidentali vengono pagati per le loro produzioni


atteggiamento derivante da un pregiudizio etnocentrico


sebbene un artista sia sempre riconoscibile nell'ambito della comunità d'appartenenza, è d'altronde vero che alcune società sembrano, rispetto agli stili, più 'comunitarie' di altre


senza dubbio il contatto con l'Occidente ha modificato alcuni aspetti dell'arte di altre culture, ma molti cambiamenti si erano verificati anche in periodi precedenti; dopo il contatto con gli Europei

i nativi iniziarono a disegnare su altri materiali

molte forme artistiche tradizionali scomparvero

una volta confinati nelle riserve, dovettero mutare profondamente il loro stile di vita, e la produzione artistico-artigianale divenne anche una fonte di guadagno

molti artisti adottarono le tecniche e i disegni tradizionali, modificandoli leggermente per adattarsi alle aspettative degli europei

i commercianti spesso incentivarono la produzione di oggetti nuovi


ben prima dell'arrivo degli europei, furono i contatti tra i gruppi nativi a produrre dei cambiamenti:

si iniziò a servirsi di nuovi materiali per fini artistici, in quanto questi erano entrati a far parte del circuito commerciale

a volte venivano adottate le cerimonie di un altro gruppo



CAMBIAMENTO CULTURALE E ANTROPOLOGIA APPLICATA.


3 sono i quesiti generali che è possibile porsi in merito al cambiamento culturale:

qual'è l'origine di un nuovo tratto della cultura?? può nascere in seno alla società o provenire dall'esterno

quali sono i motivi che inducono le persone ad adottarlo?? vi sono 2 possibilità: gli individui accolgono il nuovo tratto volontariamente (anche se non coscientemente) oppure vengono forzati ad accettarlo

un nuovo tratto è sempre adattivo?? gli effetti di un cambiamento culturale possono essere positivi o negativi


possiamo parlare di scoperte o di invenzioni (vale a dire di INNOVAZIONI) sia quando siamo in presenza di nuovi oggetti (la ruota, l'aratro, il computer) sia quando siamo in presenza di nuove idee e di nuovi comportamenti (il cristianesimo, la democrazia, la monogamia): SCOPERTA è un portato nuovo rispetto alle conoscenze già date D INVENZIONE è l'applicazione di conoscenze già possedute


in alcuni casi l'invenzione nasce dalla necessità di raggiungere uno scopo preciso (es: la cura della tubercolosi, il viaggio dell'uomo sulla luna); altri tipi di invenzioni, invece, sono meno intenzionali (convergenza accidentale o invenzione inconsapevole)


le innovazioni sono condizionate in larga misura dalle capacità individuali (quali l'intelligenza e la creatività) che variano da un soggetto all'altro e possono essere influenzate dalle condizioni sociali esistono diversi livelli di creatività a seconda del gruppo socioeconomico di appartenenza: gli appartenenti alle classi più ricche e più povere sono disposti a correre rischi maggiori rispetto a coloro che si trovano in una posizione intermedia (le classi più ricche possono affrontare il rischio e godere del prestigio derivante dall'eventuale successo delle loro innovazioni; i poveri possono correre il rischio perché comunque non hanno nulla da perdere)


coloro che per primi adottano le innovazioni sono generalmente individui colti, di status elevato, che hanno una mobilità sociale verso l'alto e che, nel caso abbiano delle proprietà, gestiscono affari o imprese agricole; coloro che, in quanto economicamente più disagiati, necessiterebbero maggiormente delle innovazioni tecnologiche sono in realtà gli ultimi ad usufruirne (nei periodi di rapido mutamento tecnologico, quindi, è probabile che la distanza tra i poveri e i ricchi aumenti); le classi medio-alte tendono ad essere più conservatrici di quelle medio-basse (quando i rischi che potrebbero conseguire da un'innovazione non sono noti, gli individui appartenenti alle classi inferiori sono comunque più disposti ad adottarla, in quanto hanno poco da perdere)


DIFFUSIONE: processo per cui determinati elementi culturali vengono presi a prestito da una società per essere incorporati nella cultura del gruppo che li acquisisce; tale processo permette al gruppo di saltare alcune delle tappe e di evitare gli inevitabili errori che lo sviluppo di un'innovazione comporterebbe; 3 modelli:

alcuni elementi culturali di una società possono essere acquisiti da società vicine e diffondersi poi gradualmente: si parla di contatto diretto

la diffusione per contatto mediato avviene grazie all'azione di terzi (commercianti, soldati, missionari)

siamo in presenza di una diffusione per stimolo quando la conoscenza di un tratto culturale appartenente ad un'altra cultura stimola l'invenzione, o lo sviluppo, di un suo equivalente locale (si prendono a prestito alcuni tratti, altri si modificano, e altri ancora si inventano)


le società rifiutano sia i tratti culturali altrui che considerano ripugnanti, sia le concezioni e le produzioni materiali che non soddisfano i bisogni psicologici, sociali e culturali che sono loro specifici; gli individui non assorbono tutto ciò che viene loro proposto dall'esterno (se si comportassero in questo modo, infatti, la variabilità culturale esistente nel mondo sarebbe minima); inoltre, non tutti i tratti culturali sono comunicabili con la stessa facilità (quando ci spostiamo al di fuori dell'ambito della cultura materiale); spesso la scelta di un tratto culturale dipende più dal suo aspetto esteriore che non dalla funzione o dal significato che possedeva nella cultura d'origine


ACCULTURAZIONE: situazione in cui una delle società coinvolte è più potente dell'altra; DIFFUSIONE: soli casi in cui l'adozione dei tratti culturali altrui è volontaria D ACCULTURAZIONE: per i casi in cui l'adozione avviene a causa di pressioni esterne ASSIMILAZIONE: nei casi in cui la cultura dominante viene assorbita pressoché nella sua interezza


il tipo di pressione più diretta (la conquista o la colonizzazione) si verifica quando il gruppo dominante minaccia di esercitare o esercita la propria forza per indurre nell'altro gruppo un cambiamento culturale

vi sono anche strategie indirette: di fatto si allontanano numerosi gruppi dalle proprie terre, obbligandoli, se vogliono sopravvivere, a rinunciare a molte delle loro tradizioni (l'indebolimento dei legami con la tradizione viene acuito quando i bambini nativi vengono obbligati a frequentare le scuole in cui vengono trasmessi i valori della società dominante)


una società subordinata può decidere di adottare determinati tratti culturali per riuscire a sopravvivere in una realtà che sta mutando OPPURE può accadere che i membri della società dominata si identifichino nella cultura dominante sperando di riuscire a raggiungere le stesse sicure condizioni di vita di cui sembrano godere gli esponenti di questa cultura


anche le politiche di aiuto delle nazioni potenti nei confronti dei paesi 'in via di sviluppo', nel bene e nel male costituiscono pur sempre forme di pressione esercitate dall'esterno: è vero che forse è la persuasione ad essere usata invece della forza; ciononostante i programmi di sviluppo sono pure sempre concepiti allo scopo di orientare l'acculturazione nella direzione della cultura delle società dominanti; questi cambiamenti sono quindi in contraddizione con i modelli culturali tradizionali e possono alterare lo stile di vita classico


i gruppi di immigrati presentano notevoli differenze riguardo al grado e alla velocità con cui adottano la nuova cultura e i ruoli sociali della società in cui vivono il vivere in comunità molto unite e il mantenimento dei propri riti religiosi sono 2 fattori che prevedono una conservazione della lingua madre per un periodo di tempo più lungo


RIVOLUZIONE: è il cambiamento culturale che si verifica nel modo più drastico e più rapido; sostituzione, perlopiù violenta, della classe dirigente di una paese; in alcuni casi, anziché apportare reali cambiamenti, il nuovo governo non fa che sostituire un regime repressivo ad un altro; tuttavia, in molti casi la ribellione diviene l'unica alternativa possibile


diciamo che una cultura è cambiata quando osserviamo che un numero considerevole di individui ha mutato i propri comportamenti e le proprie credenze; quando l'ambiente è relativamente stabile è presumibilmente più adattivo attenersi ai modelli comportamentali tradizionali, trasmessi dai genitori, piuttosto che modificarli; nel momento in cui una situazione muta, com'è possibile sapere se adottare nuovi comportamenti può essere vantaggioso??

sperimentare vari comportamenti nuovi

operare delle scelte sulla base delle sperimentazioni effettuate da altri

altre volte l'adozione di un tratto nuovo può dipendere esclusivamente dal conformismo (un soggetto si atterrà alle scelte fatte dalla maggioranza)


come viene operata la scelta?? in parte essa può essere effettuata sulla base dei rischi o dei costi connessi all'adozione dell'invenzione; è probabile che solo chi può permettersi di rischiare decida di tentare; gli altri si regoleranno sulla base dei risultati conseguiti da chi ha operato il tentativo


occorre ricordare però che non sempre l'adozione di nuovi tratti porta dei benefici a breve o a lungo termine:

possono esservi degli errori di valutazione, soprattutto nel caso in cui un'innovazione paia soddisfare un bisogno fisico; perché, per esempio, vi è un così largo consumo di droghe e di sigarette benché se ne conoscano gli effetti deleteri per la salute??

anche se le valutazioni sui benefici immediati possono essere corrette, è possibile sbagliarsi relativamente alle conseguenze a lungo termine

a volte il cambiamento è indotto da chi è più forte e i benefici possono essere scarsi o addirittura nulli


in ogni caso, un nuovo comportamento non verrà acquisito culturalmente (o non rimarrà a lungo) nel caso abbia effetti dannosi al punto di vista riproduttivo; abbiamo, comunque, la presenza di numerosi esempi di cambiamento culturale che sembrano ben poco adattivi (es: il consumo di bevande alcoliche che può indurre all'alcolismo fino a provocare la morte)


COMMERCIALIZZAZIONE: uno dei maggiori cambiamenti prodotti dall'espansione delle società occidentali è stato la diffusione degli scambi commerciali, dai quali ormai tutti i paesi del mondo dipendono sempre più; al cambiamento dell'economia si accompagnano inevitabilmente altri cambiamenti sul piano sociale, politico, e persino psicologico; si può ipotizzare che nelle società non commerciali gli individui abbiano cominciato a comprare e a vendere oggetti per poter sopravvivere, e non perché i beni che si potevano ottenere solo attraverso lo scambio commerciale li attrassero particolarmente; la commercializzazione può diffondersi attraverso l'emigrazione di alcuni membri di una comunità in luoghi in cui si trova lavoro salariato; coloro che sceglievano di migrare erano spinti dal desiderio di accedere ad uno standard di vita che precedentemente era considerato appannaggio degli europei


CAMBIAMENTO RELIGIOSO: i fautori del cambiamento sono stati spesso i missionari; gli esiti dell'intervento missionario non sono stati ovunque gli stessi; in molte parti del mondo l'attività dei missionari è stata l'elemento propulsivo di molti cambiamenti culturali; in alcune società tale contatto ha portato alla disgregazione delle struttura sociale, alla perdita dei valori spirituali e ha indotto sentimenti di impotenza perché molte società abbracciarono il cristianesimo??

i missionari offrirono alla popolazione nuovi strumenti e nuovi beni di consumo; in seguito risultò evidente come la scolarizzazione facilitasse l'inserimento nel mondo esterno

la diffusione della nuova religione venne facilitata dal fatto che, quando si riuscivano a convertire al cristianesimo i capi (che erano sia leader religiosi sia leader politici), il resto della popolazione ne seguiva l'esempio; l'abilità dei capi nell'influenzare i loro parenti, tuttavia, poteva avere un risvolto negativo; nel momento in cui i capi si rifiutavano di abbracciare la nuova religione, tale abilità rappresentava ovviamente per i missionari un grosso problema

purtroppo non tutte le popolazione native sono state convertite al cristianesimo in modo altrettanto indolore


MUTAMENTI SOCIALI E POLITICI: probabilmente il tipo di mutamento più sensazionale avvenuto negli ultimi anni è stato la diffusione di forme di governo a carattere partecipativo (democrazie); spesso questo fenomeno viene collegato alla globalizzazione delle comunicazioni; il fenomeno della diffusione della democrazia rimane, comunque, ancora difficile da comprendere; un altro tipo molto frequente di cambiamento culturale presente nel mondo moderno è la crescita della stratificazione sociale; in seguito a mutamenti economici alcuni gruppi acquisiscono più privilegi e più potere di altri; è stata avanzata l'ipotesi che l'introduzione di nuove tecnologie comporti un incremento del grado di stratificazione sociale


GLOBALIZZAZIONE: massiccio flusso di beni, persone, informazione e capitali tra ampie zone della superficie terrestre; ha avuto come risultato la diffusione su scala mondiale di tratti culturali, particolarmente nel dominio dell'economia e del commercio internazionale; le persone stanno progressivamente condividendo comportamenti e credenze con individui appartenenti ad altre culture, e le culture sono sempre meno entità che hanno confini; la globalizzazione non è un fenomeno nuovo; tuttavia, avviene al giorno d'oggi su scala molto più ampia; effetti negativi del colonialismo, dell'imperialismo e della globalizzazione:

in molti luoghi, popolazioni indigene hanno perso la loro terra e sono state obbligate a lavorare per salari inadeguati in miniere, piantagioni, e industrie di proprietà del capitale straniero

la malnutrizione, se non la fame, sono fenomeni frequenti

ci sono anche risvolti positivi??

un miglioramento sotto molti punti di vista, compreso quello, nella maggior parte dei paesi, che riguarda l'aspettativa alla nascita e l'alfabetizzazione

gran parte di tali miglioramento è senza dubbio dovuto alla diffusione di farmaci prodotti nelle avanzate economie occidentali

vi sono in genere meno guerre, visto che le potenze coloniali hanno imposto la pacificazione all'interno delle colonie, che in seguito sono diventate stati indipendenti

il fattore più importante, forse, è stato la crescita della classe media in tutto il mondo, la cui esistenza dipende dalla globalizzazione del commercio

in molti paesi essa è diventata abbastanza forte e numerosa da poter esercitare pressioni sui governi per ottenere riforme democratiche e la riduzione delle ingiustizie

il commercio su scala mondiale è il moto principale dello sviluppo economico

vi è anche un 'commercio' mondiale di persone; oggi infatti molti paesi 'esportano' persone; molte famiglie che vivono in società non occidentali dipendono da qualcuno che lavora all'estero e invia a casa dei soldi; senza queste rimesse, molti si troverebbero ad affrontare la fame; il governo incoraggia la gente a trasferirsi all'estero per lavorare

un maggiore reddito pro capite non significa necessariamente che il tenore di vita è generalmente migliorato; in un paese la disuguaglianza può aumentare con il miglioramento della tecnologia, poiché i ricchi spesso ne traggono i maggiori benefici; inoltre, la ricchezza economica è sempre più concentrata in un numero relativamente piccolo di stati; è ovvio, dunque, che non tutti sono più ricchi, anche se in media moltissimo paesi stanno ottenendo risultati migliori; la povertà è più diffusa perché è aumentata la disuguaglianza tra stati; che sia un bene oppure un male, il mondo è interconnesso e tale resterà; la questione, ora, è se i miglioramenti economici per quanto riguarda gli stati si tradurranno in miglioramenti economici per la maggior parte degli individui


ANTROPOLOGIA APPLICATA: nasce negli Stati Uniti a seguito delle esperienze personali di quegli antropologi che erano venuti a contatto con popolazioni che vivevano in condizioni svantaggiate; attualmente gli antropologi si interessano anche dei problemi delle società a cui appartengono; operano al di fuori dell'ambito accademico, e lavorano per il governo, per agenzie internazionali o per enti di vario tipo; spesso il loro compito consiste nell'elaborare progetti per il miglioramento delle condizioni di vita di popolazioni che vivono in una determinata zona; il più delle volte si tratta di tentare di modificare alcuni comportamenti o di intervenire sull'ambiente; gli anni 40 furono particolarmente proficui per la sua diffusione; nel corso della seconda guerra mondiale il governo statunitense assunse un grandissimo numero di antropologi affinché questi apportassero il loro contributo professionale allo sforzo bellico > nel periodo post-bellico, tuttavia, aumentando l'importanza dell'educazione superiore, le università offrirono maggiori opportunità di occupazione e gli antropologi smisero di lavorare per il governo; contemporaneamente l'antropologia applicata divenne un'area di secondario interesse e ci si occupò soprattutto della teoria e della ricerca > la situazione mutò ulteriormente a partire dagli anni 70, allorché si ridussero le opportunità di lavorare nei college e nelle università; oggi esistono diverse specializzazioni: una delle più richieste (dal governo o da enti privati) è quella che si occupa di analizzare 'l'impatto sociale' dei progetti


la ricerca sul campo comporta sempre delle considerazioni di tipo etico; in ambito antropologico sono stati elaborati alcuni principi che affrontano il problema della responsabilità; la responsabilità primaria è quella che egli ha nei confronti degli individui che sono oggetto del suo studio (è indispensabile un impegno volto a garantire il rispetto della loro dignità e del loro benessere); esiste, inoltre, una responsabilità nei confronti dei lettori; negli anni 40 venne istituito un comitato che stilasse un CODICE ETICO destinato a coloro che lavoravano come antropologi applicati: in base a questo codice la comunità a cui è destinato il progetto dovrebbe essere coinvolta il più possibile nella sua formulazione, cosicché le possibili conseguenze non le siano ignote; vi è inoltre il divieto di intraprendere qualsiasi azione che possa arrecare danno alla comunità


non sempre è facile stabilire quali effetti possa avere un mutamento indotto; talvolta, come nel caso dell'introduzione di cure sanitarie, i vantaggi sembrerebbero indiscutibili; ma questo solo ad uno sguardo superficiale; è indispensabile analizzare attentamente gli effetti che l'introduzione di un'innovazione può produrre non solo a breve, ma anche a lungo termine; un antropologo oggi ha di fronte 2 alternative: può rimanere in disparte, oppure può tentare di influenzare i progetti per riuscire ad apportare i maggiori benefici possibili alle popolazione a cui essi sono rivolti



L'ANTROPOLOGIA MEDICA.


la malattia e la morte sono eventi significativi ovunque e per chiunque; gli antropologi, in particolare quelli medici, stanno progressivamente prendendo coscienza del fatto che vi è bisogno di considerare i fattori sociali e biologici se si vogliono alleviare all'uomo le sue sofferenze (es: malnutrizione)


il PARADIGMA BIOMEDICO (il sistema al cui interno i medici sono formati) dev'essere compreso in quanto elemento della cultura scoprire le credenze sulla salute, la conoscenza e le pratiche di un gruppo (la sua etnomedicina) è uno degli obiettivi che si prefigge l'antropologia medica


in molte culture è presente la concezione secondo la quale il corpo dovrebbe essere mantenuto in una situazione di equilibrio (tra caldo e freddo, o tra umido e asciutto; tra i 4 'umori'; tra le forze contrastanti di yin e yang); alcune persone possono tollerare squilibri maggiori rispetto ad altre


in Europa, nel 900, il concetto dei 4 umori è stato rimpiazzato dalla teoria dei germi (Louis Pasteur)


molte società credono che la maggior parte delle malattie abbiano cause naturali o fisiologiche, ma

è molto comune la credenza che alcune possano essere causate da esseri soprannaturali; la magia e la stregoneria sono fenomeni comuni in ogni società; uno dei loro usi più frequenti è quello di causare le malattie

si può ritenere anche che la malattia sia causata dalla perdita della propria anima, dal destino, che sia la punizione per la violazione di un tabù, o che sia causata dal contatto con una sostanza o un oggetto contaminante o tabù

in altre società si crede che le malattie gravi e la morte siano soprattutto opera degli spiriti a Chuuk, al giorno d'oggi, si sceglie spesso una tra 2 opzioni terapeutiche possibili: la medicina occidentale in ospedale o la medicina chuuk; si suppone che la formula medica chuuk curi le malattie velocemente e in modo sensazionale; se una cura fallisce, gli abitanti di Chuuk credono di dover riconsiderare la diagnosi, a volte con l'aiuto di un divinatore; usando entrambi i metodi, alcune persone si ristabiliscono e altre no; l'ultima parola, quindi, è una questione di fede

alcune società pensano che la malattia sia dovuta alla punizione per aver fatto dei torti ad un'altra persona, un animale o uno spirito (solo dopo la confessione la medicina può essere d'aiuto)

la causa può non consistere solo nell'aver compiuto azioni non appropriate, bensì anche nell'ansietà e nei cattivi pensieri


in moltissime società, la gente crede semplicemente che le sue idee riguardo alla salute e alla malattia corrispondano alla verità; i popoli con un altro sistema medico hanno dovuto riconoscere che le loro concezioni a proposito della salute e della malattia possono essere ritenute carenti dai medici occidentali; spesso è dunque necessario decidere quale corrente (occidentale o non occidentale) seguire quando si ha a che fare con la malattia; il cambiamento, comunque, non è completamente a senso unico; si usa il termine BIOMEDICINA per riferirsi al paradigma medico oggi dominante nelle culture occidentali, dove il prefisso bio- enfatizza l'aspetto biologico di questo sistema medico; la biomedicina si concentra su mali specifici e li cura; l'aspetto centrale non è la salute, che viene considerata come assenza di malattia; si ritiene che le malattie siano fenomeni completamente naturali, e si nutre relativamente poco interesse per la persona e i più ampi sistemi sociali e culturali; generalmente i medici tendono a specializzarsi; la morte è considerata un fallimento, e i medici in ambito biomedico fanno di tutto per prolungare la vita dei pazienti, senza riguardo per le condizioni in cui questi ultimi si troverebbero a vivere


gli antropologi che studiano le malattie possono essere approssimativamente divisi in 2 categorie:

i più relativisti, che ritengono che la cultura influenzi a tal punto i sintomi della malattia, la sua incidenza e il modo di curarla che ci sono pochi (se non nessuno) universali culturali riguardo a qualunque tipo di malattia

i più universalisti, che vedono delle somiglianze interculturali nella concezione e nella cura delle malattie, nonostante le qualità peculiari di ogni cultura, in particolar modo per quanto riguarda i sistemi di credenze


molti antropologi non ricadono in modo esclusivo in una o nell'altra categoria; il sistema biomedico è diventato progressivamente consapevole del valore dello studio dei rimedi medici 'tradizionali' scoperti o inventati dai popoli di tutto il mondo


nel sistema biomedico tanto i medici che i pazienti restano perplessi di fronte all'apparente efficacia di altri medici che basano le cure sul simbolismo e sul rituale; la difficoltà che riscontriamo nella comprensione della cura in tali pratiche deriva probabilmente dall'assunto biomedico secondo il quale la mente è fondamentalmente diversa dal corpo; eppure, vi sono sempre più prove del fatto che la forma della terapia può essere altrettanto importante del suo contenuto; i MEDICI che si occupano di qualcosa di più del corpo sono talvolta definiti PERSONALISTI: in una concezione personalistica, si può ritenere che la malattia sia dovuta a qualcosa che non funziona nella vita sociale del paziente

nelle società in cui vige la specializzazione del lavoro, i sacerdoti possono essere chiamati in causa per far pervenire alle potenze superiori messaggi o richieste di cura

le società in cui sono presenti credenze riguardo alla magia e alla stregoneria come cause della malattia hanno in genere degli specialisti che sono ritenuti in grado di utilizzare la magia al contrario (vale a dire di riparare al male provocato da maghi e streghe)

a volte anche a maghi e a streghe si può chiedere di guarire un uomo malato a causa dell'opera di altre persone; il loro aiuto, tuttavia, può non essere cercato perché molto spesso sono temuti e hanno uno status relativamente basso

gli sciamani sono forse le figure mediche più importanti in quelle società dove manca una specializzazione a tempo pieno (anche se alcuni sospetti sono confermati, queste cure sono spesso successo)


4 categorie utilizzate dai guaritori di tutto il mondo:

ASSEGNARE UN NOME: se la malattia ha un nome, allora è curabile: il paziente si rende conto che il medico capisce il suo caso.

LA PERSONALITÀ DEL MEDICO: coloro che dimostrano empatia, calore umano scevro da ossessività, interesse sincero per il paziente ottengono risultati positivi

LE ASPETTATIVE DEL PAZIENTE: la necessità di intraprendere un viaggio per raggiungere il medico accresce le speranze di guarigione del paziente: più il viaggio è lungo, più facile sarà la guarigione; anche un ambiente solenne e degli accessori di grande suggestione accrescono le speranze del paziente; l'addestramento del guaritore è importante; anche i pagamenti sostanziosi aiutano ad aumentare le speranze del paziente

LE TECNICHE DI CURA: droghe, trattamenti shock, tecniche condizionanti, .. vengono utilizzati presso molte società


nella cura delle malattie, i fattori psicologici sono a volte molto importanti EFFETTO PLACEBO: i pazienti convinti dell'utilità della cura spesso guariscono rapidamente anche se è stata loro somministrata solo una pillola di zucchero o se il farmaco non è specificamente indicato per la loro condizione di salute


gli sciamani possono coesistere con i medici veri e propri (spesso gli sciamani indirizzano i casi che non sono in grado di guarire ai medici; il contrario però non avviene mai)


la più importante figura professionale a tempo pieno in ambito medico nel sistema della biomedicina è il medico; la relazione medico-paziente è centrale; dal punto di vista ideale, egli è considerato una persona che possiede l'abilità, entro certi limiti, di curare le malattie, offrire al paziente la garanzia di trattarlo nel rispetto della privacy e del segreto professionale; i medici hanno la tendenza a cercare di fare qualcosa anche in condizioni di incertezza; danno poco valore alla discussione con il paziente; nonostante l'importanza dei medici nell'ambito della biomedicina, non sempre i pazienti cercano le cure dei medici (è sorprendente che gli individui che con maggiore probabilità ricorrono alle cure alternative siano quelli con il maggior livello di istruzione)


le persone che in una società detengono in misura maggiore il potere sociale, economico e politico sono in genere più sane; i poveri di solito sono maggiormente esposti alle malattie; anche le differenze etniche sono predittive del diverso livello di salute


AIDS: la recente e improvvisa crescita della malattia ci ricorda che nuove malattie, o nuove varianti di vecchie malattie, possono fare la loro comparsa in ogni momento; il virus (HIV) che causa l'Aids è emerso solo recentemente; il prezzo, in termini di vite umane, è enorme e crescente; questa è un'epidemia che genera paura non solo per l'alto tasso di mortalità; ma anche perché ci vogliono molti anni (in genere 4) dall'esposizione al virus perché essa appaia; nel frattempo, il rischio di infezione può essere ridotto solo da un cambiamento nel comportamento sociale, particolarmente quello sessuale; alcuni ricercatori sostengono che, mentre la causa immediata dell'infezione può essere collegata soprattutto all'attività sessuale, alcune questioni politiche e sociali di più ampia portata, come la povertà e la disuguaglianza di genere, aumentano la probabilità di infezione; i programmi educativi possono non avere successo in luoghi in cui le persone hanno credenze ed abitudini sessuali incompatibili con essi


DISTURBI DI NATURA MENTALE ED EMOTIVA: esistono alcune 'sindromi legate alla cultura' (es: l'anoressia nervosa può essere caratteristica di quelle società che idealizzano la magrezza); alcuni studiosi ritengono che le categorie tipiche dell'Occidente non possono essere applicate ad altre culture; altri ricercatori sostengono che la mancanza di termini perfettamente traducibili in diverse culture non renda impossibile la comparazione; alcune malattie mentali, come la schizofrenia e la depressione, sembrano così diffuse che molti ricercatori le ritengono universali; eppure, i fattori culturali possono influenzare la probabilità di sviluppare questi disturbi, i sintomi specifici e l'efficacia dei vari tipi di cura; i fattori biologici, anche se non necessariamente genetici, possono essere molto importanti nell'eziologia (studio delle cause di una malattia) di alcuni disturbi molto diffusi nel mondo, come la schizofrenia (es: facendo riferimento all'isteria, si è proposta la teoria che possa essere causata da alcuni fattori nutrizionali, e che il miglioramento dei regimi alimentari possa essere la ragione della progressiva diminuzione della frequenza di questa malattia); si è riscontrato che nelle classi sociali più basse in società stratificate la presenza di ogni tipo di malattia mentale si presenta con una proporzione maggiore


MALNUTRIZIONE: ciò che le persone mangiano è intimamente connesso alla loro sopravvivenza e all'abilità che una popolazione ha di riprodursi, cosicché ci dovremmo aspettare che il modo in cui si ottengono, distribuiscono e consumano le risorse alimentari sia il frutto dell'adattamento; le diete tradizionali e le mutazioni genetiche possono essere state selezionate in un lungo arco di tempo, ma molti seri problemi nutrizionali che si possono osservare oggi sono dovuti ad un rapido cambiamento culturale; spesso capita, in situazioni come queste, che gli adulti ricevano una quantità di cibo sufficiente, mentre i bambini mangino molto meno del necessario; la carenza di un'alimentazione adeguata ha spesso come risultato un ritardo nell'aumento di peso e nella crescita; la commercializzazione non è sempre dannosa per la possibilità di ricevere un'alimentazione adeguata: vi sono prove del fatto che alcune società ne abbiano tratto grandi vantaggi; gli squilibri alimentari sofferti dalle donne hanno un impatto di lungo periodo sulla fertilità e sulla salute dei bambini che esse allevano; in alcune culture, lo status inferiore delle donne ha conseguenze dirette sulla loro possibilità di accesso al cibo



I PROBLEMI SOCIALI GLOBALI.


molti antropologi sono convinti che l'antropologia possa aiutarci a risolvere i problemi sociali globali; questo perché:

le tecnologie della comunicazione hanno aumentato la nostra consapevolezza su questi problemi

conosciamo molte più cose sul comportamento umano


al giorno d'oggi possiamo essere più motivati a tentare di risolvere quei problemi


li denominiamo PROBLEMI SOCIALI perché

tanta gente si preoccupa per la loro presenza

essi hanno cause e conseguenze sociali

affrontarli o risolverli richiede un cambiamento nel nostro comportamento sociale


alcuni direbbero che la nostra comprensione dei problemi sociali non può mai essere sufficiente a proporre una soluzione in grado di funzionare; nessuna comprensione scientifica è perfetta o fornisce certezze; tuttavia, la possibile ricompensa di una comprensione dei problemi (per quanto incompleta) può essere un mondo migliore e più sicuro; questa possibilità è ciò che motiva molti ricercatori che indagano sui problemi sociali


CALAMITÀ NATURALI E CARESTIE: gli eventi naturali come le alluvioni, le siccità, i terremoti e le invasioni di insetti sono di solito (ma non sempre) al di là del controllo umano; i loro effetti, tuttavia, non lo sono; INCIDENTI O EMERGENZE quando solo poche persone sono coinvolte D CALAMITÀ quando coinvolgono un gran numero di persone e aree estese; le calamità naturali possono produrre effetti maggiori o minori a seconda delle condizioni sociali; esse sono problemi sociali, problemi che hanno cause sociali e possibili soluzioni sociali (es: una legislazione che prescriva criteri di sicurezza nell'edificazione di una casa costituisce una soluzione sociale per i terremoti); CARESTIE episodi di grave carenza di risorse alimentari e di morte per fame; sembrano spesso scatenarsi in seguito ad eventi naturali come una seria siccità o un uragano che fa morire o abbatte gli alberi e le piante da cui si ricava il cibo; le carestie, tuttavia, non seguono necessariamente a eventi del genere; le giuste condizioni sociali possono prevenire una carestia o aumentare la probabilità che se ne verifichi una: una soluzione possibile è quella della reciprocità tra villaggi (ci si aiuta a vicenda nei momenti di crisi); al giorno d'oggi, il governo o le organizzazioni internazionali possono fornire aiuto mettendo a disposizione cibo e altri generi di necessità; le società fondate su un regime di proprietà individuale corrono un maggior rischio di carestia, se paragonate a quelle in cui la proprietà è comune; è spesso possibile che i soccorsi forniti dal governo non raggiungano sempre chi ne ha più bisogno


ABITAZIONI INADEGUATE E SENZATETTO: nella maggior parte delle nazioni, i poveri vivono di solito in edifici inadeguati; in molti dei paesi in via di sviluppo, dove le città crescono ad un ritmo molto rapido, sorgono insediamenti abusivi, spesso situati in aree degradate; tuttavia, non tutti quelli che abitano in insediamenti abusivi sono dei poveri (semplicemente non riescono a trovare casa ad un prezzo più accessibile, e si arrangiano a trovare una sistemazione); benché negli insediamenti abusivi si registrino dei problemi, essi non sono luoghi caotici e disorganizzati, in balia del crimine; la maggior parte degli abitanti ha un'occupazione, aspira a migliorare la propria condizione, vive in solide famiglie nucleari e si aiuta reciprocamente; i governi dei paesi in via di sviluppo raramente possono sostenere la spesa per progetti di edilizia popolare; in qualche modo, tuttavia, potrebbero investire in infrastrutture e fornire i materiali da costruzione; in molti luoghi del mondo, tuttavia, molta gente non ha nemmeno una casa motivi:

disoccupazione

carenza di alloggi dignitosi a basso costo

politica di ridurre il numero di persone ricoverate per malattie mentali e per altre cause di invalidità

spesso negli ospizi comunali la violenza è diffusissima; le organizzazioni di assistenza private  possono accogliere solo un numero esiguo di persone; le stanze singole degli alberghi sono difficilmente in condizioni migliori e spesso sono molto pericolose

alcuni poveri possono essere soli dal punto di vista sociale

la condizione di senzatetto è causata da politiche sociali e scelte politiche (la situazione di Melbourne sottolinea che si può trovare una soluzione per i senzatetto); mentre agli adulti è 'permesso' essere un senzatetto, la sensibilità pubblica sembra offendersi alla vista di bambini che vivono per strada

VIOLENZE E ABUSI FAMILIARI: le aggressioni verbali e la trascuratezza sono dannosi quanto le aggressioni fisiche; è difficile dover decidere cosa sia un abuso e cosa non lo sia; è inoltre spesso difficile fare delle indagini, in quanto le percosse a donne e bambini sono oggi meno accettabili di un tempo e quindi è più difficile che le persone ammettano di commettere questi atti; se un tipo di violenza familiare è presente, è possibile che ne siano presenti altri; tuttavia la relazione tra questi tipi di violenza familiare non è poi così stretta, il che significa che non possono essere considerati come differenti aspetti dello stesso fenomeno:

molte società praticano e permettono l'infanticidio (le giustificazioni sono simili a quelle fornite in caso di aborto)

le punizioni fisiche nei confronti dei bambini avvengono in numerose società; sono più probabili laddove la madre è praticamente l'unica figura che si occupa del figlio; le società più complesse tendono a fare ricorso alle punizioni fisiche più frequentemente delle società più semplici (forse perchè sono gerarchiche e tendono ad insistere sull'obbedienza)

le percosse alla moglie sono la forma più comune di violenza familiare (è comune in quelle società in cui i maschi detengono il controllo sulle risorse economiche e politiche) gli individui (sia uomini che donne) che hanno subito punizioni corporali durante l'adolescenza abbiano maggiori probabilità di commettere (e approvare) atti di violenza del marito sulla moglie

che cosa può essere fatto per ridurre la violenza all'interno delle famiglie?? per prima cosa, si deve riconoscere che probabilmente non si può fare nulla finché le persone non riconoscono che essa rappresenta un problema; nella nostra società molti programmi sono predisposti per allontanare dalle famiglie i bambini e le mogli, o per punire chi commette abusi nei loro confronti; la promozione dell'uguaglianza tra i sessi e la condivisione della responsabilità di allevare i figli possono fare ottenere grandi risultati nella diminuzione dei casi di violenza dentro le famiglie


CRIMINE: altrettanto difficile è definire cosa sia un crimine

la guerra è associata a tassi di omicidio più elevati (in tale situazione, infatti, l'inibizione ad uccidere è stata attenuata)

la pena capitale può legittimare la violenza piuttosto che fungere da deterrente

la delinquenza minorile (soprattutto maschile) nasce probabilmente nell'ambito di famiglie disastrate, dove il padre è assente per gran parte del periodo in cui il bambino cresce (è possibile che questi bambini siano inclini a comportarsi in modo 'ipermaschile' per dimostrare quanto sono 'maschi' OPPURE che le madri che crescono i figli da sole infliggano spesso punizioni di natura fisica, e che quindi forniscano alla prole un modello di comportamento aggressivo può essere possibile, tuttavia, che il tentativo di agire in modo ipermaschile implichi la violenza solo se le aggressioni fisiche sono una componente importante del ruolo che il maschio riveste nella società)

una concezione largamente diffusa è che condizioni economiche svantaggiate aumentino la probabilità che si verifichino dei crimini; la relazione, tuttavia, non sembra essere così stretta: gli omicidi sono più frequenti in paesi in cui ci sono forti disuguaglianze di reddito, tuttavia, la recessione economica non prevede l'omicidio

il furto tende ad essere meno frequente nelle società egualitarie rispetto a quelle stratificate (nelle prime infatti esistono meccanismi di distribuzione egualitaria delle risorse)


se possiamo ridurre la socializzazione a fini di aggressione, riducendo il rischi di guerra e quindi la necessità di addestrare truppe effettive, e se possiamo ridurre le altre forme di violenza approvata, possiamo di conseguenza essere in grado di ridurre il tasso di reati violenti; la riduzione delle disuguaglianze economiche può anche agevolare la diminuzione del crimine, in particolare i furti; benché le cause non siano ancora chiare, sembra che crescere i figli assicurando la presenza di una figura maschile possa ridurre la probabilità che in età adulta i maschi commettano violenze


GUERRA:

nelle società non industriali le persone si mobilitano a causa della paura, in particolare del timore di possibili ma non prevedibili calamità naturali (siccità, alluvioni, uragani) che possono distruggere le risorse alimentari il rischio di guerra dovrebbe diminuire nel momento in cui si capisce che gli effetti dannosi delle calamità possono essere ridotti o prevenuti dalla cooperazione internazionale

un altro fattore che incide sulla maggiore presenza di guerre consiste nel fatto che ai bambini si insegna a non fidarsi degli altri (sembra che le persone che crescono con queste inclinazione intraprendano con più probabilità una guerra, piuttosto che negoziare o cercare una conciliazione con i loro nemici)

i popoli che vivono sistemi politici più partecipativi (vale a dire più democratici) intraprendono raramente una guerra nei confronti di altri popoli che vivono in sistemi simili (è comunque possibile che intraprendano una guerra con sistemi politici di un'altro tipo) se, quindi, i regimi autoritari scomparissero dalla faccia della terra, perché le potenze mondiali smettono di dal loro supporto dal punto di vista militare o di altro genere, il mondo diventerebbe un luogo più pacifico


TERRORISMO: uso o minaccia di violenza per incutere negli altri il terrore, di solito per scopi politici

coinvolge la minaccia o l'uso della violenza contro i civili

di solito, è socialmente o politicamente organizzato

rivendica pubblicamente le proprie attività

la violenza è diretta soprattutto verso persone disarmate, comprese le donne e i bambini

è perpetrato con l'intento di spaventare il nemico, di terrorizzarlo, tanto da indurlo a compiere le azioni auspicate dai terroristi

non è un fatto nuovo; ora però c'è una maggiore paura nei confronti dei terroristi che possono avere accesso ad armi di distruzione di massa


un fattore che preannuncia il terrorismo di stato (nei confronti del proprio stesso popolo) è il regime di governo totalitario ('il potere uccide, il potere assoluto uccide in modo assoluto'); nei paesi democratici vi sono meno probabilità che si pratichi il terrorismo di stato, ma quando esso è messo in atto accade durante o dopo una ribellione o una guerra


i terroristi provengono dai gruppi con uno status sociale più elevato e che in genere hanno un'educazione maggiore della media


la diffusione della democrazia può costituire la nostra maggiore speranza di minimizzare il rischio di terrorismo nel mondo, proprio come la diffusione della democrazia sembra ridurre al minimo la possibilità che scoppi una guerra tra le nazioni

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