Antigone di Sofocle
Nella leggenda greca Antigone era figlia di
Edipo, re di Tebe. Con la morte di
Eteocle e Polinice e con la vittoria dei Tebani si è appena chiusa la guerra
dei Sette.
Creonte, cognato di Edipo, ha assunto il
potere. Contro il suo editto, Antigone ha dato sepoltura al fratello Polinice,
nemico della patria. La solitaria audacia della fanciulla, sprezzante dei
consigli di prudenza della sorella Ismene, è giustificata da un'esigenza di
pietas. Arrestata da una guardia del re che l'ha colta di sorpresa, sdegnosa di
una tardiva solidarietà d'Ismene, Antigone è rinchiusa in un antro sotterraneo
da Creonte, incurante della collera del figlio Emone, fidanzato dell'eroina. Dopo minacciosi moniti dell'indovino Tiresia,
il ravvedimento del re non vale a impedire una triplice catastrofe: il suicidio
di Antigone muove Emone a un violento impeto d'ira contro il padre, poi contro
di sé; la madre di Emone, Euridice, all'udire della morte del figlio, si
dilegua e s'uccide. A Creonte,
annientato dal dolore, non resta che disperarsi sui morti. Nel prologo della tragedia le due sorelle si
trovano a dialogare dinanzi alla reggia. La dolcezza è il tono delle prime
battute. La tragedia ricca di sentimenti, mi ha molto coinvolto;
il personaggio principale, Antigone, sembra come mossa da un'entità divina che
le dà la forza di continuare nel suo intento, senza temere le conseguenze
dell'accaduto.
Sofocle usa l'intreccio e i personaggi di
questa leggenda nella sua maggiore tragedia, intitolata Antigone (440 a.c.).
La trama verte sulla devozione di Antigone per
il fratello e sulla sua sfida dell'editto di Creonte, mossa dalla volontà di
obbedire alla superiore legge della pietà. La tragedia si apre con i due
fratelli, Eteocle e Polinice , appena uccisi, l'uno per mano dell'altro, dopo
la ribellione di Polinice ed Eteocle a Tebe. Antigone, imprigionata per la sua
disobbedienza in una cella sotterranea, si uccide prima che Creonte possa
cambiare la sua decisione. La tragedia è
stata spesso interpretata come giustificazione della disobbedienza civile e
rivendicazione delle leggi di coscienza.