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ABBANDONO DELL'ITALIA E DELLA PITTURA NATURALISTICA. VIAGGIO AD ALHAMBRA
Abbandonata la pittura paesaggistica che caratterizzò gli anni trascorsi in Italia, Escher decise di trasformare in immagini il flusso di pensieri, partendo da due concetti arbitrari ed apparentemente lontani come significato, tentandone poi un collegamento logico. Per riuscire a realizzare i suoi fantastici racconti per immagini, Escher capì però che doveva prima approfondire lo studio matematico del piano, partendo dalle tassellature più note.
". Sebbene divenisse una preoccupazione maggiore soltanto dopo il 1937, quando gli si spalancarono le porte della matematica, già nelle sue prime opere Escher tentò di soddisfare il suo bisogno di riempire il piano. [.]
Nacque istintivamente in Escher il bisogno di creare forme che riempissero il piano incastrandosi tra loro cosicché il confine tra i pezzi adiacenti ne avrebbe costituito anche i rispettivi perimetri. [.] La prima stampa conforme a tali principi era un'incisione su legno, "Otto Teste". [.]
Nell'autunno 1922 intraprese il viaggio verso Terragona, in Spagna. [.] Una volta giunto in Spagna, girò in treno da una città all'altra; a Granada visitò l'Alhambra, uno stupendo palazzo del '300 che ospitava la reggia e la sede amministrativa dell'ultima corte araba di Spagna. Escher vide per la prima volta le decorazioni in maiolica e in stucco che ne ornano le pareti [.], la dignità e la bellezza dell'intero edificio lo commossero.". (estratto pag. 7-9 di "Visioni della Simmetria" di D.Schattschneider).
Relativamente ad Alhambra, Escher scrisse nei suoi diari: ".E' strano che nella decorazione moresca vi sia la totale assenza di qualsiasi forma umana o animale, e quasi persino di piante. Forse questo è insieme una forza ed una debolezza.".
La preferenza per gli schemi astratti derivava dalla stretta osservanza del precetto del Corano secondo cui: ".Tu non disegnerai alcuna figura.".
Tuttavia proprio grazie a questa caratteristica dei mosaici della Moschea, Escher poté studiare le simmetrie utilizzate dai Mori, nelle loro intricanti decorazioni.
Proprio in relazione a quest'esperienza Escher affermerà:
".Molto tempo fa, durante uno dei miei vagabondaggi mi capitò di trovarmi in questo campo (ndr.:la divisione regolare del piano); vidi un alto muro e poiché avevo il presentimento di trovare qualcosa di enigmatico e di sconosciuto, lo scavalcai faticosamente. Dall'altra parte c'era un deserto che attraversai con gran fatica fino a quando seguendo un complicato percorso, mi trovai su una soglia: davanti a me si spalancavano le porte della matematica. Da qui si dipartivano in diverse direzioni molti sentieri ben tracciati e da allora mi soffermo spesso in questo luogo. Talvolta mi pare di aver perlustrato l'intera zona, di averne percorso ogni sentiero e ammirato ogni veduta; poi improvvisamente scopro un sentiero ancora inesplorato e assaporo nuove delizie.".
".Le maioliche geometriche dell'Alhambra fruttarono nuove idee a Escher, che non si occupò più solo di derivare nuove forme da poligoni: intendeva scoprire come far combaciare le figure con le loro copie adiacenti..". (estratto pag. 20-21 di "Visioni della Simmetria" di D.Schattschneider).
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