UN NUOVO
APPROCCIO al problema : Giovanni G. Saccheri
I
tentativi di dimostrare il quinto postulato di Euclide continuarono pertanto
con scarsi successi fino al XVII secolo, tanto che il quinto postulato era
stato etichettato come "lo scandalo della geometria". Merita indubbiamente
attenzione l'opera del gesuita Giovanni
G. Saccheri, professore di matematica all'Università di Pavia e audace
studioso di logica, che ebbe un'idea nuova e rivoluzionaria. Il suo nuovo
approccio al problema del quinto postulato consiste nel seguente ragionamento:
data una linea L e un punto P, allora o (a) per P passa
esattamente una parallela a L oppure (b) per P non passano parallele a L oppure
(c) per P ci sono almeno due parallele ad L. L'alternativa (a) era il postulato
delle parallele di Euclide. Supponiamo che essa fosse sostituita dalla (b) e
che quest'ultima, insieme con gli altri nove postulati di Euclide, dovesse
condurre a teoremi contraddittori. Allora sicuramente la (b) non sarebbe
corretta. Similmente, se l'uso della (c) e degli altri nove postulati euclidei
avesse condotto a teoremi contraddittori, allora l'alternativa (c) sarebbe
stata inevitabilmente erronea. Ne sarebbe allora seguito necessariamente che
il postulato delle parallele di Euclide
è l'unico possibile.Usando la (b)
insieme agli altri nove postulati euclidei, Saccheri dedusse teoremi che si
contraddicevano l'un l'altro. Egli non riuscì però a dedurre contraddizioni
dall'uso dei nove postulati euclidei e dell'assioma alternativo postulante l'esistenza
di almeno due parallele. Benché i suoi sforzi fossero precisi ed estesi, e
benché alcune sue deduzioni fossero di fatto strane se confrontate con
risultati analoghi ottenuti da Euclide, non emersero contraddizioni. Saccheri
era sulla soglia di una scoperta fondamentale, ma si rifiutò di oltrepassarla
derivando conclusioni dall'impossibilità da lui riscontrata di dedurre
contraddizioni. Pertanto egli si dimostrò a tal punto impreparato agli strani
teoremi che derivò dal suo insieme di postulati che stabilì che il quinto
postulato di Euclide dovesse essere vero necessariamente. Conformemente a
queste opinioni, nel 1733 pubblico i suoi risultati in un libro intitolato "Euclides
ab omni naevo vindicatus" (Euclide preservato da ogni macchia).
Una spiegazione dell'insuccesso di
Saccheri oltre che di molti altri è che, per quanto grandi fossero i matematici
che affrontarono il problema del quinto postulato, nessuno fu abbastanza
sottile da riconoscere un abito di pensiero bimillenario.