SPAZIO
MATEMATICO e spazio fisico
L'importanza della geometria non
euclidea nella storia generale del pensiero può difficilmente essere
sopravvalutata. Come la teoria eliocentrica di Copernico, la legge newtoniana
della gravitazione e la teoria darwiniana dell'evoluzione, la geometria non
euclidea ha inciso profondamente sulla scienza, sulla filosofia e sulla
religione. Innanzitutto la creazione della geometria non euclidea ha portato
alla luce una distinzione che è sempre stata implicita ma mai riconosciuta:
quella fra uno spazio matematico e uno spazio fisico. L'identificazione originaria
di spazio matematico e spazio fisico era stata determinata da un malinteso, in
quanto le sensazioni della vista e dell'udito suggerivano che i postulati della
geometria euclidea fossero veri per lo spazio fisico.
I teoremi dedotti da tali postulati furono verificati con ulteriori
sensazioni della vista e del tatto e perfettamente confermati, almeno nella
misura in cui potevano rivelarlo queste sensazioni. La geometria euclidea fu
perciò considerata una descrizione esatta dello spazio fisico. Quest'abito di
pensiero si consolidò a tal punto nel corso dei secoli che la nozione stessa di
nuova geometria venne a perdere ogni significato. Geometria significa la
geometria dello spazio fisico e tale geometria era quella di Euclide. Con la
creazione della geometria non euclidea, però, matematici, scienziati e profani
furono infine costretti a riconoscere che sistemi di pensiero fondati su
asserzioni sullo spazio fisico sono diversi da tale spazio fisico. Questa
distinzione è vitale per una comprensione degli sviluppi che hanno avuto luogo
nella matematica e nella scienza dopo il 1880. Dobbiamo dire ora che uno spazio
matematico assume la natura di una teoria scientifica. Esso è applicabile allo
studio dello spazio fisico finchè si adatta ai dati di esperienza e serve ai
bisogni della scienza. Se però uno spazio matematico può essere sostituito da
un altro che sia in migliore accordo con la massa sempre crescente dei
risultati del lavoro scientifico, allora esso sarà soppiantato esattamente
nello stesso modo in cui la teoria tolemaica del moto dei corpi celesti cedette
il posto alla teoria copernicana. Ogni teoria sullo spazio fisico dovrebbe
pertanto essere considerata come una costruzione puramente soggettiva e non
imputata alla realtà oggettiva. L'uomo costruisce una geometria, sia essa
euclidea o non euclidea, e decide di considerate lo spazio nei termini di essa.
I vantaggi che ne consegue, anche se non può esser certo che la spazio possegga
alcun carattere della struttura che egli ha costruito nella propria mente,
consistono nel fatto che egli diventa in grado di meditare sullo spazio e usare
la sua teoria nel lavoro scientifico. Questa concezione dello spazio e della
natura in generale non implica la negazione dell'esistenza di un mondo fisico
oggettivo: essa equivale semplicemente a riconoscere che i giudizi e le
conclusioni dell'uomo sullo spazio sono puramente soggettivi.