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Produzione della luce, Propagazione e assorbimento della luce




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Produzione della luce


A  causa della relazione che lega radiazione emessa e transizioni energetiche, perché una sostanza possa essere sorgente di luce occorre che essa si trovi in uno stato eccitato di energia, sicché da questo possa tornare al livello normale di energia emettendo fotoni: se ad es. si riscalda un corpo, l'eccitazione termica lo rende luminoso quando la temperatura è abbastanza elevata. Nelle varie sorgenti di luce più in uso, sono utilizzati anche diversi metodi elettrici di eccitazione. Alcune sostanze sono anche sorgenti di luce per luminescenza: sottoposte a talune radiazioni (specialmente nella regione dell'ultravioletto) emettono luce visibile; se l'emissione cessa quasi al cessare dell'eccitazione, la sostanza è detta fluorescente; se invece può durare ancora per un certo tempo, è detta fosforescente.


Propagazione e assorbimento della luce


Nello  studio della propagazione, si distinguono in genere due campi di fenomeni abbastanza nettamente separati, oggetto rispettivamente dell'ottica geometrica e dell'ottica ondulatoria: la prima si basa sul concetto della propagazione rettilinea dei raggi in un mezzo omogeneo e studia in special modo la riflessione e la rifrazione della luce. La seconda abbraccia tutti i casi in cui la natura ondulatoria della luce non è trascurabile e quindi particolarmente i fenomeni dovuti alla presenza nel mezzo di ostacoli o inomogeneità, di dimensioni comparabili con la lunghezza d'onda della luce stessa: l'interferenza e la diffrazione ne sono tipici esempi. Infine, quando la luce cade su un corpo, in parte è riflessa alla superficie di questo e in parte penetra nel corpo stesso: la riflessione, variabile a seconda della frequenza della radiazione incidente, è in genere massima sulla superficie dei metalli (riflessione metallica), che sono caratterizzati da una grande opacità rispetto alle radiazioni visibili; è minore alla superficie di corpi trasparenti (quali il vetro: riflessione vetrosa); e diventa una diffusione quando la superficie del corpo non è levigata, ma piuttosto scabra. La radiazione che penetra nel corpo può essere in parte trasmessa e in parte assorbita, a seconda dei fenomeni di eccitazione che può provocare nella sostanza: l'assorbimento è quindi diverso al variare della frequenza della luce.





Botanica


L'azione della luce sulle piante è molteplice. Molti organismi acquatici si spostano verso la sorgente luminosa (fototattismo positivo) o in direzione opposta. Con questi movimenti si spiegano, ad es., le variazioni giornaliere della posizione del plancton nelle acque. Negli organismi pluricellulari fissati al substrato, la luce influisce limitando l'allungamento delle cellule (e quindi degli organi e della stessa pianta) attraverso modifiche della distribuzione nelle cellule di sostanze di crescita. Per tale motivo quando la luce colpisce di lato un organo, si verifica un allungamento ineguale delle cellule illuminate e di quelle più in ombra, con la conseguente curvatura dell'organo verso la sorgente luminosa (fototropismo positivo) o in direzione opposta. La luce agisce anche sulla morfologia della pianta e sulla sua struttura anatomica interna, come conseguenza, soprattutto, della sua azione sulla traspirazione, che viene grandemente incrementata dalla luce. Per tale motivo le piante di luoghi molto soleggiati (piante eliofile) hanno particolari adattamenti contro i pericoli di un'eccessiva perdita di acqua. Le piante che crescono all'ombra (sciafite) hanno invece strutture opposte, e posseggono anche caratteristiche fisiologiche ben differenti da quelle delle eliofile (diverso punto di compensazione nella fotosintesi ecc.). In assenza di luce la maggior parte delle piante non sono capaci di formare clorofilla e divengono eziolate. Esse cioè sono di colore gialliccio, hanno rami lunghi e sottili, ricchi di tessuti parenchimatici e con pochissimi tessuti di sostegno, ecc. Oltre che sulla sintesi della clorofilla, la luce influisce anche sullo stesso processo fotosintetico, e precisamente nella prima fase di tale processo. Particolarmente attiva, sotto questo punto di vista, è la luce di lunghezza d'onda del rosso, che viene assorbita preferenzialmente dalla clorofilla. Dato che queste luci di particolari lunghezze d'onda sono arrestate anche da limitati strati di acqua, le piante che vivono fissate sul fondo dei mari posseggono pigmenti particolari (ficofeina e ficoeritrina delle alghe brune e rosse), che consentono di utilizzare per la fotosintesi le radiazioni blu che più facilmente giungono fino a esse. La luce ha notevole influenza anche sulla germinazione dei semi, alcuni dei quali si manifestano fotoblastici, cioè si dimostrano capaci di germinare solo se vengono prima illuminati per un determinato periodo. Altri semi, all'opposto, perdono la capacità di germinare se sono esposti alla luce (semi afotoblastici). Anche in questi casi luci di differente lunghezza d'onda hanno effetti molto diversi.

La luce, oltre che per la sua qualità e la sua intensità, può agire anche in relazione alla sua durata. La fioritura, la cessazione della quiescenza, la germogliazione delle piante possono infatti essere fortemente influenzate dalla durata del periodo di illuminazione e di quello oscuro.



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